Libro: Il futuro trent’anni fa. Quando internet è arrivata in italia

Il futuro trent’anni fa.
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uando internet è arrivata in italia

a cura di Laura Abba e Arturo Di Corinto

Manni Editori, maggio 2017

ISBN 978-88-6266-798-2
€ 15 pp.144
ebook € 4,99
www.mannieditori.it

Il 30 aprile 1986 dal CNUCE di Pisa fu inviato un pacchetto IP di dati al centro di Telespazio, a qualche centinaio di km nella piana del Fucino, la cui antenna a sua volta lo trasmise via satellite a Roaring Creek, in Pennsylvania. Dagli USA rispose un computer.

La prima connessione in Italia era stabilita.
Un pugno di visionari, ingegneri, hacker, cantastorie, da allora non ha mai smesso di credere di poter creare nel cyberspazio una civiltà della mente. E di forgiare “un futuro più giusto e più ricco per l’intera umanità costruito sulla collaborazione e non sulla competizione, sulla conoscenza libera ed aperta e su quel formidabile strumento di diffusione” che Internet prometteva di essere. A quell’epoca i calcolatori occupavano intere stanze, la parola blog non esisteva, i social network dovevano ancora essere inventati, però esistevano le reti a cui quelli che fecero l’impresa appartenevano: reti di computer e reti di persone. Questa è la loro storia, la storia di trent’anni di Internet in Italia.

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Intervista di Radio Rai ad Arturo Di Corinto: Attacco Hacker alla rete mondiale

Intervista di Radio Rai ad Arturo Di Corinto: Attacco Hacker alla rete mondiale

http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-50bb9515-046d-47df-a251-b27e6392f0fd.html

Tenore di vita del coniuge va sempre garantito una altra sentenza di Cassazione:avv.Gian Ettore Gassani.I migranti devono adeguarsi ai valori dell’occidente:Giuseppe Marazzita docente di diritto Costituzionale.Attacco Hacker alla rete mondiale:Arturo Di Corinto La Repubblica. Addio alle monete da 1 e 2 centesimi avv:Carlo Rienzi presidente Codacons.

La Repubblica: Giovani divisi sulla pena di morte. Ecco cosa pensano

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Giovani divisi sulla pena di morte. Ecco cosa pensano

E’ uno dei più eclatanti aspetti emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Generazione Proteo sui valori e le tendenze degli studenti di Nord, Centro e Sud Italia tra i 17 e i 19 anni. Diffuso il risultato di 20 mila questionari
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Maggio 2017

I GIOVANI d’oggi. Né sfiduciati né rassegnati. Vendicativi, forse. Ottimisti, a tratti. Con una dichiarata esigenza di ancorarsi alla concretezza del vivere attraverso le possibilità offerte dalla cultura, dai viaggi, dai libri, dall’arte. Legati alle tradizioni dei padri si disinteressano di politica, ammirano l’uomo solo al comando, vorrebbero una società più giusta. Non hanno paura della disoccupazione ma di non poter realizzare i loro sogni. E non sono contrari alla pena di morte. Continua a leggere La Repubblica: Giovani divisi sulla pena di morte. Ecco cosa pensano

La Repubblica: Usa, la Nsa smetterà di controllare il contenuto delle email dei cittadini stranieri

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Usa, la Nsa smetterà di controllare il contenuto delle email dei cittadini stranieri

In attesa di una ridefinizione della legge che lo permette l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza degli Stati Uniti ha deciso di limitare la pesca a strascico dei dati, ma non di monitorare le comunicazioni fra soggetti pericolosi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 Maggio 2017

LA NATIONAL National Security Agency (Nsa) americana ha dichiarato di voler abbandonare le attività di sorveglianza elettronica in grado di raccogliere e analizzare senza mandato le comunicazioni digitali di cittadini stranieri all’estero.

