La Repubblica: Non solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

la-repubblica-it-logoNon solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

La cyberguerra tra ISIS e hacktivisti entra nel vivo e al tempo stesso si accentuano le differenze di strategia fra i gruppi prima riuniti sotto lo stesso pseudonimo. Intanto i cyber-jihadisti minacciano gli Anons. Ma i promotori di #OpParis ribattono: “Stanno perdendo”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Novembre 2015

ANONYMOUS combatte senza sosta la sua guerra contro l’IS riuscendo a bloccare siti propagandistici e a chiudere migliaia di social account pro-jihad. E per questo gli hacktivisti con la maschera di Guy Fawkes sono stati minacciati di morte dai “soldati” del cyber-califfato. Anonymous però è un meme, un logo, una maschera, lo pseudonimo collettivo di chi si riconosce in certe azioni e in certi valori. Anche Anonymous è una galassia di gruppi, a volte sono coordinati a volte no. GhostSec è uno di questi ultimi. Nato “all’interno” di Anonymous, pian piano ha acquisito una sua indipendenza e si è specializzato in antiterrorismo digitale. Sono i GhostSec che, insieme ad Anonymous, hanno denunciato e talvolta bloccato le centinia di migliaia di account Twitter dei simpatizzanti dello Stato islamico. Ma hanno strategie diverse.

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La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

la-repubblica-it-logoAnonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Tutti gli strumenti di Anonymous per tracciare profili, comunicazioni e finanziamenti destinati alla galassia terrorista. Come si arriva all’identità dei terroristi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Novembre 2015

C’è una novità della guerra informatica che Anonymous ha dichiarato ai terroristi dell’IS. E l’hanno studiata due esperti di sicurezza italiani (che pure non fanno parte della galassia degli hacktivisti) uno dei quali è noto nell’ambiente degli hacker con il soprannome “The Pirate”. Dalla loro abilità con le righe di codice sta nascendo un software in grado di tracciare i flussi di comunicazione della galassia jihadista su Twitter. Lo strumento in questione di Chiama Geosec ed è un “bot”, ovvero un robo-software che geolocalizza in automatico le comunicazioni in arabo e le filtra per pertinenza. Un programma – ancora in beta – che presto sarà in grado di capire dove si trova chi sta digitando una certa cosa sul microblog. Successivamente, esperti di data analys studiano i profili ricavati da questi big data, e una volta vagliati, vengono eventualmente passati all’intelligence nazionale. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Intervista Radiocorriere TV: Www compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

WWW compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

Intervista di Stefano Corradino ad Arturo Di Corinto

25 anni fa, nel novembre 1990 nasce la prima pagina “www”, quelle tre lettere che noi, allacciandoci ad internet, digitiamo prima dell’indirizzo al quale vogliamo collegarci. Queste tre doppie w hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione. Il Radiocorriere tv ne parla con Arturo Di Corinto, giornalista ed uno dei principali esperti italiani del web. “Le tre www – ci spiega in premessa Di Corinto – sono un protocollo di comunicazione. Ci spiegano che noi stiamo facendo una richiesta a un server che ci consente di visualizzare la parte grafica e multimediale delle informazioni che sono accessibili attraverso la rete internet. Grazie a un linguaggio di formattazione, ci consentono di vedere una pagina colorata, foto, video, caratteri piccoli o grandi e così via…”

E prima delle 3 www cosa c’era?
C’erano delle directory, create da appassionati ed esperti,  organizzate come una sequenza di link. Si cliccava su un “hyperlink” e attraverso il protocollo “http” arrivavi a una determinata pagina. Http, www o ftp non sono altro che protocolli di comunicazione grazie ai quali computer diversi, gestiti in modalità diverse e in luoghi diversi si parlano tra loro. Quando tu inoltri una richiesta attraverso internet di fatto stai andando a cercare un computer dove ci sono le informazioni che ti interessano. Continua a leggere Intervista Radiocorriere TV: Www compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

La Repubblica: #OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

la-repubblica-it-logo#OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 novembre 2015

In un videocomunicato diffuso in rete, un avatar di Anonymous legge con un forte accento francese una brevissima nota sugli attentati di Parigi chiamando a raccolta tutti coloro che si riconoscono negli ideali di libertà della galassia hacktivista. Il video annuncia ufficialmente l’apertura di #OpParis e l’intenzione di perseguire autori, mandanti e fiancheggiatori degli attentati parigini. Questo il testo:  “Saluti a voi, cittadini del mondo. Noi siamo Anonymous. Prima di tutto vogliamo esprimere il nostro dolore e solidarietà per le vittime, i feriti e le loro famiglie. Per difendere i nostri valori e la nostra libertà siamo sulle tracce degli appartenenti ai gruppi terroristici responsabili degli attacchi, non ci fermeremo, non dimenticheremo, e faremo tutto il necessario per porre fine alle loro azioni. Durante gli attacchi a Charlie Hebdo, avevamo già dichiarato la nostra determinazione a neutralizzare chiunque attaccasse le nostre libertà. Adesso faremo lo stesso. Aspettatevi la nostra totale mobilitazione. La violenza non ci indebolirà, ma ci darà la forza per unirci e combattere insieme la tirannia e l’oscurantismo. Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Non dimentichiamo. Non perdoniamo. Aspettateci”

