La Repubblica: Abbiamo un Foia, o forse no. “Ecco come possiamo migliorarlo”

la-repubblica-it-logoAbbiamo un Foia, o forse no. “Ecco come possiamo migliorarlo”

Le iniziative di decine di associazioni che si battono contro la curruzione, per la trasparenza e il diritto alle informazioni. Un decalogo, un video satirico e news

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 marzo 2016

IL FREEDOM of information Act-Foia è in dirittura d’arrivo, ma sono in 60 mila quelli che chiedono di migliorarlo attraverso una petizione online e una campagna video che è già diventata virale su Internet. Certo, dalla promessa fatta da Matteo Renzi al suo insediamento di dotare il nostro paese di una legge sulla trasparenza e contro la corruzione, uguale a quella dei paesi avanzati di tempo ne è passato, e non ce n’é più tanto. Il 20 gennaio 2016 Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto sull’accesso ai dati e ai documenti delle pubbliche amministrazioni che dovrebbe incarnare il Foia, all’interno della Legge Madia di Riforma della Pubblica Amministrazione (dlgs 124/2015) e che dovrebbe appunto favorire il controllo diffuso e dal basso dell’operato di politici, amministratori e imprenditori di Stato. Il 12 febbraio è stato finalmente reso pubblico il decreto approvato in via preliminare, ma ha lasciato più delusi che soddisfatti nonostante le rassicurazioni date dallo stesso Ministro Marianna Madia a Repubblica.

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La Repubblica: Dall’Icann alla comunità mondiale, la supervisione della rete sarà globale

la-repubblica-it-logoDall’Icann alla comunità mondiale, la supervisione della rete sarà globale

L’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ha consegnato nelle mani del governo americano il progetto che decentralizza alcune funzioni cruciali per il funzionamento della rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 marzo 2016

“OGGI abbiamo concretizzato l’opportunità di fare dell’Icann un’autorità indipendente e internazionale, per governare direttamente le nostre risorse”. Con queste parole del presidente uscente di Icann, Fadi Chehade, pronunciate in conferenza stampa, si è chiuso il 55esimo meeting di Icann in Marocco, un vertice che ha avviato la fine della supervisione Usa sul funzionamento di Internet come avevamo preannunciato ieri. Oggi è stata infatti consegnata nella sua formulazione finale la proposta di trasferimento alla comunità Internet mondiale delle funzioni Icann controllate dalla National Communication Administration americana. Un passaggio di consegne noto come “Transizione Iana” proprio perché si riferisce alla cessione del controllo delle funzioni relative alla gestione delle risorse in rete e al loro corretto indirizzamento. L’ha fatto uno dei padri fondatori di Internet, il presidente del board di Icann Stephen D. Crocker, consegnando il progetto nelle mani del governo americano. Entra quindi nella fase cruciale un processo cominciato nel 1998. La proposta, quando verrà approvata diventerà, diventerà operativa dal 30 settembre 2016, sancendo di fatto la fine della supervisione Usa sul funzionamento di Internet.

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La Repubblica: Dagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

la-repubblica-it-logoDagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

A Marrakech, in Marocco, l’ente incaricato di supervisionare la “rubrica” di internet sta per annunciare il passaggio di mano dagli Usa alla comunità globale. Al termine di un percorso tutt’altro che facile

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Marzo 2016

UN PERCORSO lungo e tormentato, durato quasi 10 anni. Ma domani, dal 55esimo meeting di Icann in Marocco, arriverà a meno di sorprese la più grande novità della gestione della rete Internet dalla sua nascita: gli Stati Uniti sono pronti a cedere il controllo della gestione dei domini Internet che detiene con l‘Icann. In tutto con effetti ancora imprevedibili. Di questo passaggio di consegne si parla dall’epoca del World Summit di Tunisi del 2005, ma è solo da due anni che la comunità mondiale ha cominciato a elaborare una proposta per assicurare la transizione, allo scopo di affidare la gestione degli indirizzi Internet alla comunità internet globale e non più a un ente no profit sotto la supervisione degli Stati Uniti come è accaduto finora con l’Icann. Continua a leggere La Repubblica: Dagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

La Repubblica: Con gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

la-repubblica-it-logoCon gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

Si può approfondire Dante o analizzare la Costituzione, sapere qual è la farmacia più vicina oppure a che punto si trova il cantiere di una grande opera pubblica. Perciò oggi si festeggia anche in Italia l’Open Data Day

