La Repubblica: Anonymous: “Guerra totale all’Is”, ma col crowdfunding

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Guerra totale all’Is”, ma col crowdfunding

Colpo di scena nella campagna degli hacktivisti contro i jihadisti online: iniziativa per finanziare la loro attività di antiterrorismo. Ma non tutti sono d’accordo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Marzo

UN GRUPPO di attivisti sotto il cappello di Anonymous ha da poco diffuso una lista di 9200 account Twitter considerati vicini all’Is chiedendo ai responsabili del social network di cancellarli e agli utenti di supportare tale richiesta. Un altro gruppo ha invece realizzato un “dump”, ovvero una sorta di copiatura massiva di dati per 14.000 account e relative email dei partecipanti a ben cinque forum considerati fiancheggiatori dello Stato Islamico. Un numero così grande che anziché incollarli sul solito Pastebin hanno deciso di farci un video. E siamo solo agli inizi. La resistenza all’Is è anche digitale e Anonymous è in prima fila. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous: “Guerra totale all’Is”, ma col crowdfunding

La Repubblica: “Le aziende Usa diano al governo i dati degli utenti di tutto il mondo. Per legge”

la-repubblica-it-logo “Le aziende Usa diano al governo i dati degli utenti di tutto il mondo. Per legge”

Alla Commissione Intelligence del Senato passa la versione definitiva del Cybersecurity Information Sharing Act. Prevista anche la “licenza di hacking” per neutralizzare ogni potenziale minaccia alla sicurezza digitale

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 17 marzo 2015

NON È LA GUERRA alla privacy degli Anni 90 ma poco ci manca. Giovedì scorso, in una riunione segreta, la Commissione Intelligence del Senato americano ha licenziato la versione definitiva di una nuova legge per consentire la sorveglianza generalizzata di ogni cittadino da parte dei privati. Grazie a questa legge aziende e corporation potranno fornire i dati dei propri clienti, anche di natura finanziaria, al Dipartimento per la Homeland Security, in tempo reale e senza che ci si possa opporre in tribunale in caso di abusi o errori. Continua a leggere La Repubblica: “Le aziende Usa diano al governo i dati degli utenti di tutto il mondo. Per legge”

Wired: Reporter senza frontiere, ecco come aggirare la censura online

wiredlogoReporter senza frontiere, ecco come aggirare la censura online

Ecco i mirror di nove siti bloccati nei paesi d’origine che Reporter senza frontiere ha diffuso per contrastare la censura su Internet

di Arturo Di Corinto per Wired del 13 Marzo 2015

Per festeggiare la giornata mondiale contro la censura su Internet i giornalisti di Reporter senza frontiere ieri hanno diffuso i link ai mirror di nove siti bloccati nei paesi d’origine.

L’idea, sviluppata insieme a un’organizzazione cinese per i diritti umani e la libertà di stampa, ha visto la collaborazione di alcuni giganti del web come Amazon e Google. Abbastanza semplice da realizzare, l’idea consiste nel creare delle copie dei siti bloccati cui si viene rediretti una volta digitato l’indirizzo oscurato.

Tra i siti censurati ci sono grani.ru, un sito di informazione russo, quello del Centro per i diritti umani nel Golfo, e poi il Bahrain mirror, dedicato alla libertà di stampa, e anche il sito dell’agenzia di stampa indipendente Hablemos, a Cuba. Continua a leggere Wired: Reporter senza frontiere, ecco come aggirare la censura online

La Repubblica: Wikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

la-repubblica-it-logoWikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

Wikimedia, insieme a una serie di associazioni per i diritti civili e per la privacy, ha fatto causa alla National Security Agency (Nsa) per aver violato i diritti dei suoi utenti attraverso forme massicce di sorveglianza. Lo spionaggio, effettuato senza uno specifico mandato, come ha rivelato Edward Snowden, riguarderebbe le email, i siti visitati e anche l’uso dei motori di ricerca

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Marzo 2015

L’UNIONE americana per le libertà civili, ACLU, ha fatto causa alla National Security Agency per denunciare il carattere illegale della sorveglianza che l’ente Usa per lo spionaggio ha esercitato nei confronti di ogni americano in cerca di informazioni e conoscenze in rete.

