Chefuturo! Il tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

chefuturo_logoIl tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

Non leggiamo mai i termini di servizio dei social, e non guardiamo i privacy settings dei nostri telefonini. A nostro rischio

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 21 Gennaio 2016

Google sa tutto di noi, Facebook anche. E che dire di Instagram e di Twitter? Il modello di business di questi servizi gratuiti del web 2.0 è basato sulla raccolta e la vendita di dati personali. In fondo lo fanno tutti i siti web, anche quelli dei giornali che cedono a terze parti i dati delle nostre navigazioni: cosa cerchiamo, cosa leggiamo, come ci arriviamo e quali keyword digitiamo.

“Chi se ne importa” portemmo dire, lo sappiamo e lo facciamo volontariamente, non abbiamo niente da nascondere. Eppure, come hanno scoperto a proprie spese i manifestanti delle piazze arabe, quei dati, compresa la geolocalizzazione dell’uso dei social, sono stati stati usati per individuare quelli che in un primo momento erano pacifici manifestanti e dopo sono stati considerati pericolosi sovvervisi da spedire in galera.

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Libro: I mille volti di Anonymous

Per Julian Assange è anon_mille_voltiil libro più bello mai scritto su ‪#‎Anonymous‬.

GABRIELLA COLEMAN:

I MILLE VOLTI DI ANONYMOUS
La vera storia del gruppo Hacker più provocatorio al mondo

Prefazione di Arturo Di Corinto
Traduzione di Bernardo Parrella e Manfredi Palazzolo

STAMPA ALTERNATIVA, 2016

ISBN: 9788862225069
Pagine 464

La Repubblica: Attesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini

la-repubblica-it-logoAttesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini

Un decreto che riconosca per sempre il diritto di accesso a tutti agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale. Lo si attendeva domani, potrebbe essere approvato Consiglio dei ministri successivo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Gennaio 2014

IL FREEDOM of information act o FOIA, continua a slittare. La legge che dovrebbe portarci tra i paesi più avanzati al mondo per l’accesso trasparente alle decisioni pubbliche dovrà aspettare ancora un po’. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva promesso la legge due anni fa nel suo discorso di insediamento il 24 febbraio 2014 e per questo il Ministro Marianna Madia ne aveva inserito il progetto nella riforma della Pubblica amministrazione che porta il suo nome. La Riforma Madia all’art. 7 della legge 124/2015 delega infatti il Governo ad adottare un decreto legislativo che riconosca per sempre il diritto di accesso dei cittadini agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale.

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La Repubblica: Reporter Senza Frontiere: “Ecco i 100 eroi dell’informazione”

la-repubblica-it-logoReporter Senza Frontiere: “Ecco i 100 eroi dell’informazione”

L’organizzazione non governativa celebra i giornalisti che rischiano la vita per raccontare guerre, dittature e corruzione nel mondo. Tra questi l’italiano Lirio Abbate, autore delle prime inchieste su Mafia Capitale e minacciato di morte

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Gennaio 2016

SONO giornalisti, blogger e attivisti che in misura diversa e in condizioni avverse, minacciati e perseguitati, si sono distinti per la difesa di un valore fondamentale, l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani e il diritto “di cercare, ricevere e impartire idee e informazioni attraverso ogni mezzo e senza riguardo a confini e frontiere”. Sono i 100 eroi dell’informazione “eletti” da Reporter senza frontiere che ha appena lanciato la sua nuova campagna per la libertà di stampa. Saranno celebrati in una serie di eventi in tutto il mondo durante il World Press Freedom Day del 3 maggio prossimo.

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La Repubblica: Internet, la censura cinese si spinge oltre: vietate le chat nei telefonini

la-repubblica-it-logoInternet, la censura cinese si spinge oltre: vietate le chat nei telefonini

Dalle backdoor nei sistemi operativi fino alle cimici elettroniche. I controllori di Pechino adesso vietano l’uso di WhatsApp e Telegram e ne chiedono la rimozione dai telefonini

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Gennaio 2016

 

“PREGO favorisca i documenti e anche lo smartphone”. “Perché usa Telegram?”. “Mi segua al comando”. In Cina chi usa i software per la messaggistica cifrata è trattato come un potenziale terrorista. Ai posti di blocco possono fermarti e ispezionare il telefonino per cercare le “prove” di una possibile attività sovversiva.

