La Repubblica: Turchia, Erdogan blocca servizi web per censurare i leak sul genero

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Turchia, Erdogan blocca servizi web per censurare i leak sul genero

Il gruppo hacker Redhack – famoso per aver cancellato le bollette della luce alle famiglie dei minatori morti a Soma – ha messo online un corposo database per smascherare gli affari della famiglia Erdogan al potere. Che risponde facendo spegnere i servizi dai quali questa mole di documenti può diffondersi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Ottobre 2016

L’hanno detto e l’hanno fatto. Redhack, gli hacker marxisti turchi hanno messo online un nutrito database (dump) di email relative alla corrispondenza privata e istituzionale del genero di Recep Tayyip Erdogan, presidente del paese della mezzaluna. Divenuti famosi per aver cancellato 650mila dollari di bollette della luce alle famiglie della zona di Soma, dove morirono 301 minatori, Redhack aveva ricattato il governo turco dicendosi pronto a diffondere le circa 57 mila email del Ministro dell’energia se il suocero non avesse rilasciato una cinquantina di attivisti di sinistra attualmente in carcere. Ma in tutta risposta il governo turco domenica scorsa ha intimato a diverse compagnie telefoniche turche e agli Internet provider di bloccare l’accesso a sistemi in grado di inoltrare e conservare i 17 giga di dati sottratti. La notizia è stata data da Turkey Blocks, una onlus che vigila sulla libertà di comunicare in Turchia.
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Cybersecurity: Wikileaks compie dieci anni, ecco perché dal 2006 è l’incubo di ogni esperto di sicurezza

cyber_securityWikileaks compie dieci anni, ecco perché dal 2006 è l’incubo di ogni esperto di sicurezza

Ha pubblicato le prove della corruzione in governi africani e banche d’affari, ma gli USA non gli perdonano i leaks delle atrocità commesse in Iraq e Afghanistan e la diffusione dei cablogrammi diplomatici

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 5 ottobre 2016

Wikileaks è un sito anti-corruzione e pro-trasparenza che pubblica informazioni che governi e aziende tendono a nascondere a consumatori ed elettori. Il 4 Ottobre 2016 ha compiuto 10 anni di attività.

Fondato da un gruppo di giornalisti americani ed europei, attivisti iraniani per i diritti umani, teologi della liberazione brasiliani e dissidenti cinesi, Wikileaks è stato spesso alla ribalta anche per la rivelazione di informazioni privilegiate e top secret che possono essere inviate al suo sito in assoluta segretezza grazie all’uso della crittografia. Continua a leggere Cybersecurity: Wikileaks compie dieci anni, ecco perché dal 2006 è l’incubo di ogni esperto di sicurezza

Cybersecurity: Zerodium offre 1,5 milioni per hackerare l’iPhone e rivendere il bug alla NSA

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Zerodium offre 1,5 milioni per hackerare l’iPhone e rivendere il bug alla NSA

L’azienda americana dell’ex fondatore di Vupen è amata dai governi e odiata da hacker etici e attivisti per le libertà civili che gli rimproverano i legami con la NSA

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 4 ottobre 2016

Zerodium, la start up dell’hacking, offre un milione e mezzo di dollari per hackerare l’iPhone e rivendere l’exploit alla NSA. Fatto senza precedenti nella storia dell’hacking, Zerodium è un’azienda specializzata nell’impiego di hacker e bug-hunters per acquisire tecniche di intrusione informatica in grado di violare sistemi operativi, app, plugin, browser e servizi web.