(a cura di Arturo Di Corinto)

La Repubblica: “Dall’Fbi un milione di dollari a un’università americana per scoprire chi usa Tor”

la-repubblica-it-logo“Dall’Fbi un milione di dollari a un’università americana per scoprire chi usa Tor”

I responsabili del software che garantisce la privacy accusano. I federali non commentano ma non smentiscono. In Italia sono 100 i nodi Tor a rischio

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Novembre 2015

L’FBI non commenta ma non nega di avere dato un milione di dollari a un gruppo di ricercaTori per svelare i nomi degli utenti di Tor, il progetto di anonimato online dell’omonima fondazione. Tutto è cominciato con una dichiarazione del diretTore del Progetto, Roger Dingledine, secondo il quale la Carnegie Mellon University avrebbe ricevuto questa quantità di denaro per de-anonimizzare gli indirizzi Tor facenti capo ad alcuni utenti all’interno di una più vasta operazione di polizia.
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Chefuturo! Perché ci è piaciuto il TEDxLecce (e cosa ci insegna)

Le strade rivoluzionarie non sono mai semplici o comode
di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Novembre 2015

Il TEDxLecce per la quarta volta si è svolto nella magnifica cornice della “capitale” salentina con ospiti d’eccezione come Lirio Abbate, il giornalista che ha denunciato per primo l’esistenza di “Mafia capitale”, Andrea Pietrabissa, esperto di chirurgia robotica e pioniere dei trapianti da persone vive, Angela Sun, biologa e regista Usa che ha documentato l’inquinamento dei mari dovuto alle microparticelle di plastica, i “camminatori antropologici” di Neturalwalk, Sammy Basso, il globetrotter ventenne malato di invecchiamento precoce, icona mondiale di umanità e solidarietà, Giorgio Metta, uno dei padri di iCub, il robot umanoide dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

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Chefuturo! Bill of Rights: i tuoi diritti su Internet in 14 punti

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 4 Novembre 2015

La mozione, approvata all’unanimità porta la firma del deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli, un tecnico, esperto e pioniere della rete italiana, tra gli estensori della Carta stessa nella commissione di studio voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini e redatta sotto la direzione del giurista e professore emerito di diritto Stefano Rodotà.
Nella dichiarazioni di voto è stata chiara la diversità di cultura politica dei deputati presenti evidenziando il grande lavoro di sintesi fra posizioni opposte realizzato dal lavoro dei venti esperti e parlamentari che hanno contribuito alla sua stesura.
Guardiamola insieme punto per punto e proviamo a commentarla.

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La Reubblica: Carta dei Diritti in internet, approvata alla Camera la mozione in vista dell’IGF

la-repubblica-it-logoCarta dei Diritti in internet, approvata alla Camera la mozione in vista dell’IGF

LA CAMERA dei deputati ha approvato oggi due distinte mozioni per promuovere la Dichiarazione dei diritti in Internet in vista dell’Internet Governance Forum che si terrà in Brasile dal 9 al 13 novembre. Con una votazione nominale, la mozione 1031 è passata per 437 voti favorevoli senza nessun contrario, mentre la quasi identica mozione della Lega ne ha ottenuti pochi di meno. “Un grande risultato”, ha commentato a Repubblica.it Stefano Rodotà, che ha presieduto la commissione che ha elaborato la Carta, “dal punto di vista culturale, simbolico e politico perché raggiunto nonostante le diversità”.

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CheFuturo! Cosa cambia per la libertà di tutti noi ora che anche Snowden è su Twitter

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Cosa cambia per la libertà di tutti noi ora che anche Snowden è su Twitter

Edward Snowden è sbarcato su Twitter il 29 settembre e in poche ore il suo profilo ha raggiunto un milione di follower. Lui però segue un solo account, il twitter della NSA, l’Agenzia per la Sicurezza nazionale di cui ha svelato i segreti.