La decisione, che coinvolge anche i cittadini americani in patria o fuori, è giunta dopo anni dal clamore suscitato dal Nsa-Gate sollevato dalle dichiarazioni dell’ex consulente Cia Edward Snowden e dopo le pressioni dei gruppi a difesa della privacy che hanno sempre contestato la  sorveglianza indiscriminata e di massa operata dall’intelligence statunitense.
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La Repubblica: I G7 si impegnano a difendere internet dagli attacchi informatici

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I G7 si impegnano a difendere internet dagli attacchi informatici

I sette grandi riuniti a Lucca hanno firmato la dichiarazione sul comportamento responsabile degli Stati nel cyberspazio, promossa dall’Italia e frutto di una mediazione con Usa e GB. Manca ogni riferimento alle armi informatiche più distruttive ma è un primo passo
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Aprile 2017

I MINISTRI degli esteri del G7 si impegnano a difendere internet dagli attacchi informatici. Questo il senso forte della dichiarazione la promossa dall’Italia e firmata dai responsabili della politica estera riuniti a Lucca per il G7. “Ci impegniamo a mantenere il cyberspazio sicuro, aperto, accessibile, affidabile e interoperabile”, vi si legge. “E riconosciamo gli enormi benefici economici per la crescita economica e la prosperità derivante dal cyberspazio quale straordinario strumento per lo sviluppo economico, sociale e politico”. Ma, soprattutto, ogni Stato “può rispondere, in determinate circostanze, con contromisure proporzionate” che prevedano anche l’uso di strumenti informatici, farlo “come riconosciuto dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e in conformità con il diritto internazionale”. Insomma, gli Stati “possono esercitare il loro diritto naturale a una difesa individuale o collettiva”. Continua a leggere La Repubblica: I G7 si impegnano a difendere internet dagli attacchi informatici

La Repubblica: Foia, non decolla la legge sulla trasparenza amministrativa in Italia

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Foia, non decolla la legge sulla trasparenza amministrativa in Italia

Realizzato dalla onlus Diritto di Sapere, il monitoraggio dell’applicazione del Freedom of Information Act italiano offre dati poco incoraggianti. Ma gli spazi per migliorare ci sono

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 aprile 2017

ERAVAMO tra i peggiori, stiamo migliorando. Poco. Alla fine del 2016 l’applicazione della nuova legge sulla trasparenza amministrativa (Freeedom of information act – Foia), ha fatto salire l’Italia nella graduatoria internazionale dell’accesso alle informazioni. Secondo i dati che emergono dal primo monitoraggio dei risultati dell’applicazione della nuova legge siamo passati dall’essere tra gli ultimi dieci ad occupare il 55esimo posto. Ma a ben guardare è ancora lontano il momento per far festa: lo studio, realizzato sul campo dall’associazione Diritto di Sapere col supporto di varie organizzazioni tra cui Transparency International, Antigone, Arcigay, Legambiente, Lunaria, Greenpeace e altre, ha messo a fuoco tre ragioni per cui la legge non ha ancora generato il risultato atteso, ovvero garantire nel complesso agli italiani un vero diritto di accesso all’informazione amministrativa. La prima: le 800 richieste inoltrate hanno ricevuto il 73% di non risposte; uno su tre dei rifiuti opposti non ha chiarito la motivazione del rifiuto o ha sfruttato eccezioni non previste dal decreto; infine la scarsa conoscenza del nuovo istituto da parte degli stessi addetti all’amministrazione. La prova? Quando i 56 volontari inoltravano le richieste di accesso agli atti veniva chiesto loro se il Foia fosse un’azienda. Ed è per questo che gli estensori dello studio hanno deciso di intitolarlo “Ignoranza di stato”. Continua a leggere La Repubblica: Foia, non decolla la legge sulla trasparenza amministrativa in Italia

La Repubblica: Cybersicurezza, l’allarme degli esperti: ”Borse mondiali nel mirino degli hacker”

ST. MARTEEN – “La cybersecurity è come l’acqua: non possiamo farne a meno. Mettere il cyberspace in sicurezza dovrebbe essere l’obbiettivo di ogni governo”. Per questo motivo, intervenendo al Security analist summit 2017, Bouki Carmeli, il direttore dell’Agenzia nazionale israeliana di cybersecurity dice che “la condivisione di informazioni è la chiave per approntare le difese più vantaggiose per le nostre democrazie”. Difficile dargli torto. Quando parliamo di cyberspace parliamo infatti di tutti i processi e di tutti i dati digitali prodotti nella vita quotidiana, dall’uso delle mappe di Google per trovare il ristorante all’invio delle email con la dichiarazione dei redditi fino al controllo a distanza di dighe, droni, e televisori intelligenti. Continua a leggere La Repubblica: Cybersicurezza, l’allarme degli esperti: ”Borse mondiali nel mirino degli hacker”

