Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

chefuturo_logoDai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks
Il sito anticorruzione creato da Julian Assange scuote l’Italia rivelando lo spionaggio della NSA ai danni dei nostri politici

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 24 febbraio 2016

Silvio Berlusconi sarebbe stato intercettato dalla potentissima National Security Agency nei mesi precedenti alle sue dimissioni come Presidente del consiglio, nel novembre del 2011. Questa rivelazione ha convinto il suo partito, Forza Italia, a chiedere con forza una commissione d’inchiesta per appurarne la veridicità. In estrema sintesi le intercettazioni delle telefonate dell’ex premier e del suo staff diplomatico divenute di dominio pubblico da poche ore, proverebbero, secondo l’accusa, l’esistenza di una cospirazione per scalzare Berlusconi e i suoi alleati dal governo del paese con la complicità di banche e governi europei.

Mentre la notiza ha provocato un discreto sconquasso nei media e mella politica italiani, stavolta nessuno, tantomeno i giornali dell’ex premier, denuncia la scorrettezza di chi ha originato tali rivelazioni: Wikileaks. Continua a leggere Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

La Repubblica: Hacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

la-repubblica-it-logoHacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

Dall’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani nel mondo gli strumenti per proteggere la propria privacy online (e difendersi contro la sorveglianza di massa)

a cura di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 febbraio 2016

Amnesty International, nell’ambito della campagna di denuncia sull’hacking di stato ai danni di oppositori e dissidenti, ha realizzato questa breve miniguida per le comunicazioni online sicure. Toll e app per telefonare, chattare, spedire email, file e video in sicurezza. I cinque tool indicati da Amnesty sono stati progettati per la comunicazione sicura e sono un’alternativa semplice e gratuita a quelli che si usano regolarmente. Con un’avvertenza importante: “Nessuno strumento di comunicazione è sicuro al 100% ed esiste un’infinità di modi per intercettare o registrate ogni forma di comunicazione da parte di governi ed agenzie spionistiche. Se sei un giornalista o un attivista, dovresti considerare che questi tool sono solo parte di un piano di sicurezza personale e organizzativa più ampio. Inoltre non sono gli unici strumenti è possibile imaprare di più dal Tactical Technology Collective e dal vademecum della Electronic Frontier Foundation.
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La Repubblica: Amnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

la-repubblica-it-logoAmnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

Una nuova campagna per la sicurezza di attivisti e giornalisti che usano smartphone e pc, sempre più spesso obiettivo di mercenari e hacker di regime

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2016

INTRUFOLARSI nei computer degli attivisti per i diritti umani è una pratica comune degli Stati canaglia. A dirlo è uno studio di Amnesty international che dopo aver elencato numerosi casi di hacking di stato, avverte che tenere nascoste queste intrusioni è peggio che subirle. Molte Ong infatti, per evitare il panico tra gli stessi attivisti tengono le intrusioni nascoste e quel che è peggio non si preparano a evitarle per il futuro.

I CONSIGLI DI AMNESTY PER DIFENDERSI

L’hacking di stato colpisce invariabilmente giornalisti, cooperanti, attivisti, avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani. Prove e denunce di intrusioni verso obiettivi civili da parte del governo cinese sono venute da Google, Adobe, Yahoo e Symantec. Molte sono state dirette specificamente verso Ong impegnate in Tibet e così via. Non si contano poi i casi riportati in Russia sopratutto dagli attivisti per i diritti gay e la difficile situazione in Egitto dove molti attivisti sono spariti proprio prima dell’anniversario delle manifestazioni di piazza Tahrir nel 2011, oggi tornata alla ribalta per la scomparsa del nostro connazionale Giulio Regeni.