Creata nel 2015 da Chaouki Bekrar, è stata la prima azienda a cercare di trasformare in un’attività legale l’hacking dei dispositivi che usiamo ogni giorno, seguendo il suggerimento di un ricercatore indipendente della NSA nel lontano 2007. Ma è lo stesso motivo per cui l’esperto dell’American Civil LIberties Unione – ACLU, Christopher Soghoian, ha etichettato Bekrar come un “mercante di morte”. Continua a leggere Cybersecurity: Zerodium offre 1,5 milioni per hackerare l’iPhone e rivendere il bug alla NSA

La Repubblica: Cybersecurity: il crimine online fa 12 vittime al secondo. Ottobre, mese della sicurezza

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Cybersecurity: il crimine online fa 12 vittime al secondo. Ottobre, mese della sicurezza

Nell’ultimo anno in Europa aumento esponenziale di attacchi informatici nei confronti di aziende, governi, partiti e banche

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 SEttembre 2016

LE CIFRE sono sbalorditive: il cybercrime fa un milione di vittime al giorno in tutto il mondo, produce centinaia di miliardi di danni, blocca servizi essenziali ma non abbiamo abbastanza esperti per fronteggiarlo. Addirittura le nostre aziende sono impreparate perfino a definire le strategie minime di contrasto e non trovano personale già formato in grado di occuparsene.

È questo il motivo per cui sabato 1 ottobre comincia il mese europeo dedicato alla sicurezza informatica voluto dall’Unione Europea. Nell’ultimo anno nel continente c’è stato l’aumento esponenziale di attacchi informatici nei confronti di stati sovrani, aziende, gruppi bancari e partiti politici e l’Europa ha finalmente realizzato che deve dotarsi di risorse e regole adeguate a limitare i danni che ne derivano. Perciò, attraverso l’Enisa l’Agenzia Europea per la Sicurezza delle Reti e dell’Informazione e il direttorato DG Connect, la Commissione ha deciso di coinvolgere realtà associative e imprenditoriali per aumentare il livello di consapevolezza di fronte a uno scenario che Bruce Schneier, uno dei massimi esperti al mondo di reti non esita a definire di cyberwarfare. Continua a leggere La Repubblica: Cybersecurity: il crimine online fa 12 vittime al secondo. Ottobre, mese della sicurezza

Cybersecurity: Terremoti, guerre e attacchi informatici: cosa possiamo fare quando Internet non funziona

cyber_securityTerremoti, guerre e attacchi informatici: cosa possiamo fare quando Internet non funziona

Le reti mesh consentono di creare un’infrastruttura di comunicazione affidabile ed economica, per questo vengono create ad hoc nelle situazioni di crisi. Un modello da rivalutare?

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 28 settembre 2016

Ogni giorno veniamo a conoscenza di nuovi attacchi alle infrastrutture informatiche di stati sovrani, banche, aziende, e perfino partiti politici. In qualche modo ci stiamo abituando e da più parti si sottolinea l’importanza di costruire un’efficace cultura della sicurezza informatica, perché la questione non è se accadrà, ma quando subiremo l’attacco.

Un esperto come Bruce Schneier ha pubblicato un post in cui ci avverte che le schermaglie informatiche tra Russia, Cina e Stati Uniti sono solo le prove generali di una cyberwar mondiale. Secondo l’esperto però il target non è un paese o il quartier generale dei democratici, ma l’Internet stessa. Cioè la più grande e interconnessa piattaforma mondiale per il commercio e la comunicazione tra i popoli.

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Cybersecurity: Whisper, la startup dei commenti anonimi, è pronta a un nuovo round di investimenti

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Whisper, la startup dei commenti anonimi, è pronta a un nuovo round di investimenti

L’azienda di Los Angeles che offre l’anonimato via app a chi vuole parlare liberamente di soldi, sesso e religione, riceverà nuova liquidità per migliorare i suoi servizi

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 21 settembre 2016

Whisper, la startup nota per l’omonima applicazione di messaggistica anonima, sta raccogliendo in gran segreto nuovi fondi da investitori strategici. Si tratterebbe della pubblicitaria WPP, di Time Inc. e Tronc.