Sugli strumenti che usa la censura per impedire alle persone di esprimersi credevamo di averle viste tutte, ma non è così. E la delusione è ancora più forte se pensiamo che non bastano più neppure i software-rifugio come WhatsApp e Telegram per comunicare al riparo dello sguardo del Grande Fratello. La Electronic Frontier Foundation, da sempre impegnata sul fronte della difesa della privacy, denuncia l’ultima pratica della censura cinese: la richiesta di rimozione di software sicuri dal proprio telefono per potere monitorare l’uso che di essi viene fatto dai possessori.

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La Repubblica: Anonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

Video del collettivo hacker: “Scrivevano che entro capodanno sarebbero arrivati nella città toscana. Non sapevamo cosa realmente progettassero ma siamo intervenuti”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 dicembre 2015

CON UN VIDEO e un lungo comunicato gli Anonymous hanno reso pubbliche le “prove” di aver sventato un attentato in Italia. A pochi giorni dal primo annuncio, la notizia ora è che la città italiana da colpire entro capodanno era Firenze. Gli Anonymous sarebbero riusciti a sventare l’attentato fingendo una soffiata alle autorità italiane da parte di un affiliato infedele dell’Is, con lo scopo di fare desistere chi lo pianificava.

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La Repubblica: In chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

la-repubblica-it-logoIn chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

La cyberguerra degli hacktivisti al terrorismo religioso dell’IS non si ferma. Dopo aver intercettato le conversazioni di affiliati allo stato islamico rilanciano: “Continueremo a fermarli”. In arrivo un video che svela di dettagli di questa operazione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Dicembre 2015

CON UN BREVE  messaggio via Twitter Anonymous ha rivendicato di essere riuscito a sventare un attentato terroristico sul suolo italiano: “Questo mese abbiamo lavorato in silenzio. Abbiamo già sventato un attentato dell’Is in Italia e speriamo di bloccarne altri”. Comparsa nei giorni di Natale sull’account Twitter ufficiale dell’Operazione parigi (#OpParis), la notizia, rimbalzata in rete fino ai tiggi di oggi è stata confermata dai portavoce di Anonynmous all’Agenzia Ansa. E tuttavia non ci sono ancora le prove che sia stato sventato alcun attentato. Anzi, più d’uno in rete ha espresso dubbi sulle dichiarazioni rese da Anonymous anche perché il tweet originario era nel frattempo sparito per ricomparire poche ore fa sulla timeline italiana di Twitter cosa che aveva fatto sospettare conflitti tra gli stessi attivisti informatici.

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Chefuturo! Segreti, buste chiuse e codici cifrati, a che ci serve la crittografia

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 26 Dicembre

Vi siete chiesti perché tutti vogliono che Obama non metta fuorilegge la crittografia? No? Bene, cominciamo dall’inizio allora.

La crittografia è la branca della crittologia che si occupa di come rendere illeggibile un messaggio a un ricevente indesiderato con un’operazione nota come cifratura.

Un testo realizzato secondo i principi della crittografia si chiama testo cifrato e perché sia riportato nella sua forma in chiaro il destinatario deve compiere un’operazione che si chiama decifrazione.
La stessa operazione (la  decifrazione) attuata da chi non è  autorizzato a leggere il messaggio si  chiama decrittazione e Crittanalisi l’insieme delle teorie e delle tecniche che se ne occupano).

Chiaro? Ok, andiamo avanti

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La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

la-repubblica-it-logoChiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

“Chiudere il web per maggiore sicurezza”, un invito che ha più sostenitori del previsto, ma che non sanno come funziona la rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Dicembre 2015

“GLI USA dovrebbero considerare l’idea di chiudere Internet e i social media per arginare la diffusione degli estremisti online”. A dirlo è stato Donald Trump, candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. La boutade del ricco magnate è diventata virale in rete per le risposte di scherno che ha suscitato. Lui ha avuto il coraggio di dirlo, ma sono diversi i politici che lo pensano, tanto che nei giorni successivi agli attentati di Parigi più di un giornale ha evocato l’oscuramento di Internet in caso di attentati. Ammesso che si possa provare che i terroristi di Parigi abbiano organizzato gli attentati via Internet, pur vivendo nelle stesse case, nello stesso quartiere, nella stessa città, e ritrovandosi ogni giorno nel bar di proprietà dei fratelli Abdeslam, chiudere Internet non sarebbe la soluzione. Per tre motivi. Continua a leggere La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

Chefuturo! Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

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Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

Perchè è impossibile chiudere la rete delle reti che per sua natura è ridondante e decentrata

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Dicembre 2015

C’è qualcosa di spaventosamente stupido e autoritario nel pretendere di controllare la circolazione delle persone e non quella delle armi. Allo stesso modo sembra ridicolmente inutile dare la caccia online ai reclutatori dei kamikaze quando non si fa abbastanza per bloccare i canali commerciali della jihad del terrore o quando si proteggono i paradisi fiscali dai quali arrivano i soldi per i predicatori di guerra e intolleranza.

