Il metaverso deve essere open source

Il metaverso deve essere open source

Hacker’s Dictionary. Due idee contrapposte alla base dell’evoluzione di Internet e del Web, quella consumistica e quella proprietaria dei giganti della tecnologia, l’altra comunitaria, autorganizzata dal basso e fondata su interoperabilità e decentralizzazione

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 26 Maggio 2022

Immaginato dallo scrittore cyberpunk Neal Stephenson nel 1992 come un mondo creato al computer, con la tecnologia odierna il Metaverso può essere due cose: un ambiente grafico, tridimensionale, immersivo, basato sulla realtà virtuale e aumentata dove produrre e consumare, oppure un differente modo di collaborare usando Internet.
La prima opzione, quella su cui le grandi compagnie hanno investito $40 miliardi, somiglia a un gioco di ruolo in cui un nostro doppione digitale interagisce con altri soggetti rappresentati graficamente nello scenario virtuale.

Software, a qualcuno piace libero

Software, a qualcuno piace libero

Hacker’s Dictionary. Gli ultimi incidenti informatici hanno riattizzato le polemiche sull’uso dell’open source, ma in maniera strumentale. Il software, oggetto largamente artigianale, non è mai perfetto, e quando è libero è più facilmente migliorabile

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 24 Febbraio 2022

La scoperta della vulnerabilità del software open source Log4J, usato a livello mondiale, anche dalla Nasa, ha fatto temere una catastrofe informatica e sollevato molte critiche sull’uso del software libero. Ma la catastrofe non c’è stata perché la comunità degli sviluppatori ne ha rese disponibili subito le correzioni con gran sollievo di tutti. Certo i rischi ci sono ancora, come accade anche per i bachi del software commerciale e proprietario di Microsoft e di quelli degli altri vendor globali.

Il software libero è la seconda più grande invenzione del secolo scorso, dopo Internet. In realtà le due invenzioni sono legate perché Internet è largamente basata sul software libero e il software libero non esisterebbe senza la gigantesca comunità di appassionati sviluppatori che hanno cooperato su larga scala per farlo funzionare. Lo hanno fatto, proprio tramite a Internet, dal giorno della sua formalizzazione – grazie all’hacker Richard Stallman e all’avvocato Eben Moglen -, per mettere a disposizione di tutti il software che istruisce i nostri computer e che oggi, tanto per dirne una, è alla base di Android.

Il software libero al centro del Recovery Plan

Il software libero al centro del Recovery Plan

Hacker’s Dictionary. 10 miliardi per programmi open source, a cominciare dalla scuola e dalla pubblica amministrazione. Lo chiede un pioniere dell’informatica italiana come Angelo Raffaele Meo, professore emerito del Politecnico di Torino, insieme a decine di associazioni ed esperti del settore

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 7 Gennaio 2021

Proprio il giorno in cui la Casa Bianca nomina capo tecnologo un attivista ed esperto del software libero, David Recordon, ci giunge la lettera del professore Angelo Raffaele Meo che chiede al governo italiano di destinare una parte dei soldi del Recovery fund all’informatica libera nel nostro paese.

Secondo il pioniere dell’informatica italiana, infatti, tra le più importanti ragioni delle difficoltà in cui si dibatte l’Italia c’è proprio la mancanza di aziende nostrane nel mercato di applicazioni e servizi informatici.

Libro: Il valore della Carta dei diritti di Internet

Il valore della Carta dei diritti di Internet

A cura di Laura Abba e Angelo Alù

Prefazione di Arturo Di Corinto

Editoriale Scientifica, 2020

ISBN 9788893917353

€ 15 – pp 220

Stefano Rodotà e la Magna Charta di Internet

Arturo Di Corinto

Ogni persona ha diritto ad essere posta in condizione di acquisire e di aggiornare le capacità necessarie ad utilizzare Internet in modo consapevole per l’esercizio dei propri diritti e delle proprie libertà fondamentali.”
(Stefano Rodotà, La Repubblica 28 Luglio 2015, intervista di Arturo Di Corinto)