La necessità di nuovi investimenti deriva dal fatto che l’azienda perde un milione di dollari al mese e ha bisogno di sostegno finanziario nonostante le sue partnership con aziende come la Coca Cola e la 20th Century Fox si siano rivelate particolarmente convenienti. Infatti la popolare app consente di digitare delle frasi sotto forma di brevi slogan e inviarli ai destinatari della propria community mentre il software genera un’immagine di sfondo che può incorporare un branded content di cui gli utilizzatori diventano i vettori virali. Continua a leggere Cybersecurity: Whisper, la startup dei commenti anonimi, è pronta a un nuovo round di investimenti

Cybersecurity: È ufficiale: l’iPhone può essere craccato con meno di $100 e le istruzioni su Youtube

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È ufficiale: l’iPhone può essere craccato con meno di $100 e le istruzioni su Youtube

Un professore di Cambridge, usando la stessa tecnica del ricercatore forense Johnathan Zidarsky, ha pubblicato uno studio scientifico che dimostra come si possa violare qualsiasi iPhone

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 19 settembre 2016

In base al Freedom of Information Act, l’Associated Press e Usa Today hanno citato in tribunale l’FBI per sapere quanto e chi è stato pagato per sbloccare l’Iphone di Syed Rizwan Farook, autore con la moglie della strage di San Bernardino nel dicembre del 2015. Fare piena luce sulla vicenda per le due media company è una questione rilevante sia per i consumatori che è giusto sappiano se è vero che i dispositivi Apple sono a prova di furfante, sia per i cittadini preoccupati di tutelare la propria privacy da eventuali ingerenze governative.

E tuttavia proprio qualche giorno fa un ricercatore dell’Università di Cambridge ha pubblicato uno studio su come aggirare il codice di accesso degli ultimi iPhone.

A leggerlo adesso è forte l’impressione che la battaglia di comunicati tra Apple ed Fbi sulla possibilità di violare l’iPhone del terrorista di San Bernardino sia stata solo un gioco delle parti.

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Cybersecurity: Project Zero: Google offre 200 mila dollari a chi “buca” Android (ma l’Italia è esclusa)

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Project Zero: Google offre 200 mila dollari a chi “buca” Android (ma l’Italia è esclusa)

Il colosso di Mountain View che ha sviluppato il sistema operativo basato su kernel Linux lancia un nuovo contest per individuare le falle del suo software e farle diventare “conoscenza comune”

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 14 settembre 2016

Natalie Silvanovich, ricercatrice del team Project Zero, in un post sul blog del progetto ha annunciato ieri un nuovo contest dedicato a trovare falle e vulnerabilità in Android.

A detta della ricercatrice il motivo è semplice: Android è diventato il sistema operativo più popolare del mondo mobile e per quanto i ricercatori di Google (proprietaria di Android) siano esperti e infaticabili, molte sue falle di sicurezza sono state scoperte proprio grazie a questi contest. Perciò hanno voluto lanciarne un altro. Continua a leggere Cybersecurity: Project Zero: Google offre 200 mila dollari a chi “buca” Android (ma l’Italia è esclusa)

Cybersecurity: No More Ransom: contro i malware l’alleanza pubblico-privato funziona

cyber_securityNo More Ransom: contro i malware l’alleanza pubblico-privato funziona

Il progetto europeo di contrasto al crimine informatico ha sviluppato un intero repository di chiavi e strumenti per liberarsi dai virus che rapiscono i nostri dati

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 6 settembre 2016

L’allenza tra il pubblico e il privato nella lotta ai malware sembra funzionare. All’interno della No Ransom Initiative, un progetto della sezione nazionale anticrimine olandese, National High Tech Crime Unit, Europol, Kaspersky Lab e Intel Security sono stati sviluppati nuovi strumenti per combattere una variante particolarmente nociva di Wildfire, un malware che funziona come ransomware attaccando principalmente scuole, università ed ospedali del Nord Europa.