La denuncia, presentata martedì 10 marzo vede coinvolti come parti lese la Wikimedia Foundation (che controlla Wikipedia), il Rutherford Institute, il settimanale The Nation, Amnesty International USA, il PEN American Center, Human Rights Watch e altre associazioni. Un insieme trasversale di organizzazioni liberali, progressiste e conservatrici, ha inteso così denunciare la violazione del primo e del quarto emendamento della Costituzione americana, “i due più importanti per la democrazia”, perché riguardano la libertà d’espressione e la privacy nella società digitale. Continua a leggere La Repubblica: Wikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

La Repubblica: L’Agenzia digitale chiude? Fantasie, dice la Poggiani: “Noi diamo indirizzi e soluzioni”

la-repubblica-it-logoL’Agenzia digitale chiude? Fantasie, dice la Poggiani: “Noi diamo indirizzi e soluzioni”

Tra gli addetti ai lavori nel mondo dell’innovazione c’è chi paventa lo smembramento o la chiusura dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, ma la direttrice Alessandra Poggiani considera queste ipotesi surreali. E a Repubblica.it spiega come stia lavorando per colmare il gap accumulato in anni precedenti usando il digitale per trasformare il paese

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Marzo 2015

L’AGENDA digitale italiana non è più la stessa. E tuttavia il governo sta prendendo decisioni che potrebbero favorire l’implementazione di molti dei suoi obiettivi anche se oggi si chiamano con un altro nome. È di questi giorni la presentazione del piano nazionale per la banda ultralarga mentre la ministra Madia ha annunciato un’accelerazione sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. In questo scenario, dopo gli scarsi risultati della gestione precedente, l’Agenzia per l’Italia Digitale è al centro dell’azione di governo per favorire l’attuazione delle cosidette “riforme digitali”. Perciò, a sette mesi dal suo insediamento abbiamo chiesto alla sua direttrice, Alessandra Poggiani, cosa è stato fatto finora. Continua a leggere La Repubblica: L’Agenzia digitale chiude? Fantasie, dice la Poggiani: “Noi diamo indirizzi e soluzioni”

Convegno: Non c’è più la rete di una volta

marchiologo500Non c’è più la rete di una volta

Il Crs organizza per il 10 marzo a Roma un incontro sulla “Dichiarazione dei diritti in Internet”, elaborata dalla Commissione per i diritti e i doveri in Internet costituita presso la Camera dei deputati e sottoposta a consultazione pubblica.

Il Centro per la Riforma dello Stato (CRS) organizza a Roma il 10 marzo a partire dalle ore 16 presso la Fondazione Basso, in via della Dogana Vecchia 5, un incontro pubblico sul tema:

“Non c’è più la Rete di una volta”

Discussione sulla “Dichiarazione dei diritti in Internet” elaborata dalla Commissione per i diritti e i doveri in Internet costituita presso la Camera dei deputati e sottoposta a consultazione pubblica dal 27 ottobre 2014 al 31 marzo 2015.

Interverranno tra gli altri:

Fulvio Ananasso, Carlo Blengino, Fiorello Cortiana, Fiorella De Cindio, Diego De Lorenzis, Giulio De Petra, Arturo Di Corinto, Anna Carola Freschi, Anna Masera, Michele Mezza, Giovanni Paglia, Antonella Pizzaleo, Giovanna Sissa, Walter Tocci, Guido Vetere, Vincenzo Vita, Felice Zingarelli aka FelynX

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Roma: Workshop ‘Accesso aperto al patrimonio culturale digitale e linked open data: strategie, progetti e nuove opportunita”

otebacRoma, Biblioteca Nazionale Centrale – organizzato dall’ICCU, in collaborazione con Ariadne, AthenaPlus, Biblioteca nazionale Centrale di Roma, Michael Culture Association, Wikimedia Italia

4 marzo 2015 – Eventi ICCU

Il principale obiettivo del seminario, che si svolgerà presso la Sala Conferenze della Biblioteca nazionale centrale di Roma, è quello di fornire degli elementi di riflessione sull’opportunità di adozione delle licenze aperte e dei principi dei dati aperti nel settore dei beni culturali. Verranno presentati i principali progetti che promuovono l’accesso aperto ai contenuti di musei, biblioteche e archivi, come CulturaItalia ed Europeana, fornendo un quadro generale del dibattito europeo e delle opportunità offerte.