Capelli bianchi da vecchio saggio, occhi chiari e curiosi. Mimica teatrale e gesticolazione garbata. Un fascinoso ottantenne dal piglio giovanile, ben vestito pure in maniche di camicia. Un volto che ricorda le origini magnogreche e manifesta la “nobile semplicità e la quieta grandezza” della statuaria neoclassica. Tanto discreto sulla sua vita privata quanto estroverso in pubblico. Elegante nei modi, riservato anche con gli amici. Tollerante verso tutte le opinioni ma determinato nelle convinzioni. Flessibile nell’ascolto ma rigoroso sulle idee. Attento coi giovani, sfuggente coi seccatori. Amante delle buone conversazioni, ma sempre pronto ad “andare dal dentista” quando parlare diventava inutile. Continua a leggere Libro: Il valore della Carta dei diritti di Internet

La Repubblica: Videoconferenze, parte la gara di solidarietà per offrirle gratis a tutti

la-repubblica-it-logoVideoconferenze, parte la gara di solidarietà per offrirle gratis a tutti

Iorestoacasa.work è un progetto solidale e partecipativo che ha chiamato a raccolta le comunità del software libero. Aderiscono gli alfieri dell’Internet italiana, Garr e Cnr

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 24 Marzo 2020

Zoom, Meet, Webex, GoToMeeting e gli altri: le piattaforme per videonferenza sono indispensabili conil lockdown da coronavirus. Compleanni, aperitivi, lezioni e riunioni a distanza saranno la norma per un po’ e così i ricercatori italiani hanno deciso di dare il loro contributo col progetto iorestoacasa.work per offrire a tutti strumenti di videoconferenza gratuiti e open source.

Nato dall’inziativa di una rete di professionisti di Fabriano, Luca Ferroni, Riccardo Serafini, Francesco Coppola e Dawid Weglarz, iorestoacasa è una piattaforma tutta italiana per comunicare a distanza nei giorni dell’emergenza. A differenza delle altre piattaforme commerciali l’iniziativa solidale usa un sistema open source, Jitsi Meet, che permette agli utenti di effettuare videochiamate in modo immediato, semplice e gratuito. Per accedere alle “stanze” di discussione basta cliccare un link dal browser, senza installare programmi o registrarsi nome e cognome, e si comincia a parlare. Il software, simile a quelli commerciali più famosi, permette di vedersi, chattare, condividere lo schermo e realizzare una diretta streaming su YouTube. Per questo è adatto sia per i consueti meeting di lavoro che per fare lezioni a distanza. Continua a leggere La Repubblica: Videoconferenze, parte la gara di solidarietà per offrirle gratis a tutti

Il Fatto Quotidiano: Digitale, presentato il piano di innovazione. Bello, ma senza soldi sarà difficile realizzarlo

Digitale, presentato il piano di innovazione. Bello, ma senza soldi sarà difficile realizzarlo

di ARTURO DI CORINTO per Il Fatto Quotidiano del 21 Dicembre 2019

2025. Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese: sembrava il solito annuncio, invece il piano quinquennale di Paola Pisano, ministro dell’Innovazione, è molto bello, almeno a parole. E recupera, senza dirlo, l’idea dell’innovazione semplice, su cui sono stati sviluppati i progetti precedenti della Presidenza del Consiglio, dei digital champions, del team per la trasformazione digitale e del consigliere per l’innovazione di Renzi, Paolo Barberis.

La visione, come dice il piano, abbraccia tre sfide: digitalizzazione, innovazione e sviluppo etico e sostenibile, descritte attraverso nove obiettivi che prendono forma con le prime venti azioni “pratiche e fattibili per accompagnare la Pubblica Amministrazione, le aziende, il nostro Paese e noi cittadini nel futuro che abbiamo immaginato.” Nel piano il ministro si impegna ad aggiornare questa vision ogni 4 mesi per verificare lo stato di sviluppo delle azioni, l’inserimento di quelle nuove e il loro status rendendole pubbliche, affinché chiunque possa dare il suo contributo in collaborazione con gli enti coordinati da una cabina di regia con i Comuni, le Regioni, le agenzie centrali e locali e i soggetti privati. Continua a leggere Il Fatto Quotidiano: Digitale, presentato il piano di innovazione. Bello, ma senza soldi sarà difficile realizzarlo

Libri: Riprendiamoci la rete. Piccolo manuale di Autodifesa digitale per giovani generazioni

Riprendiamoci la rete! Piccolo manuale di Autodifesa digitale per giovani generazioni

Edizioni Eurilink University Press

2019 € 20

pp. 208 Collana: Link — 4

ISBN: 978–88-85622–76‑0

Il libro si può scaricare gratuitamente via email e tramite WhatsApp qui: https://riprendiamocilarete.unilink.it/

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Presentazione del Libro: Riprendiamoci la rete!