E dopo il fallimento dell’iniziativa Vigipirate in Francia che non è stata in grado di impedire gli attentati del 13 novembre a Parigi, ancora più fasulla appare l’idea di “sorvegliare il web” per rassicurare i cittadini che lo stato veglia su di loro. Come se gli Stati, tutti, non lo facessero già.

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Chefuturo! #ParisAttacks | Chi c’è dietro Anonymous

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 Dicembre 2015

Anonymous combatte una guerra senza quartiere contro l’ISIS da oltre un anno, prima ancora dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. In diverse operazioni contro l’ISIS, ha dato un importante contributo a denunciare simpatizzanti, affiliati, militanti e reclutatori del network del terrore autoproclamatosi Stato Islamico. È cronaca di questi giorni che anonymous ha sferrato un attacco alla galassia jihadista dopo i terribili attentati di Parigi del 13 novembre in cui sono morte centinaia di persone. Grazie ad un software da loro realizzato sono stati capaci di inibire 11mila account twitter pro-ISIS, e annunciano nuove ed eclatanti azioni. Nessuno sa con certezza chi veste i panni di Anonymous, eppure la loro origine e le prime azioni dicono molto di più di quello che si può pensare.

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Repubblica: Spiegel: “Is comunica su internet grazie alle compagnie europee”

la-repubblica-it-logoSpiegel: “Is comunica su internet grazie alle compagnie europee”

Un’inchiesta del magazine tedesco ipotizza il coinvolgimento di Eutelsat, Avanti e Ses nella vendita di tecnologie di comunicazione con cui lo stato islamico realizza la propria propaganda

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 08 Dicembre 2015

PER FERMARE la guerra in Medioriente basterebbe impedire il commercio e la fornitura di armi al Daesh e ai ribelli siriani? Forse. Ma allora anche per impedire la propaganda dell’Is basterebbe tagliarli fuori dalla comunicazione globale. O no? Più d’uno di noi si è fatto queste domande ma una è quella giusta: come fa l’IS a propagandare la sua azione in una regione dove la gran parte delle infrastrutture di comunicazioni sono state distrutte?

Secondo lo Spiegel online ci riescono attraverso le tecnologie satellitari. Facili da nascondere, facili da installare, facili da controllare. l’Is però non sembra in grado di produrle, perciò deve comprarle. Secondo il settimanale tedesco le comprano da compagnie europee, e per questo in base ai documenti in loro possesso ipotizzano che le stesse compagnie potrebbero immediatamente mettere fine alla presenza dell’Is su internet senza troppi sforzi.

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Presentazioni: Quando Google ha incontrato Wikileaks

stampa_alternativa_logoPiù Libri Più Liberi
Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria

Eur, Palazzo dei Congressi, Roma – 4/8 dicembre 2015
Venerdì 4 dicembre – Sala Rubino, ore 18.00

Stampa Alternativa

presenta

WIKILEAKS
Quando Google ha incontrato Wikileaks

di Julian Assange

Prefazione di Stefania Maurizi

Intervengono

Stefania Maurizi, giornalista (“L’Espresso”) e scrittrice
Arturo Di Corinto, giornalista (“La Repubblica”) e scrittore
Davide Dormino, artista
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La Repubblica: Usa, ecco l’app antiterrorismo

la-repubblica-it-logoUsa, ecco l’app antiterrorismo

Nello stato di New York, dallo smartphone sarà possibile segnalare in maniera anonima situazioni potenzialmente pericolose

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 Novembre 2015

‘VEDI qualcosa, manda qualcosa” è questo il nome dell’app per Android e iOS con cui il governatore Andrew Cuomo ha aperto la campagna dello stato di New York contro il terrorismo. Per incoraggiare i newyorchesi ad allertare le autorità su possibili minacce terroristiche, lo stato americano ha infatti commissionato all’azienda My Mobile Witness, un’app per smartphone che permette di inviare in maniera sicura e anonima testimonianze di situazioni potenzialmente pericolose.
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La Repubblica: Non solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

la-repubblica-it-logoNon solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