Gli interventi presenteranno le strategie, la sostenibilità e le migliori pratiche ed esempi di attuazione del accesso libero per la condivisione le diffusione e la promozione del patrimonio culturale. Nel pomeriggio è prevista una sessione operativa per fornire indicazioni tecniche per realizzare linked open data, attraverso un linguaggio chiaro e comprensibile.

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria

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La Repubblica: L’Is minaccia Twitter: “Morte al fondatore”

la-repubblica-it-logoL’Is minaccia Twitter: “Morte al fondatore”

In rete dopo l’attacco di ANonymous: “Non bloccate i nostri account”

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 3 Marzo 2015

Un messaggio minaccioso, pubblicato in forma anonima su justapaste.it (http://justpaste.it/jot6), chiama alla guerra contro gli interessi e i lavoratori della famosa piattaforma di microblogging: “La vostra guerra virtuale contro di noi ora provocherà una guerra reale contro di voi.” E in perfetto arabo afferma: “Avete iniziato una guerra destinata a fallire. Vi avevamo detto dall’inizio che questa non era la vostra guerra ma non ci avete ascoltato e avete continuato a chiudere i nostri account su Twitter”. Il post prosegue: “Hey Jack (Dorsey) come proteggerai i tuoi dipendenti quando i loro colli diventeranno un obiettivo ufficiale per i soldati del califfato. Cosa dirai alle loro famiglie?”. Insomma il motivo è dichiarato: smettetela di bloccare i nostri account oppure ne subirete le conseguenze. Continua a leggere La Repubblica: L’Is minaccia Twitter: “Morte al fondatore”

La Repubblica: Viaggio nella cyber-jihad del califfato islamico

la-repubblica-it-logoViaggio nella cyber-jihad del califfato islamico

Gli hacktivisti non stanno più da una parte sola. Le fazioni in lotta nella guerra cibernetica che vede al centro lo Stato islamico usano strumenti e tattiche simili sul web. Ciò che le differenzia sono i valori alla base della loro azione e la scelta del campo dove stare. Con qualche trucco informatico non facile da replicare

di ARTURO DI CORINTO del 3 Marzo 2015

LA PROPAGANDA dello Stato Islamico non conosce sosta. E se qualcuno aveva dubbi sull’efficacia delle strategie delle sue strutture di comunicazione, oggi si deve ricredere e confrontarsi con una situazione di vera e propria guerra mediatica di difficile contenimento. All’inizio erano le azioni realizzate dai combattenti della bandiera nera raccontate da agenzie di stampa e riprese dai media arabi e occidentali. Poi sono arrivati i video realizzati in proprio da Al Furqan Media e postati su Isdarat-Tube, costruiti per altro con una buona tecnica cinematografica. Dopo ancora sono venuti i reportage diffusi via web del giornalista John Cantlie, avvicinato alla causa islamista, infine sono arrivate le interviste ai rappresentanti del Califfato, riportate in una serie di documenti scritti, tradotti e diffusi in molte lingue da Al Hayat Media Center. Continua a leggere La Repubblica: Viaggio nella cyber-jihad del califfato islamico

Roma: Reti digitali e territorio. Come cambia la città tra connettività e collaborazione

Copia di invito naked city2NC-Talk2

Reti digitali e territorio. Come cambia la città tra connettività e collaborazione

Nell’ambito del Talk sarà presentata la piattaforma di cartografia partecipata “ReTer” (www.reter.org)

sabato 28 febbraio – ore 15,00-19,00

Ex Cartiera Latina, sede del Parco regionale dell’Appia antica, via Appia antica, 42

Il 27 e 28 febbraio, nel complesso dell’ex cartiera latina, Naked City Project, con VISIVA e Linux Club Italia, presenta 2NC-Fest, seconda edizione del festival di narrazioni urbane multimediali: photo-screening, multimedia, videoart, vjing, performance, cartografie digitali, web-doc e convegni, esploreranno e racconteranno la realtà urbana in costante e problematica trasformazione.