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La Repubblica: Ecco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

la-repubblica-it-logoEcco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

Ecco il testo del decreto del Freedom of Information Act italiano. Un chiaro tentativo di equilibrare gli interessi delle amministrazioni e dei cittadini, ma le molte eccezioni lo renderanno difficilmente praticabile se rimarrà così com’è

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 febbraio 2016

ABBIAMO un Foia. L’Italia ha finalmente una legge per la trasparenza amministrativa e contro la corruzione. Quello che Matteo Renzi aveva promesso nel giorno del suo insediamento due anni fa, lo ha fatto il ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia nella legge di riforma che riorganizza la pubblicità, la trasparenza e la diffusione di informazioni da patte delle amministrazioni pubbliche. Nel provvedimento infatti è introdotta una nuova forma di accesso civico ai dati e ai documenti pubblici, quella che nei paesi anglosassoni chiamano Freedom of information act o Foia.

Leggi la bozza definitiva del Foia (in Pdf)

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La Repubblica: Tutti gli uomini del digitale di Renzi

la-repubblica-it-logoTutti gli uomini del digitale di Renzi

Con la nomina di Diego Piacentini a commissario di Governo per il digitale e l’innovazione in Italia si va a completare il team del premier. Vediamo su quali elementi può e potrà contare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 febbraio 2016

La notizia è di quelle forti: il braccio destro di Jeff Bezos, l’italiano Diego Piacentini, molla Amazon per assumere il ruolo di Commissario di governo per il digitale e l’innovazione in Italia a partire dall’agosto del 2016. Lavorerà pro bono, ovvero senza compenso, lui che guadagnava, secondo Bloomberg, sei milioni di dollari all’anno. La sua nomina di Piacentini testimonia dell’interesse del premier nel dare la spinta definitiva all’evoluzione digitale dell’amministrazione e dell’economia italiane, considerando le riconosciute competenze di Piacentini che ha vissuto gran parte della sua vita in America e che oggi torna “per restituire al proprio paese quello che gli è stato dato”. Ma ha anche un altro significato: mostra la necessità che Renzi ha di mettere a sistema le diverse inziative del governo su digitale e dintorni. Un ambito di azione che, pur con tante caselle occupate, e iniziative avviate, vede il governo procedere in maniera disomogenea con critiche sia da destra che da sinistra.

La Repubblica: “Le organizzazioni criminali puntano ai nostri dati sanitari. Noi le fermeremo con l’intelligenza artificiale”

la-repubblica-it-logo“Le organizzazioni criminali puntano ai nostri dati sanitari. Noi le fermeremo con l’intelligenza artificiale”

Parla Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security. Il gigante americano dell’informatica userà tecniche di cognitive computing, difesa collaborativa, trappole nel darkweb e il cervellone Watson per proteggere i database collegati in rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 09 febbraio 2016

“LA NUOVA frontiera della sicurezza in rete è la protezione dei dati sanitari e il monitoraggio intelligente dell’Internet delle Cose”. Lo dichiara a Repubblica.it Mark van Zadelhoff, direttore generale di IBM Security. Se lo dice lui ci si può credere. IBM guida infatti una delle più grandi organizzazioni al mondo nella ricerca, sviluppo e vendita di soluzioni per la sicurezza, monitorando 15 miliardi di eventi giornalieri legati alla sicurezza in 130 paesi, detiene oltre 3000 brevetti nel settore e continua a investirci anche attraverso l’acquisizione di aziende e soluzioni orientate al mercato business.
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Chefuturo! Sesso e truffe su Facebook, ecco come difendersi

chefuturo_logoSesso e truffe su Facebook, ecco come difendersi

Diario notturno di un tentativo di estorsione in bitcoin preso “con filosofia”

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 febbraio 2016

Scordatevi Adult Friend Finder, Tinder, e Meetic. Adesso chi vuole fare sesso con te non aspetta che ti colleghi al sito o ti scarichi una app, ti abborda direttamente su Facebook. Per truffarti però.

Il meccanismo è sempre lo stesso: una ragazza giovane e carina (o un uomo dal profilo mediterraneo e dalle fattezze muscolose) ti chiede l’amicizia, tu l’amicizia gliela dai e questo contatto poco dopo si manifesta chiedendoti di fare sesso virtuale, subito.