La cyberguerra tra ISIS e hacktivisti entra nel vivo e al tempo stesso si accentuano le differenze di strategia fra i gruppi prima riuniti sotto lo stesso pseudonimo. Intanto i cyber-jihadisti minacciano gli Anons. Ma i promotori di #OpParis ribattono: “Stanno perdendo”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Novembre 2015

ANONYMOUS combatte senza sosta la sua guerra contro l’IS riuscendo a bloccare siti propagandistici e a chiudere migliaia di social account pro-jihad. E per questo gli hacktivisti con la maschera di Guy Fawkes sono stati minacciati di morte dai “soldati” del cyber-califfato. Anonymous però è un meme, un logo, una maschera, lo pseudonimo collettivo di chi si riconosce in certe azioni e in certi valori. Anche Anonymous è una galassia di gruppi, a volte sono coordinati a volte no. GhostSec è uno di questi ultimi. Nato “all’interno” di Anonymous, pian piano ha acquisito una sua indipendenza e si è specializzato in antiterrorismo digitale. Sono i GhostSec che, insieme ad Anonymous, hanno denunciato e talvolta bloccato le centinia di migliaia di account Twitter dei simpatizzanti dello Stato islamico. Ma hanno strategie diverse.

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La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

la-repubblica-it-logoAnonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Tutti gli strumenti di Anonymous per tracciare profili, comunicazioni e finanziamenti destinati alla galassia terrorista. Come si arriva all’identità dei terroristi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Novembre 2015

C’è una novità della guerra informatica che Anonymous ha dichiarato ai terroristi dell’IS. E l’hanno studiata due esperti di sicurezza italiani (che pure non fanno parte della galassia degli hacktivisti) uno dei quali è noto nell’ambiente degli hacker con il soprannome “The Pirate”. Dalla loro abilità con le righe di codice sta nascendo un software in grado di tracciare i flussi di comunicazione della galassia jihadista su Twitter. Lo strumento in questione di Chiama Geosec ed è un “bot”, ovvero un robo-software che geolocalizza in automatico le comunicazioni in arabo e le filtra per pertinenza. Un programma – ancora in beta – che presto sarà in grado di capire dove si trova chi sta digitando una certa cosa sul microblog. Successivamente, esperti di data analys studiano i profili ricavati da questi big data, e una volta vagliati, vengono eventualmente passati all’intelligence nazionale. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Intervista Radiocorriere TV: Www compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

WWW compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

Intervista di Stefano Corradino ad Arturo Di Corinto

25 anni fa, nel novembre 1990 nasce la prima pagina “www”, quelle tre lettere che noi, allacciandoci ad internet, digitiamo prima dell’indirizzo al quale vogliamo collegarci. Queste tre doppie w hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione. Il Radiocorriere tv ne parla con Arturo Di Corinto, giornalista ed uno dei principali esperti italiani del web. “Le tre www – ci spiega in premessa Di Corinto – sono un protocollo di comunicazione. Ci spiegano che noi stiamo facendo una richiesta a un server che ci consente di visualizzare la parte grafica e multimediale delle informazioni che sono accessibili attraverso la rete internet. Grazie a un linguaggio di formattazione, ci consentono di vedere una pagina colorata, foto, video, caratteri piccoli o grandi e così via…”

E prima delle 3 www cosa c’era?
C’erano delle directory, create da appassionati ed esperti,  organizzate come una sequenza di link. Si cliccava su un “hyperlink” e attraverso il protocollo “http” arrivavi a una determinata pagina. Http, www o ftp non sono altro che protocolli di comunicazione grazie ai quali computer diversi, gestiti in modalità diverse e in luoghi diversi si parlano tra loro. Quando tu inoltri una richiesta attraverso internet di fatto stai andando a cercare un computer dove ci sono le informazioni che ti interessano. Continua a leggere Intervista Radiocorriere TV: Www compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

La Repubblica: #OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

la-repubblica-it-logo#OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 novembre 2015