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Marzo 2015

CON gli open data si possono fare tante cose, come imparare la divina commedia o la Costituzione? O trovare la farmacia più vicina o il cantiere di una grande opera pubblica. Basta l’ingegno dei singoli per riuscirci. Come quello di Francesco Piero Paolicelli,  un programmatore italiano, consulente del Comune di Lecce per l’innovazione tecnologica, che ha creato, con la collaborazione di altri esperti, @divinacommediabot, un automa che serve a studiare la Divina Commedia e che può essere interrogato per parola chiave, per esempio “Ugolino” per sapere in che Canto si trova. Continua a leggere La Repubblica: Con gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

chefuturo_logoDai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks
Il sito anticorruzione creato da Julian Assange scuote l’Italia rivelando lo spionaggio della NSA ai danni dei nostri politici

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 24 febbraio 2016

Silvio Berlusconi sarebbe stato intercettato dalla potentissima National Security Agency nei mesi precedenti alle sue dimissioni come Presidente del consiglio, nel novembre del 2011. Questa rivelazione ha convinto il suo partito, Forza Italia, a chiedere con forza una commissione d’inchiesta per appurarne la veridicità. In estrema sintesi le intercettazioni delle telefonate dell’ex premier e del suo staff diplomatico divenute di dominio pubblico da poche ore, proverebbero, secondo l’accusa, l’esistenza di una cospirazione per scalzare Berlusconi e i suoi alleati dal governo del paese con la complicità di banche e governi europei.

Mentre la notiza ha provocato un discreto sconquasso nei media e mella politica italiani, stavolta nessuno, tantomeno i giornali dell’ex premier, denuncia la scorrettezza di chi ha originato tali rivelazioni: Wikileaks. Continua a leggere Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

La Repubblica: Hacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

la-repubblica-it-logoHacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

Dall’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani nel mondo gli strumenti per proteggere la propria privacy online (e difendersi contro la sorveglianza di massa)

a cura di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 febbraio 2016

Amnesty International, nell’ambito della campagna di denuncia sull’hacking di stato ai danni di oppositori e dissidenti, ha realizzato questa breve miniguida per le comunicazioni online sicure. Toll e app per telefonare, chattare, spedire email, file e video in sicurezza. I cinque tool indicati da Amnesty sono stati progettati per la comunicazione sicura e sono un’alternativa semplice e gratuita a quelli che si usano regolarmente. Con un’avvertenza importante: “Nessuno strumento di comunicazione è sicuro al 100% ed esiste un’infinità di modi per intercettare o registrate ogni forma di comunicazione da parte di governi ed agenzie spionistiche. Se sei un giornalista o un attivista, dovresti considerare che questi tool sono solo parte di un piano di sicurezza personale e organizzativa più ampio. Inoltre non sono gli unici strumenti è possibile imaprare di più dal Tactical Technology Collective e dal vademecum della Electronic Frontier Foundation.
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La Repubblica: Amnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

la-repubblica-it-logoAmnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

Una nuova campagna per la sicurezza di attivisti e giornalisti che usano smartphone e pc, sempre più spesso obiettivo di mercenari e hacker di regime

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2016

INTRUFOLARSI nei computer degli attivisti per i diritti umani è una pratica comune degli Stati canaglia. A dirlo è uno studio di Amnesty international che dopo aver elencato numerosi casi di hacking di stato, avverte che tenere nascoste queste intrusioni è peggio che subirle. Molte Ong infatti, per evitare il panico tra gli stessi attivisti tengono le intrusioni nascoste e quel che è peggio non si preparano a evitarle per il futuro.

I CONSIGLI DI AMNESTY PER DIFENDERSI

L’hacking di stato colpisce invariabilmente giornalisti, cooperanti, attivisti, avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani. Prove e denunce di intrusioni verso obiettivi civili da parte del governo cinese sono venute da Google, Adobe, Yahoo e Symantec. Molte sono state dirette specificamente verso Ong impegnate in Tibet e così via. Non si contano poi i casi riportati in Russia sopratutto dagli attivisti per i diritti gay e la difficile situazione in Egitto dove molti attivisti sono spariti proprio prima dell’anniversario delle manifestazioni di piazza Tahrir nel 2011, oggi tornata alla ribalta per la scomparsa del nostro connazionale Giulio Regeni.