I tool, creati da Intel e Kaspersky sono in grado di liberare i file presi in ostaggio da Wildfire dopo che gli utenti hanno colpevolmente fatto quello che ogni creatore di virus si aspetta che la vittima faccia: cliccare su un file o su un link che non dovrebbe mai aprire. Continua a leggere Cybersecurity: No More Ransom: contro i malware l’alleanza pubblico-privato funziona

Cybersecurity: Scordatevi Whatsapp, Telegram e Snapchat, i professionisti usano Confide

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Scordatevi Whatsapp, Telegram e Snapchat, i professionisti usano Confide

L’app di messaggistica non conserva alcuna traccia del suo utilizzo: i messaggi si autodistruggono e non si possono stampare a video
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 4 settembre 2016

Dopo quattro anni sono cambiati i termini della privacy di Whatsapp: la famosa app di messaggistica comunicherà i dati a Facebook che ne è proprietaria per attivare nuovi servizi o suggerire nuove amicizie. E così i mugugni degli utilizzatori sono diventati vere e proprie lamentele, nonostante l’adozione della crittografia end to end da parte del servizio.

Ma questa novità è già invocata come un nuovo motivo per usare strumenti alternativi da parte di chi vuole garantire per davvero la propria privacy. Un altro motivo per usare Confide.

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Cybersecurity: Ecco perché se Tor sciopera la privacy in rete è a rischio

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Ecco perché se Tor sciopera la privacy in rete è a rischio

Un gruppo di autoconvocati si ribella all’estromissione di Jacob Appelbaum dal progetto TOR e convoca uno sciopero per il 1 settembre
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 1 settembre 2016

Il 27 luglio, con una mossa senza precedenti, sul blog del progetto Tor è apparso un comunicato in cui il direttore Shari Steele annunciava la fine dell’inchiesta interna sulle molestie sessuali da parte di uno dei più illustri partecipanti al progetto. Ma il suo nome era già sulla bocca di tutti, si trattava di Jacob Appelbaum, noto giornalista, hacker e attivista.

Un mese dopo un comunicato incollato su Pastebin, annunciava lo sciopero di Tor da parte di alcuni operatori del progetto, volontari e pare, interni, che, mettendo in discussione la correttezza di quell’indagine, invitavano a uno sciopero di 24 ore di tutta la rete Tor.

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Cybersecurity: I cyber-criminali stanno vincendo. Ecco l’infografica che spiega dove intervenire

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I cyber-criminali stanno vincendo. Ecco l’infografica che spiega dove intervenire

Il cyber-crime fa un milione di vittime al giorno. Bersagli preferiti sono le grandi aziende e spesso la colpa è di software difettosi. Investire nella cybersecurity è la soluzione
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 30 agosto 2016

Uno studio di Cybersecurity Ventures finanziato dal gruppo Herjavac dimostra come il fenomeno del crimine informatico sia in tremenda ascesa e che né le aziende, né i loro Ceo sono preparati ad affrontarlo. Mentre la spesa per i danni provocati dal cybercrime nel 2015 è stata di $400 miliardi, entro il 2021 questa spesa arriverà a 6 trilioni di dollari. Tra le realtà più colpite ci sono le strutture sanitarie e l’Internet delle cose. Continua a leggere Cybersecurity: I cyber-criminali stanno vincendo. Ecco l’infografica che spiega dove intervenire

La Repubblica: Tor sciopera, l’anonimato in rete è a rischio per 24 ore

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Tor sciopera, l’anonimato in rete è a rischio per 24 ore

Un gruppo di autoconvocati ha deciso che il primo settembre spegnerà per un giorno la rete di anonimizzazione del progetto. E in rete scoppia il putiferio

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 agosto 2016

SCIOPERO a Tor, il servizio che consente di navigare in modo anonimo in Rete. Lo hanno indetto alcuni lavoratori del progetto per il primo settembre. Le ragioni sono due: la prima è che non condividono la scelta del licenziamento di Jacop Appelbaum, uno dei suoi più noti attivisti, in seguito a un’inchiesta interna per molestie sessuali, il secondo è che non accettano l’idea di assumere un ex-CIA nella gestione del progetto. L’annuncio è arrivato via Pastebin il giorno 22 agosto e da allora ha riscosso più di una dichiarazione di sostegno. Continua a leggere La Repubblica: Tor sciopera, l’anonimato in rete è a rischio per 24 ore

La Repubblica: Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti

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Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti

