La Repubblica: Anonymous dichiara “guerra totale” a Trump

la-repubblica-it-logo15 marzo 2016

Anonymous dichiara “guerra totale” a Trump

Con un nuovo videocomunicato Anonymous ha dichiarato guerra totale a Donald Trump. L’operazione #OpTrump convoca tutti gli attivisti del web a posizionarsi dietro la tastiera e attaccare i siti del magnate immobiliare per il giorno 1 aprile. “Questa è una chiamata alle armi di tutti i combattenti per la libertà, agli esclusi, ai senza voce” e rivolto a Trump: “Dici solo quello che i tuoi ascoltatori vogliono sentire, ma tu non stai dalla parte di nessuno e ti interessa solo il tuo potere personale”. Appena dopo la pubblicazione del video, che ripercorre alcune delle gaffe del magnate, hanno diffuso una registrazione che dimostrerebbe di averne violato la segreteria telefonica, al cui interno sarebbero stati trovati tre messaggi di elogio da parte di famosi giornalisti televisivi

(a cura di Arturo Di Corinto)

 

Chefuturo! Ecco perché gli Anonymous hanno deciso di attaccare Donald Trump

chefuturo_logoEcco perché gli Anonymous hanno deciso di attaccare Donald Trump

Razzismo, sessismo, fascismo, in un nuovo video gli hacker attivisti annunciano vendetta contro il candidato alla Casa Bianca

Chi semina vento raccoglie tempesta. E stavolta sono gli Anonymous a promettere di scatenarla contro Donald Trump.

In un videocomunicato il collettivo di hacker e attivisti informatici ha dichiarato guerra totale al candidato repubblicano accusato di sessismo e di razzismo dai media di mezzo mondo.

Donald Trump, immobiliarista miliardario di New York che aveva prima aderito al partito democratico e poi a quello repubblicano è oggi il candidato favorito per il Grand Old Party nella corsa presidenziale. Divenuto celebre per i suoi modi diretti e populisti, si era guadagnato la fama come produttore e conduttore di The Apprentice, che aveva esordito anche nella tv pubblica italiana.

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Chefuturo! Internet non è nata come progetto militare, mettetevelo in testa

Chi di voi non ha mai sentito dire che Internet è nata da un progetto militare? L’avrete di sicuro sentito in un convegno, o in tv. Anche famosi giornalisti sono caduti nell’errore. E perseverano.

Però non è vero. Internet, la rete delle reti, è nata come un progetto di condivisione delle risorse scientifiche, accademiche e finanziarie della ricerca di base americana, finanziata da un’agenzia della Difesa ma senza l’obiettivo di essere usata a scopi militari.

In realtà Internet è il più grande progetto della storia basato sulla collaborazione di militari, accademici, hacker e industriali.

Ripercorriamone la storia. Era il 1957 quando il presidente Dwight David Eisenhower, l’uomo che da generale aveva guidato lo sbarco alleato in Normandia, preoccupato che l’America perdesse la supremazia tecnologica, e quindi economica, militare e politica dopo il lancio nello spazio del satellite russo Sputnik, decise di avviare un grande progetto di ricerca per contrastare la messa in campo di un milione di scienziati russi e ridare all’America il posto che le spettava. Continua a leggere Chefuturo! Internet non è nata come progetto militare, mettetevelo in testa

La Repubblica: Abbiamo un Foia, o forse no. “Ecco come possiamo migliorarlo”

la-repubblica-it-logoAbbiamo un Foia, o forse no. “Ecco come possiamo migliorarlo”

Le iniziative di decine di associazioni che si battono contro la curruzione, per la trasparenza e il diritto alle informazioni. Un decalogo, un video satirico e news

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 marzo 2016

IL FREEDOM of information Act-Foia è in dirittura d’arrivo, ma sono in 60 mila quelli che chiedono di migliorarlo attraverso una petizione online e una campagna video che è già diventata virale su Internet. Certo, dalla promessa fatta da Matteo Renzi al suo insediamento di dotare il nostro paese di una legge sulla trasparenza e contro la corruzione, uguale a quella dei paesi avanzati di tempo ne è passato, e non ce n’é più tanto. Il 20 gennaio 2016 Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto sull’accesso ai dati e ai documenti delle pubbliche amministrazioni che dovrebbe incarnare il Foia, all’interno della Legge Madia di Riforma della Pubblica Amministrazione (dlgs 124/2015) e che dovrebbe appunto favorire il controllo diffuso e dal basso dell’operato di politici, amministratori e imprenditori di Stato. Il 12 febbraio è stato finalmente reso pubblico il decreto approvato in via preliminare, ma ha lasciato più delusi che soddisfatti nonostante le rassicurazioni date dallo stesso Ministro Marianna Madia a Repubblica.