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La Repubblica: Ecco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

la-repubblica-it-logoEcco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

Ecco il testo del decreto del Freedom of Information Act italiano. Un chiaro tentativo di equilibrare gli interessi delle amministrazioni e dei cittadini, ma le molte eccezioni lo renderanno difficilmente praticabile se rimarrà così com’è

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 febbraio 2016

ABBIAMO un Foia. L’Italia ha finalmente una legge per la trasparenza amministrativa e contro la corruzione. Quello che Matteo Renzi aveva promesso nel giorno del suo insediamento due anni fa, lo ha fatto il ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia nella legge di riforma che riorganizza la pubblicità, la trasparenza e la diffusione di informazioni da patte delle amministrazioni pubbliche. Nel provvedimento infatti è introdotta una nuova forma di accesso civico ai dati e ai documenti pubblici, quella che nei paesi anglosassoni chiamano Freedom of information act o Foia.

Leggi la bozza definitiva del Foia (in Pdf)

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La Repubblica: Tutti gli uomini del digitale di Renzi

la-repubblica-it-logoTutti gli uomini del digitale di Renzi

Con la nomina di Diego Piacentini a commissario di Governo per il digitale e l’innovazione in Italia si va a completare il team del premier. Vediamo su quali elementi può e potrà contare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 febbraio 2016

La notizia è di quelle forti: il braccio destro di Jeff Bezos, l’italiano Diego Piacentini, molla Amazon per assumere il ruolo di Commissario di governo per il digitale e l’innovazione in Italia a partire dall’agosto del 2016. Lavorerà pro bono, ovvero senza compenso, lui che guadagnava, secondo Bloomberg, sei milioni di dollari all’anno. La sua nomina di Piacentini testimonia dell’interesse del premier nel dare la spinta definitiva all’evoluzione digitale dell’amministrazione e dell’economia italiane, considerando le riconosciute competenze di Piacentini che ha vissuto gran parte della sua vita in America e che oggi torna “per restituire al proprio paese quello che gli è stato dato”. Ma ha anche un altro significato: mostra la necessità che Renzi ha di mettere a sistema le diverse inziative del governo su digitale e dintorni. Un ambito di azione che, pur con tante caselle occupate, e iniziative avviate, vede il governo procedere in maniera disomogenea con critiche sia da destra che da sinistra.

La Repubblica: “Le organizzazioni criminali puntano ai nostri dati sanitari. Noi le fermeremo con l’intelligenza artificiale”

la-repubblica-it-logo“Le organizzazioni criminali puntano ai nostri dati sanitari. Noi le fermeremo con l’intelligenza artificiale”

Parla Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security. Il gigante americano dell’informatica userà tecniche di cognitive computing, difesa collaborativa, trappole nel darkweb e il cervellone Watson per proteggere i database collegati in rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 09 febbraio 2016

“LA NUOVA frontiera della sicurezza in rete è la protezione dei dati sanitari e il monitoraggio intelligente dell’Internet delle Cose”. Lo dichiara a Repubblica.it Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security. Se lo dice lui ci si può credere. IBM guida infatti una delle più grandi organizzazioni al mondo nella ricerca, sviluppo e vendita di soluzioni per la sicurezza, monitorando 15 miliardi di eventi giornalieri legati alla sicurezza in 130 paesi, detiene oltre 3000 brevetti nel settore e continua a investirci anche attraverso l’acquisizione di aziende e soluzioni orientate al mercato business.
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Chefuturo! Sesso e truffe su Facebook, ecco come difendersi

chefuturo_logoSesso e truffe su Facebook, ecco come difendersi

Diario notturno di un tentativo di estorsione in bitcoin preso “con filosofia”

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 febbraio 2016

Scordatevi Adult Friend Finder, Tinder, e Meetic. Adesso chi vuole fare sesso con te non aspetta che ti colleghi al sito o ti scarichi una app, ti abborda direttamente su Facebook. Per truffarti però.

Il meccanismo è sempre lo stesso: una ragazza giovane e carina (o un uomo dal profilo mediterraneo e dalle fattezze muscolose) ti chiede l’amicizia, tu l’amicizia gliela dai e questo contatto poco dopo si manifesta chiedendoti di fare sesso virtuale, subito.