Snowden ha cominciato a lavorare per la Cia all’età di 22 anni e, successivamente assunto come consulente dalla Nsa, adesso che ne ha 29, è l’uomo più ricercato del mondo, proprio per aver rivelato al mondo la sorveglianza di massa praticata da questo ente federale americano che dal 1952 si occupa di spionaggio elettronico e intercetta oltre venti miliardi di conversazioni e messaggi al giorno. Continua a leggere CheFuturo! Cosa cambia per la libertà di tutti noi ora che anche Snowden è su Twitter

La Repubblica: Anonymous minaccia l’Arabia saudita: “Non uccidete Alì”

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Anonymous minaccia l’Arabia saudita: “Non uccidete Alì”

Gli hacktivisti attaccano i siti sauditi e avvertono i reali che non si fermeranno di fronte all’esecuzione del giovane condannato a morte per aver partecipato alle manifestazioni della primavera araba

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 Settembre 205

ANONYMOUS torna alla carica. Dopo diversi attacchi ai siti del governo saudita durante il weekend minaccia di colpirne le infrastrutture del paese “se Ali Mohammed al-Nimr non sarà graziato”. Il giovane 21enne Ali Mohammedal-Nimr è stato condannato alla pena di morte tramite crocifissione e taglio della testa per aver participato alle manifestazioni della primavera araba quando era sedicenne “e per aver incitato alla rivolta” i suoi amici via SMS. La decisione ha suscitato un’ondata di proteste in tutto il mondo e la moltiplicazione di petizioni online, come quella di Avaaz, che ha raccolto un milione di firme e quella di Change.org, lanciata da un italiano per chiedere la grazia in favore del giovane. Anche il nuovo leader del Labour inglese ha inviato una lettera a Cameron per chiedere di intervenire e “impedire l’orribile sentenza”.
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La Repubblica: Hacker: “Violate Intesa Sanpaolo e Unipol Banca”. La replica: “Da noi nessun accesso”

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Hacker: “Violate Intesa Sanpaolo e Unipol Banca”. La replica: “Da noi nessun accesso”

Ghost italia rivendica attacco e pubblica online dati di 90 database, e alcune migliaia di telefoni, e-mail, username e password. Intesa spiega: “Dati di un fornitore esterno, ma con quegli accessi nessun rischio per gli utenti”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 27 Settembre 2015

[17:18] XXXX: Salve, ultimamente abbiamo fatto #OpBankDump e sono state violate Intesa Sanpaolo e UnipolBanca.

Sono le 17 di domenica quando in Rete si comincia a parlare di un’operazione di Anonymous contro le banche. Ghost Italy, una cellula esterna di Anonymous Italia, rivendica un’azione contro Intesa Sanpaolo e Unipol Banca, durante la quale il gruppo si sarebbe appropriato di 90 dei loro database.

L’elenco, postato su ghostbin, una lavagna bianca dove gli Anonymous pubblicano news e comunicati, è notevole: dentro ci sarebbero circa 6000 email, numeri di telefono, nomi utente e password di utenti, dipendenti e clienti aziendali delle banche stesse. Continua a leggere La Repubblica: Hacker: “Violate Intesa Sanpaolo e Unipol Banca”. La replica: “Da noi nessun accesso”

La Repubblica: Mobile Justice, un app per denunciare le brutalità della polizia Usa

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Mobile Justice, un app per denunciare le brutalità della polizia Usa

Ennesimo omicidio di un giovane afroamericano disarmato. La polizia dice che aveva una pistola, ma lui era in carrozzella, paralizzato dall’età di 18 anni. Un video mostra la dinamica dell’accaduto e l’associazione americana per i diritti civili invita a usare la sua app per denunciare fatti simili

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Settembre 2015

C’E’ un’app che si chiama Mobile Justice e fa una cosa semplice: ti consente di filmare quando ci si trova davanti a soprusi o violenze della polizia e allerta il network degli altri utenti che possiedono la stessa app per accorrere in aiuto come testimoni. Insomma, oltre YouTube, il luogo dove da tempo finiscono i filmati che denunciano le violenze. Come l’ultima avvenuta  in Delaware, negli Stati Uniti, dove un afroamericano è stato ucciso a sangue freddo dalla polizia. Si chiamava Andrew Mc Dole, 28 anni ed era costretto su una sedia a rotelle da 10. È morto in seguito a sette colpi sparati dagli agenti accorsi – secondo la polizia di Wilmington – “per impedirgli di suicidarsi”. I familiari della vittima contestano questa versione, ma il risultato non cambia: un altro giovane afroamericano è stato ucciso. Il filmato su YouTube l’ha postato un passante. Del resto è dai giorni del pestaggio Rodney King nel 1991 da parte di alcuni agenti di Los Angeles che telecamere e videofonini mostrano tutta la loro forza nello smascherare abusi e prepotenze della polizia, da Travyon Martin a Eric Garner fino a Mc Dole. Continua a leggere La Repubblica: Mobile Justice, un app per denunciare le brutalità della polizia Usa