Martedì 17 settembre 2019

17:30 / 19:30

Antica Biblioteca – Link Campus University
Via del Casale di San Pio V, 44 – Roma

Presentazione del libro

Riprendiamoci la rete!

Piccolo manuale di autodifesa digitale per giovani generazioni

di Arturo Di Corinto
a cura della Link Campus University

Saluti del Presidente Vincenzo Scotti

Nunzia Ciardi, Direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni
Barbara Carfagna, Giornalista autrice di Codice
Pasquale Russo, Direttore Link Campus University
Arturo Di Corinto, Giornalista e insegnante
Paola Guarnieri, giornalista e conduttrice radio di Tutti in classe
Raoul Carbone, presidente fondazione Vigamus

Nota: Durante la presentazione verrà mostrato anche il videogame Cyber Hunters ispirato dal libro e realizzato dal DASIC, dagli studenti della Link Campus University e dalla Fondazione Vigamus

Il Manifesto: L’autunno della cybersecurity promette bene

L’autunno della cybersecurity promette bene

Hacker’s Dictionary. Dal Cybertech Europe all’evento di Cybersaiyan, dal Security Summit al Salone dei pagamenti. L’anno digitale ricomincia sotto gli auspici della formazione e della consapevolezza necessarie al paese che punta sul digitale

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 11 Settembre 2019

Volete sapere se il vostro smartphone vi spia? Oppure sapete già che l’Italia è il paese di Bengodi per i ransomware e volete capire come difendervi? E la geopolitica della cybersecurity rientra nei vostri interessi? Siete più spaventati dalle spie cinesi o dai troll russi?

Comunque la pensiate in tema di cybersecurity questo autunno ce n’è per tutti i gusti grazie a una pletora di conferenze sulla sicurezza informatica che va dalla più grande alla più piccola, da quella blasonata a quella autorganizzata. Continua a leggere Il Manifesto: L’autunno della cybersecurity promette bene

RAIUNO: CODICE, LA VITA DIGITALE DAL PRIMO AGOSTO 2019

CODICE, LA VITA DIGITALE – stagione 3 – 2019

Dall’Asia alla Silicon Valley, in onda il giovedì in seconda serata alle 23:30 su RaiUno in onda la terza edizione di Codice La vita è digitale.

Conduce: Barbara Carfagna
Regia di Luca Romani
Autori: Barbara Carfagna e Fabrizio Giunta
Collaborazione di Massimo Cerofolini
Consulenza Scientifica di Arturo Di Corinto
Inviati: Floriana Bulfon, Elisabetta Curzel, Massimo Cerofolini, Matteo Di Calisto, Arturo Di Corinto, Celia Guimaraes, Valentina Noseda, Lucia Pappalardo, Clelia Passafiume
Registi: Cristina Cilli, Luca Ferrari, Lucia Pappalardo, ALessandro Nucci
Durata: 6 puntate 
Produttore esecutivo: Federica Guerrieri
Assistente di regia: Claudia Bernardini
Ricerche: Carlo Posio
In redazione: Alessio Aversa, Federico Calò, Raffaella Moriondo, Ylenia Buonviso.
Redazione: Roma | Location: Studio 2 Teulada

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Il Manifesto: Che fine ha fatto il telefonino etico?

Che fine ha fatto il telefonino etico?

Hacker’s Dictionary. Per la plastica non si è fatto ancora abbastanza, e per l’inquinamento dei rifiuti elettronici? Un’azienda olandese ha provato a costruire uno smartphone equo, solidale, amico dell’ambienteù