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La Repubblica: Giornata europea privacy: “Libertà, non algoritmo”. E il pm Spataro attacca Carrai

la-repubblica-it-logoGiornata europea privacy: “Libertà, non algoritmo”. E il pm Spataro attacca Carrai

L’intervento di Antonello Soro, presidente dell’Authority per la Privacy in occasione del Data privacy day. Che a Roma si celebra con un convegno sul tema dei confini della libertà nella società sorvegliata. Dove il procuratore di Torino dice: “Sabgliato dare la sicurezza in mano ai privati”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 gennaio 2016

 

ROMA – Il pericolo è nella totale ammirazione ed accettazione di nuovi servizi web, nuove app, nuovi modelli di interazione via rete e “poiché nella dimensione digitale l’integrità fisica è rispettata, la percezione dei rischi per le nostre persone è praticamente inesistente”. Parla così Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante della privacy, intervenendo al convegno “La società sorvegliata. I nuovi confini della libertà” in corso nell’Aula dei Gruppi parlamentari. Ma aggiunge che “quando l’algoritmo diviene la chiave attraverso la quale scelte e comportamenti vengono orientati”, a quel punto “non possiamo non chiederci seriamente a quanta libertà siamo disposti a rinunciare pur di continuare a sfruttare tutti i benefici offerti dalle tecnologie”. Soro ha parlato di sicurezza dinanzi al terrorismo “ma l’intelligence strategica – ha spiegato non sia sorveglianza massiva. Ci deve – per esempio – essere un’analisi ragionata e selettiva anche delle informazioni sui voli aerei”. Non solo, ma “la prevenzione comincia dai database coi nostri dati di fronte un terrorismo che usa le rete”.
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La Repubblica: Arresti e siti web oscurati: l’Egitto si prepara all’anniversario di piazza Tahrir

la-repubblica-it-logoArresti e siti web oscurati: l’Egitto si prepara all’anniversario di piazza Tahrir

La denuncia dei media locali e delle Ong: già 5 amministratori di pagine Facebook arrestate. Critiche all’operatore Etisalat

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 23 Gennaio 2016

INTIMIDAZIONI, minacce, siti chiusi e telefonini che non funzionano. A cinque anni dalla rivolta che cacciò Hosni Mubarak dal potere, in Egitto il giro di vite sull’opposizione al governo si fa ogni giorno più drammatico.

Il 25 gennaio gli egiziani celebrano il quinto anniversario della primavera araba (fotostoria) che si espresse con le proteste di piazza Tahrir. Per ricordare quei giorni da alcune settimane gli attivisti di ieri e di oggi si stanno dando appuntamento via Internet per ritrovarsi nello stesso luogo e commemorare i martiti della dura repressione del regime. E per questo motivo decine di attivisti e blogger sono stati arrestati al Cairo. A raccontarlo sono il quotidiano Egypt Indepedent e altri siti online, ma la notizia è filtrata sopratutto grazie al lavoro fatto sul campo da alcune Ong come Global Voices, una comunità di volontari.
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La Repubblica: Anonymous, parla il dj Mirabello, denunciato per l’allarme attentati a Firenze: “Mi hanno sfruttato per i loro video”

la-repubblica-it-logoAnonymous, parla il dj Mirabello, denunciato per l’allarme attentati a Firenze: “Mi hanno sfruttato per i loro video”

Individuato dalla Polizia il portavoce del collettivo hacker responsabile dei tweet sulla presunta organizzazione di un atto terroristico mai confermato dagli inquirenti. Intervista esclusiva a Repubblica.it

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 21 Gennaio 2016

Anonymous “X”, il portavoce di Operazione Parigi (#OpParis), è stato individuato dalla polizia postale. E adesso è indagato per il reato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo e al danneggiamento di sistemi informatici.

“X” è Marco Mirabello, un dj valdostano di Poin Saint Martin che ha partecipato alle numerosi iniziative di Anonymous per individuare e bloccare i simpatizzanti dell’Is su Twitter. Tuttavia dopo aver denunciato via Twitter un possibile attentato a Firenze intorno a Capodanno è stato delegittimato dallo stesso gruppo degli Anonymous italiani che hanno condotto le operazioni di dossieraggio e contrasto alla galassia jihadista bloccandone decine di migliaia di profili.