 

Wired: Darkleaks, il mercato nero per informazioni segrete, film e software

wiredlogoDarkleaks, il mercato nero per informazioni segrete, film e software

Chi si nasconde dietro Zozan Cudi, la giovane combattente anti Isis? Certamente un bravo sviluppatore che ha incrociato la blockchain e le piattaforme di whistleblowing per lanciare un mercato anonimo in cui scambiare un po’ di tutto. Magari anche l’identità di qualche terrorista

di Arturo Di Corinto per Wired del 27 Febbraio 2015

È donna, È kurda. È una guerrigliera che combatte contro l’Isis. Ed è il nome per arrivare a Darkleaks, un mercato nero elettronico dove si contrabbanda ogni tipo di segreto. Di lei dicono che è l’ingegnere che ne ha sviluppato il software, ma il suo profilo twitter, @zozancudi, potrebbe essere fasullo. Dietro ci sarebbe un ex ingegnere di Google che già contribuisce a OpenBazaar.
Il software di Darkleaks, che ovviamente si trova su Github, insieme a Sourge Forge il più grande magazzino di progetti software al mondo, è in costante perfezionamento, ma già funziona, con l’obiettivo di consentire a chiunque di vendere e comprare segreti di stato, informazioni commerciali, perfino film di hollywood prima della distribuzione. Continua a leggere Wired: Darkleaks, il mercato nero per informazioni segrete, film e software

Wired: Ecco dove finiscono i tuoi dati

wiredlogoEcco dove finiscono i tuoi dati

di Arturo Di Corinto per Wired del 24 Febbraio 2015

Secondo Trackography, i siti di news offrono i nostri dati a società che non sono tenute a rispettare le leggi italiane sulla privacy. Ecco come difendersi dagli spioni

Clicca su un Paese in blu sulla mappa, poi clicca sul sito di news che consulti regolarmente. Guarda chi ti traccia, scopri in quale Paese finiscono i tuoi dati e come sono gestiti ogni volta che accedi a quel sito. Così facendo saprai chi tiene traccia dei tuoi comportamenti ogni volta che leggi una news e vedi sotto quale giurisdizione viene gestita la tua privacy.

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Wired: Meglio se taci, l’ipocrisia della libertà di parola in Italia

wiredlogo Meglio se taci, l’ipocrisia della libertà di parola in Italia

Il nuovo libro di Gilioli e Scorza fa il punto (non felice) sull’informazione in Italia: dalla libertà di stampa alla corruzione e alle decine di leggi contro la libertà d’espressione che giacciono in Parlamento

di Arturo Di Corinto per Wired del 23 Febbraio 2015

Il nostro bellissimo paese è un paese disgraziato. Ed è un paese disgraziato perchè è un paese ingiusto, ed è ingiusto perchè è profondamente corrotto. Una corruzione che ruba ai bisogni del paese almeno 60 miliardi di euro all’anno, soldi che invece di finanziare scuole, ospedali e trasporti, finiscono in paradisi fiscali e banche compiacenti. La colpa non è solo di imprenditori collusi coi poteri mafiosi e di funzionari dello stato infedeli e arroganti, ma anche di un sistema dell’informazione che rinuncia ogni giorno a svolgere il suo ruolo di cane da guardia della democrazia. E se questo accade non è solo per l’inaccettabile compromissione del potere politico con quello mediatico – che non si è ancora scrollato di dosso un sistema televisivo basato su un duopolio di fatto -, ma per le norme anacronistiche che regolano l’accesso alla professione giornalistica, per le minacce subite quotidianamente da chi fa informazione, per la cecità politica di decisori pubblici che trattano la comunicazione in Internet come un pericolo piuttosto che come una risorsa. Continua a leggere Wired: Meglio se taci, l’ipocrisia della libertà di parola in Italia