La Repubbica: Anche Wolverine e Spock diventano difensori della privacy

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Anche Wolverine e Spock diventano difensori della privacy
Durante il week-end del Labour Day, ad Atlanta, in Georgia (Usa), la Dragon Conference di quest’anno ha ospitato una singolare iniziativa dellaElectronic Frontier Foundation, mettendo in vetrina i “difensori della privacy”. Oltre 120 cosplayer, cioè persone che assumono le sembianze e si vestono come i loro eroi dei fumetti e della fantascienza, si sono messi in posa con cartelli inenggianti alla privacy con scritte come “ho fregato il tuo algoritmo di riconoscimento facciale”, “sono un’identità cifrata”, “ho diritto a un’identità segreta”, e così via. Tra i cosplayer di maggior successo, a rivendicare il diritto alla privacy e all’anonimato, pronti a battersi per la libertà di Internet, c’erano Wolverine, Rogue e La Bestia degli X-Men, il comandante Spock, uno skrull, e un Doctor Who bambino.
a cura di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica del 23 settembre 2015

La Repubblica: Anche le biblioteche Usa vogliono usare Tor: “È una questione di libertà”

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Anche le biblioteche Usa vogliono usare Tor: “È una questione di libertà”

Settimane intense per il progetto di privacy e anonimizzazione noto come The Tor Project. Le biblioteche si mobilitano per usare il suo software mentre le autorità di Internet gli concedono il Top Level Domain

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 22 Settembre 2015

DA DIVERSO tempo il software di anonimizzazione Tor ha i suoi difensori nelle istituzioni, ma che si potesse assistere a una manifestazione in suo favore da parte degli utenti delle biblioteche non era certo nelle attese degli attivisti per la privacy. Nella scorsa settimana, infatti, una biblioteca del New Hampshire, la Kilton Public Library di Lebanon, nonostante il parere contrario della polizia, ha deciso, dopo un’assemblea pubblica, di continuare a fornire banda e computer alla rete dei relay di Tor, il network di server che, rimbalzando le comunicazioni cifrate dal software omonimo, ne garantisce la sicurezza.

Tor infatti impedisce l’analisi del traffico delle comunicazioni via internet, dalla navigazione alle chat, proprio attraverso questa rete di computer intermedi, gli onion router, gestiti da volontari, che proteggono i dati rivestendoli con strati successivi di crittografia. Da qui il nome: onion, infatti, vuol dire cipolla. E da quando è stato avviato, The Tor Project è diventato uno degli strumenti principali per garantire l’anonimato su Internet agli attivisti per i diritti civili, soprattutto nei paesi autoritari, ma anche a chi non vuole che le aziende usino i dati delle nostre navigazioni per offrirci pubblicità mirata o che un governo impedisca ai suoi cittadini di leggere contenuti scomodi. Continua a leggere La Repubblica: Anche le biblioteche Usa vogliono usare Tor: “È una questione di libertà”

CheFuturo! – Difendiamo subito le giornaliste dai bulli della rete

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di Arturo Di Corinto per CheFuturo! del 8 settembre 2015

Se scrivi e sei donna è facile diventare bersaglio dell’ignoranza e dei pregiudizi maschili, ma se lo fai per lavoro potrebbe essere anche peggio. Sopratutto se ti occupi di politica, religione e sessualità. Le giornaliste donne sono due volte bersaglio di intimidazioni e censure: in quanto donne e in quanto giornaliste. A confermare questa consapevolezza che sta lentamente emergendo, arrivano ora due rapporti, uno dell’OSCE e uno dell’UNESCO. Non che attacchi, minacce e abusi verso i colleghi maschi manchino, ma gli attacchi a donne blogger e giornaliste sono di gran lunga superiori e quasi sempre basate sulla loro appartenenza di genere. Continua a leggere CheFuturo! – Difendiamo subito le giornaliste dai bulli della rete

Dagli orti urbani alla pulizia degli oceani: i 5 progetti che cambieranno il mondo in meglio secondo INDEX

thenexttechDagli orti urbani alla pulizia degli oceani: i 5 progetti che cambieranno il mondo in meglio secondo INDEX