Dal 19 al 21 agosto l’ex caserma Cocco di Pescara ospita hacker, nerd e smanettoni per discutere di privacy e sicurezza, virus, cyberwar e storia delle culture digitali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Agosto 2016

PRIVACY, coding, networking. E poi reverse engineering, virus, hacking, cybersecurity: sono le keyword del Moca 2016, l’hacker camp italiano a Pescara dal 19 al 21 agosto. Ma sono anche le parole chiave della cronaca che in questi giorni ha riempito le pagine dei quotidiani con le notizie della guerra cibernetica tra Russia e America e dell’allarme sicurezza sia per i malware che attaccano il sistema operativo Android che per le versioni infette di Pokémon Go. Parole di strettissima attualità entrate nel lessico quotidiano, grazie all’evoluzione di una cultura digitale cui proprio gli hacker che si incontreranno in questi giorni hanno contribuito.
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Cybersecurity: Possono scoprire in anticipo la vendita di zero-days nel dark web. I ricercatori cercano fondi

cyber_securityPossono scoprire in anticipo la vendita di zero-days nel dark web. I ricercatori cercano fondi

Data mining e machine learning usati per analizzare i forum del deep web da cui partono le offerte di vendita di exploits e malware, ecco il segreto.

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 16 agosto 2016

Un team di dieci ricercatori dell’Università statale dell’Arizona ha appena pubblicato un paper dove spiegano una efficiente metodica per individuare la vendita di exploits nel dark web. La ricerca, pubblicata col nome di “Darknet and Deepnet Mining for Proactive Cybersecurity Threat Intelligence”, illustra l’uso tecniche di data mining e di machine learning per analizzare i forum del deep web da cui partono le offerte di vendita di exploits e malware. Continua a leggere Cybersecurity: Possono scoprire in anticipo la vendita di zero-days nel dark web. I ricercatori cercano fondi

Cybersecurity: Se anche il vibratore diventa smart, può essere crackato

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Se anche il vibratore diventa smart, può essere crackato

Alla Defcon di Las Vegas due hacker neozelandesi hanno dimostrato che è possibile craccare un sex-toy come un vibratore femminile comandato via app aprendo un nuovo fronte per la sicurezza informatica

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 12 agosto 2016

Alla 24esima conferenza hacker di Las Vegas, la Defcon, due ricercatori neozelandesi, @RancidBacon e @g0ldfisk hanno dimostrato che è possibile superare le difese dei vibratori smart.

La notizia, inizialmente pubblicata da The Guardian, ne segue alcune piuttosto preoccupanti che hanno evidenziato le falle di sicurezza nei sistemi keyless delle auto, della ”golden key” di Microsoft Secure Boot  e le vulnerabilità dei driver di Qualcomm che rendono indifesi smartphone e tablet con sistema operativo Marshmallow.

Ma ora la possibilità di craccare un oggetto tanto intimo suscita nuove domande sulla sicurezza delle tecnologie che usiamo quotidianamente. Continua a leggere Cybersecurity: Se anche il vibratore diventa smart, può essere crackato

Cybersecurity: Metti al sicuro tablet, computer e smartphone: ecco i consigli per una vacanza serena

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Metti al sicuro tablet, computer e smartphone: ecco i consigli per una vacanza serena

Il primo livello di protezione da virus, phishing e malware è la consapevolezza. Ecco cosa possiamo fare per mettere al sicuro i nostri dispositivi

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 8 agosto 2016

Ransomware quadruplicati, bancomat svuotati, furto di dati personali via email (phishing) e attacchi ai database aziendali. I ladri non vanno in ferie, perciò è bene seguire delle semplici misure di protezione per evitare che le vacanze si trasformino in un incubo.

Accade infatti che in viaggio ci portiamo dietro lo stesso computer che usiamo per lavorare o il telefonino personale su cui abbiamo registrato password e accesso a servizi aziendali, ma una situazione che purtroppo si verifica sempre più di frequente è proprio la perdita del telefonino e il furto di tablet e laptop e con essi di tutti i nostri dati, anche di quelli sensibili.