La Repubblica: Open Data Day, in Italia dieci appuntamenti per la trasparenza

la-repubblica-it-logoOpen Data Day, in Italia dieci appuntamenti per la trasparenza

Sabato 21 febbraio è la giornata internazionale dei dati aperti. Le occasioni per discutere le opportunità dell’uso intelligente dei dati per migliorare la qualità della vita

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 20 Febbraio

ROMA – Gli Open Data non servono a niente se non migliorano la vita delle persone. Forti di questa convinzione, sono molti quelli che sabato 21 febbraio parteciperanno al terzo evento italiano dedicato ai Dati Aperti. L’Open Data Day  celebrato a livello internazionale, è un’occasione di incontro, distribuita in Italia tra dieci città, per costruire, secondo gli organizzatori, un modo nuovo e diverso di pensare la relazione reciproca tra informazione, diritti e conoscenze, al fine di migliorare il rapporto tra Pubblica Amministrazione, imprese e cittadini.
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La Repubblica: Tunisia, retata nel collettivo di hacker islamici. E forse c’è anche il referente dell’Is

la-repubblica-it-logoTunisia, retata nel collettivo di hacker islamici. E forse c’è anche il referente dell’Is

Sgominato dalla polizia tunisina il Fallaga Team che aveva attaccato 20 mila siti francesi. Tra gli arrestati molto probabilmente c’è l’hacker del Califfato, Majdi. Mentre continua l’operazione di Anonymous contro l’Is, i fondamentalisti islamici hanno occupato l’account Twitter di Newseek minacciando Michelle Obama, intensificano le attività di proselitismo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 17 Febbraio 2015

GLI ANONYMOUS stavolta sono molto cauti, ma l’hacker tunisino a cui danno la caccia, Majdi, potrebbe essere già in carcere, arrestato dalla polizia tunisina. Majdi è considerato per importanza il secondo amministratore di sistema dei siti dello Stato Islamico a cui i vendicatori di Anonymous hanno dichiarato la cyberguerra. Quello che è certo, confermato da giornali di lingua francese, è che ben sei sembri del Fallaga Team, responsabile di attacchi ai siti web di scuole e ospedali in Francia, sono stati portati in galera. E il Fallaga Team sarebbe proprio la creatura di Majdi, l’hacker jihadista ricercato dagli Anonymous nell’operazione AntiIsis che dal 9 febbbraio li vede incrociare le sciabole digitali con gli agguerriti hacker del cybercaliffato.

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La Repubblica: Gli hacker e il colpo da un miliardo in stile Hollywood

la-repubblica-it-logoGli hacker e il colpo da un miliardo in stile Hollywood

Un gruppo di criminali del web ha rubato per un anno ai depositi delle banche di tutto il mondo senza intaccare i conti dei clineti. Eccome come hanno fatto e perchè l’Italia è il paese più a rischio.

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 17 Febbraio 2015

QUESTA volta non hanno le sembianze di Robert Redford e Ben Kingsley, che nel film I signori della truffa rubano dai conti bancari del Partito Repubblicano per riempire le casse di associazioni ambientaliste, ma la tecnica è quasi la stessa. Ignoti criminali informatici avrebbero derubato banche russe, cinesi ed europee di almeno 300 milioni di dollari nel corso dell’ultimo anno spostando ingenti quantità di denaro via ebanking da un lato all’altro del globo. E l’ammontare dei furti potrebbe essere tre volte superiore alle prime stime. A denunciarlo è un rapporto della società Kaspersky Lab e, anche se rimane ignoto il nome delle banche truffate e l’esatta consistenza del maltolto, se lo dicono loro c’è da crederci.

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La Repubblica: Paoni: “Ora la vera caccia al tesoro per gli hacker sarà quella ai dati riservati”

la-repubblica-it-logoPaoni: “Ora la vera caccia al tesoro per gli hacker sarà quella ai dati riservati”

di Arturo Di Corinto per La Repubblica del 17 Febbario 2015

GIÀ lo scorso Natale un gruppo di criminali proveniente dall’Est era salito alla ribalta delle cronache per le intrusioni nelle banche russe, ma adesso la vicenda sta assumendo dimensioni globali. Giacomo Paoni è responsabile security per Techub, azienda italiana di consulenza nel campo della sicurezza informatica: “Vorrei ricordare che non sono solo le banche ad essere attaccate, ma anche grandi retailers e aziende di public relations, forse per recuperare informazioni utili ad avere vantaggi sul mercato azionario.