A Elsinore, in Danimarca, il 27 agosto la giuria di INDEX (INternational DEsign EXhibition), ha premiato le idee progettuali che avranno il maggior impatto su scala globale. Ecco i video che le raccontano

di Arturo Di Corinto per The Next Tech del 3 settembre 2015

INDEX: Design for Life premia i migliori progetti di design realizzati a livello internazionale. L’iniziativa, avviata nel 2002, manco a dirlo, è nata in un posto dove prendono il design molto sul serio, la Danimarca, ed è l’acronimo di INternational DEsign EXhibition, una manifestazione internazionale tutta dedicata al design sotto gli auspici della Corona danese. Ma INDEX nel tempo si è smarcata dall’idea di premiare la qualità del design di tazzine da caffè e poltroncine e si è dedicata a cercare, selezionare e premiare quei progetti che cambiano, per davvero, e in meglio, la vita delle persone. Un po’ quello che cerchiamo di raccontare su The Next Tech. Da pochi giorni sono noti infatti i vincitori del premio internazionale e un paio di questi sono stati raccontati su Start-Up Italia e The Next Tech.

[continua qui]

La Repubblica Inchieste: I PREDATORI DEL TURISMO ITALIANO – La corsa ad ostacoli del nuovo Enit

la-repubblica-it-logoI PREDATORI DEL TURISMO ITALIANO

Motori di ricerca stranieri che incassano percentuali altissime sulle prenotazioni, politici che hanno sperperato enormi risorse destinate alla promozione internazionale in progetti fallimentari, albergatori incapaci di adeguare l’offerta alle nuove richieste: è colpa loro se l’enorme giacimento di ricchezza rappresentato dal nostro patrimonio naturale e artistico rende molto meno di quanto potrebbe. Voltare pagina però è possibile, anche se faticoso e pieno di insidie, come testimoniano gli sforzi di rinascita di Pompei

La corsa ad ostacoli del nuovo Enit

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 Agosto 2015

ROMA – L’Enit, l’Agenzia nazionale del turismo del Mibact, ha da poche settimane un nuovo consiglio di amministrazione. Composto da Evelina Christillin, Antonio Preiti e Fabio Lazzerini, ha il difficile compito di gestire la trasformazione dell’agenzia da ente di diritto pubblico a ente di diritto privato come previsto dal nuovo statuto da poco registrato dalla Corte dei Conti dopo sei mesi di rimpalli. Ma i tre hanno un compito anche più grave, quello di tentare l’ennesimo rilancio del turismo italiano traghettando l’ente in un contenitore più articolato, una struttura capace di promuovere il Made in Italy nel commercio e nel turismo, anche attraverso lo sport, vecchio progetto del presidente del Consiglio Matteo Renzi.
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La Repubblica Inchieste: I predatori del turismo italiano – I colossi del web ci lasciano le briciole

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I PREDATORI DEL TURISMO ITALIANO

Motori di ricerca stranieri che incassano percentuali altissime sulle prenotazioni, politici che hanno sperperato enormi risorse destinate alla promozione internazionale in progetti fallimentari, albergatori incapaci di adeguare l’offerta alle nuove richieste: è colpa loro se l’enorme giacimento di ricchezza rappresentato dal nostro patrimonio naturale e artistico rende molto meno di quanto potrebbe. Voltare pagina però è possibile, anche se faticoso e pieno di insidie, come testimoniano gli sforzi di rinascita di Pompei

I colossi del web ci lasciano le briciole

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 Agosto 2015

ROMA – La ricerca di una destinazione turistica e l’organizzazione di una vacanza oggi passano attraverso l’uso della rete. A farla da padrone sono i motori di ricerca e Youtube che permette di guardare i video dei posti che si vorrebbero visitare e dove si vorrebbe soggiornare. Poi ci sono i grandi siti di prenotazione online che almeno un turista su tre visita prima di programmare un viaggio.

Quando chi si prepara ad andare in vacanza cerca informazioni online su siti, app e portali, guarda diverse cose: intanto i costi, avendo bene in mente quanto può spendere, osserva con attenzione foto e video, dà un’occhiata alle recensioni e soprattutto all’elenco dei servizi offerti stilato da chi ne parla. E solo dopo decide. Se le foto e i video sono di buona qualità e i servizi adeguati ai costi, con due click prenota viaggio e albergo. La possibilità di conoscere, valutare e comprare le diverse offerte prima di acquistare un prodotto turistico online è uno dei motivi per cui le agenzie di viaggio sul web ricoprono un ruolo cruciale nel settore.