Cybersecurity: La sicurezza informatica è un diritto di tutti. Perché bisogna limitare l’hacking di stato

La sicurezza informatica è un diritto di tutti. Perché bisogna limitare l’hacking di stato

La sorveglianza indiscriminata mette a rischio privacy e sicurezza di cittadini ignari. Ecco 10 buoni motivi per limitare l’hacking governativo
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del  23 marzo 2017

La sicurezza informatica è un diritto umano. Ed è la precondizione per esercitare altri diritti: il diritto alla privacy, alla libera manifestazione del pensiero e alla libertà d’informazione.
Senza protezione dallo sguardo altrui non è infatti possibile sviluppare la propria identità, proteggersi dai pregiudizi e esercitare le libertà costituzionali. Per questo è ora di mettere un freno all’hacking di stato.

Possiamo essere grati a Snowden, Assange, e a tutti gli altri che hanno svelato come alcuni governi abbiano utilizzato gli apparati statali pagati dai contribuenti per influenzare il comportamento e le decisioni dei propri cittadini e di quelli di altri paesi. Ma loro stanno pagando un prezzo altissimo per averlo fatto. Quante volte dovrà accadere ancora?

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Cybersecurity: Come impedire che i robot hackerati si rivoltino contro di noi? La soluzione del MIT

Come impedire che i robot hackerati si rivoltino contro di noi? La soluzione del MIT

I cyberattacchi prendono di mira anche robot con braccia a gambe che si muovono nello spazio, hanno una forza spaventosa e svolgono compiti collettivi, uno scenario da scongiurare

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 21 marzo 2017

”Finora ci siamo concentrati sullo sviluppo di sistemi multirobotici sempre più autonomi, ma non abbiamo fatto abbastanza per risolvere questioni come la sicurezza informatica e la privacy”, a dirlo è Daniela Rus, docente di elettrotecnica e informatica al Mit. La professoressa Rus è autrice, coi suoi colleghi del Massachusetts Institute of Technology (Mit), di uno studio appena pubblicato sulle pagine della rivista Autonomous Robots che illustra un nuovo sistema di sicurezza per prevenire i cyber attacchi ed evitare che i robot possano compiere azioni dannose. Continua a leggere Cybersecurity: Come impedire che i robot hackerati si rivoltino contro di noi? La soluzione del MIT

Cybersecurity: Un dottorando ventenne dimostra che smartphone, droni e automobili possono essere hackerati a colpi di musica

Un dottorando ventenne dimostra che smartphone, droni e automobili possono essere hackerati a colpi di musica

L’industria trema: i ricercatori dell’Università del Michigan hanno dimostrato che si possono confondere i sensori di accelerazione degli smart device con le onde sonore

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 17 marzo 2017

Si può hackerare un drone, uno smartphone o persino un’automobile usando le onde sonore. Sintonizzate su particolari frequenze possono confondere i sensori di accelerazione di smart device e oggetti collegati all’Internet delle cose rendendo di fatto possibile hackerare computer, tablet, smartphone, orologi da polso e ogni dispositivo a guida autonoma, perfino i droni. Continua a leggere Cybersecurity: Un dottorando ventenne dimostra che smartphone, droni e automobili possono essere hackerati a colpi di musica

Cybersecurity: Amnesty International, Unicef, Starbucks, Italo treno attaccati via Twitter da hacker turchi pro-Erdogan

Amnesty International, Unicef, Starbucks, Italo treno attaccati via Twitter da hacker turchi pro-Erdogan

Francia, Inghilterra, Usa, Olanda e Italia attaccati via Twitter Counter, il commento di Kaspersky Lab Italia e i consigli per proteggere l’account.

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 15 marzo 2017

Nel volgere di pochi minuti una serie di account Twitter di importanti aziende e istituzioni in Francia, Inghilterra, Usa, Olanda e Italia sono stati sequestrati da hacker pro-Erdogan. L’attacco si è concretizzato con la publicazione dello stesso tweet in turco contenenti hashtag riferiti al nazismo, #Nazialmanya e #Nazihollanda, una svastica e un video del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.

Nel tweet, cancellato quasi subito da tutti gli account hackerati campariva una scritta “ci vediamo il 16 aprile” con riferimento alla data del referendum costituzionale che potrebbe rafforzare i poteri del presidente trasformando il paese in una repubblica presidenziale.