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Chefuturo! Il tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

chefuturo_logoIl tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

Non leggiamo mai i termini di servizio dei social, e non guardiamo i privacy settings dei nostri telefonini. A nostro rischio

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 21 Gennaio 2016

Google sa tutto di noi, Facebook anche. E che dire di Instagram e di Twitter? Il modello di business di questi servizi gratuiti del web 2.0 è basato sulla raccolta e la vendita di dati personali. In fondo lo fanno tutti i siti web, anche quelli dei giornali che cedono a terze parti i dati delle nostre navigazioni: cosa cerchiamo, cosa leggiamo, come ci arriviamo e quali keyword digitiamo.

“Chi se ne importa” portemmo dire, lo sappiamo e lo facciamo volontariamente, non abbiamo niente da nascondere. Eppure, come hanno scoperto a proprie spese i manifestanti delle piazze arabe, quei dati, compresa la geolocalizzazione dell’uso dei social, sono stati stati usati per individuare quelli che in un primo momento erano pacifici manifestanti e dopo sono stati considerati pericolosi sovvervisi da spedire in galera.

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La Repubblica: Anonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

Video del collettivo hacker: “Scrivevano che entro capodanno sarebbero arrivati nella città toscana. Non sapevamo cosa realmente progettassero ma siamo intervenuti”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 dicembre 2015

CON UN VIDEO e un lungo comunicato gli Anonymous hanno reso pubbliche le “prove” di aver sventato un attentato in Italia. A pochi giorni dal primo annuncio, la notizia ora è che la città italiana da colpire entro capodanno era Firenze. Gli Anonymous sarebbero riusciti a sventare l’attentato fingendo una soffiata alle autorità italiane da parte di un affiliato infedele dell’Is, con lo scopo di fare desistere chi lo pianificava.

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La Repubblica: In chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

la-repubblica-it-logoIn chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

La cyberguerra degli hacktivisti al terrorismo religioso dell’IS non si ferma. Dopo aver intercettato le conversazioni di affiliati allo stato islamico rilanciano: “Continueremo a fermarli”. In arrivo un video che svela di dettagli di questa operazione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Dicembre 2015

CON UN BREVE  messaggio via Twitter Anonymous ha rivendicato di essere riuscito a sventare un attentato terroristico sul suolo italiano: “Questo mese abbiamo lavorato in silenzio. Abbiamo già sventato un attentato dell’Is in Italia e speriamo di bloccarne altri”. Comparsa nei giorni di Natale sull’account Twitter ufficiale dell’Operazione parigi (#OpParis), la notizia, rimbalzata in rete fino ai tiggi di oggi è stata confermata dai portavoce di Anonynmous all’Agenzia Ansa. E tuttavia non ci sono ancora le prove che sia stato sventato alcun attentato. Anzi, più d’uno in rete ha espresso dubbi sulle dichiarazioni rese da Anonymous anche perché il tweet originario era nel frattempo sparito per ricomparire poche ore fa sulla timeline italiana di Twitter cosa che aveva fatto sospettare conflitti tra gli stessi attivisti informatici.

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Chefuturo! Segreti, buste chiuse e codici cifrati, a che ci serve la crittografia

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 26 Dicembre

Vi siete chiesti perché tutti vogliono che Obama non metta fuorilegge la crittografia? No? Bene, cominciamo dall’inizio allora.

La crittografia è la branca della crittologia che si occupa di come rendere illeggibile un messaggio a un ricevente indesiderato con un’operazione nota come cifratura.

Un testo realizzato secondo i principi della crittografia si chiama testo cifrato e perché sia riportato nella sua forma in chiaro il destinatario deve compiere un’operazione che si chiama decifrazione.
La stessa operazione (la  decifrazione) attuata da chi non è  autorizzato a leggere il messaggio si  chiama decrittazione e Crittanalisi l’insieme delle teorie e delle tecniche che se ne occupano).

Chiaro? Ok, andiamo avanti

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La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

la-repubblica-it-logoChiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

“Chiudere il web per maggiore sicurezza”, un invito che ha più sostenitori del previsto, ma che non sanno come funziona la rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Dicembre 2015

“GLI USA dovrebbero considerare l’idea di chiudere Internet e i social media per arginare la diffusione degli estremisti online”. A dirlo è stato Donald Trump, candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. La boutade del ricco magnate è diventata virale in rete per le risposte di scherno che ha suscitato. Lui ha avuto il coraggio di dirlo, ma sono diversi i politici che lo pensano, tanto che nei giorni successivi agli attentati di Parigi più di un giornale ha evocato l’oscuramento di Internet in caso di attentati. Ammesso che si possa provare che i terroristi di Parigi abbiano organizzato gli attentati via Internet, pur vivendo nelle stesse case, nello stesso quartiere, nella stessa città, e ritrovandosi ogni giorno nel bar di proprietà dei fratelli Abdeslam, chiudere Internet non sarebbe la soluzione. Per tre motivi. Continua a leggere La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