In un videocomunicato diffuso in rete, un avatar di Anonymous legge con un forte accento francese una brevissima nota sugli attentati di Parigi chiamando a raccolta tutti coloro che si riconoscono negli ideali di libertà della galassia hacktivista. Il video annuncia ufficialmente l’apertura di #OpParis e l’intenzione di perseguire autori, mandanti e fiancheggiatori degli attentati parigini. Questo il testo:  “Saluti a voi, cittadini del mondo. Noi siamo Anonymous. Prima di tutto vogliamo esprimere il nostro dolore e solidarietà per le vittime, i feriti e le loro famiglie. Per difendere i nostri valori e la nostra libertà siamo sulle tracce degli appartenenti ai gruppi terroristici responsabili degli attacchi, non ci fermeremo, non dimenticheremo, e faremo tutto il necessario per porre fine alle loro azioni. Durante gli attacchi a Charlie Hebdo, avevamo già dichiarato la nostra determinazione a neutralizzare chiunque attaccasse le nostre libertà. Adesso faremo lo stesso. Aspettatevi la nostra totale mobilitazione. La violenza non ci indebolirà, ma ci darà la forza per unirci e combattere insieme la tirannia e l’oscurantismo. Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Non dimentichiamo. Non perdoniamo. Aspettateci”

(a cura di Arturo Di Corinto)

La Repubblica: “Dall’Fbi un milione di dollari a un’università americana per scoprire chi usa Tor”

la-repubblica-it-logo“Dall’Fbi un milione di dollari a un’università americana per scoprire chi usa Tor”

I responsabili del software che garantisce la privacy accusano. I federali non commentano ma non smentiscono. In Italia sono 100 i nodi Tor a rischio

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Novembre 2015

L’FBI non commenta ma non nega di avere dato un milione di dollari a un gruppo di ricercaTori per svelare i nomi degli utenti di Tor, il progetto di anonimato online dell’omonima fondazione. Tutto è cominciato con una dichiarazione del diretTore del Progetto, Roger Dingledine, secondo il quale la Carnegie Mellon University avrebbe ricevuto questa quantità di denaro per de-anonimizzare gli indirizzi Tor facenti capo ad alcuni utenti all’interno di una più vasta operazione di polizia.
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Seminario: FIBRILLAZIONI TRA ARTE E POLITICA

logo_accademiaSeminario:  FIBRILLAZIONI TRA ARTE E POLITICA

L’arte racconta il presente – ciclo di incontri organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Firenze – 7 appuntamenti fino a gennaio – aperti al pubblico, ingresso libero – martedì 17 novembre “L’immaginazione”

L’immaginazione
Martedì 17 novembre – orario 15/17
Arturo di Corinto, Nicolas Martino, Marco Scotini

L’incontro si svolgerà nel Cenacolo dell’Accademia di Belle Arti | Via Ricasoli, 66 | 50122 Firenze

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OTTOBRE alla Link. Interviste a Federico Ferrazza e Arturo Di Corinto

OTTOBRE alla Link. Interviste a Federico Ferrazza e Arturo Di Corinto

Il ciclo di conferenze Ottobre alla Link 2015 si è concluso lo scorso 30 ottobre con un incontro dal titolo Comunicare l’innovazione.

Giornalismo, informazione e le nuove prospettive offerte dal web sono stati gli argomenti al centro del dibattito. Ora più che mai, infatti, il mondo del giornalismo ha bisogno di fare del web una risorsa, non solo per la propria sopravvivenza, ma soprattutto per migliorarsi grazie alla straordinaria capacità della rete di intercettare le tendenze per offrire un’informazione mirata e di qualitativamente elevata.

Le telecamere di CNO-webTv hanno intervistato Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia e Arturo Di Corinto, docente Link Campus University e organizzatore dell’evento.

GUARDA LE INTERVISTE

Chefuturo! Perché ci è piaciuto il TEDxLecce (e cosa ci insegna)

Le strade rivoluzionarie non sono mai semplici o comode
di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Novembre 2015

Il TEDxLecce per la quarta volta si è svolto nella magnifica cornice della “capitale” salentina con ospiti d’eccezione come Lirio Abbate, il giornalista che ha denunciato per primo l’esistenza di “Mafia capitale”, Andrea Pietrabissa, esperto di chirurgia robotica e pioniere dei trapianti da persone vive, Angela Sun, biologa e regista Usa che ha documentato l’inquinamento dei mari dovuto alle microparticelle di plastica, i “camminatori antropologici” di Neturalwalk, Sammy Basso, il globetrotter ventenne malato di invecchiamento precoce, icona mondiale di umanità e solidarietà, Giorgio Metta, uno dei padri di iCub, il robot umanoide dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