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Cybersecurity: Le regole segrete della cancellazione dei post su Facebook

Le regole segrete della cancellazione dei post su Facebook

Bullismo, hate speech, offese religiose, sono bannate dal codice etico della piattaforma secondo regole talvolta curiose: è possibile pubblicare la foto di un personaggio famoso mentre fa la pipì

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 15 marzo 2017

Facebook definisce in dettaglio le condizioni d’uso del suo servizio ma ha sempre rifiutato di rendere pubbliche le regole di cancellazione dei contenuti scorretti pubblicati sulla sua piattaforma. Adesso che si parla tanto di censura sul web, di bollino rosso e di multe per le notizie false sui social network, forse è ancora più utile conoscere quali logiche sottostanno alla scelta di Facebook di cancellare alcuni post e non altri.

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Cybersecurity: Dieci dritte per proteggere la tua privacy se possiedi un iPhone (e vuoi evitare pubblicità indesiderata)

Dieci dritte per proteggere la tua privacy se possiedi un iPhone (e vuoi evitare pubblicità indesiderata)

Perché dare accesso ai nostri spostamenti anche alle app che non lo necessitano? E come si fa a proteggersi dagli spioni nel proprio ufficio? Vuoi sapere come evitare pubblicità indesiderata? Ecco come si fa.

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 12 marzo 2017

Dopo le rivelazioni di Wikileaks sulla sorveglianza di massa della Cia ci sentiamo tutti un po’ più vulnerabili nella nostra privacy, anche se riteniamo di non avere niente da nascondere. In realtà questo è un pensiero abbastanza ingenuo, se realizziamo che pur non essendo oggetti del controllo dei servizi segreti americani siamo vulnerabili ad altri impiccioni.

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Cybersecurity: Peggio del Datagate: i segreti della cripta (Vault 7), svelati da Wikileaks

Peggio del Datagate: i segreti della cripta (Vault 7), svelati da Wikileaks

Migliaia di documenti riservati della Cia su un come controllare le masse attraverso smart tv e telefonini. Ecco come funziona la logica del controllo totale

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 8 marzo 2017

La rivelazione era attesa da diverse settimane. E la sua diffusione ha il potenziale di far detonare una guerra dell’informazione globale. Wikileaks ha diffuso migliaia di documenti riservati della Cia su un programma di sorveglianza totale attraverso un ‘arsenale’ di malware e di cyber-weapons a cui ci si riferisce come Vault 7, nome in codice per i piani alti di Langley, la sede centrale dell’intelligence americana.

Con questi strumenti di hackeraggio la Central Intelligence Agency americana sarebbe in grado di controllare le comunicazioni di aziende, cittadini e istituzioni, introducendosi in apparecchi di uso quotidiano come i telefoni Apple, Google, Microsoft, perfino i televisori Samsung, utilizzandoli come captatori informatici.
Non è una novità, dopo le rivelazioni di Edward Snowden e altri whistleblower: tutte le agenzie di intelligence usano e sviluppano in proprio strumenti di cyber-espionage, “Ma stavolta il clamore mediatico è tale da preoccupare anche le nonne che si sentiranno spiate quando accendono il televisore”, ci ha detto un ex membro di Hacking Team.

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La Repubblica: Cia-WikiLeaks, “siamo molto più vulnerabili con l’Internet delle Cose, il mobile e il Cloud”

la-repubblica-it-logoCia-WikiLeaks, “siamo molto più vulnerabili con l’Internet delle Cose, il mobile e il Cloud”

Know how, librerie software, toolkit, firmware e zero days: gli esperti valutano l’arsenale informatico con cui l’intelligence Usa – dopo le recenti rivelazioni – può sorvegliare il mondo. Ma chiedono anche all’organizzazione di Assange: perché dalla Cina e dalla Russia non arriva niente?