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La Repubblica: Dall’Icann alla comunità mondiale, la supervisione della rete sarà globale

la-repubblica-it-logoDall’Icann alla comunità mondiale, la supervisione della rete sarà globale

L’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ha consegnato nelle mani del governo americano il progetto che decentralizza alcune funzioni cruciali per il funzionamento della rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 marzo 2016

“OGGI abbiamo concretizzato l’opportunità di fare dell’Icann un’autorità indipendente e internazionale, per governare direttamente le nostre risorse”. Con queste parole del presidente uscente di Icann, Fadi Chehade, pronunciate in conferenza stampa, si è chiuso il 55esimo meeting di Icann in Marocco, un vertice che ha avviato la fine della supervisione Usa sul funzionamento di Internet come avevamo preannunciato ieri. Oggi è stata infatti consegnata nella sua formulazione finale la proposta di trasferimento alla comunità Internet mondiale delle funzioni Icann controllate dalla National Communication Administration americana. Un passaggio di consegne noto come “Transizione Iana” proprio perché si riferisce alla cessione del controllo delle funzioni relative alla gestione delle risorse in rete e al loro corretto indirizzamento. L’ha fatto uno dei padri fondatori di Internet, il presidente del board di Icann Stephen D. Crocker, consegnando il progetto nelle mani del governo americano. Entra quindi nella fase cruciale un processo cominciato nel 1998. La proposta, quando verrà approvata diventerà, diventerà operativa dal 30 settembre 2016, sancendo di fatto la fine della supervisione Usa sul funzionamento di Internet.

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La Repubblica: Dagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

la-repubblica-it-logoDagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

A Marrakech, in Marocco, l’ente incaricato di supervisionare la “rubrica” di internet sta per annunciare il passaggio di mano dagli Usa alla comunità globale. Al termine di un percorso tutt’altro che facile

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Marzo 2016

UN PERCORSO lungo e tormentato, durato quasi 10 anni. Ma domani, dal 55esimo meeting di Icann in Marocco, arriverà a meno di sorprese la più grande novità della gestione della rete Internet dalla sua nascita: gli Stati Uniti sono pronti a cedere il controllo della gestione dei domini Internet che detiene con l‘Icann. In tutto con effetti ancora imprevedibili. Di questo passaggio di consegne si parla dall’epoca del World Summit di Tunisi del 2005, ma è solo da due anni che la comunità mondiale ha cominciato a elaborare una proposta per assicurare la transizione, allo scopo di affidare la gestione degli indirizzi Internet alla comunità internet globale e non più a un ente no profit sotto la supervisione degli Stati Uniti come è accaduto finora con l’Icann. Continua a leggere La Repubblica: Dagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

La Repubblica: Con gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

la-repubblica-it-logoCon gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

Si può approfondire Dante o analizzare la Costituzione, sapere qual è la farmacia più vicina oppure a che punto si trova il cantiere di una grande opera pubblica. Perciò oggi si festeggia anche in Italia l’Open Data Day

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Marzo 2015

CON gli open data si possono fare tante cose, come imparare la divina commedia o la Costituzione? O trovare la farmacia più vicina o il cantiere di una grande opera pubblica. Basta l’ingegno dei singoli per riuscirci. Come quello di Francesco Piero Paolicelli,  un programmatore italiano, consulente del Comune di Lecce per l’innovazione tecnologica, che ha creato, con la collaborazione di altri esperti, @divinacommediabot, un automa che serve a studiare la Divina Commedia e che può essere interrogato per parola chiave, per esempio “Ugolino” per sapere in che Canto si trova. Continua a leggere La Repubblica: Con gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