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La Repubblica: Giornata europea privacy: “Libertà, non algoritmo”. E il pm Spataro attacca Carrai

la-repubblica-it-logoGiornata europea privacy: “Libertà, non algoritmo”. E il pm Spataro attacca Carrai

L’intervento di Antonello Soro, presidente dell’Authority per la Privacy in occasione del Data privacy day. Che a Roma si celebra con un convegno sul tema dei confini della libertà nella società sorvegliata. Dove il procuratore di Torino dice: “Sabgliato dare la sicurezza in mano ai privati”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 gennaio 2016

 

ROMA – Il pericolo è nella totale ammirazione ed accettazione di nuovi servizi web, nuove app, nuovi modelli di interazione via rete e “poiché nella dimensione digitale l’integrità fisica è rispettata, la percezione dei rischi per le nostre persone è praticamente inesistente”. Parla così Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante della privacy, intervenendo al convegno “La società sorvegliata. I nuovi confini della libertà” in corso nell’Aula dei Gruppi parlamentari. Ma aggiunge che “quando l’algoritmo diviene la chiave attraverso la quale scelte e comportamenti vengono orientati”, a quel punto “non possiamo non chiederci seriamente a quanta libertà siamo disposti a rinunciare pur di continuare a sfruttare tutti i benefici offerti dalle tecnologie”. Soro ha parlato di sicurezza dinanzi al terrorismo “ma l’intelligence strategica – ha spiegato non sia sorveglianza massiva. Ci deve – per esempio – essere un’analisi ragionata e selettiva anche delle informazioni sui voli aerei”. Non solo, ma “la prevenzione comincia dai database coi nostri dati di fronte un terrorismo che usa le rete”.
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La Repubblica: Arresti e siti web oscurati: l’Egitto si prepara all’anniversario di piazza Tahrir

la-repubblica-it-logoArresti e siti web oscurati: l’Egitto si prepara all’anniversario di piazza Tahrir

La denuncia dei media locali e delle Ong: già 5 amministratori di pagine Facebook arrestate. Critiche all’operatore Etisalat

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 23 Gennaio 2016

INTIMIDAZIONI, minacce, siti chiusi e telefonini che non funzionano. A cinque anni dalla rivolta che cacciò Hosni Mubarak dal potere, in Egitto il giro di vite sull’opposizione al governo si fa ogni giorno più drammatico.

Il 25 gennaio gli egiziani celebrano il quinto anniversario della primavera araba (fotostoria) che si espresse con le proteste di piazza Tahrir. Per ricordare quei giorni da alcune settimane gli attivisti di ieri e di oggi si stanno dando appuntamento via Internet per ritrovarsi nello stesso luogo e commemorare i martiti della dura repressione del regime. E per questo motivo decine di attivisti e blogger sono stati arrestati al Cairo. A raccontarlo sono il quotidiano Egypt Indepedent e altri siti online, ma la notizia è filtrata sopratutto grazie al lavoro fatto sul campo da alcune Ong come Global Voices, una comunità di volontari.
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La Repubblica: Anonymous, parla il dj Mirabello, denunciato per l’allarme attentati a Firenze: “Mi hanno sfruttato per i loro video”

la-repubblica-it-logoAnonymous, parla il dj Mirabello, denunciato per l’allarme attentati a Firenze: “Mi hanno sfruttato per i loro video”

Individuato dalla Polizia il portavoce del collettivo hacker responsabile dei tweet sulla presunta organizzazione di un atto terroristico mai confermato dagli inquirenti. Intervista esclusiva a Repubblica.it

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 21 Gennaio 2016

Anonymous “X”, il portavoce di Operazione Parigi (#OpParis), è stato individuato dalla polizia postale. E adesso è indagato per il reato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo e al danneggiamento di sistemi informatici.

“X” è Marco Mirabello, un dj valdostano di Poin Saint Martin che ha partecipato alle numerosi iniziative di Anonymous per individuare e bloccare i simpatizzanti dell’Is su Twitter. Tuttavia dopo aver denunciato via Twitter un possibile attentato a Firenze intorno a Capodanno è stato delegittimato dallo stesso gruppo degli Anonymous italiani che hanno condotto le operazioni di dossieraggio e contrasto alla galassia jihadista bloccandone decine di migliaia di profili.