Le Online travel agencies, le (Ota, così si chiamano in gergo), sono le agenzie di viaggio che sul web presentano le strutture alberghiere, i pacchetti turistici disponibili e l’elenco dei servizi correlati (“ancillari”), per programmare un viaggio senza troppi mal di testa  Le più importanti sono tutte straniere: Expedia, Hotels.com, Priceline, Trivago, e da poco TripAdvisor. Continua a leggere La Repubblica Inchieste: I predatori del turismo italiano – I colossi del web ci lasciano le briciole

La Repubblica Inchieste: I predatori del turismo italiano – Grande stagione, ma problemi intatti

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I PREDATORI DEL TURISMO ITALIANO

Motori di ricerca stranieri che incassano percentuali altissime sulle prenotazioni, politici che hanno sperperato enormi risorse destinate alla promozione internazionale in progetti fallimentari, albergatori incapaci di adeguare l’offerta alle nuove richieste: è colpa loro se l’enorme giacimento di ricchezza rappresentato dal nostro patrimonio naturale e artistico rende molto meno di quanto potrebbe. Voltare pagina però è possibile, anche se faticoso e pieno di insidie, come testimoniano gli sforzi di rinascita di Pompei

Grande stagione, ma problemi intatti

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 Agosto 2015

ROMA – I numeri non sono ancora ufficiali, ma le proiezioni dicono che l’Italia potrebbe chiudere in bellezza questa stagione turistica, con un aumento del 10% di turisti sul territorio nazionale. Stime che riguardano il quadrimestre delle vacanze lunghe, giugno-agosto, e che potrebbero essere confermate dai dati di luglio e agosto, ma che non prendono in esame i risultati complessivi dell’industria dell’accoglienza turistica dei mesi successivi e quella nei periodi di festa e nei weekend. Ma soprattutto non sono correlati alle performance dei paesi competitori che fanno meglio dell’Italia. Secondo i dati dell’Osservatorio di Federalberghi emerge infatti un incremento tendenziale degli stranieri in Italia pari al 2.5% mentre i nostri connazionali in vacanza arriverebbero addirittura all’8.6%. Continua a leggere La Repubblica Inchieste: I predatori del turismo italiano – Grande stagione, ma problemi intatti

La Repubblica: Fairphone2, il telefono costruito senza minerali da zone di guerra né lavoratori sfruttati

LA MAGGIOR parte dei nostri telefoni contiene minerali provenienti da zone di guerra. Oppure metalli scavati a mani nude da bambini e lavoratori schiavizzati. Fairphone non ce li mette, semplicemente. Fairphone è una piccola azienda olandese che è nata con lo scopo di realizzare un telefono “equo e solidale”, un telefono di ultima generazione ma robusto, efficiente e open source. E Fairphone2 è il nome del secondo modello di questo dispositivo etico appena messo in vendita sul sito dell’azienda: è un 4G, monta il sistema operativo Android e ha una doppia SIM. Veloce, versatile e robusto, è concepito per essere modificato sia a livello software che a livello hardware perché le parti che si usurano possono essere sostituite.

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The Next Tech: Elon Musk annuncia lo SnakeBot AutoCharger per ricaricare le sue macchine elettriche e parte la corsa al retweet

thenexttechElon Musk annuncia lo SnakeBot AutoCharger per ricaricare le sue macchine elettriche e parte la corsa al retweet

L’imprenditore statunitense di origini sudafricane a capo di Tesla Motors annuncia l’idea di automatizzare la ricarica delle auto elettriche con un braccio robotico e subito piovono i “like”. Qui vi presentiamo il video.

di Arturo Di Corinto per The Next Tech del 7 agosto 2015

Con un sintetico messaggio ben sotto i 140 caratteri, Elon Musk, il ragazzo terribile di Tesla Motors, annuncia lo Snakebot Autocharger per automatizzare completamente la ricarica delle auto elettriche prodotte dalla sua azienda.

Già cofondatore di PayPal, l’ideatore dell’azienda di trasporti spaziali SpaceX, CEO di Tesla Motors, oggi a Capo di Solar City, ha deciso di condividere la sua idea con un breve video su Twitter che qui vi presentiamo.

Forse il nome SnakeBot AutoCharger non sarà definitivo e non lo sarà neppure il design di questo braccio robotico che il giovane imprenditore di origini sudafricane vorrebbe per il futuro, ma intanto è “un esperimento concettuale”, preoccupato com’è dello sforzo necessario ad attaccare manualmente il caricabatterie elettrico. Di seguito l’immagine diffusa da Tesla Motors di come il dispositivo potrebbe apparire nel futuro.
Il sistema robotico, che fa pensare ai Transformers, potrebbe diventare nel futuro tanto intelligente da riconoscere la vettura e attaccarcisi quando viene parcheggiata, ma dovrebbe anche staccarsi da solo per evitare il rischio che rimanga collegato all’automobile per evitare spiacevoli conseguenze.