Chefuturo! Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

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Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

Perchè è impossibile chiudere la rete delle reti che per sua natura è ridondante e decentrata

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Dicembre 2015

C’è qualcosa di spaventosamente stupido e autoritario nel pretendere di controllare la circolazione delle persone e non quella delle armi. Allo stesso modo sembra ridicolmente inutile dare la caccia online ai reclutatori dei kamikaze quando non si fa abbastanza per bloccare i canali commerciali della jihad del terrore o quando si proteggono i paradisi fiscali dai quali arrivano i soldi per i predicatori di guerra e intolleranza.

E dopo il fallimento dell’iniziativa Vigipirate in Francia che non è stata in grado di impedire gli attentati del 13 novembre a Parigi, ancora più fasulla appare l’idea di “sorvegliare il web” per rassicurare i cittadini che lo stato veglia su di loro. Come se gli Stati, tutti, non lo facessero già.

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Chefuturo! #ParisAttacks | Chi c’è dietro Anonymous

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 Dicembre 2015

Anonymous combatte una guerra senza quartiere contro l’ISIS da oltre un anno, prima ancora dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. In diverse operazioni contro l’ISIS, ha dato un importante contributo a denunciare simpatizzanti, affiliati, militanti e reclutatori del network del terrore autoproclamatosi Stato Islamico. È cronaca di questi giorni che anonymous ha sferrato un attacco alla galassia jihadista dopo i terribili attentati di Parigi del 13 novembre in cui sono morte centinaia di persone. Grazie ad un software da loro realizzato sono stati capaci di inibire 11mila account twitter pro-ISIS, e annunciano nuove ed eclatanti azioni. Nessuno sa con certezza chi veste i panni di Anonymous, eppure la loro origine e le prime azioni dicono molto di più di quello che si può pensare.

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La Repubblica: Non solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

la-repubblica-it-logoNon solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

La cyberguerra tra ISIS e hacktivisti entra nel vivo e al tempo stesso si accentuano le differenze di strategia fra i gruppi prima riuniti sotto lo stesso pseudonimo. Intanto i cyber-jihadisti minacciano gli Anons. Ma i promotori di #OpParis ribattono: “Stanno perdendo”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Novembre 2015

ANONYMOUS combatte senza sosta la sua guerra contro l’IS riuscendo a bloccare siti propagandistici e a chiudere migliaia di social account pro-jihad. E per questo gli hacktivisti con la maschera di Guy Fawkes sono stati minacciati di morte dai “soldati” del cyber-califfato. Anonymous però è un meme, un logo, una maschera, lo pseudonimo collettivo di chi si riconosce in certe azioni e in certi valori. Anche Anonymous è una galassia di gruppi, a volte sono coordinati a volte no. GhostSec è uno di questi ultimi. Nato “all’interno” di Anonymous, pian piano ha acquisito una sua indipendenza e si è specializzato in antiterrorismo digitale. Sono i GhostSec che, insieme ad Anonymous, hanno denunciato e talvolta bloccato le centinia di migliaia di account Twitter dei simpatizzanti dello Stato islamico. Ma hanno strategie diverse.

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La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

la-repubblica-it-logoAnonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Tutti gli strumenti di Anonymous per tracciare profili, comunicazioni e finanziamenti destinati alla galassia terrorista. Come si arriva all’identità dei terroristi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Novembre 2015

C’è una novità della guerra informatica che Anonymous ha dichiarato ai terroristi dell’IS. E l’hanno studiata due esperti di sicurezza italiani (che pure non fanno parte della galassia degli hacktivisti) uno dei quali è noto nell’ambiente degli hacker con il soprannome “The Pirate”. Dalla loro abilità con le righe di codice sta nascendo un software in grado di tracciare i flussi di comunicazione della galassia jihadista su Twitter. Lo strumento in questione di Chiama Geosec ed è un “bot”, ovvero un robo-software che geolocalizza in automatico le comunicazioni in arabo e le filtra per pertinenza. Un programma – ancora in beta – che presto sarà in grado di capire dove si trova chi sta digitando una certa cosa sul microblog. Successivamente, esperti di data analys studiano i profili ricavati da questi big data, e una volta vagliati, vengono eventualmente passati all’intelligence nazionale. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