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Chefuturo! Il tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

chefuturo_logoIl tuo iPhone conserva le tracce delle tue bugie. Ecco come si cancellano

Non leggiamo mai i termini di servizio dei social, e non guardiamo i privacy settings dei nostri telefonini. A nostro rischio

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 21 Gennaio 2016

Google sa tutto di noi, Facebook anche. E che dire di Instagram e di Twitter? Il modello di business di questi servizi gratuiti del web 2.0 è basato sulla raccolta e la vendita di dati personali. In fondo lo fanno tutti i siti web, anche quelli dei giornali che cedono a terze parti i dati delle nostre navigazioni: cosa cerchiamo, cosa leggiamo, come ci arriviamo e quali keyword digitiamo.

“Chi se ne importa” portemmo dire, lo sappiamo e lo facciamo volontariamente, non abbiamo niente da nascondere. Eppure, come hanno scoperto a proprie spese i manifestanti delle piazze arabe, quei dati, compresa la geolocalizzazione dell’uso dei social, sono stati stati usati per individuare quelli che in un primo momento erano pacifici manifestanti e dopo sono stati considerati pericolosi sovvervisi da spedire in galera.

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Libro: I mille volti di Anonymous

Per Julian Assange è anon_mille_voltiil libro più bello mai scritto su ‪#‎Anonymous‬.

GABRIELLA COLEMAN:

I MILLE VOLTI DI ANONYMOUS
La vera storia del gruppo Hacker più provocatorio al mondo

Prefazione di Arturo Di Corinto
Traduzione di Bernardo Parrella e Manfredi Palazzolo

STAMPA ALTERNATIVA, 2016

ISBN: 9788862225069
Pagine 464

La Repubblica: Attesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini

la-repubblica-it-logoAttesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini

Un decreto che riconosca per sempre il diritto di accesso a tutti agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale. Lo si attendeva domani, potrebbe essere approvato Consiglio dei ministri successivo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Gennaio 2014

IL FREEDOM of information act o FOIA, continua a slittare. La legge che dovrebbe portarci tra i paesi più avanzati al mondo per l’accesso trasparente alle decisioni pubbliche dovrà aspettare ancora un po’. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva promesso la legge due anni fa nel suo discorso di insediamento il 24 febbraio 2014 e per questo il Ministro Marianna Madia ne aveva inserito il progetto nella riforma della Pubblica amministrazione che porta il suo nome. La Riforma Madia all’art. 7 della legge 124/2015 delega infatti il Governo ad adottare un decreto legislativo che riconosca per sempre il diritto di accesso dei cittadini agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale.

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La Repubblica: Reporter Senza Frontiere: “Ecco i 100 eroi dell’informazione”

la-repubblica-it-logoReporter Senza Frontiere: “Ecco i 100 eroi dell’informazione”

L’organizzazione non governativa celebra i giornalisti che rischiano la vita per raccontare guerre, dittature e corruzione nel mondo. Tra questi l’italiano Lirio Abbate, autore delle prime inchieste su Mafia Capitale e minacciato di morte

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Gennaio 2016

SONO giornalisti, blogger e attivisti che in misura diversa e in condizioni avverse, minacciati e perseguitati, si sono distinti per la difesa di un valore fondamentale, l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani e il diritto “di cercare, ricevere e impartire idee e informazioni attraverso ogni mezzo e senza riguardo a confini e frontiere”. Sono i 100 eroi dell’informazione “eletti” da Reporter senza frontiere che ha appena lanciato la sua nuova campagna per la libertà di stampa. Saranno celebrati in una serie di eventi in tutto il mondo durante il World Press Freedom Day del 3 maggio prossimo.