Chefuturo! Come funziona la ricetta elettronica e perché impedirà (forse) truffe e sprechi sanitari

chefuturo_logoCome funziona la ricetta elettronica e perché impedirà (forse) truffe e sprechi sanitari

Ecco in chiaroscuro i vantaggi della dematerializzazione delle prestazioni mediche e farmaceutiche

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 1 marzo 2016

Dal primo marzo 2016 i medici possono compilare online la loro ricetta. L’hanno chiamata ricetta elettronica e va in parte a sostituire la vecchia ricetta rossa con cui ci scalavano il ticket in farmacia o prenotavamo una visita specialistica. Obiettivo della ricetta elettronica online è di rendere immediate le prescrizioni mediche e l’erogazione dei farmaci eliminando i supporti cartacei con l’obiettivo dichiarato di tenere sotto controllo la spesa farmaceutica del sistema sanitario nazionale. Continua a leggere Chefuturo! Come funziona la ricetta elettronica e perché impedirà (forse) truffe e sprechi sanitari

Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

chefuturo_logoDai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks
Il sito anticorruzione creato da Julian Assange scuote l’Italia rivelando lo spionaggio della NSA ai danni dei nostri politici

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 24 febbraio 2016

Silvio Berlusconi sarebbe stato intercettato dalla potentissima National Security Agency nei mesi precedenti alle sue dimissioni come Presidente del consiglio, nel novembre del 2011. Questa rivelazione ha convinto il suo partito, Forza Italia, a chiedere con forza una commissione d’inchiesta per appurarne la veridicità. In estrema sintesi le intercettazioni delle telefonate dell’ex premier e del suo staff diplomatico divenute di dominio pubblico da poche ore, proverebbero, secondo l’accusa, l’esistenza di una cospirazione per scalzare Berlusconi e i suoi alleati dal governo del paese con la complicità di banche e governi europei.

Mentre la notiza ha provocato un discreto sconquasso nei media e mella politica italiani, stavolta nessuno, tantomeno i giornali dell’ex premier, denuncia la scorrettezza di chi ha originato tali rivelazioni: Wikileaks. Continua a leggere Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

La Repubblica: Hacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

la-repubblica-it-logoHacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

Dall’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani nel mondo gli strumenti per proteggere la propria privacy online (e difendersi contro la sorveglianza di massa)

a cura di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 febbraio 2016

Amnesty International, nell’ambito della campagna di denuncia sull’hacking di stato ai danni di oppositori e dissidenti, ha realizzato questa breve miniguida per le comunicazioni online sicure. Toll e app per telefonare, chattare, spedire email, file e video in sicurezza. I cinque tool indicati da Amnesty sono stati progettati per la comunicazione sicura e sono un’alternativa semplice e gratuita a quelli che si usano regolarmente. Con un’avvertenza importante: “Nessuno strumento di comunicazione è sicuro al 100% ed esiste un’infinità di modi per intercettare o registrate ogni forma di comunicazione da parte di governi ed agenzie spionistiche. Se sei un giornalista o un attivista, dovresti considerare che questi tool sono solo parte di un piano di sicurezza personale e organizzativa più ampio. Inoltre non sono gli unici strumenti è possibile imaprare di più dal Tactical Technology Collective e dal vademecum della Electronic Frontier Foundation.
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La Repubblica: Amnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

la-repubblica-it-logoAmnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

Una nuova campagna per la sicurezza di attivisti e giornalisti che usano smartphone e pc, sempre più spesso obiettivo di mercenari e hacker di regime

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2016

INTRUFOLARSI nei computer degli attivisti per i diritti umani è una pratica comune degli Stati canaglia. A dirlo è uno studio di Amnesty international che dopo aver elencato numerosi casi di hacking di stato, avverte che tenere nascoste queste intrusioni è peggio che subirle. Molte Ong infatti, per evitare il panico tra gli stessi attivisti tengono le intrusioni nascoste e quel che è peggio non si preparano a evitarle per il futuro.