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 13 giugno 2019

Alcuni paesi hanno messo al bando piatti, bicchieri e cannucce di plastica, perfino i cotton-fioc, per ridurre l’inquinamento planetario. Verrebbe da dire “troppo poco, troppo tardi”, soprattutto se consideriamo che Trenitalia regala ai clienti di prima classe una bottiglietta di plastica che verrà buttata a fine viaggio e che ad ogni spesa al supermercato compriamo in media due buste che invece di distruggersi in 400 anni ce ne metteranno cinquanta. Però almeno se ne parla. Ciò di cui non si parla è invece l’inquinamento prodotto dalle plastiche e dai metalli dei telefonini. Ce ne sono quasi 6 miliardi nel mondo e in media vengono cambiati ogni 18 mesi. Dove vanno a finire i vecchi smartphone? Nel migliore dei casi in discarica. Qualche volta sono ricondizionati, ma la filiera è lunga, il procedimento costoso, gli acquirenti pochi. E tuttavia non è solo un problema di inquinamento. Continua a leggere Il Manifesto: Che fine ha fatto il telefonino etico?

La Repubblica: Nuovo sito del Campidoglio, “Così gli hacker rubano l’identità anche a Raggi”

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Nuovo sito del Campidoglio, “Così gli hacker rubano l’identità anche a Raggi”

Il sistema informatico è costato 8 milioni ma ecco come può essere facilmente bucato da mani esperte
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Marzo, 2018

C’è un buco nel cuore di Roma. No, non si tratta di quello di bilancio ereditato dalle amministrazioni passate, e neppure di quelli che inghiottono macchine e palazzi come alla Balduina. Si tratta di un buco informatico.
A causa di un errore di progettazione nel nuovo sito del comune di Roma, costato 8 milioni di euro, è possibile appropriarsi dell’indirizzo di posta elettronica di chiunque sia registrato presso il portale del comune. Ed è esattamente quello che è successo con l’email privata della sindaca Raggi. Continua a leggere La Repubblica: Nuovo sito del Campidoglio, “Così gli hacker rubano l’identità anche a Raggi”

La Repubblica: Il software libero è diventato grande: in 80 città italiane si festeggia il Linux Day

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Il software libero è diventato grande: in 80 città italiane si festeggia il Linux Day

La comunità dell’open source si incontra in piazze, licei e biblioteche per festeggiare la diciottesima edizione dell’evento. Eventi a Parma, Catania, Bolzano, Palermo, Roma, Milano, Firenze

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 27 Ottobre 2017

IL SOFTWARE libero ha vinto. L’utopia di creare programmi di buona qualità per aiutare il prossimo – e che fossero anche stabili ed economici senza fare cose strane di nascosto – è diventata realtà. E verrà celebrata al Linux Day, sabato 28 ottobre, in circa 80 città italiane all’insegna di un unico motto: “condivisione”. L’iniziativa, che si ripete quest’anno per la diciottesima volta, ha lo scopo di promuovere il software libero nella sua doppia accezione di free e open source ma è intitolata a Linux perché questo è il nome del kernel, il “nocciolo”, dei sistemi operativi liberi Unix-like ed “embedded Linux” (incorporati) che ogni giorno usiamo per chattare, navigare, fare una ricerca in Rete. Continua a leggere La Repubblica: Il software libero è diventato grande: in 80 città italiane si festeggia il Linux Day

Chefuturo!: Microsoft adotta Linux. Quando Free non significa gratis

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Microsoft adotta Linux. Quando Free non significa gratis

Timeo Danaos et dona ferentes. Vedremo se l’interesse di Redmond per il software libero non è solo questione di soldi
Arturo Di Corinto per Chefuturo del 20 novembre 2016

Questo matrimonio non s’ha da fare. L’annuncio dell’ingresso di Microsoft Corporation nella Linux Foundation non è stato accolto bene da tutti. Microsoft è il più grande produttore di sistemi operativi per desktop computer ed ha sempre avversato lo sviluppo del software libero e open source.
La Linux Foundation è invece una fondazione non profit che dalla nascita è devota allo sviluppo del kernel Linux e di progetti open source. È un matrimonio innaturale.

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Cybersecurity: Benvenuti in Signal, l’app per telefonare in segreto

cyber_securityBenvenuti in Signal, l’app per telefonare in segreto

Adotta la crittografia end to end sia per la chat che per i messaggi e le telefonate. Sviluppata da Open Whisper System, si basa su un software open source

Arturo Di Corinto per Cybersecurity 9 novembre 2016

Sono diverse le app che consentono di telefonare e di scambiarsi messaggi e allegati. Skype è stato il primo, Messenger di Facebook ha introdotto le videochiamate da oltre un anno e Duo di Google è un sistema esclusivo di videochiamate simile al FaceTime di Apple.