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La Repubblica: Internet, la censura cinese si spinge oltre: vietate le chat nei telefonini

la-repubblica-it-logoInternet, la censura cinese si spinge oltre: vietate le chat nei telefonini

Dalle backdoor nei sistemi operativi fino alle cimici elettroniche. I controllori di Pechino adesso vietano l’uso di WhatsApp e Telegram e ne chiedono la rimozione dai telefonini

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Gennaio 2016

 

“PREGO favorisca i documenti e anche lo smartphone”. “Perché usa Telegram?”. “Mi segua al comando”. In Cina chi usa i software per la messaggistica cifrata è trattato come un potenziale terrorista. Ai posti di blocco possono fermarti e ispezionare il telefonino per cercare le “prove” di una possibile attività sovversiva.

Sugli strumenti che usa la censura per impedire alle persone di esprimersi credevamo di averle viste tutte, ma non è così. E la delusione è ancora più forte se pensiamo che non bastano più neppure i software-rifugio come WhatsApp e Telegram per comunicare al riparo dello sguardo del Grande Fratello. La Electronic Frontier Foundation, da sempre impegnata sul fronte della difesa della privacy, denuncia l’ultima pratica della censura cinese: la richiesta di rimozione di software sicuri dal proprio telefono per potere monitorare l’uso che di essi viene fatto dai possessori.

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La Repubblica: Anonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Quelli dell’Is chattavano di Firenze. Così li abbiamo intercettati e fermati”

Video del collettivo hacker: “Scrivevano che entro capodanno sarebbero arrivati nella città toscana. Non sapevamo cosa realmente progettassero ma siamo intervenuti”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 dicembre 2015

CON UN VIDEO e un lungo comunicato gli Anonymous hanno reso pubbliche le “prove” di aver sventato un attentato in Italia. A pochi giorni dal primo annuncio, la notizia ora è che la città italiana da colpire entro capodanno era Firenze. Gli Anonymous sarebbero riusciti a sventare l’attentato fingendo una soffiata alle autorità italiane da parte di un affiliato infedele dell’Is, con lo scopo di fare desistere chi lo pianificava.

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La Repubblica: In chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

la-repubblica-it-logoIn chat con Anonymous: “Abbiamo sventato un attacco in una città italiana”

La cyberguerra degli hacktivisti al terrorismo religioso dell’IS non si ferma. Dopo aver intercettato le conversazioni di affiliati allo stato islamico rilanciano: “Continueremo a fermarli”. In arrivo un video che svela di dettagli di questa operazione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Dicembre 2015

CON UN BREVE  messaggio via Twitter Anonymous ha rivendicato di essere riuscito a sventare un attentato terroristico sul suolo italiano: “Questo mese abbiamo lavorato in silenzio. Abbiamo già sventato un attentato dell’Is in Italia e speriamo di bloccarne altri”. Comparsa nei giorni di Natale sull’account Twitter ufficiale dell’Operazione parigi (#OpParis), la notizia, rimbalzata in rete fino ai tiggi di oggi è stata confermata dai portavoce di Anonynmous all’Agenzia Ansa. E tuttavia non ci sono ancora le prove che sia stato sventato alcun attentato. Anzi, più d’uno in rete ha espresso dubbi sulle dichiarazioni rese da Anonymous anche perché il tweet originario era nel frattempo sparito per ricomparire poche ore fa sulla timeline italiana di Twitter cosa che aveva fatto sospettare conflitti tra gli stessi attivisti informatici.

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Chefuturo! Segreti, buste chiuse e codici cifrati, a che ci serve la crittografia

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 26 Dicembre

Vi siete chiesti perché tutti vogliono che Obama non metta fuorilegge la crittografia? No? Bene, cominciamo dall’inizio allora.

La crittografia è la branca della crittologia che si occupa di come rendere illeggibile un messaggio a un ricevente indesiderato con un’operazione nota come cifratura.

Un testo realizzato secondo i principi della crittografia si chiama testo cifrato e perché sia riportato nella sua forma in chiaro il destinatario deve compiere un’operazione che si chiama decifrazione.
La stessa operazione (la  decifrazione) attuata da chi non è  autorizzato a leggere il messaggio si  chiama decrittazione e Crittanalisi l’insieme delle teorie e delle tecniche che se ne occupano).