I CONSIGLI DI AMNESTY PER DIFENDERSI

L’hacking di stato colpisce invariabilmente giornalisti, cooperanti, attivisti, avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani. Prove e denunce di intrusioni verso obiettivi civili da parte del governo cinese sono venute da Google, Adobe, Yahoo e Symantec. Molte sono state dirette specificamente verso Ong impegnate in Tibet e così via. Non si contano poi i casi riportati in Russia sopratutto dagli attivisti per i diritti gay e la difficile situazione in Egitto dove molti attivisti sono spariti proprio prima dell’anniversario delle manifestazioni di piazza Tahrir nel 2011, oggi tornata alla ribalta per la scomparsa del nostro connazionale Giulio Regeni.

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La Repubblica: Ecco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

la-repubblica-it-logoEcco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

Ecco il testo del decreto del Freedom of Information Act italiano. Un chiaro tentativo di equilibrare gli interessi delle amministrazioni e dei cittadini, ma le molte eccezioni lo renderanno difficilmente praticabile se rimarrà così com’è

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 febbraio 2016

ABBIAMO un Foia. L’Italia ha finalmente una legge per la trasparenza amministrativa e contro la corruzione. Quello che Matteo Renzi aveva promesso nel giorno del suo insediamento due anni fa, lo ha fatto il ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia nella legge di riforma che riorganizza la pubblicità, la trasparenza e la diffusione di informazioni da patte delle amministrazioni pubbliche. Nel provvedimento infatti è introdotta una nuova forma di accesso civico ai dati e ai documenti pubblici, quella che nei paesi anglosassoni chiamano Freedom of information act o Foia.

Leggi la bozza definitiva del Foia (in Pdf)

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La Repubblica: Tutti gli uomini del digitale di Renzi

la-repubblica-it-logoTutti gli uomini del digitale di Renzi

Con la nomina di Diego Piacentini a commissario di Governo per il digitale e l’innovazione in Italia si va a completare il team del premier. Vediamo su quali elementi può e potrà contare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 febbraio 2016

La notizia è di quelle forti: il braccio destro di Jeff Bezos, l’italiano Diego Piacentini, molla Amazon per assumere il ruolo di Commissario di governo per il digitale e l’innovazione in Italia a partire dall’agosto del 2016. Lavorerà pro bono, ovvero senza compenso, lui che guadagnava, secondo Bloomberg, sei milioni di dollari all’anno. La sua nomina di Piacentini testimonia dell’interesse del premier nel dare la spinta definitiva all’evoluzione digitale dell’amministrazione e dell’economia italiane, considerando le riconosciute competenze di Piacentini che ha vissuto gran parte della sua vita in America e che oggi torna “per restituire al proprio paese quello che gli è stato dato”. Ma ha anche un altro significato: mostra la necessità che Renzi ha di mettere a sistema le diverse inziative del governo su digitale e dintorni. Un ambito di azione che, pur con tante caselle occupate, e iniziative avviate, vede il governo procedere in maniera disomogenea con critiche sia da destra che da sinistra.

La Repubblica: “Le organizzazioni criminali puntano ai nostri dati sanitari. Noi le fermeremo con l’intelligenza artificiale”

la-repubblica-it-logo“Le organizzazioni criminali puntano ai nostri dati sanitari. Noi le fermeremo con l’intelligenza artificiale”

Parla Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security. Il gigante americano dell’informatica userà tecniche di cognitive computing, difesa collaborativa, trappole nel darkweb e il cervellone Watson per proteggere i database collegati in rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 09 febbraio 2016

“LA NUOVA frontiera della sicurezza in rete è la protezione dei dati sanitari e il monitoraggio intelligente dell’Internet delle Cose”. Lo dichiara a Repubblica.it Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security. Se lo dice lui ci si può credere. IBM guida infatti una delle più grandi organizzazioni al mondo nella ricerca, sviluppo e vendita di soluzioni per la sicurezza, monitorando 15 miliardi di eventi giornalieri legati alla sicurezza in 130 paesi, detiene oltre 3000 brevetti nel settore e continua a investirci anche attraverso l’acquisizione di aziende e soluzioni orientate al mercato business.
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Chefuturo! Sesso e truffe su Facebook, ecco come difendersi

chefuturo_logoSesso e truffe su Facebook, ecco come difendersi

Diario notturno di un tentativo di estorsione in bitcoin preso “con filosofia”

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 febbraio 2016

Scordatevi Adult Friend Finder, Tinder, e Meetic. Adesso chi vuole fare sesso con te non aspetta che ti colleghi al sito o ti scarichi una app, ti abborda direttamente su Facebook. Per truffarti però.