Anche WhatsApp, tra i più diffusi sistemi di messaggistica al mondo, può essere usata per telefonare. La chat, di proprietà di Facebook, che quest’estate ha superato il miliardo di utenti, sta per introdurre le videochiamate e in aggiunta sta anche per lanciare Status, una funzione che consente di distruggere i messaggi dopo 24 ore, come è possibile fare con Snapchat.

Ma quanto sono sicuri questi servizi? Da quando Whatsapp e Messenger hanno adottato la crittografia end to end, siamo tutti un po’ più sereni per quanto riguarda la privatezza delle nostre conversazioni, ma se si vuole fare una telefonata in sicurezza secondo gli esperti bisogna usare Signal.

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Chefuturo! Perché Snowden consiglia di usare Signal per chattare e telefonare senza farsi intercettare

Signal è un’app per telefonare e chattare in maniera sicura, facile e affidabile. Si scarica gratuitamente da Google Play o dall’App Store ed è la preferita da Edward Snowden, il whistleblower della national security agency che ha svelato le pratiche della sorveglianza di massa operate dal governo americano. Snowden, tornato alla ribalta per il film di Oliver Stone nelle sale in questi giorni, è un esperto di spionaggio elettronico e per questo sta anche lavorando a un telefonino anti-intercettazioni. Ed è un fan di Signal.

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Chefuturo! Al Linux Day festeggiamo la libertà di cooperare, non il mercato. Sapevatelo

chefuturo_logoAl Linux Day festeggiamo la libertà di cooperare, non il mercato. Sapevatelo
Il Free Software non è l’Open source, ma hanno una matrice comune, fondata sulla condivisione e la cooperazione. Ecco come sono nati

Arturo Di Corinto per Chefuturo del 16 ottobre 2016

Negli ultimi venticinque anni Linux (e la sua mascotte, il pinguino Tux), è diventato il portabandiera del software libero. Perciò anche quest’anno la comunità che l’ha adottato lo festeggia nel LinuxDay del 22 Ottobre in centinaia di luoghi, anche in Italia. Attenzione però, dal 2001 il Linux day festeggia sia Linux che il software libero. E forse è bello capire perché. (Leggi anche: “Linux, 25 anni con un pinguino nato grazie a un sogno (e che poi cambiò il mondo dei software)“). Intanto diciamo subito che con l’espressione software libero ci si riferisce precisamente al free software. Tuttavia negli anni questa definizione ha inglobato anche il software open source. Oggi con il nome di software libero indichiamo entrambe le famiglie di questi software distribuiti insieme al codice sorgente e licenze di utilizzo che, pur con alcune differenze, consentono di eseguire, studiare, modificare, distribuire questo codice e la sua versione eseguibile senza timore di essere denunciati per violazione del copyright.

STORIA DEL SOFTWARE LIBERO IN UN FILM ITALIANO

La storia del software libero comincia nel 1983, quando l’hacker Richard M. Stallman decide di avviare il progetto Gnu. Ma è solo nel 1991 che esplode Linux, il termine con cui, non senza polemiche ci si riferisce a una intera generazione di software e sistemi operativi Unix-like.

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La Repubblica: Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti

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Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti

Dal 19 al 21 agosto l’ex caserma Cocco di Pescara ospita hacker, nerd e smanettoni per discutere di privacy e sicurezza, virus, cyberwar e storia delle culture digitali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Agosto 2016

PRIVACY, coding, networking. E poi reverse engineering, virus, hacking, cybersecurity: sono le keyword del Moca 2016, l’hacker camp italiano a Pescara dal 19 al 21 agosto. Ma sono anche le parole chiave della cronaca che in questi giorni ha riempito le pagine dei quotidiani con le notizie della guerra cibernetica tra Russia e America e dell’allarme sicurezza sia per i malware che attaccano il sistema operativo Android che per le versioni infette di Pokémon Go. Parole di strettissima attualità entrate nel lessico quotidiano, grazie all’evoluzione di una cultura digitale cui proprio gli hacker che si incontreranno in questi giorni hanno contribuito.
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REVOLUTION OPEN SOURCE: SONO PASSATI 11 ANNI DAL MIO FILM SUL SOFTWARE LIBERO

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Oggi 3 agosto sono passati esattamente 11 anni da quando ho finito di realizzare il primo e unico film italiano sulla storia del free e open source software. Quindi 11 anni fa intervistavo Stallman, Perens e altri per raccontare come da Gnu siamo arrivati a Gnu/linux e alla Open Source Definition.