Chiaro? Ok, andiamo avanti

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La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

la-repubblica-it-logoChiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

“Chiudere il web per maggiore sicurezza”, un invito che ha più sostenitori del previsto, ma che non sanno come funziona la rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Dicembre 2015

“GLI USA dovrebbero considerare l’idea di chiudere Internet e i social media per arginare la diffusione degli estremisti online”. A dirlo è stato Donald Trump, candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. La boutade del ricco magnate è diventata virale in rete per le risposte di scherno che ha suscitato. Lui ha avuto il coraggio di dirlo, ma sono diversi i politici che lo pensano, tanto che nei giorni successivi agli attentati di Parigi più di un giornale ha evocato l’oscuramento di Internet in caso di attentati. Ammesso che si possa provare che i terroristi di Parigi abbiano organizzato gli attentati via Internet, pur vivendo nelle stesse case, nello stesso quartiere, nella stessa città, e ritrovandosi ogni giorno nel bar di proprietà dei fratelli Abdeslam, chiudere Internet non sarebbe la soluzione. Per tre motivi. Continua a leggere La Repubblica: Chiudere internet per terrorismo? E’ impossibile. Ecco perché

Chefuturo! Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

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Prima di spegnere Internet contate fino a dieci

Perchè è impossibile chiudere la rete delle reti che per sua natura è ridondante e decentrata

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Dicembre 2015

C’è qualcosa di spaventosamente stupido e autoritario nel pretendere di controllare la circolazione delle persone e non quella delle armi. Allo stesso modo sembra ridicolmente inutile dare la caccia online ai reclutatori dei kamikaze quando non si fa abbastanza per bloccare i canali commerciali della jihad del terrore o quando si proteggono i paradisi fiscali dai quali arrivano i soldi per i predicatori di guerra e intolleranza.

E dopo il fallimento dell’iniziativa Vigipirate in Francia che non è stata in grado di impedire gli attentati del 13 novembre a Parigi, ancora più fasulla appare l’idea di “sorvegliare il web” per rassicurare i cittadini che lo stato veglia su di loro. Come se gli Stati, tutti, non lo facessero già.

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Chefuturo! #ParisAttacks | Chi c’è dietro Anonymous

Arturo Di Corinto per Chefuturo! del 8 Dicembre 2015

Anonymous combatte una guerra senza quartiere contro l’ISIS da oltre un anno, prima ancora dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. In diverse operazioni contro l’ISIS, ha dato un importante contributo a denunciare simpatizzanti, affiliati, militanti e reclutatori del network del terrore autoproclamatosi Stato Islamico. È cronaca di questi giorni che anonymous ha sferrato un attacco alla galassia jihadista dopo i terribili attentati di Parigi del 13 novembre in cui sono morte centinaia di persone. Grazie ad un software da loro realizzato sono stati capaci di inibire 11mila account twitter pro-ISIS, e annunciano nuove ed eclatanti azioni. Nessuno sa con certezza chi veste i panni di Anonymous, eppure la loro origine e le prime azioni dicono molto di più di quello che si può pensare.

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Repubblica: Spiegel: “Is comunica su internet grazie alle compagnie europee”

la-repubblica-it-logoSpiegel: “Is comunica su internet grazie alle compagnie europee”

Un’inchiesta del magazine tedesco ipotizza il coinvolgimento di Eutelsat, Avanti e Ses nella vendita di tecnologie di comunicazione con cui lo stato islamico realizza la propria propaganda

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 08 Dicembre 2015

PER FERMARE la guerra in Medioriente basterebbe impedire il commercio e la fornitura di armi al Daesh e ai ribelli siriani? Forse. Ma allora anche per impedire la propaganda dell’Is basterebbe tagliarli fuori dalla comunicazione globale. O no? Più d’uno di noi si è fatto queste domande ma una è quella giusta: come fa l’IS a propagandare la sua azione in una regione dove la gran parte delle infrastrutture di comunicazioni sono state distrutte?

Secondo lo Spiegel online ci riescono attraverso le tecnologie satellitari. Facili da nascondere, facili da installare, facili da controllare. l’Is però non sembra in grado di produrle, perciò deve comprarle. Secondo il settimanale tedesco le comprano da compagnie europee, e per questo in base ai documenti in loro possesso ipotizzano che le stesse compagnie potrebbero immediatamente mettere fine alla presenza dell’Is su internet senza troppi sforzi.