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 8 Marzo 2017

“SECONDO me si tratta di uno scandalo di proporzioni notevoli per il clamore che ha suscitato, ma sapevamo già di essere tutti sorvegliati”. E se lo dice un ex membro di Hacking Team c’è da crederci. La sua ex azienda infatti produce le italianissime tecnologie di sorveglianza di cui si parla nei documenti della Cia diffusi da Wikileaks. L’hacker, che chiede di rimanere anonimo e che chiameremo Giacomo (nome di fantasia), ci ha lavorato a lungo nell’azienda fino a quando questa è stata “derubata” del know how delle sue tecnologie di punta da alcuni cyberattivisti.
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La Repubblica: “Attenti, i cybercriminali stanno colpendo la rete italiana”

la-repubblica-it-logo“Attenti, i cybercriminali stanno colpendo la rete italiana”

Due hacker italiani lanciano l’allarme: “Anche l’Italia è sotto attacco” di una variante della botnet Mirai. L’obiettivo è rubare i dati alle grandi imprese di telecomunicazioni del nostro paese e alle sue banche. Ma non se ne parla

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 Marzo 2017

LE AZIENDE e i governi sono spesso restii a farlo sapere quando accade per evitare danni d’immagine, ma un attacco su larga scala sta colpendo in queste ore migliaia di siti bancari, commerciali e istituzionali in tutto il mondo. Anche in Italia. L’obiettivo dei criminali che stanno portando questa offensiva alla rete è di rubare i dati, testare la vulnerabilità di siti e servizi e costruire nuove armi cibernetiche. La notizia, resa nota dall’italiano Pierluigi Paganini, ha prodotto un notevole allarme registrato anche dal Computer Emergency Reponse Team della Pubblica amministrazione italiana. Ma non è proprio una novità.

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La Repubblica: Cyber security report 2016, il vademecum anti-hacker per la sicurezza nazionale

la-repubblica-it-logoCyber security report 2016, il vademecum anti-hacker per la sicurezza nazionale

Presentato alla Sapienza di Roma l’Italian Cyber Security Report 2016 realizzato dal Cis-Sapienza e dal Laboratorio Nazionale di Cyber Security-Cini. Un vademecum per le aziende e i decisori pubblici stilato dagli esperti della Sapienza presenta i controlli essenziali per difendersi dai cybercriminali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 Marzo 2017

ROMA – ”L’Italia non ha una protezione adeguata nel cyberspace: costruiamola insieme ai privati e con una giovane e competente workforce.” Con queste parole Roberto Baldoni direttore del comitato di ricerca nazionale in cybersecurity ha aperto i lavori di presentazione dell’Italian cybersecurity report 2016 alla Sapienza di Roma. A ribadire il concetto interviene il prefetto Pansa, capo dei servizi segreti, che in chiusura dichiara: “Solo garantendo la sicurezza nel cyberspazio il nostro paese potrà entrare nella modernità”. Nell’aula magna dell’università dove campeggia L’Italia tra le arti e le scienze, il famoso dipinto di Sironi, stracolma per l’occasione, finalmente si è avuta l’impressione di una consapevolezza diffusa che per difendere l’economia di un paese sviluppato come il nostro si deve proteggere l’ecosistema Internet su cui poggiano tante attività industriali, sociali e amministrative. Continua a leggere La Repubblica: Cyber security report 2016, il vademecum anti-hacker per la sicurezza nazionale

Framework Nazionale per la Cybersecurity

Roma, 20 febbraio 2017

Gent.mo Arturo DI CORINTO,

Il Centro di Ricerca Sapienza di Cyber Intelligence e Information Security (CIS) e il Laboratorio Nazionale di Cyber Security – CINI hanno l’onore di invitarLa alla presentazione del “Italian Cybersecurity Report 2016” che si terrà a Roma presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Roma La Sapienza (Piazzale Aldo Moro 5) il prossimo 2 Marzo dalle ore 14.30. Continua a leggere Framework Nazionale per la Cybersecurity

Cybersecurity: Bastano $200 per un attacco DDoS organizzato da concorrenti e dipendenti rancorosi: l’accusa nel rapporto Kaspersky

Bastano $200 per un attacco DDoS organizzato da concorrenti e dipendenti rancorosi: l’accusa nel rapporto Kaspersky

La Corporate IT Security Risks survey presenta un quadro impressionante: in 4000 interviste la metà dei manager imputa gli attacchi ai concorrenti più che ai nation state hackers