Il meccanismo è sempre lo stesso: una ragazza giovane e carina (o un uomo dal profilo mediterraneo e dalle fattezze muscolose) ti chiede l’amicizia, tu l’amicizia gliela dai e questo contatto poco dopo si manifesta chiedendoti di fare sesso virtuale, subito.

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La Repubblica: Giornata europea privacy: “Libertà, non algoritmo”. E il pm Spataro attacca Carrai

la-repubblica-it-logoGiornata europea privacy: “Libertà, non algoritmo”. E il pm Spataro attacca Carrai

L’intervento di Antonello Soro, presidente dell’Authority per la Privacy in occasione del Data privacy day. Che a Roma si celebra con un convegno sul tema dei confini della libertà nella società sorvegliata. Dove il procuratore di Torino dice: “Sabgliato dare la sicurezza in mano ai privati”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 gennaio 2016

 

ROMA – Il pericolo è nella totale ammirazione ed accettazione di nuovi servizi web, nuove app, nuovi modelli di interazione via rete e “poiché nella dimensione digitale l’integrità fisica è rispettata, la percezione dei rischi per le nostre persone è praticamente inesistente”. Parla così Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante della privacy, intervenendo al convegno “La società sorvegliata. I nuovi confini della libertà” in corso nell’Aula dei Gruppi parlamentari. Ma aggiunge che “quando l’algoritmo diviene la chiave attraverso la quale scelte e comportamenti vengono orientati”, a quel punto “non possiamo non chiederci seriamente a quanta libertà siamo disposti a rinunciare pur di continuare a sfruttare tutti i benefici offerti dalle tecnologie”. Soro ha parlato di sicurezza dinanzi al terrorismo “ma l’intelligence strategica – ha spiegato non sia sorveglianza massiva. Ci deve – per esempio – essere un’analisi ragionata e selettiva anche delle informazioni sui voli aerei”. Non solo, ma “la prevenzione comincia dai database coi nostri dati di fronte un terrorismo che usa le rete”.
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La Repubblica: Arresti e siti web oscurati: l’Egitto si prepara all’anniversario di piazza Tahrir

la-repubblica-it-logoArresti e siti web oscurati: l’Egitto si prepara all’anniversario di piazza Tahrir

La denuncia dei media locali e delle Ong: già 5 amministratori di pagine Facebook arrestate. Critiche all’operatore Etisalat

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 23 Gennaio 2016

INTIMIDAZIONI, minacce, siti chiusi e telefonini che non funzionano. A cinque anni dalla rivolta che cacciò Hosni Mubarak dal potere, in Egitto il giro di vite sull’opposizione al governo si fa ogni giorno più drammatico.

Il 25 gennaio gli egiziani celebrano il quinto anniversario della primavera araba (fotostoria) che si espresse con le proteste di piazza Tahrir. Per ricordare quei giorni da alcune settimane gli attivisti di ieri e di oggi si stanno dando appuntamento via Internet per ritrovarsi nello stesso luogo e commemorare i martiti della dura repressione del regime. E per questo motivo decine di attivisti e blogger sono stati arrestati al Cairo. A raccontarlo sono il quotidiano Egypt Indepedent e altri siti online, ma la notizia è filtrata sopratutto grazie al lavoro fatto sul campo da alcune Ong come Global Voices, una comunità di volontari.
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La Repubblica: Anonymous, parla il dj Mirabello, denunciato per l’allarme attentati a Firenze: “Mi hanno sfruttato per i loro video”

la-repubblica-it-logoAnonymous, parla il dj Mirabello, denunciato per l’allarme attentati a Firenze: “Mi hanno sfruttato per i loro video”

Individuato dalla Polizia il portavoce del collettivo hacker responsabile dei tweet sulla presunta organizzazione di un atto terroristico mai confermato dagli inquirenti. Intervista esclusiva a Repubblica.it

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 21 Gennaio 2016

Anonymous “X”, il portavoce di Operazione Parigi (#OpParis), è stato individuato dalla polizia postale. E adesso è indagato per il reato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo e al danneggiamento di sistemi informatici.