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Presentazioni: Quando Google ha incontrato Wikileaks

stampa_alternativa_logoPiù Libri Più Liberi
Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria

Eur, Palazzo dei Congressi, Roma – 4/8 dicembre 2015
Venerdì 4 dicembre – Sala Rubino, ore 18.00

Stampa Alternativa

presenta

WIKILEAKS
Quando Google ha incontrato Wikileaks

di Julian Assange

Prefazione di Stefania Maurizi

Intervengono

Stefania Maurizi, giornalista (“L’Espresso”) e scrittrice
Arturo Di Corinto, giornalista (“La Repubblica”) e scrittore
Davide Dormino, artista
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La Repubblica: Usa, ecco l’app antiterrorismo

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Nello stato di New York, dallo smartphone sarà possibile segnalare in maniera anonima situazioni potenzialmente pericolose

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 Novembre 2015

‘VEDI qualcosa, manda qualcosa” è questo il nome dell’app per Android e iOS con cui il governatore Andrew Cuomo ha aperto la campagna dello stato di New York contro il terrorismo. Per incoraggiare i newyorchesi ad allertare le autorità su possibili minacce terroristiche, lo stato americano ha infatti commissionato all’azienda My Mobile Witness, un’app per smartphone che permette di inviare in maniera sicura e anonima testimonianze di situazioni potenzialmente pericolose.
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La Repubblica: Non solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

la-repubblica-it-logoNon solo Anonymous, contro l’Is anche l’antiterrorismo di GhostSec

La cyberguerra tra ISIS e hacktivisti entra nel vivo e al tempo stesso si accentuano le differenze di strategia fra i gruppi prima riuniti sotto lo stesso pseudonimo. Intanto i cyber-jihadisti minacciano gli Anons. Ma i promotori di #OpParis ribattono: “Stanno perdendo”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Novembre 2015

ANONYMOUS combatte senza sosta la sua guerra contro l’IS riuscendo a bloccare siti propagandistici e a chiudere migliaia di social account pro-jihad. E per questo gli hacktivisti con la maschera di Guy Fawkes sono stati minacciati di morte dai “soldati” del cyber-califfato. Anonymous però è un meme, un logo, una maschera, lo pseudonimo collettivo di chi si riconosce in certe azioni e in certi valori. Anche Anonymous è una galassia di gruppi, a volte sono coordinati a volte no. GhostSec è uno di questi ultimi. Nato “all’interno” di Anonymous, pian piano ha acquisito una sua indipendenza e si è specializzato in antiterrorismo digitale. Sono i GhostSec che, insieme ad Anonymous, hanno denunciato e talvolta bloccato le centinia di migliaia di account Twitter dei simpatizzanti dello Stato islamico. Ma hanno strategie diverse.

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La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

la-repubblica-it-logoAnonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Tutti gli strumenti di Anonymous per tracciare profili, comunicazioni e finanziamenti destinati alla galassia terrorista. Come si arriva all’identità dei terroristi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Novembre 2015

C’è una novità della guerra informatica che Anonymous ha dichiarato ai terroristi dell’IS. E l’hanno studiata due esperti di sicurezza italiani (che pure non fanno parte della galassia degli hacktivisti) uno dei quali è noto nell’ambiente degli hacker con il soprannome “The Pirate”. Dalla loro abilità con le righe di codice sta nascendo un software in grado di tracciare i flussi di comunicazione della galassia jihadista su Twitter. Lo strumento in questione di Chiama Geosec ed è un “bot”, ovvero un robo-software che geolocalizza in automatico le comunicazioni in arabo e le filtra per pertinenza. Un programma – ancora in beta – che presto sarà in grado di capire dove si trova chi sta digitando una certa cosa sul microblog. Successivamente, esperti di data analys studiano i profili ricavati da questi big data, e una volta vagliati, vengono eventualmente passati all’intelligence nazionale. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous affina le sue armi contro l’IS. E c’è un software scritto da italiani