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Cybersecurity: 3 lezioni che le aziende possono imparare dopo le intrusioni nei server dei democratici USA

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3 lezioni che le aziende possono imparare dopo le intrusioni nei server dei democratici USA

Si vis pacem para bellum dicevano gli antichi. Vale anche nel campo della cybersecurity

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 4 agosto 2016

Dopo le intrusioni informatiche ai danni del Comitato nazionale democratico, dello staff di Hillary Clinton e del comitato congressuale ad opera di due distinti gruppi di hacker russi noti come Cozy Bear e Fancy Bear, Paul Ferrillo, avvocato esperto di cybersecurity ha offerto la sua ricetta per essere preparati di fronte alla certezza che prima o poi accadrà anche a noi. La riportiamo quasi per intero. Continua a leggere Cybersecurity: 3 lezioni che le aziende possono imparare dopo le intrusioni nei server dei democratici USA

Cybersecurity: Non è per niente facile comprare armi nel dark web, ecco perché

cyber_securityNon è per niente facile comprare armi nel dark web, ecco perché

I giornalisti della tv tedesca ARD hanno pagato 800 dollari in bitcoin per avere un kalashnikov nel black market, ma non è mai arrivato

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 1 agosto 2016

“Non è per niente facile comprare un fucile d’assalto nel Dark web, neanche se sei stato istruito dall’IS.” La pensa così Pierluigi Paganini, esperto di cybersecurity e consulente del governo italiano che da lungo tempo si occupa della questione. “In rete ci sono parecchi imbroglioni e il dark web non fa differenza, anzi.”

Probabilmente ha ragione, visto che nella darknet mappata da Intelliag e Darksum e costituita da 30 mila siti nascosti, solo lo 0.3% di essi offre beni, merci e servizi collegati agli armamenti. Nel 2015, Agorà, uno dei black marketplace più famosi dove è possibile fare acquisti illegali, ha addirittura deciso di togliere le armi dalle proprie vetrine virtuali “perché i venditori sono spesso degli imbroglioni” e perché “è molto difficile fare arrivare le armi a destinazione una volta acquistate.” Continua a leggere Cybersecurity: Non è per niente facile comprare armi nel dark web, ecco perché

La Repubblica: Elezioni Usa, hackeraggio: indirizzi Ip e tastiere in cirillico portano agli ex Kgb

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Elezioni Usa, hackeraggio: indirizzi Ip e tastiere in cirillico portano agli ex Kgb

Il dossier. Guccifer 2.0 ha rivendicato la responsabilità delle intrusioni nei sistemi informatici dei democratici. In relatà sono opera di due gruppi legati ai servizi di Mosca. Ecco come hanno fatto e perché

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 Luglio 2016

In un’audizione di febbraio al Senato il capo dell’intelligence americana, James Clapper, aveva lanciato l’allarme sul pericolo di attacchi informatici nei confronti dei candidati alla presidenza americana. A giugno, in un’intervista alla National Public Radio, Clapper aveva parlato esplicitamente dell’importanza di preparare i responsabili delle campagne presidenziali a evitare i rischi di una cattiva gestione dei siti attraverso cui i candidati parlano agli elettori, raccolgono dati, ottengono donazioni. Ma, a giudicare dalle ultime vicende, non è stato ascoltato. E i democratici adesso pagano pegno. L’ultimo attacco è di ieri con un sito civetta che ha permesso ai criminali di reindirizzare le donazioni al Comitato elettorale democratico verso un sito fasullo.
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Chefuturo! Dark Web e Isis: perchè non esiste la pallottola d’argento

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Dark Web e Isis: perchè non esiste la pallottola d’argento
Non è per niente facile procurarsi armi nei black market. E i jihadisti non si radicalizzano solo sul web. Cosa è stato fatto e cosa si può fare