“X” è Marco Mirabello, un dj valdostano di Poin Saint Martin che ha partecipato alle numerosi iniziative di Anonymous per individuare e bloccare i simpatizzanti dell’Is su Twitter. Tuttavia dopo aver denunciato via Twitter un possibile attentato a Firenze intorno a Capodanno è stato delegittimato dallo stesso gruppo degli Anonymous italiani che hanno condotto le operazioni di dossieraggio e contrasto alla galassia jihadista bloccandone decine di migliaia di profili.

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Chefuturo! Il tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

chefuturo_logoIl tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

Non leggiamo mai i termini di servizio dei social, e non guardiamo i privacy settings dei nostri telefonini. A nostro rischio

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 21 Gennaio 2016

Google sa tutto di noi, Facebook anche. E che dire di Instagram e di Twitter? Il modello di business di questi servizi gratuiti del web 2.0 è basato sulla raccolta e la vendita di dati personali. In fondo lo fanno tutti i siti web, anche quelli dei giornali che cedono a terze parti i dati delle nostre navigazioni: cosa cerchiamo, cosa leggiamo, come ci arriviamo e quali keyword digitiamo.

“Chi se ne importa” portemmo dire, lo sappiamo e lo facciamo volontariamente, non abbiamo niente da nascondere. Eppure, come hanno scoperto a proprie spese i manifestanti delle piazze arabe, quei dati, compresa la geolocalizzazione dell’uso dei social, sono stati stati usati per individuare quelli che in un primo momento erano pacifici manifestanti e dopo sono stati considerati pericolosi sovvervisi da spedire in galera.

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La Repubblica: Attesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini

la-repubblica-it-logoAttesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini

Un decreto che riconosca per sempre il diritto di accesso a tutti agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale. Lo si attendeva domani, potrebbe essere approvato Consiglio dei ministri successivo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Gennaio 2014

IL FREEDOM of information act o FOIA, continua a slittare. La legge che dovrebbe portarci tra i paesi più avanzati al mondo per l’accesso trasparente alle decisioni pubbliche dovrà aspettare ancora un po’. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva promesso la legge due anni fa nel suo discorso di insediamento il 24 febbraio 2014 e per questo il Ministro Marianna Madia ne aveva inserito il progetto nella riforma della Pubblica amministrazione che porta il suo nome. La Riforma Madia all’art. 7 della legge 124/2015 delega infatti il Governo ad adottare un decreto legislativo che riconosca per sempre il diritto di accesso dei cittadini agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale.

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La Repubblica: Reporter Senza Frontiere: “Ecco i 100 eroi dell’informazione”

la-repubblica-it-logoReporter Senza Frontiere: “Ecco i 100 eroi dell’informazione”

L’organizzazione non governativa celebra i giornalisti che rischiano la vita per raccontare guerre, dittature e corruzione nel mondo. Tra questi l’italiano Lirio Abbate, autore delle prime inchieste su Mafia Capitale e minacciato di morte

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Gennaio 2016

SONO giornalisti, blogger e attivisti che in misura diversa e in condizioni avverse, minacciati e perseguitati, si sono distinti per la difesa di un valore fondamentale, l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani e il diritto “di cercare, ricevere e impartire idee e informazioni attraverso ogni mezzo e senza riguardo a confini e frontiere”. Sono i 100 eroi dell’informazione “eletti” da Reporter senza frontiere che ha appena lanciato la sua nuova campagna per la libertà di stampa. Saranno celebrati in una serie di eventi in tutto il mondo durante il World Press Freedom Day del 3 maggio prossimo.

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La Repubblica: Internet, la censura cinese si spinge oltre: vietate le chat nei telefonini

la-repubblica-it-logoInternet, la censura cinese si spinge oltre: vietate le chat nei telefonini

Dalle backdoor nei sistemi operativi fino alle cimici elettroniche. I controllori di Pechino adesso vietano l’uso di WhatsApp e Telegram e ne chiedono la rimozione dai telefonini

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Gennaio 2016

 

“PREGO favorisca i documenti e anche lo smartphone”. “Perché usa Telegram?”. “Mi segua al comando”. In Cina chi usa i software per la messaggistica cifrata è trattato come un potenziale terrorista. Ai posti di blocco possono fermarti e ispezionare il telefonino per cercare le “prove” di una possibile attività sovversiva.