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Controllo o libertà? La rete tra disobbedienza e sorveglianza

Controllo o libertà? La rete tra disobbedienza e sorveglianza

assange-satoshi1-620x350Venerdì 6 novembre alle 19.30 il Fondo Verri di Lecce per Xoff. Conversazioni sul futuro ospiterà l’incontro Controllo o libertà? La rete tra disobbedienza e sorveglianza con Arturo di Corinto e Stefania Maurizi. Modera Ludovico Fontana (Corriere del Mezzogiorno e Corriere dell’Informazione)

 

Stefania Maurizi è una giornalista d’inchiesta. Collabora regolarmente con il settimanale l’Espresso. Ha lavorato al rilascio di molti documenti segreti con WikiLeaks, esposto traffici di armi tra l’Italia e l’Iran e l’Italia e la Libia e ha intervistato l’inafferrabile A. Q. Khan. È l’autrice del libro “Dossier WikiLeaks. Segreti italiani” (Rcs Rizzoli, 2011), basato sulla sua esperienza diretta con WikiLeaks e su centinaia di migliaia di documenti segreti che Julian Assange e WikiLeaks le hanno consegnato personalmente. Ha curato la prefazione della traduzione italiana del volume “Quando Google ha incontrato Wikileaks” di Julian Assange (Stampa Alternativa).

Arturo Di Corinto ha fatto ricerca e insegnato presso la Stanford University e la Sapienza di Roma. Consulente per la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Onu, scrive per “La Repubblica”. È autore di numerosi saggi. Nel 2014 ha pubblicato “Un dizionario hacker” (Manni Editore), nel quale con sguardo critico e tutt’altro che neutrale, sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso.

Chefuturo! Bill of Rights: i tuoi diritti su Internet in 14 punti

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 4 Novembre 2015

La mozione, approvata all’unanimità porta la firma del deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli, un tecnico, esperto e pioniere della rete italiana, tra gli estensori della Carta stessa nella commissione di studio voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini e redatta sotto la direzione del giurista e professore emerito di diritto Stefano Rodotà.
Nella dichiarazioni di voto è stata chiara la diversità di cultura politica dei deputati presenti evidenziando il grande lavoro di sintesi fra posizioni opposte realizzato dal lavoro dei venti esperti e parlamentari che hanno contribuito alla sua stesura.
Guardiamola insieme punto per punto e proviamo a commentarla.

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La Reubblica: Carta dei Diritti in internet, approvata alla Camera la mozione in vista dell’IGF

la-repubblica-it-logoCarta dei Diritti in internet, approvata alla Camera la mozione in vista dell’IGF

LA CAMERA dei deputati ha approvato oggi due distinte mozioni per promuovere la Dichiarazione dei diritti in Internet in vista dell’Internet Governance Forum che si terrà in Brasile dal 9 al 13 novembre. Con una votazione nominale, la mozione 1031 è passata per 437 voti favorevoli senza nessun contrario, mentre la quasi identica mozione della Lega ne ha ottenuti pochi di meno. “Un grande risultato”, ha commentato a Repubblica.it Stefano Rodotà, che ha presieduto la commissione che ha elaborato la Carta, “dal punto di vista culturale, simbolico e politico perché raggiunto nonostante le diversità”.

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NO-BAVAGLIO: Intercettazioni, Fnsi lancia la mobilitazione generale “Non ci faremo mettere il bavaglio, ddl è un pericolo”

Intercettazioni, Fnsi lancia la mobilitazione generale “Non ci faremo mettere il bavaglio, ddl è un pericolo”

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Domani 3 novembre 2015, alle ore 11, conferenza stampa in Fnsi per dire “No” al nuovo tentativo di mettere per legge il bavaglio alla stampa. All’incontro parteciperà anche il professor Stefano Rodotà, primo firmatario della petizione online “No bavaglio” che in pochi giorni ha già raccolto numerose adesioni. “La delega al governo su materie così delicate – afferma il segretario generale Raffaele Lorusso – è grave e pericolosa”.