 

The Next Tech: Mobile justice: l’app che denuncia le brutalità della polizia

thenexttechMobile justice: l’app che denuncia le brutalità della polizia

L’Aclu, associazione americana per i diritti civili, ha realizzato un’app per filmare gli abusi della polizia: se si prova a bloccarla manda tutto agli avvocati. Il codice, personalizzabile, si trova su Sourge Forge. Il suo video-tutorial è stato visto 23 milioni di volte

di Arturo Di Corinto per The Next Tech del 30 luglio 2015

Una sotterranea tensione razziale pervade l’America. Negli ultimi anni sono state decine le vittime innocenti della brutalità della polizia e quasi sempre di colore. Abusi, violenze e omicidi che continuano nonostante le dure prese di posizione del presidente Barack Obama e le denunce della comunità afroamericana.

Per questo motivo l’American Civil Liberties Union (ACLU), associazione che dal 1920 si batte per il ripetto dei diritti civili degli americani, ha deciso di realizzare una app per smartphone in grado di denunciare i comportamenti scorretti della polizia nel mentre si verificano.
La app, che si chiama Mobile Justice, fa tre semplici cose: registra il fatto con la telecamere dello smartphone, testimonia l’accaduto e lo denuncia.
Nell’ultima versione è sufficiente scuotere il telefono per far partire la registrazione che, quando viene stoppata dall’operatore o in seguito all’intervento di chi non vuole essere filmato, viene spedita automaticamente ai server dell’ACLU dove sarà visionata dagli avvocati incaricati costituendo una prova in caso di giudizio.

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La Repubblica: E ora anche la Rete ha la sua Carta dei Diritti

la-repubblica-it-logoE ora anche la Rete ha la sua Carta dei Diritti

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 29 Luglio 2015 (pag.29)

“L’accesso a Internet è un diritto umano fondamentale.” Con queste parole la presidente Laura Boldrini ha presentato ieri la “Carta dei diritti in Internet” nella sala del mappamondo della Camera dei Deputati. Frutto del lavoro di una commissione di studio composta da parlamentari ed esperti, arricchita dalle proposte raccolte in una consultazione online durata cinque mesi, la Carta è una sorta di decalogo dei diritti esigibili in rete relativamente all’accesso, alla privacy, alla sicurezza di chi la rete la usa per lavorare, socializzare e fare impresa, ma offre anche indicazioni specifiche per l’evoluzione e il suo “governo” futuro.

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La Repubblica: Ma la vera medicina è la consapevolezza

iRights_2015-07-29 17:08:16Ma la vera medicina è la consapevolezza
Intervista all’avvocato e professore esperto di web Guido Scorza

Arturo Di Corinto per La Repubblica Sera del 28 Luglio 2015

L’inglese “The Guardian” ha appena pubblicato una “fuga di notizie” relativa ai dati delle richieste avanzate a Google per “essere dimenticati” dalla rete rivelando un dato inatteso: Il 95% delle domande europee di cancellazione dei dati viene da persone normali e non da personaggi pubblici. E questo dato ci fa capire che al contrario di quanto sostenuto da Mr. Facebook, i cittadini europei sono molto attenti alla loro privacy.

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La Repubblica: Laura Boldrini presenta la Carta dei diritti di internet: “È unica al mondo”

la-repubblica-it-logoLaura Boldrini presenta la Carta dei diritti di internet: “È unica al mondo”

La presidente della Camera ha sottolineato l’importanza di questo corpus di principi: un testo di spirito costituzionale e di portata internazionale, elaborato da una commissione ad hoc coordinata dal giurista Stefano Rodotà

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 luglio (h.13:00)

“Internet farà sempre più parte del nostro futuro, perciò dobbiamo occuparcene.” Comincia così la presentazione da parte di Laura Boldrini dei lavori della Commissione per la Carta dei diritti di Internet che mette nero su bianco i diritti esigibili dai cittadini nello spazio complesso della rete. “Oggi, esattamente a distanza di un anno presentiamo il lavoro della Commissione e per questo voglio ringraziare tutti i partecipanti ai lavori e in particolare i parlamentari dell’intergruppo sulle nuove tecnologie. Dopo decine di audizioni, 5 mesi di consultazione e 14 mila accessi alla piattaforma online che hanno prodotto 590 opinioni espresse sui contenuti della carta, siamo all’alba di un fatto di grande rilevanza.”
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La Repubblica: Internet, ecco la Carta dei diritti e dei doveri della rete

ibr_oggi_2015-07-28 12:36:47Internet, ecco la Carta dei diritti e dei doveri della rete

Il documento presentato oggi a Roma, presso la Camera dei Deputati. Al centro dell’iniziativa la grande attenzione all’uso consapevole della rete e al rispetto delle diversità e all’equilibrio di diritti contrapposti

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Luglio 2015 (h. 12:00)

DOPO UN ANNO di lavoro, decine di audizioni e la raccolta online delle opinioni dei cittadini, il percorso di definizione di questa specie di “Costituzione” della rete vede finalmente il suo compimento. Rispetto al testo diffuso nell’ottobre scorso, elaborato dai venti esperti e parlamentari coinvolti, presenta alcune importanti novità, soprattutto rispetto a temi sensibili come il copyright, la cultura, il digital divide e il “potere contrattuale” di chi usa Internet per divertirsi, lavorare, fare impresa, “dialogare” con lo Stato ed esercitare i diritti di cittadinanza nella dimensione immateriale della rete.