La Repubblica: #OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

la-repubblica-it-logo#OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 novembre 2015

In un videocomunicato diffuso in rete, un avatar di Anonymous legge con un forte accento francese una brevissima nota sugli attentati di Parigi chiamando a raccolta tutti coloro che si riconoscono negli ideali di libertà della galassia hacktivista. Il video annuncia ufficialmente l’apertura di #OpParis e l’intenzione di perseguire autori, mandanti e fiancheggiatori degli attentati parigini. Questo il testo:  “Saluti a voi, cittadini del mondo. Noi siamo Anonymous. Prima di tutto vogliamo esprimere il nostro dolore e solidarietà per le vittime, i feriti e le loro famiglie. Per difendere i nostri valori e la nostra libertà siamo sulle tracce degli appartenenti ai gruppi terroristici responsabili degli attacchi, non ci fermeremo, non dimenticheremo, e faremo tutto il necessario per porre fine alle loro azioni. Durante gli attacchi a Charlie Hebdo, avevamo già dichiarato la nostra determinazione a neutralizzare chiunque attaccasse le nostre libertà. Adesso faremo lo stesso. Aspettatevi la nostra totale mobilitazione. La violenza non ci indebolirà, ma ci darà la forza per unirci e combattere insieme la tirannia e l’oscurantismo. Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Non dimentichiamo. Non perdoniamo. Aspettateci”

(a cura di Arturo Di Corinto)

OTTOBRE alla Link. Interviste a Federico Ferrazza e Arturo Di Corinto

OTTOBRE alla Link. Interviste a Federico Ferrazza e Arturo Di Corinto

Il ciclo di conferenze Ottobre alla Link 2015 si è concluso lo scorso 30 ottobre con un incontro dal titolo Comunicare l’innovazione.

Giornalismo, informazione e le nuove prospettive offerte dal web sono stati gli argomenti al centro del dibattito. Ora più che mai, infatti, il mondo del giornalismo ha bisogno di fare del web una risorsa, non solo per la propria sopravvivenza, ma soprattutto per migliorarsi grazie alla straordinaria capacità della rete di intercettare le tendenze per offrire un’informazione mirata e di qualitativamente elevata.

Le telecamere di CNO-webTv hanno intervistato Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia e Arturo Di Corinto, docente Link Campus University e organizzatore dell’evento.

GUARDA LE INTERVISTE

Controllo o libertà? La rete tra disobbedienza e sorveglianza

Controllo o libertà? La rete tra disobbedienza e sorveglianza

assange-satoshi1-620x350Venerdì 6 novembre alle 19.30 il Fondo Verri di Lecce per Xoff. Conversazioni sul futuro ospiterà l’incontro Controllo o libertà? La rete tra disobbedienza e sorveglianza con Arturo di Corinto e Stefania Maurizi. Modera Ludovico Fontana (Corriere del Mezzogiorno e Corriere dell’Informazione)

 

Stefania Maurizi è una giornalista d’inchiesta. Collabora regolarmente con il settimanale l’Espresso. Ha lavorato al rilascio di molti documenti segreti con WikiLeaks, esposto traffici di armi tra l’Italia e l’Iran e l’Italia e la Libia e ha intervistato l’inafferrabile A. Q. Khan. È l’autrice del libro “Dossier WikiLeaks. Segreti italiani” (Rcs Rizzoli, 2011), basato sulla sua esperienza diretta con WikiLeaks e su centinaia di migliaia di documenti segreti che Julian Assange e WikiLeaks le hanno consegnato personalmente. Ha curato la prefazione della traduzione italiana del volume “Quando Google ha incontrato Wikileaks” di Julian Assange (Stampa Alternativa).

Arturo Di Corinto ha fatto ricerca e insegnato presso la Stanford University e la Sapienza di Roma. Consulente per la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’Onu, scrive per “La Repubblica”. È autore di numerosi saggi. Nel 2014 ha pubblicato “Un dizionario hacker” (Manni Editore), nel quale con sguardo critico e tutt’altro che neutrale, sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso.