Ma allora qual è il fatto nuovo?
“Stavolta ad essere attaccati sono stati i sistemi interni delle banche e non i loro clienti, come invece di solito accade”.

Qual è la metodologia usata?
“Da quello che ne sappiano finora si tratta di attacchi del tipo Advanced Persistent Threat . Dopo una prima fase di raccolta di informazioni sul target le vittime vengono raggirate usando principalmente tecniche di ingegneria sociale (spear phishing o client side hacking), che consentono di infettare le vittime con malware”.

E poi come procedono?
“Una volta ottenuto l’accesso al computer del dipendente di una banca, mirano a compromettere il resto della rete interna. Vengono installati software innocui che però consentono di mantenere l’accesso alla rete compromettendo tutti i sistemi critici, compresa la posta elettronica per spiare le comunicazioni. Solo a questo punto vengono installati software di monitoraggio sui computer degli operatori ritenuti più interessanti che, “filmati”, mostrano essi stessi come mettere in atto la frode”.

La Repubblica: Galassia Hacker

la-repubblica-it-logoGalassia Hacker

Sembravano cattivi ma dopo gli attacchi di Anonymous all’Is il mondo ha scoperto anche l volto buono dei pirati informatici. Ecco la flotta più eterogenea del grande mare del web

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2015

PRIMA ERANO SOLTANTO CATTIVI : gli attacchi alle playstation Sony e le minacce ai distributori del film The Interview come rappresaglia alla fiction sull’attentato al presidente nordcoreano Kim Jong-un, i colpi assestati dalla cyberjihad ai governi filoccidentali, le dichiarazioni di Obama sul terrorismo digitale. Poi però, da quando la scorsa settimana Anonymous ha attaccato l’Isis (“Tempo scaduto, stiamo arrivando, sarete trattati come un virus”) l’opinione pubblica mondiale ha improvvisamente “scoperto” una cosa solo apparentemente ovvia: e cioè che gli hacker non sono tutti uguali. E che a dividere gli hacker da una parte e i cracker, lamer, black hat dall’altra è una a volte sottile linea etica: tecniche e competenze sono simili, diversi gli obiettivi e la portata delle azioni. E in futuro questa demarcazione sarà sempre più evidente.

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La Repubblica: Il giallo dell’hacker italiano nel mirino di Anonymous

la-repubblica-it-logoIl giallo dell’hacker italiano nel mirino di Anonymous

Ha un profilo twitter in cui posta proclami sulla conquista di Roma. Online dà consigli a chi ha problemi tecnici e spiega come usare strumenti informatici Ora è un “sorvegliato”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Febbraio 2015

L’ACCOUNT Twitter è @technicalisis: è l'”hacker italiano” dell’Is, misterioso protagonista della propaganda informatica dello Stato Islamico. Addirittura secondo qualcuno, ma non ci sono conferme, ne sarebbe il capo. La notizia rimbalzata dalle agenzie, aveva indicato in un italiano residente all’estero uno dei capi della comunicazione dello Stato Islamico perché negli ultimi giorni era stato messo sotto stretta sorveglianza dagli Anonymous impegnati a disarticolare il network informatico dell’Is. Ma anche perché aveva scritto numerosi tweet in italiano col suo precedente account: @isistechnical, e nel profilo aveva questa frase minacciosa: “Non ci fermeremo fino alla conquista di Roma”. Continua a leggere La Repubblica: Il giallo dell’hacker italiano nel mirino di Anonymous

Wired: Strasburgo: è battaglia per cambiare il copyright

wiredlogoStrasburgo: è battaglia per cambiare il copyright

Due europarlamentari, Julia Reda e Isabella Adinolfi, sono le relatrici di due distinte e complementari proposte di riforma del diritto d’autore

di Arturo Di Corinto per Wired del 12 Febbraio 2015

Due giovani europarlamentari, Julia Reda e Isabella Adinolfi, sono le relatrici di due distinte e complementari proposte di riforma del diritto d’autore per armonizzarlo col digital single market europeo. Le loro relazioni, da poco depositate e leggibili, saranno alla base delle decisioni della commissione Ue per armonizzare il copyright nei 28 stati dell’Unione.