La Repubblica: Amnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

la-repubblica-it-logoAmnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

Una nuova campagna per la sicurezza di attivisti e giornalisti che usano smartphone e pc, sempre più spesso obiettivo di mercenari e hacker di regime

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2016

INTRUFOLARSI nei computer degli attivisti per i diritti umani è una pratica comune degli Stati canaglia. A dirlo è uno studio di Amnesty international che dopo aver elencato numerosi casi di hacking di stato, avverte che tenere nascoste queste intrusioni è peggio che subirle. Molte Ong infatti, per evitare il panico tra gli stessi attivisti tengono le intrusioni nascoste e quel che è peggio non si preparano a evitarle per il futuro.

I CONSIGLI DI AMNESTY PER DIFENDERSI

L’hacking di stato colpisce invariabilmente giornalisti, cooperanti, attivisti, avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani. Prove e denunce di intrusioni verso obiettivi civili da parte del governo cinese sono venute da Google, Adobe, Yahoo e Symantec. Molte sono state dirette specificamente verso Ong impegnate in Tibet e così via. Non si contano poi i casi riportati in Russia sopratutto dagli attivisti per i diritti gay e la difficile situazione in Egitto dove molti attivisti sono spariti proprio prima dell’anniversario delle manifestazioni di piazza Tahrir nel 2011, oggi tornata alla ribalta per la scomparsa del nostro connazionale Giulio Regeni.

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La Repubblica: Fairphone2, il telefono costruito senza minerali da zone di guerra né lavoratori sfruttati

LA MAGGIOR parte dei nostri telefoni contiene minerali provenienti da zone di guerra. Oppure metalli scavati a mani nude da bambini e lavoratori schiavizzati. Fairphone non ce li mette, semplicemente. Fairphone è una piccola azienda olandese che è nata con lo scopo di realizzare un telefono “equo e solidale”, un telefono di ultima generazione ma robusto, efficiente e open source. E Fairphone2 è il nome del secondo modello di questo dispositivo etico appena messo in vendita sul sito dell’azienda: è un 4G, monta il sistema operativo Android e ha una doppia SIM. Veloce, versatile e robusto, è concepito per essere modificato sia a livello software che a livello hardware perché le parti che si usurano possono essere sostituite.

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La Repubblica: Privacy, accesso e diritti della persona. E’ la Carta dei diritti di internet

Carta_diritti_2015-07-25 10:54:52Privacy, accesso e diritti della persona. E’ la Carta dei diritti di internet

La versione definitiva sarà presentata martedì alla Camera. Dovrebbe rafforzare l’accesso inteso come diritto fondamentale, ampliare il concetto di privacy e introdurre un’equilibrata previsione circa i diritti e i doveri di chi produce e diffonde conoscenze in rete

di ARTURO DI CORINTO del 25 Luglio 2015

MARTEDÌ 28 luglio è un giorno speciale per la rete in Italia. Alle 11 sarà ufficialmente approvata la Carta dei diritti di Internet, che subito dopo sarà illustrata nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, alla presenza del professore Stefano Rodotà, della presidente Laura Boldrini e dei membri della commissione che l’hanno elaborata. Il testo, su cui si mantiene riserbo, è il risultato delle proposte della commissione e delle integrazioni effettuate nel corso delle audizioni e della consultazione pubblica al testo iniziale diffuso l’anno scorso. E contiene un insieme di principi ispiratori per garantire i diritti di chi Internet la usa ogni giorno e per favorirne sviluppo, efficienza e resilienza (ovvero la capacità di sostenere un trauma senza cedimenti strutturali). Continua a leggere La Repubblica: Privacy, accesso e diritti della persona. E’ la Carta dei diritti di internet

Wired: Perché abbiamo bisogno di una Carta dei diritti di internet

wiredlogoPerché abbiamo bisogno di una Carta dei diritti di internet

Nel silenzio quasi totale si è chiusa la consultazione online voluta da Laura Boldrini per chiarire la posizione italiana sulla rete. Ecco perché è fondamentale portarla avanti

di Arturo Di Corinto per Wired del 3 Aprile 2015

Nella quasi totale indifferenza della politica si è da poco conclusa la consultazione online per una Carta dei diritti di internet e si sono chiuse le audizioni parlamentari dei soggetti invitati a commentarla.