Intervista Radiocorriere TV: Www compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

WWW compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

Intervista di Stefano Corradino ad Arturo Di Corinto

25 anni fa, nel novembre 1990 nasce la prima pagina “www”, quelle tre lettere che noi, allacciandoci ad internet, digitiamo prima dell’indirizzo al quale vogliamo collegarci. Queste tre doppie w hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione. Il Radiocorriere tv ne parla con Arturo Di Corinto, giornalista ed uno dei principali esperti italiani del web. “Le tre www – ci spiega in premessa Di Corinto – sono un protocollo di comunicazione. Ci spiegano che noi stiamo facendo una richiesta a un server che ci consente di visualizzare la parte grafica e multimediale delle informazioni che sono accessibili attraverso la rete internet. Grazie a un linguaggio di formattazione, ci consentono di vedere una pagina colorata, foto, video, caratteri piccoli o grandi e così via…”

E prima delle 3 www cosa c’era?
C’erano delle directory, create da appassionati ed esperti,  organizzate come una sequenza di link. Si cliccava su un “hyperlink” e attraverso il protocollo “http” arrivavi a una determinata pagina. Http, www o ftp non sono altro che protocolli di comunicazione grazie ai quali computer diversi, gestiti in modalità diverse e in luoghi diversi si parlano tra loro. Quando tu inoltri una richiesta attraverso internet di fatto stai andando a cercare un computer dove ci sono le informazioni che ti interessano. Continua a leggere Intervista Radiocorriere TV: Www compie 25 anni fa. Arturo Di Corinto, “Ha democratizzato l’accesso al sapere”

La Repubblica: #OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

la-repubblica-it-logo#OpParis, Anonymous: “Siamo sulle tracce dei terroristi e non ci fermeremo”

ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 novembre 2015

In un videocomunicato diffuso in rete, un avatar di Anonymous legge con un forte accento francese una brevissima nota sugli attentati di Parigi chiamando a raccolta tutti coloro che si riconoscono negli ideali di libertà della galassia hacktivista. Il video annuncia ufficialmente l’apertura di #OpParis e l’intenzione di perseguire autori, mandanti e fiancheggiatori degli attentati parigini. Questo il testo:  “Saluti a voi, cittadini del mondo. Noi siamo Anonymous. Prima di tutto vogliamo esprimere il nostro dolore e solidarietà per le vittime, i feriti e le loro famiglie. Per difendere i nostri valori e la nostra libertà siamo sulle tracce degli appartenenti ai gruppi terroristici responsabili degli attacchi, non ci fermeremo, non dimenticheremo, e faremo tutto il necessario per porre fine alle loro azioni. Durante gli attacchi a Charlie Hebdo, avevamo già dichiarato la nostra determinazione a neutralizzare chiunque attaccasse le nostre libertà. Adesso faremo lo stesso. Aspettatevi la nostra totale mobilitazione. La violenza non ci indebolirà, ma ci darà la forza per unirci e combattere insieme la tirannia e l’oscurantismo. Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Non dimentichiamo. Non perdoniamo. Aspettateci”

(a cura di Arturo Di Corinto)

La Repubblica: “Dall’Fbi un milione di dollari a un’università americana per scoprire chi usa Tor”

la-repubblica-it-logo“Dall’Fbi un milione di dollari a un’università americana per scoprire chi usa Tor”

I responsabili del software che garantisce la privacy accusano. I federali non commentano ma non smentiscono. In Italia sono 100 i nodi Tor a rischio

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Novembre 2015

L’FBI non commenta ma non nega di avere dato un milione di dollari a un gruppo di ricercaTori per svelare i nomi degli utenti di Tor, il progetto di anonimato online dell’omonima fondazione. Tutto è cominciato con una dichiarazione del diretTore del Progetto, Roger Dingledine, secondo il quale la Carnegie Mellon University avrebbe ricevuto questa quantità di denaro per de-anonimizzare gli indirizzi Tor facenti capo ad alcuni utenti all’interno di una più vasta operazione di polizia.
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