ARTURO DI CORINTO per Chefuturo del 31 LUGLIO 2016

La “guerra digitale” del Califfato è stata finora una guerra di propaganda. Attraverso i social network come Twitter i simpatizzanti del sedicente Stato islamico hanno a lungo proposto la propria visione del mondo e fornito riferimenti pseudo religiosi ai simpatizzanti di una malintesa jihad islamica. I messaggi nei social network e neiforum pubblici sono serviti a creare consenso intorno alle azioni dell’Isis e a scambiare informazioni su come contribuire alla guerra santa. È stato attraverso twitter che sono circolati, in chiaro, manuali su come sfruttare i social per la propaganda online e ottenere aiuto dagli esperti del cybercaliffato in caso di rimozione dei propri account.
Solo in pochi e sporadici casi è stato possibile attribuire agli hacker dell’Isis attacchi ai siti web di alcune scuole ed ospedali francesi con attacchi DDOS, ma finora i jihadisti non sembrano avere la capacità di attaccare le infrastrutture critiche e l’Internet of Things. Continua a leggere Chefuturo! Dark Web e Isis: perchè non esiste la pallottola d’argento

Cybersecurity: A.A.A. esperti di cybersecurity cercasi: ne serve un milione, subito

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A.A.A. esperti di cybersecurity cercasi: ne serve un milione, subito

Aumentano virus, malware e attacchi, ma non ci sono abbastanza esperti di cybersecurity. Seminari, contest e hackathon, provano a rimediare alla mancanza di piani formativi adeguati

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 29 luglio 2016

Nel 2050 ci saranno 50 miliardi di dispositivi elettronici in grado di parlarsi tra di loro. Sembra quasi ovvio pensare che aumentando il numero di utenti e dispositivi connessi aumenteranno i rischi di furto di dati, diffusione di virus e malware, intercettazioni e attacchi ai servizi che su quei dispositivi si basano. Per questo Le grandi aziende informatiche hanno da tempo lanciato l’allarme dello skill shortage nel settore della sicurezza informatica. Continua a leggere Cybersecurity: A.A.A. esperti di cybersecurity cercasi: ne serve un milione, subito

Cybersecurity: Freedom of the press finanzierà il telefono anti-intercettazioni di Edward Snowden

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Freedom of the press finanzierà il telefono anti-intercettazioni di Edward Snowden

Introspection engine è un dispositivo che allerta l’utente quando il suo melafonino trasmette segnali a riposo o da spento. Pensato per giornalisti e attivisti, potrebbe andare presto in produzione

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 27 luglio 2016

Durante una conferenza organizzata dal MIT, Edward Snowden, gola profonda del Datagate, ha illustrato un nuovo dispositivo antisorveglianza. Si chiama Introspection Engine, perché va ad ispezionare l’attività radio del telefonino per verificare se sta trasmettendo o ricevendo dati e segnali in stato di riposo.

Introspection engine: i dettagli del progetto

Il progetto di questo mincomputer che analizza l’attività del GPS, del modem e del wi-fi per ora ha la forma di una custodia per iPhone, il telefono scelto per testare il prototipo “perchè è il preferito dai giornalisti”. Infatti Snowden ha spiegato che sono proprio i giornalisti e gli attivisti per i diritti umani quelli che sono più soggetti alle intercettazioni dei governi che vogliono nascondere le loro malefatte e che spesso non hanno i mezzi e il supporto necessario a tutelare il loro lavoro. Il titolo del paper che lo racconta è “Against the Law: Countering Lawful Abuses of Digital Surveillance

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Chefuturo! Edward Snowden e la tecnologia che rende liberi (metti, per esempio, quel progetto anti intercettazioni…)

È protagonista di decine di libri, ha ispirato tre film e una statua di bronzo a grandezza naturale. Ha diverse fanpage su Facebook, è seguito da 2 milioni di follower su Twitter e non passa giorno che non si parli di lui. È giovane, romantico e liberal: Edward Snowden è diventato un’icona della democrazia al tempo di Internet. Continua a leggere Chefuturo! Edward Snowden e la tecnologia che rende liberi (metti, per esempio, quel progetto anti intercettazioni…)

Cybersecurity: “La sicurezza informatica è un investimento, e non un costo”. Intervista a Pierluigi Paganini

Pierluigi Paganini è un esperto di cybersecurity, autore di libri e di pubblicazioni sul tema e anche direttore del master in Cybersecurity della Link Campus University di Roma. Il suo blog, Security Affairs rappresenta un punto di riferimento per molti esperti ed appassionati di cybersecurity ed Intelligence. Ingegnere informatico, autodidatta della prima Internet, lavora per l’Enisa ed è consulente del SIPAF. L’abbiamo intervistato per Startupitalia.