L’iniziativa, voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini, ha come obiettivo indicare al Parlamento e al governo la strada da seguire per definire una posizione italiana nel dibattito mondiale che riguarda la governance di Internet relativamente ai temi della privacy, della sicurezza, dei diritti esercitati in rete e attraverso la rete. E proprio perchè tratta di governance, cioè di gestione condivisa e partecipata, e non di governo imposto dall’alto, la presidente Boldrini ha cercato di coinvolgere tutti gli stakeholder, cioè i portatori di interesse: enti, istituzioni, imprese, associazioni e cittadini. Continua a leggere Wired: Perché abbiamo bisogno di una Carta dei diritti di internet

La Repubblica: Galassia Hacker

la-repubblica-it-logoGalassia Hacker

Sembravano cattivi ma dopo gli attacchi di Anonymous all’Is il mondo ha scoperto anche l volto buono dei pirati informatici. Ecco la flotta più eterogenea del grande mare del web

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2015

PRIMA ERANO SOLTANTO CATTIVI : gli attacchi alle playstation Sony e le minacce ai distributori del film The Interview come rappresaglia alla fiction sull’attentato al presidente nordcoreano Kim Jong-un, i colpi assestati dalla cyberjihad ai governi filoccidentali, le dichiarazioni di Obama sul terrorismo digitale. Poi però, da quando la scorsa settimana Anonymous ha attaccato l’Isis (“Tempo scaduto, stiamo arrivando, sarete trattati come un virus”) l’opinione pubblica mondiale ha improvvisamente “scoperto” una cosa solo apparentemente ovvia: e cioè che gli hacker non sono tutti uguali. E che a dividere gli hacker da una parte e i cracker, lamer, black hat dall’altra è una a volte sottile linea etica: tecniche e competenze sono simili, diversi gli obiettivi e la portata delle azioni. E in futuro questa demarcazione sarà sempre più evidente.

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Wired: 7 regali hacker da mettere sotto l’albero

wiredlogo7 regali hacker da mettere sotto l’albero

Ancora a caccia di qualcosa da mettere sotto l’albero? Ecco qualche suggerimento. Per smanettoni incalliti o per chi deve essere iniziato alle arti oscure della cibernetica

di Arturo Di Corinto per Wired del 23 dicembre 2014

Cosa regalo quest’anno per natale? Beh, se si vuole fare un regalo divertente e intelligente spendendo il giusto, quest’anno si può regalare uno dei numerossimi film che parlano di hacker, Anonymous, attivismo digitale e guerra cibernetica. Paura? Neanche per sogno! Diventando consapevoli che viviamo in una società sempre più caratterizzata dalla sorveglianza di massa, obbligati come siamo a subire abusi di potere e assistere impotenti a scelte politiche che non condividiamo, siamo in tanti ad immedesimarci nelle gesta dei vendicatori digitali che attaccano e denudano il potere. E gli sciamani dell’immaginario che vivono tra Hollywood e Melbourne se ne sono accorti. Per questo sono molti i registi che hanno deciso di indagare le forme di resistenza agite al computer attraverso la rete Internet portando sullo schermo l’hacktivism e l’etica hacker, di chi vuole “condividere l’informazione per rendere il mondo migliore”, a costo di superare il confine tra il legale e l’illegale. Continua a leggere Wired: 7 regali hacker da mettere sotto l’albero

Il Manifesto: Quali garanzie per le «talpe»

il-manifesto-logo-300x63Quali garanzie per le «talpe»

Mafia Capitale. Il presidente dell’Autority anticorruzione Cantone: «Tuteliamo chi denuncia». L’invito alla denuncia del Commissario non basta se non vengono garantite le necessarie tutele. Manca un’adeguata trasparenza e controllo pubblico sull’operato di chi prende decisioni

Dopo la ribalta offerta a Roma dalla cupola mafiosa di Car­mi­nati & co. e le bac­chet­tate di Trans­pa­rency Inter­na­tio­nal, Raf­faele Can­tone prende di nuovo posi­zione: «Per pre­ve­nire la cor­ru­zione biso­gna attuare le norme per i wistle­blo­wer (le talpe, ndr), pre­vi­ste dal testo unico dei dipen­denti pub­blici e con­sen­tire a chi vuole denun­ciare ille­citi di farlo in modo tutelato».