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 1 marzo 2017

Finalmente c’è qualcuno che ha il coraggio di dirlo: “Gli attacchi DDoS sono opera dei concorrenti”. Quello che gli esperti hanno sempre sospettato essere una realtà taciuta dalle aziende trova nuove conferme nell’indagine IT Security Risks di Kaspersky che ha identificato le aziende rivali come prime responsabili di questi attacchi.
Sulla pericolosità dei DDoS c’è poco da dire: saliti alla ribalta per gli attacchi della botnet Mirai e delle sue varianti, per quelli perpetrati ai danni della Deutsche Telekom e del grid elettrico Ucraino, gli attacchi da negazione di servizio (Denial of service attacks) sono in grado di mettere in ginocchio intere aziende e servizi pubblici fondamentali limitandone l’operatività per ore e perfino giorni con richieste massicce di accesso alle risorse che le strutture deputate non sono in grado di elaborare. Continua a leggere Cybersecurity: Bastano $200 per un attacco DDoS organizzato da concorrenti e dipendenti rancorosi: l’accusa nel rapporto Kaspersky

Cybersecurity: L’internet delle cose (malvagie) è un colabrodo. L’hacker Jayson Street te lo dimostra

L’internet delle cose (malvagie) è un colabrodo. L’hacker Jayson Street te lo dimostra

Ma quanto è facile controllare i tuoi dispositivi intelligenti? L’esempio dei malicious access points e il rischio dei BYOD (Bring your Own Device)

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 27 febbraio 2017

In un video divulgativo l’hacker Jayson Street ha dimostrato quanto sia facile bucare i network wi-fi cui colleghiamo, senza troppo pensarci, i nostri smart device.

Il video, creato per l’occasione e visibile sul sito di Pownie Express, azienda di cybersecurity, è utile a farci riflettere sul fatto che ogni dispositivo connesso che dovrebbe facilitarci la vita in realtà ce la può complicare e parecchio.
Ogni smart device costituisce infatti un punto di ingresso per un eventuale attaccante e le sue connessioni multiple aumentano in maniera esponenziale la cosiddetta superficie d’attacco. Dallo smartphone che usiamo mentre camminiamo in strada e saliamo in metro, dalla stampante che abbiamo nell’ufficio fino a frigoriferi e tv che abbiamo dentro casa questo mondo di oggetti connessi è il muovo Eldorado dei delinquenti. Continua a leggere Cybersecurity: L’internet delle cose (malvagie) è un colabrodo. L’hacker Jayson Street te lo dimostra

La Repubblica: L’Italia investe nella cybersecurity: è nato il comitato nazionale

la-repubblica-it-logoL’Italia investe nella cybersecurity: è nato il comitato nazionale

Storica firma tra il Cnr e le Università: 400 ricercatori pronti a scambiarsi idee, tecniche e metodologie per difendere gli interessi economici e politici dell’Italia nel cyberspace

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 22 Febbraio

L’ITALIA non ha (più) paura degli hacker? La risposta è ni. Dopo le incursioni informatiche che hanno mostrato la fragilità dell’ecosistema internet italiano qualcosa ha cominciato a muoversi e l’Italia sembra aver capito l’importanza di presidiare il cyberspazio per tutelare i suoi interessi nazionali. Oggi a Roma nasce infatti il Comitato nazionale per la ricerca in cybersicurezza che si vuole diventi la fucina delle idee della difesa informatica nazionale. Ed è indicativo che lo si faccia proprio a partire dal Cini, il Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica, e dal Consiglio nazionale delle ricerche, con un accordo come quello firmato oggi: il primo metterà in campo 300 ricercatori delle 44 università consorziate, il secondo metterà a disposizione 100 esperti attraverso il DITET. A capo di questo comitato ci sarà Roberto Baldoni, già direttore del Laboratorio nazionale di cybersecurity del Cini. Continua a leggere La Repubblica: L’Italia investe nella cybersecurity: è nato il comitato nazionale

Cybersecurity: Le 5 migliori app per le chat (e le telefonate) segrete

Le 5 migliori app per le chat (e le telefonate) segrete

Le app protette con la crittografia end-to-end garantiscono la privacy, ma la loro sicurezza dipende dal software, da come viene implementato, e da chi
Arturo Di Corinto per Cybersecurity 19 febbraio 2017

Quasi tutte le app per la messaggistica istantanea sono oggi protette con la crittografia end-to-end per garantire la privacy di chi ne fa uso. L’uso della crittografia consente infatti di cifrare i messaggi e le telefonate, rendendoli virtualmente illeggibili a chiunque non sia il destinatario voluto.