Chefuturo! Bill of Rights: i tuoi diritti su Internet in 14 punti

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 4 Novembre 2015

La mozione, approvata all’unanimità porta la firma del deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli, un tecnico, esperto e pioniere della rete italiana, tra gli estensori della Carta stessa nella commissione di studio voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini e redatta sotto la direzione del giurista e professore emerito di diritto Stefano Rodotà.
Nella dichiarazioni di voto è stata chiara la diversità di cultura politica dei deputati presenti evidenziando il grande lavoro di sintesi fra posizioni opposte realizzato dal lavoro dei venti esperti e parlamentari che hanno contribuito alla sua stesura.
Guardiamola insieme punto per punto e proviamo a commentarla.

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La Reubblica: Carta dei Diritti in internet, approvata alla Camera la mozione in vista dell’IGF

la-repubblica-it-logoCarta dei Diritti in internet, approvata alla Camera la mozione in vista dell’IGF

LA CAMERA dei deputati ha approvato oggi due distinte mozioni per promuovere la Dichiarazione dei diritti in Internet in vista dell’Internet Governance Forum che si terrà in Brasile dal 9 al 13 novembre. Con una votazione nominale, la mozione 1031 è passata per 437 voti favorevoli senza nessun contrario, mentre la quasi identica mozione della Lega ne ha ottenuti pochi di meno. “Un grande risultato”, ha commentato a Repubblica.it Stefano Rodotà, che ha presieduto la commissione che ha elaborato la Carta, “dal punto di vista culturale, simbolico e politico perché raggiunto nonostante le diversità”.

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Eventi: INTERNET GOVERNANCE FORUM ITALIA 2015

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LUNEDI’ 12 OTTOBRE INTERNET GOVERNANCE FORUM ITALIA

Sala della Regina, Palazzo Montecitorio 9,30 diretta webtv – Roma

Si terrà a Roma, lunedì 12 ottobre, la settima edizione dell’Internet Governance Forum Italia(#IGFItalia2015 – http://www.iit.cnr.it/it/node/34520). Ospitato presso la Camera dei Deputati, il Forum, aperto a tutti i portatori d’interesse, discuterà le tematiche emergenti dell’evoluzione di Internet con l’obiettivo dichiarato di definire i contributi che l’Italia porterà alla discussione dell’IGF globale di João Pessoa, in Brasile, a novembre.

Nella Sala della Regina di Palazzo di Montecitorio – a partire dalle ore 9,30, con diretta webtv – durante tutta la giornata, numerosi relatori si alterneranno per discutere nella prima sessione della Dichiarazione dei diritti in Internet con la partecipazione di Stefano Rodotà; una seconda sessione sarà dedicata agli scenari internazionali della Internet governance, una terza al tema della “Riscossa digitale”, la quarta e ultima discuterà della Costituente italiana per l’Internet governance, un modello di gestione inclusivo e partecipato per contribuire a definire le “regole di Internet”.

Al centro di ciascun panel saranno approfonditi i temi dello sviluppo digitale in Italia, delle capacità degli utenti, delle regole e delle condizioni necessarie a premiare la creatività italiana nel mondo delle start up, favorire la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, la diffusione della banda larga e il rispetto degli impegni di governo in questi settori. Saranno discussi anche i temi propri dell’IGF globale, quali la tutela della privacy, il diritto d’autore, l’inclusione digitale e il diritto di accesso alla rete quale diritto umano fondamentale.

Ad aprire i lavori, il saluto della Presidente della Camera, Laura Boldrini.

La registrazione può essere effettuata sino ad esaurimento posti al link: http://igfitalia2015.eventbrite.it/

CheFuturo! Cosa cambia per la libertà di tutti noi ora che anche Snowden è su Twitter

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Cosa cambia per la libertà di tutti noi ora che anche Snowden è su Twitter

Edward Snowden è sbarcato su Twitter il 29 settembre e in poche ore il suo profilo ha raggiunto un milione di follower. Lui però segue un solo account, il twitter della NSA, l’Agenzia per la Sicurezza nazionale di cui ha svelato i segreti.

Snowden ha cominciato a lavorare per la Cia all’età di 22 anni e, successivamente assunto come consulente dalla Nsa, adesso che ne ha 29, è l’uomo più ricercato del mondo, proprio per aver rivelato al mondo la sorveglianza di massa praticata da questo ente federale americano che dal 1952 si occupa di spionaggio elettronico e intercetta oltre venti miliardi di conversazioni e messaggi al giorno. Continua a leggere CheFuturo! Cosa cambia per la libertà di tutti noi ora che anche Snowden è su Twitter