Quindi per com­bat­tere la cor­ru­zione nella pub­blica ammi­ni­stra­zione secondo il magi­strato, pre­si­dente dell’Autorità Anti Cor­ru­zione (Anac), biso­gna incen­ti­vare, tute­lare e pre­miare chi la denun­cia, e cioè la talpa all’interno degli uffici. Can­tone lo ha detto in un con­ve­gno a L’Aquila. Posi­zione più che con­di­vi­si­bile ma — si chie­dono in molti — come si fa se al cen­tro di que­sta stra­te­gia non c’è l’anonimato? Chi si può sen­tire «tute­lato» se non cono­sce gli inter­lo­cu­tori, non sa come ope­rano, e non riceve ade­guate garan­zie? E che suc­cede se qual­cuno attacca i ser­ver o si intru­fola nei data­base dove sono imma­gaz­zi­nate le denunce? Se qual­cuno inter­cetta le comu­ni­ca­zione dal com­pu­ter dell’ufficio a quello dell’Anac?

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PESCARA: BACK TO THE FUTURE, IL MEETING DI METRO OLOGRAFIX

mo20zerodayMETRO OLOGRAFIX COMPIE 20 ANNI

L’associazione culturale telematica Metro Olografix compie 20 anni!
Nata a Pescara nel 1994, il 6 e 7 dicembre 2014 festeggia con un evento di promozione culturale completamente gratuito per diffondere cultura hacker, parlare di diritti in rete e programmare il futuro!

http://mo20.olografix.org

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La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

la-repubblica-it-logoUna Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

In dirittura d’arrivo la Carta dei diritti che il 13 ottobre sarà presentata ai parlamenti europei. Innovazione, sicurezza e tutela della libertà d’espressione tra le linee guida. La presidente Boldrini a Repubblica: “Internet favorisce la democrazia”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Ottobre 2014

 

DOPO IL BRASILE anche gli Italiani avranno una Costituzione per Internet. O almeno una sua prima bozza che, presentata alla riunione dei Parlamenti europei a Roma il 13 ottobre, dovrà essere discussa, votata online, emendata e infine adottata dal Parlamento italiano. Ieri intanto sono stati pubblicati i primi resoconti stenografici dei due incontri del gruppo che se ne occupa su incarico della presidente della Camera Laura Boldrini, circa 20 persone divise tra parlamentari e società civile. Obiettivo, per la prima volta assunto in una sede parlamentare, è quello di fissare delle regole minime di comportamento per tutti i soggetti che la rete la “fanno”: singoli, associazioni, imprese, istituzioni e governi. La commissione di studio nei fatti è stata istituita proprio per l’assenza di una commissione competente per gli affari tecnologici, ma è coadiuvata dall’intergruppo parlamentare per l’Agenda digitale da poco costituito.

Ma perché una Costituzione per Internet? La presidente Boldrini lo spiega così a Repubblica: “L’idea di costituire una Commissione di studio nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza”. Continua a leggere La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

Libro: Un dizionario Hacker

cop di corintoUn dizionario hacker
di Arturo Di Corinto

Editore Manni
Collana Sollevazioni

Pagine 212, brossura

€ 14.00

EAN 9788862665162

Un dizionario ragionato dei termini più significativi della cultura hacker, in cui di ogni voce si dà definizione, interpretazione e storia. L’autore, con sguardo critico e tutt’altro che neutrale, sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso. Dalla A di Anonymous alla W di Wikileaks, passando per Bitcoin, Defacement, Free software, Gnu e Media activism, l’autore ci accompagna alla scoperta di uno dei movimenti più attivi nella lotta alla globalizzazione capitalista, nella tutela della democrazia partecipata, della condivisione del sapere e della libera circolazione della conoscenza. Lemma dopo lemma, emerge la prospettiva politica dei “pirati informatici” e il senso della loro battaglia fatta a suon di decrittazioni e remix. Perché “privato” è il participio passato di “privare”.

 

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