Poiché la crittografia è la scrittura segreta basata su di un codice condiviso fra gli interlocutori, il livello di segretezza di un testo cifrato dipende da due fattori: il cifrario utilizzato, ovvero il codice, e la complessità della chiave di cifratura  che determina il modo in cui un  messaggio viene cifrato.

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Cybersecurity: Un decreto, un programma e un comitato nazionale di ricerca: ecco la nuova cyberstrategy nazionale

Un decreto, un programma e un comitato nazionale di ricerca: ecco la nuova cyberstrategy nazionale

Nella riunione del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica decise le nuove linee d’azione per mettere in sicurezza l’Italia digitale
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 18 febbraio 2017

L’attesa revisione del Programma nazionale per la cybersecurity è stata finalmente decisa durante una riunione del Cisr presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 17 Febbraio con la promessa di un decreto ad hoc. Paolo Gentiloni non ha quindi deluso le attese di quanti si aspettavano un aggiornamento del decreto ministeriale Monti datato 2013.
Il testo finale del decreto non è ancora noto, tuttavia sappiamo che in base all’impegno programmatico del governo l’architettura nazionale per la sicurezza cibernetica verrà regolata seguendo nuove direttrici d’azione, nel rispetto della direttiva europea sulla cybersecurity, la famosa direttiva Nis – Network and Information Security.

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Cybersecurity: Cybersecurity, da Benevento a Milano, passando per Roma, gli appuntamenti da non perdere

Cybersecurity: da Benevento a Milano, passando per Roma, gli appuntamenti da non perdere

A Benevento il 15, a Milano il 22, a Roma il 27 febbraio e poi il 2 marzo alla Sapienza: accademici, associazioni, esperti e forze dell’ordine parlano di sicurezza informatica

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 14 febbraio 2017

Databreach, phishing, ransomware. Attacchi alla infrastrutture critiche, incursioni di nation state hacker nelle reti istituzionali, manipolazione dei Big Data, frodi con le carte di credito. La cybersecurity non riguarda più soltanto gli esperti, ma tutti noi come cittadini e consumatori.

Mentre le aziende colpite da attacchi informatici provano a correre ai ripari, spesso troppo tardi, le stesse organizzazioni dello Stato si trovano impreparate alle nuove sfide di un mondo connesso dove il cybercrime impera e la guerra fredda si combatte online. “La soluzione” – come dice l’advisor governativo Pierluigi Paganini – “non è tanto scegliere prodotto commerciali affidabili per mettersi al riparo dai cyberattacchi, ma sviluppare una cultura consapevole dei rischi e assumere professionisti in grado di sceglierli e di utilizzarli al meglio.” Spesso però a mancare è la consapevolezza dell’importanza del tema.

E infatti secondo il CIS Sapienza, il framework nazionale sulla cybersecurity per quanto efficace viene adottato troppo lentamente dalle aziende.

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Cybersecurity: Ecco come faccio a sapere tutto di te quando navighi sul web (fai la prova)

Ecco come faccio a sapere tutto di te quando navighi sul web (fai la prova)

Una ricerca di Duck Duck Go spiega come le persone abbiano aspettative sbagliate sulla loro navigazione in incognito, Webkay ti fa vedere come funziona
Arturo Di Corinto per Cybersecurity 10 febbraio 2017

Una recente ricerca condotta per Duck Duck Go, motore di ricerca basato in Pennsylvania, ha dimostrato che la nostra navigazione privata su Internet non è proprio “privata”.

Nell’indagine, condotta online con SurveyMonkey, software gratuito (o a pagamento) per sondaggi online, su un campione di 5710 persone rappresentativo della popolazione americana, è stato riscontrato che le persone che utilizzano la funzione di “private browsing” hanno delle aspetttive sbagliate sulla sua effettiva efficacia nel “nascondere” il contenuto della navigazione sul web.