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La Repubblica: Privacy, accesso e diritti della persona. E’ la Carta dei diritti di internet

Carta_diritti_2015-07-25 10:54:52Privacy, accesso e diritti della persona. E’ la Carta dei diritti di internet

La versione definitiva sarà presentata martedì alla Camera. Dovrebbe rafforzare l’accesso inteso come diritto fondamentale, ampliare il concetto di privacy e introdurre un’equilibrata previsione circa i diritti e i doveri di chi produce e diffonde conoscenze in rete

di ARTURO DI CORINTO del 25 Luglio 2015

MARTEDÌ 28 luglio è un giorno speciale per la rete in Italia. Alle 11 sarà ufficialmente approvata la Carta dei diritti di Internet, che subito dopo sarà illustrata nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, alla presenza del professore Stefano Rodotà, della presidente Laura Boldrini e dei membri della commissione che l’hanno elaborata. Il testo, su cui si mantiene riserbo, è il risultato delle proposte della commissione e delle integrazioni effettuate nel corso delle audizioni e della consultazione pubblica al testo iniziale diffuso l’anno scorso. E contiene un insieme di principi ispiratori per garantire i diritti di chi Internet la usa ogni giorno e per favorirne sviluppo, efficienza e resilienza (ovvero la capacità di sostenere un trauma senza cedimenti strutturali). Continua a leggere La Repubblica: Privacy, accesso e diritti della persona. E’ la Carta dei diritti di internet

Wired: Il direttore di Federturismo attacca Wired sullo scandalo Promuovitalia

wiredlogoIl direttore di Federturismo attacca Wired sullo scandalo Promuovitalia

Antonio Barreca, direttore generale dell’organo confindustriale, ci taccia di fare giornalismo senza dignità per aver raccontato, per primi, il furto di bilanci e documenti legati alla bancarotta di Promuovitalia

di ARTURO DICORINTO per Wired del 24 Luglio 2015

Con un singolare attacco a Wired ieri il direttore generale di Federturismo, Antonio Barreca, ha dichiarato su Twitter che il nostro giornale ha scritto un “articolo vergognoso”, e che facciamo un “giornalismo senza dignità”. Si riferiva alla cronaca da noi raccontata del furto di sette computer su 110 all’interno degli uffici di Promuovitalia, da un paio d’anni agli onori delle cronache per la cattiva gestione che ha portato due settimane fa alla sua bancarotta. In quei sette computer della società vigilata dal Mibact c’erano bilanci, fatture, protocolli, verbali e timesheet dei progetti il cui mancato adempimento ha progressivamente mandato in rosso la gestione della società e messo in mezzo a una strada 1000 tirocinanti, centinaia di lavoratori e causato più di un imbarazzo a Mise e Mibact. Continua a leggere Wired: Il direttore di Federturismo attacca Wired sullo scandalo Promuovitalia

Che Futuro!: Se Instagram vieta i #curvy vuol dire che sui social siamo tutti nudi (e indifesi)

chefuturo_logoSe Instagram vieta i #curvy vuol dire che sui social siamo tutti nudi (e indifesi)

di ARTURO DI CORINTO per Che Futuro! del 22 luglio 2015

La censura dell’hashtag #Curvy da parte di Instagram ha aperto un grosso dibattito in rete circa ciò che è lecito postare all’interno dei social network. Curvy è l’aggettivo inglese che indica una donna dalle forme prosperose, e l’hashtag che l’accompagna dovrebbe avere la funzione di disseminare e trovare più facilmente contenuti collegati a questo tema.

Perché l’hanno fatto? Ufficialmente perché l’hashtag sarebbe associato a immagini della nudità femminile che violano i termini di servizio del social network. E tuttavia hashtag come #anorexic, #anorexilove, #straightwomen che corrono lo stesso rischio, non sono stati bannati. Perciò la decisione ha creato un vero e proprio movimento d’opinione che oggi si esprime in maniera alternativa e difficilmente censurabile con altri e diversi hashtag come #BringCurvyBack, #Curvee, ed altri. Continua a leggere Che Futuro!: Se Instagram vieta i #curvy vuol dire che sui social siamo tutti nudi (e indifesi)