Partiamo dal principio. Le nostre Università sono costrette a ricomprare dai grandi editori il materiale che producono i propri docenti. Una decina di grosse multinazionali detiene il 90% di quello che viene prodotto a livello scientifico in Europa. E questo per le clausole di esclusiva che limitano la diffusione della ricerca, senza contare che il regime attuale delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore è pensato ed attuato in un mondo analogico. Volete un esempio? Queste clausole non si applicano al prestito digitale delle biblioteche. In aggiunta, le clausole di esclusiva territoriale nel settore del diritto d’autore, attuate attraverso politiche di geoblocking dei contenuti, impediscono la libera circolazione dei servizi in ambito Comunitario, discriminando i cittadini dell’Unione rispetto nella fruizione di dati, informazioni, cultura e conoscenza. Continua a leggere Wired: Strasburgo: è battaglia per cambiare il copyright

Firenze: Arte, media e liberazione

LIBERA-LOGO

Arte, media e liberazione

Strategie di liberazione nei media e nell’arte

contro i fascismi, la mafia ed i poteri forti

a cura del corso di

Teoria e Metodo dei Mass Media

Accademia di Belle Arti di Firenze

in collaborazione con

Centro studi politici e sociali Archivio storico “Il sessantotto”, Firenze

Libera – Associazioni, nomi e numeri, contro le mafie, Toscana

Gennaio/Aprile 2015

Accademia di Belle Arti

Aula del Cenacolo, Via Ricasoli 66, Firenze

Un ciclo di incontri pubblici all’interno del corso di Teoria e Metodo dei Mass Media dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, con personaggi che raccontano alcuni tra i tanti possibili esempi di un uso dei media e dell’arte finalizzato alla realizzazione di strategie di liberazione contro il fascismo, la mafia ed i poteri forti.

Un percorso che partendo dall’inizio del Novecento giunge ad oggi descrivendo differenti pratiche e linguaggi artistici, le lotte partigiane, il pacifismo, il cattolicesimo progressista, i movimenti di protesta, i collettivi e l’associazionismo di base, gli intellettuali, le riviste ed il giornalismo militante, fino alle attuali controculture digitali.

Il tutto attraverso l’ottica di un uso dei linguaggi artistici, dei mezzi di comunicazione di massa e dei nuovi media finalizzato a creare legami, prossimità e consapevolezze che abbiano come obiettivo il raggiungimento del bene comune e della liberazione individuale e collettiva.

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La Repubblica: In chat con un hacktivista: “Fermiamo i deliri dell’Is”

la-repubblica-it-logoIn chat con un hacktivista: “Fermiamo i deliri dell’Is”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Febbario 2015

“SIAMO creativi, produciamo informazioni, ci muoviamo veloci. E abbiamo scoperto chi amministra i sistemi dell’Is. Tic Tac, Tic Tac, veniamo a prendervi”. Così scrive su Twitter IceFallDevil, uno degli attivisti di Anonymous impegnati nella guerra alle infrastrutture della jihad digitale del sedicente Stato Islamico.

Il twitterstorm dell’#OpAntiIsis è un diluvio di informazioni sui siti della galassia jihadista resi inutilizzabili negli attacchi. È lui, IceFallDevil, con un altro nickname, che in una chat privata, spiega quello che i comunicati degli Anonymous non raccontano. “Dopo la strage al Charlie Hebdo ho pianto. Non avremo pace finché non li vedremo tutti in galera “. “Adesso ci concentriamo sui due Sysadmin dell’Is ancora in giro “. Il terzo, come anticipato da Repubblica , sarebbe morto sotto le bombe dei raid giordani. Continua a leggere La Repubblica: In chat con un hacktivista: “Fermiamo i deliri dell’Is”

RaiNews24: Anonymous contro isis. arturo di corinto a rainews: perché gli hacker colpiscono i jihadisti

dicorinto_rainews_2015_Gli hacker di Anonymous hanno ‘spento’ centinaia di account twitter e facebook di presunti appartenenti allo stato islamico. sarebbe la vendetta annunciata dopo la strage di charlie hebdo. la coalizione anti-isis conta, dunque, un nuovo combattente. ma chi sono gli hacker che rientrano in questa galassia? elena scotoni ha intervistato in studio Arturo Di Corinto, giornalista e blogger.

