Attacco alla mente: guerra cognitiva e disinformazione

Attacco alla mente: guerra cognitiva e disinformazione

La disinformazione organizzata e la cattiva informazione dei giornali a volte procedono insieme, e non è un caso che Rolf Wagenbreth, sottocapo della Stasi già negli anni ‘60 diceva: “L’uomo comune è sempre più inerme al cospetto di queste mostruose fabbriche di opinioni. Ed è qui che ci inseriamo noi come agenzia di intelligence.”

Felice e onorato di aver contribuito al nuovo numero di Informazioni della Difesa, il periodico bimestrale dello Stato Maggiore della Difesa (DIPICOM) diretto dal colonnello Antonio A. Russo e dal colonnello Roberto Lanni

— SALUS REI PUBLICAE SUPREMA LEX ESTO —

Ok, il prezzo non è giusto: quando sono i bot a decidere il listino

Ok, il prezzo non è giusto: quando sono i bot a decidere il listino

Secondo Barracuda Networks il 40 per cento di tutto il traffico su Internet è generato da agenti software dannosi, programmati per rubare dati, influenzare le prestazioni di un sito o addirittura portare a un databreach. Ma anche far lievitare il listino dei prodotti su un sito

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/Repubblica del 13 Ottobre 2021

Non tutti i bot nascono uguali. Alcuni bot, come i crawler dei motori di ricerca, sono buoni, quelli cattivi sono automatizzati per eseguire attacchi informatici su larga scala. E se non vengono rilevati, questi bot dannosi possono rubare dati, influire sulle prestazioni di un sito e persino portare a un databreach.

Nell’ultimo report di Barracuda Networks, Top Threats and Trends – Insights into the growing number of automated attacks, l’azienda descrive i modelli di traffico emergenti, esempi reali di comportamento e rilevamento dei bot, e infine le misure che i team IT dovrebbero intraprendere per proteggere la propria organizzazione. Nello studio si evidenzia come questi bot dannosi rappresentino quasi il 40% di tutto il traffico su Internet.

Microsoft e lo Us Cybercommand sdraiano un milione di computer zombie gestiti da criminali russi

Microsoft e lo Us  Cybercommand  sdraiano un milione di computer zombie gestiti da criminali russi

Mentre si avvicinano le elezioni del 3 Novembre si moltiplicano i tentativi di gruppi hacker governativi per sfiduciare gli elettori e attaccare l’infrastruttura di voto. L’interruzione della botnet Trickbot è una prima risposta globale a questi pericoli

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 17 Ottobre 2020

Il Cyber Command degli Stati Uniti ha effettuato un vasta operazione per interrompere quella che è stata descritta come la più grande rete di bot al mondo. Il suo nome è Trickbot, ed è forte di un “esercito” di almeno un milione di computer zombie gestiti da criminali di lingua russa. La botnet, utilizzata per distribuire ransomware, viene considerata da fonti ufficiali una minaccia per le elezioni presidenziali americane di novembre 2020 perché potrebbe fornire agli hacker l’accesso ai pc degli elettori, ma anche a server e router impiegati nel processo elettorale.

Las Repubblica: AAA hacker in erba affittano botnet su Instagram

ROMA – Instagram, il social network dei gattini e degli influencer da palcoscenico, è diventato la bacheca degli annunci di chi affitta botnet a poco prezzo per attaccare servizi online. “Sei stato licenziato? Buttagli giù il sito”. “Vuoi guadagnare tanti soldi in poco tempo? Minacciali di infettargli i computer”. Ma come si fa? Affittando una rete di computer zombie per “sdraiare” il loro sito di ecommerce o per bucare la sicurezza aziendale e prendere il controllo di computer, stampanti, telecamere e impianto elettrico. I computer zombie sono quelli infettati e comandati a distanza a insaputa dei proprietari. I giovanissimi che pubblicano gli annunci sono facile preda e i criminali veri guadagnano grazie alla loro incoscienza. È questa la nuova formula del “crime as a service”, i servizi criminali su richiesta per attaccare il mondo digitale cui Instagram fa da veicolo pubblicitario. Sono giovani e in molti dei loro post c’è tutta la retorica anti-sistema che attinge a piene mani da Mr. Robot e da Black Mirror, le serie distopiche su hacker, informatica e dark web rese celebri da Netflix. Continua a leggere Las Repubblica: AAA hacker in erba affittano botnet su Instagram

La Repubblica: E gli hacker italiani presero il controllo di una rete criminale

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E gli hacker italiani presero il controllo di una rete criminale

Quando è l’attaccante ad essere attaccato. Un rete di computer zombie ruba credenziali in Italia ma viene infiltrata e smontata da un hacker italiano che si introfula nell’email dei criminali che la dirigono

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 agosto 2018

L’ATTACCO è stato massiccio. I bersagli caduti parecchi. Ma i responsabili hanno le ore contate. Hacker malevoli, forse di origine russo-macedone, hanno rastrellato migliaia di account e password attraverso una rete di computer zombie, una botnet, per operare al posto dei legittimi proprietari e rubare segreti personali e commerciali. L’operazione criminale condotta in tutto il mondo ha fatto la maggior parte delle sue vittime negli Stati Uniti e nel Canada. In Italia ha colpito il settore del lusso e del Made in Italy, regioni, comuni, cliniche e ospedali.
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Il Manifesto: Come ti scopro la Botnet su Twitter

Come ti scopro la Botnet su Twitter

Hacker’s Dictionary. Come si può influenzare la narrazione di eventi in corso via Internet e usando software che si comprano per pochi euro nel Dark Web