Sugli strumenti che usa la censura per impedire alle persone di esprimersi credevamo di averle viste tutte, ma non è così. E la delusione è ancora più forte se pensiamo che non bastano più neppure i software-rifugio come WhatsApp e Telegram per comunicare al riparo dello sguardo del Grande Fratello. La Electronic Frontier Foundation, da sempre impegnata sul fronte della difesa della privacy, denuncia l’ultima pratica della censura cinese: la richiesta di rimozione di software sicuri dal proprio telefono per potere monitorare l’uso che di essi viene fatto dai possessori.

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La Repubblica: Anonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

Video del collettivo hacker: “Scrivevano che entro capodanno sarebbero arrivati nella città toscana. Non sapevamo cosa realmente progettassero ma siamo intervenuti”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 dicembre 2015

CON UN VIDEO e un lungo comunicato gli Anonymous hanno reso pubbliche le “prove” di aver sventato un attentato in Italia. A pochi giorni dal primo annuncio, la notizia ora è che la città italiana da colpire entro capodanno era Firenze. Gli Anonymous sarebbero riusciti a sventare l’attentato fingendo una soffiata alle autorità italiane da parte di un affiliato infedele dell’Is, con lo scopo di fare desistere chi lo pianificava.

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La Repubblica: In chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

la-repubblica-it-logoIn chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

La cyberguerra degli hacktivisti al terrorismo religioso dell’IS non si ferma. Dopo aver intercettato le conversazioni di affiliati allo stato islamico rilanciano: “Continueremo a fermarli”. In arrivo un video che svela di dettagli di questa operazione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Dicembre 2015

CON UN BREVE  messaggio via Twitter Anonymous ha rivendicato di essere riuscito a sventare un attentato terroristico sul suolo italiano: “Questo mese abbiamo lavorato in silenzio. Abbiamo già sventato un attentato dell’Is in Italia e speriamo di bloccarne altri”. Comparsa nei giorni di Natale sull’account Twitter ufficiale dell’Operazione parigi (#OpParis), la notizia, rimbalzata in rete fino ai tiggi di oggi è stata confermata dai portavoce di Anonynmous all’Agenzia Ansa. E tuttavia non ci sono ancora le prove che sia stato sventato alcun attentato. Anzi, più d’uno in rete ha espresso dubbi sulle dichiarazioni rese da Anonymous anche perché il tweet originario era nel frattempo sparito per ricomparire poche ore fa sulla timeline italiana di Twitter cosa che aveva fatto sospettare conflitti tra gli stessi attivisti informatici.

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Chefuturo! Segreti, buste chiuse e codici cifrati, a che ci serve la crittografia

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 26 Dicembre

Vi siete chiesti perché tutti vogliono che Obama non metta fuorilegge la crittografia? No? Bene, cominciamo dall’inizio allora.

La crittografia è la branca della crittologia che si occupa di come rendere illeggibile un messaggio a un ricevente indesiderato con un’operazione nota come cifratura.

Un testo realizzato secondo i principi della crittografia si chiama testo cifrato e perché sia riportato nella sua forma in chiaro il destinatario deve compiere un’operazione che si chiama decifrazione.
La stessa operazione (la  decifrazione) attuata da chi non è  autorizzato a leggere il messaggio si  chiama decrittazione e Crittanalisi l’insieme delle teorie e delle tecniche che se ne occupano).

Chiaro? Ok, andiamo avanti

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La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

la-repubblica-it-logoChiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

“Chiudere il web per maggiore sicurezza”, un invito che ha più sostenitori del previsto, ma che non sanno come funziona la rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Dicembre 2015

“GLI USA dovrebbero considerare l’idea di chiudere Internet e i social media per arginare la diffusione degli estremisti online”. A dirlo è stato Donald Trump, candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. La boutade del ricco magnate è diventata virale in rete per le risposte di scherno che ha suscitato. Lui ha avuto il coraggio di dirlo, ma sono diversi i politici che lo pensano, tanto che nei giorni successivi agli attentati di Parigi più di un giornale ha evocato l’oscuramento di Internet in caso di attentati. Ammesso che si possa provare che i terroristi di Parigi abbiano organizzato gli attentati via Internet, pur vivendo nelle stesse case, nello stesso quartiere, nella stessa città, e ritrovandosi ogni giorno nel bar di proprietà dei fratelli Abdeslam, chiudere Internet non sarebbe la soluzione. Per tre motivi. Continua a leggere La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