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Cybersecurity: Cryptodrop blocca i ransomware di Windows (ma ha imparato da Linux)

Gli attacchi via ransomware potrebbero avere i giorni contati seguendo un approccio diverso da quello degli antivirus classici. Questa è la convinzione di un quartetto di ricercatori dell’Università della Florida e dell’Università cattolica di Villanova in Pennsylvania che ha elaborato, grazie a uno studio parzialmente finanziato dalla National Science Foundation, un sistema matematico in grado di stoppare i ransomware prima della cifratura dei file bersaglio.

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Cybersecurity: Due milioni di dollari all’hacker che sconfiggerà la Darpa

Mancano due settimane alla Cyber Grand Challenge che deciderà se e quali sistemi automatizzati sono in grado di sostituire gli umani nel corso di un attacco informatico.

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Chefuturo! La Cybersecurity non riguarda gli stati ma le persone (7 cose che bisognerebbe fare)

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La Cybersecurity non riguarda gli stati ma le persone (7 cose che bisognerebbe fare)
Cybercrimes, cyberthreats, cyberwar: occorre coinvolgere i cittadini per contrastare le minacce digitali nel rispetto dei diritti umani
ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 17 LUGLIO 2016

Sotto il cappello della cybersecurity si tende a raggruppare molti fenomeni diversi: lecyberminacce, la guerra cibernetica, i crimini digitali (cyberthreats, cyberwarfare, cybercrimes) e però si continua a confondere la cybersecurity con la sicurezza nazionale. Non si deve infatti dimenticare che i fenomeni citati riguardano le persone e i loro comportamenti, definiscono i livelli di benessere e sicurezza degli individui ma anche i diritti e le opportunità di tutti i cittadini. Continua a leggere Chefuturo! La Cybersecurity non riguarda gli stati ma le persone (7 cose che bisognerebbe fare)

Cybersecurity: Darktrace: la startup che crea anticorpi contro i virus informatici

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Darktrace: la startup che crea anticorpi contro i virus informatici

La startup britannica chiude un round di 64 milioni per un sistema di intelligenza artificiale che apprende come il sistema immunitario umano a individuare i “malfunzionamenti” degli organismi informatici

 

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 15 luglio 2016

Darktrace è una startup britannica impegnata nel settore della sicurezza informatica ed ha appena chiuso un nuovo round di investimenti per potenziare le proprie attività di ricerca e sviluppo. 64 milioni di dollari sono arrivati da una cordata scapeggiate da KKR, Summit Partners, Teneleven Ventures e Softbank. Continua a leggere Cybersecurity: Darktrace: la startup che crea anticorpi contro i virus informatici

Chefuturo: Privacy, 10 motivi per opporsi alla sorveglianza di massa (che ha capito anche Facebook…)

chefuturo_logoPrivacy, 10 motivi per opporsi alla sorveglianza di massa (che ha capito anche Facebook…)
Ecco 10 ottime ragioni per tutelare la nostra privacy (mentre Facebook sta lanciando la sua Secret Conversation: ecco come funziona)
Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 10 luglio 2016

Sulla sorveglianza forse è già stato detto tutto, forse no. Quello che è certo è che più usiamo strumenti digitali per la nostra vita di relazione, più sarà facile registrare e tracciare i nostri comportamenti e più facile sarà la profilazione a cui siamo sottoposti. Possiamo discutere se ciò sia legittimo o meno, e quali strumenti possiamo usare per proteggere la nostra privacy. Tuttavia quello di cui non discutiamo mai è di quel nostro essere sociali di cui ogni strategia di sorveglianza si giova.

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