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 Agosto 2018

È certamente possibile influenzare la narrazione di eventi in corso. Se ancora oggi viene fatto attraverso i titoloni dei giornali e le veline televisive la novità è che si può fare anche via Internet senza ricorrere a persone in carne ed ossa, ma usando software che si comprano per pochi euro nel Dark Web e che i più esperti possono programmare da soli. Continua a leggere Il Manifesto: Come ti scopro la Botnet su Twitter

AgendaDigitale.Eu: Cyber armageddon, perché la sicurezza informatica ci riguarda tutti

Cyber armageddon, perché la sicurezza informatica ci riguarda tutti

Anche se il computer non è importante per noi, potremmo scoprire di non avere la corrente elettrica a casa per via di un attacco hacker. E la nostra inconsapevolezza potrebbe causare gravi danni alla nostra aziende. Scopriamo perché ignorare la cyber security è una leggerezza che oggi nessuno può permettersi

Arturo Di Corinto per AgendaDigitale.EU del 30 Maggio 2018

Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI

La sveglia non è suonata e la lampada accanto al comodino non si accende. Andate in bagno e l’acqua calda non arriva. Provate a farvi un caffè con la macchinetta che sembra morta e poi vi rendete conto che la casa è fredda e che il televisore rimane muto. Cosa è successo? Non c’è la corrente elettrica. Quello che scoprirete qualche ora dopo è che la rete elettrica nazionale è stata colpita da un attacco cibernetico che ha letteralmente spento li paese. Il telefono intanto si è scaricato e nelle ore successive scoprirete il caos nelle strade, peggio che durante un temporale. Continua a leggere AgendaDigitale.Eu: Cyber armageddon, perché la sicurezza informatica ci riguarda tutti

La Repubblica: “Attenti, i cybercriminali stanno colpendo la rete italiana”

la-repubblica-it-logo“Attenti, i cybercriminali stanno colpendo la rete italiana”

Due hacker italiani lanciano l’allarme: “Anche l’Italia è sotto attacco” di una variante della botnet Mirai. L’obiettivo è rubare i dati alle grandi imprese di telecomunicazioni del nostro paese e alle sue banche. Ma non se ne parla

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 Marzo 2017

LE AZIENDE e i governi sono spesso restii a farlo sapere quando accade per evitare danni d’immagine, ma un attacco su larga scala sta colpendo in queste ore migliaia di siti bancari, commerciali e istituzionali in tutto il mondo. Anche in Italia. L’obiettivo dei criminali che stanno portando questa offensiva alla rete è di rubare i dati, testare la vulnerabilità di siti e servizi e costruire nuove armi cibernetiche. La notizia, resa nota dall’italiano Pierluigi Paganini, ha prodotto un notevole allarme registrato anche dal Computer Emergency Reponse Team della Pubblica amministrazione italiana. Ma non è proprio una novità.

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La Repubblica: Attacco hacker a Telekom, così la botnet Mirai colpisce l’Internet delle cose

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Attacco hacker a Telekom, così la botnet Mirai colpisce l’Internet delle cose

Il malware che trasforma apparati informatici come le webcam e i router connessi a internet in computer zombie ha colpito ancora. Presi di mira i router del gestore di telefonia tedesco. Gli esperti: ”Bisogna mettere in condizione gli utenti di aggiornare il software”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 Novembre 2016

L’AVEVAMO previsto e purtroppo è successo. Un derivato della botnet Mirai è stato usato per mettere KO le connessioni internet e telefoniche di circa un milione di tedeschi. L’attacco, cominciato nel pomeriggio di domenica è stato reso possibile da una vulnerabilità presente nei router che la Telekom tedesca offre in dotazione ai propri clienti. Ma non sembra trattarsi di un evento isolato. Dopo il primo momento di sconcerto, gli esperti che l’hanno analizzato hanno cominciato a ipotizzare che si tratti dell’ennesimo episodio della ‘guerra fredda’ tra le potenze mondiali che si contendono la supremazia del cyberspazio. E potrebbe essere la risposta russa alla dichiarazione della Nato che ha definito il cyberspazio il quinto dominio sottoposto alla sua protezione militare, dopo la terra, il mare, l’aria e lo spazio extra-atmosferico. Continua a leggere La Repubblica: Attacco hacker a Telekom, così la botnet Mirai colpisce l’Internet delle cose

Chefuturo! Come sopravvivere all’apocalisse dei computer zombie, la checklist (10 cose da fare)

Halloween è appena passato ma gli zombie non sono tornati nelle tombe. Stanno lì fuori ad aspettare che ti distrai per mordere i tuoi dispositivi, quegli oggetti intelligenti che ti permettono di programmare l’ora in cui si accende il riscaldamento, l’apertura del garage, lo smartwatch che registra le tue sessioni di fitness. Ma anche la stampante dell’ufficio e la webcam con cui controlli bambini e babysitter.

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La Repubblica: Virus, botnet, attacchi Ddos: le armi segrete della cyberwar Usa-Russia

ROMA – Il 2016 verrà ricordato come l’anno del conflitto tra le grandi potenze nel cyberspazio. Un terreno nel quale il conflitto diplomatico e militare diventa conflitto digitale e la cyberwar globale uno scenario plausibile. Con effetti potenzialmente devastanti sulla vita quotidiana: dalla sicurezza degli hub aeroportuali alle vie di trasporto, fino agli elettrodotti. Pensiamo a cosa succederebbe con un guasto diffuso alla rete elettrica: non funzionerebbero illuminazione, ospedali e fabbriche, con effetti di panico e di blocco delle attività produttive capaci anche di influenzare la risposta a un attacco militare tradizionale. È già successo il 23 dicembre 2015 in Ucraina ad opera del gruppo Sandworm. Per questo l’escalation della tensione tra Russia e Usa si sta configurando come una situazione da guerra fredda. La cyberwar è diventata un’opzione. Ma non da ieri.
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