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Repubblica: Farnesina, attacco hacker. ”Nessun danno, ma la guardia resta alta: intrusioni sempre più mirate”

la-repubblica-it-logoFarnesina, attacco hacker. ”Nessun danno, ma la guardia resta alta: intrusioni sempre più mirate”

Gianfranco Incarnato, vice direttore generale per gli Affari Politici e direttore centrale per la sicurezza del Mae conferma che il ministero è stato colpito lo scorso mese. ”Stiamo lavorando alla sicurezza su più fronti, come gli smartphone”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Febbraio 2017

ROMA – “Confermo che abbiamo subito attacchi di questo genere anche presso le sedi estere”. Così Gianfranco Incarnato, ministro plenipotenziario e vice direttore generale degli Affari Politici, nonché direttore centrale per la sicurezza del ministero degli affari esteri, avalla le indiscrezioni riportate dal Guardian di un prolungato attacco hacker nei confronti dell’Italia, confermando a Repubblica quanto accaduto quando Paolo Gentiloni era responsabile del dicastero. “Gli attacchi miravano ai dati dei connazionali all’estero, ai report degli incontri internazionali e alle informazioni classificate di ordine politico ed economico che però sono su un circuito a parte e protetti con la crittografia.” Continua a leggere Repubblica: Farnesina, attacco hacker. ”Nessun danno, ma la guardia resta alta: intrusioni sempre più mirate”

Cybersecurity: Safer Internet Day: sul web (e al telefono) non puoi fare come ti pare. Ecco perché

Safer Internet Day: sul web (e al telefono) non puoi fare come ti pare. Ecco perché

Revenge porn, diffamazione, stalking: l’81% degli adulti e il 73% dei ragazzi pensa che vi sia una sorta di “consenso implicito” alla diffusione di materiali intimi e personali, ma non è vero: si può essere denunciati
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 7 febbraio 2017

Oggi è il Safer Internet Day, la giornata europea dedicata all’uso consapevole di Internet. Con lo slogan “Diventa il cambiamento. Uniamoci per un’Internet più sicura”, l’evento viene celebrato in centinaia di città europee con seminari, workshop e conferenze.
Negli anni scorsi il focus è stato rappresentato dall’educazione dei più giovani a comportamenti sicuri e responsabili davanti allo schermo digitale, ma quest’anno l’appello è rivolto a tutti, grandi e piccoli.

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La Repubblica: Pedopornografia, Anonymous mette ko 5000 siti nel dark web

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Pedopornografia, Anonymous mette ko 5000 siti nel dark web

Gli hacktivisti rivendicano l’attacco, mettono in rete i dati e chiedono donazioni al loro indirizzo Bitcoin
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 Febbraio 2017

ANONYMOUS ha eliminato 5000 siti con materiale pedopornografico nel dark web. La notizia è stata confermata ieri da diversi ricercatori di sicurezza informatica. L’attacco è stato portato nel cuore del web oscuro contro Freedom Hosting 2, una piattaforma di servizi anonimi utilizzata per traffici leciti e illeciti.

Nel messaggio che rendeva noto il risultato dell’attacco, la sottrazione di file e dati utente, intestato agli Anonymous, gli autori hanno chiarito di aver agito in quanto circa il 50% dei servizi ospitati da Freedom Hosting 2 conteneva materale pedopornografico. Di questo materiale hanno in seguito fornito una versione scaricabile in rete , specificando la tecnica usata nell’attacco e indicando un indirizzo Bitcoin dove fare una donazione per continuare quest’opera di vigilanza nel dark web. Continua a leggere La Repubblica: Pedopornografia, Anonymous mette ko 5000 siti nel dark web

Cybersecurity: Chi usa WhatsApp potrà localizzare il proprio interlocutore in tempo reale. È già polemica

Chi usa WhatsApp potrà localizzare il proprio interlocutore in tempo reale. È già polemica

La nuova funzione, Live Location Tracking, dovrebbe potersi attivare solo con il consenso dell’interlocutore
Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 3 febbraio 2017

Secondo le indiscrezioni dell’Independent WhatsApp starebbe valutando l’introduzione di una nuova funzione per geolocalizzare i propri contatti. E sono in molti quelli preoccupati per la gestione della propria privacy.
Dopo l’ondata di indignazione che all’epoca suscitò i ldoppio segno di spunta che avvisava quando il messaggio veniva letto, e dopo il tentativo di Facebook, proprietaria di WhatsApp, di usarne i numeri telefonici per fare pubblicità, questa mossa del colosso della messaggistica potrebbe avere un risvolto inatteso secondo i difensori della privacy: l’abbandono del servizio da parte di molti utenti.

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