www.nobavaglio.org

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Parte domani, martedì 3 novembre, alle ore 11, nella sede della Federazione nazionale della Stampa, la mobilitazione contro la proposta di legge bavaglio contenuta nella delega al governo in materia di intercettazioni, nell’ambito del progetto di riforma del processo penale. Sarà presentata la petizione on line che ha come primi firmatari il professor Stefano Rodotà e i giornalisti Marino Bisso, Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio e che ha già raccolto numerose adesioni.
Così come nel 2010 contro il ddl Alfano, parte la mobilitazione contro il ddl del governo Renzi e contro le continue intimidazioni e minacce ai giornalisti che mettono in serio pericolo la libertà di informazione. Attacchi sempre più pesanti al diritto di cronaca come quello emblematico rivolto ai novantasei giornalisti recentemente denunciati per aver pubblicato intercettazioni dell’inchiesta su Mafia Capitale.
E la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente con il recente ddl che affida al governo il potere di stabilire le regole sulla pubblicazione delle intercettazioni limitando la diffusione a solo quelle di rilevanza penale escludendo invece le conversazioni d’interesse pubblico. In questo modo si limita il diritto di cronaca e si colpisce il diritto di essere informati. Un nuovo bavaglio, dunque.

Ma noi non ci stiamo: non ci faremo mettere il bavaglio!

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Eventi: INTERNET GOVERNANCE FORUM ITALIA 2015

Palazzo_Montecitorio_Rom_2009

LUNEDI’ 12 OTTOBRE INTERNET GOVERNANCE FORUM ITALIA

Sala della Regina, Palazzo Montecitorio 9,30 diretta webtv – Roma

Si terrà a Roma, lunedì 12 ottobre, la settima edizione dell’Internet Governance Forum Italia(#IGFItalia2015 – http://www.iit.cnr.it/it/node/34520). Ospitato presso la Camera dei Deputati, il Forum, aperto a tutti i portatori d’interesse, discuterà le tematiche emergenti dell’evoluzione di Internet con l’obiettivo dichiarato di definire i contributi che l’Italia porterà alla discussione dell’IGF globale di João Pessoa, in Brasile, a novembre.

Nella Sala della Regina di Palazzo di Montecitorio – a partire dalle ore 9,30, con diretta webtv – durante tutta la giornata, numerosi relatori si alterneranno per discutere nella prima sessione della Dichiarazione dei diritti in Internet con la partecipazione di Stefano Rodotà; una seconda sessione sarà dedicata agli scenari internazionali della Internet governance, una terza al tema della “Riscossa digitale”, la quarta e ultima discuterà della Costituente italiana per l’Internet governance, un modello di gestione inclusivo e partecipato per contribuire a definire le “regole di Internet”.

Al centro di ciascun panel saranno approfonditi i temi dello sviluppo digitale in Italia, delle capacità degli utenti, delle regole e delle condizioni necessarie a premiare la creatività italiana nel mondo delle start up, favorire la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, la diffusione della banda larga e il rispetto degli impegni di governo in questi settori. Saranno discussi anche i temi propri dell’IGF globale, quali la tutela della privacy, il diritto d’autore, l’inclusione digitale e il diritto di accesso alla rete quale diritto umano fondamentale.

Ad aprire i lavori, il saluto della Presidente della Camera, Laura Boldrini.

La registrazione può essere effettuata sino ad esaurimento posti al link: http://igfitalia2015.eventbrite.it/

INCONTRI. Comunicazione, tecnologia, mercato: un ciclo di incontri alla Link University di Roma

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Cari amici e amiche–
è consapevolezza comune che l’innovazione tecnologica sta cambiando in profondità la vita di noi tutti, un cambiamento tanto pervasivo che neanche ce ne accorgiamo.
Per questo vi invito a fermarci un attimo e a parlarne insieme in un ciclo di incontri presso la Link Campus University di Roma.
L’dea è quella di approfondire tematiche e fatti che influenzeranno sempre di più le nostre vite, dai cambiamenti nella professione giornalistica al ruolo dei giornali online e di carta, dall’accesso ad Internet ai diritti esigibili online, dalle startup alle dinamiche di crowdfunding e così via.
Alcuni appuntamenti sono specificamente focalizzati sul tema della censura e della libertà d’informazione.
Tra gli ospiti avremo i direttori del Fatto Quotidiano, di Wired, giuristi come Stefano Rodotà e Guido Scorza, parlamentari come Rosaria Capacchione e Giovanni Paglia, esperti di tecnologia e di comunicazione come Aldo Pecora e Guido Romeo, e poi Salvo Mizzi, Paolo Barberis e molti altri.
Insomma, vi invito tutti a #OttobreLink2015 per portare il vostro contributo.
#OttobreLink2015