Chefuturo! Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

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Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

Perchè è impossibile chiudere la rete delle reti che per sua natura è ridondante e decentrata

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Dicembre 2015

C’è qualcosa di spaventosamente stupido e autoritario nel pretendere di controllare la circolazione delle persone e non quella delle armi. Allo stesso modo sembra ridicolmente inutile dare la caccia online ai reclutatori dei kamikaze quando non si fa abbastanza per bloccare i canali commerciali della jihad del terrore o quando si proteggono i paradisi fiscali dai quali arrivano i soldi per i predicatori di guerra e intolleranza.

E dopo il fallimento dell’iniziativa Vigipirate in Francia che non è stata in grado di impedire gli attentati del 13 novembre a Parigi, ancora più fasulla appare l’idea di “sorvegliare il web” per rassicurare i cittadini che lo stato veglia su di loro. Come se gli Stati, tutti, non lo facessero già.

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Chefuturo! #ParisAttacks | Chi c’è dietro Anonymous

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 Dicembre 2015

Anonymous combatte una guerra senza quartiere contro l’ISIS da oltre un anno, prima ancora dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. In diverse operazioni contro l’ISIS, ha dato un importante contributo a denunciare simpatizzanti, affiliati, militanti e reclutatori del network del terrore autoproclamatosi Stato Islamico. È cronaca di questi giorni che anonymous ha sferrato un attacco alla galassia jihadista dopo i terribili attentati di Parigi del 13 novembre in cui sono morte centinaia di persone. Grazie ad un software da loro realizzato sono stati capaci di inibire 11mila account twitter pro-ISIS, e annunciano nuove ed eclatanti azioni. Nessuno sa con certezza chi veste i panni di Anonymous, eppure la loro origine e le prime azioni dicono molto di più di quello che si può pensare.

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Repubblica: Spiegel: “Is comunica su internet grazie alle compagnie europee”

la-repubblica-it-logoSpiegel: “Is comunica su internet grazie alle compagnie europee”

Un’inchiesta del magazine tedesco ipotizza il coinvolgimento di Eutelsat, Avanti e Ses nella vendita di tecnologie di comunicazione con cui lo stato islamico realizza la propria propaganda

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 08 Dicembre 2015

PER FERMARE la guerra in Medioriente basterebbe impedire il commercio e la fornitura di armi al Daesh e ai ribelli siriani? Forse. Ma allora anche per impedire la propaganda dell’Is basterebbe tagliarli fuori dalla comunicazione globale. O no? Più d’uno di noi si è fatto queste domande ma una è quella giusta: come fa l’IS a propagandare la sua azione in una regione dove la gran parte delle infrastrutture di comunicazioni sono state distrutte?

Secondo lo Spiegel online ci riescono attraverso le tecnologie satellitari. Facili da nascondere, facili da installare, facili da controllare. l’Is però non sembra in grado di produrle, perciò deve comprarle. Secondo il settimanale tedesco le comprano da compagnie europee, e per questo in base ai documenti in loro possesso ipotizzano che le stesse compagnie potrebbero immediatamente mettere fine alla presenza dell’Is su internet senza troppi sforzi.

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La Repubblica: Usa, ecco l’app antiterrorismo

la-repubblica-it-logoUsa, ecco l’app antiterrorismo

Nello stato di New York, dallo smartphone sarà possibile segnalare in maniera anonima situazioni potenzialmente pericolose

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 Novembre 2015

‘VEDI qualcosa, manda qualcosa” è questo il nome dell’app per Android e iOS con cui il governatore Andrew Cuomo ha aperto la campagna dello stato di New York contro il terrorismo. Per incoraggiare i newyorchesi ad allertare le autorità su possibili minacce terroristiche, lo stato americano ha infatti commissionato all’azienda My Mobile Witness, un’app per smartphone che permette di inviare in maniera sicura e anonima testimonianze di situazioni potenzialmente pericolose.
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