La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo attaccato l’Is”

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Abbiamo attaccato l’Is”


Nell’operazione #OpIceISIS gli hacktivisti di Anonymous hanno penetrato le agguerrite difese del cybercaliffato e bloccato gli account Facebook e i profili dei loro fiancheggiatori come ritorsione per le stragi di Parigi e l’attacco ai siti di scuole e ospedali francesi da parte della jihad informatica.

di Arturo Di Corinto per la Repubblica del 9 Febbraio 2015 – pag.15

Un’operazione senza precedenti contro lo Stato Islamico è stata condotta ieri da Anonymous, la galassia di attivisti informatici che veste la maschera di Guy Fawkes. Nell’operazione migliaia di account sui social network sono stati violati e i loro owner denunciati come appartenenti al vasto mondo dei fiancheggiatori dell’Isis.

Dopo le anticipazioni di Repubblica.it, gli attivisti hanno inviato una lettera in inglese a molti giornali: “Salve. Noi siamo Anonymous. Vi scriviamo alla luce dell’Operazione Ice ISIS in cui abbiamo smantellato e distrutto l’infrastruttura di comunicazione e di reclutamento dell’organizzazione terroristica che si fa chiamare ISIS.” Continua a leggere La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo attaccato l’Is”

Radio Rai Uno: Eta Beta del 09/02/2015 – Giornata mondiale del web sicuro

log_eta_betaEta Beta del 09/02/2015 – Giornata mondiale del web sicuro

Da un lato gli iperconnessi, quelli che stanno tutto il tempo attaccati a internet sul cellulare, che frequentano persone conosciute soltanto online. Dall’altra i disconnessi, quelli che non hanno mai messo il naso dentro il web. Sono le due facce degli adolescenti italiani che emergono dalla ricerca presentata da Save the children. Alla vigilia del Safer Internet day che si celebra in tutto il mondo per incentivare un rapporto corretto con le tecnologie, Eta Beta prova a fare luce sul rapporto che lega minori e internet.

Ospiti: Valerio Neri, Direttore di Save the children, che presenta i dati della ricerca (adolescenti quasi sempre connessi, uno su 3 frequenta persone conosciute solo su internet o WhatsApp, quasi mezzo milione che invece non hanno mai usato internet);
Arturo Di Corinto, esperto di attivismo hacker;
Alfonso Molina, docente di Strategie delle tecnologia all’università di Edimburgo e direttore scientifico della fondazione Mondo Digitale;
Christian Puglisi, studente dell’istituto Marconi di Catania, premiato dal progetto Meet no neet, ideatore di un progetto per creare un’aula intelligente e ecosostenibile, con un pavimento che produce energia al passaggio degli alunni, tablet incorporati nel banco, filodiffusione durante i compiti in classe, il colore delle pareti che cambia secondo l’umore della giornata e le condizioni atmosferiche).

La Repubblica: Anonymous ora va a caccia dell’hacker n.1 dell’Is

la-repubblica-it-logoAnonymous ora va a caccia dell’hacker n.1 dell’Is

Dopo aver oscurato la gran parte dei siti e degli account Facebook e Twitter degli jihadisti, gli hacktivisti puntano all’informatico tunisino di nome Majdi. “Non avremo pace finché non sarà in galera”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Febbraio 2015

L’OPERAZIONE di Anonymous contro l’infrastruttura di reclutamento e comunicazione dello Stato Islamico non è ancora terminata ma gli hacker mascherati già aprono la caccia al capo degli hacker dell’Is. L’azione è stata finora così efficace che qualcuno ipotizza anche un ruolo dei servizi segreti in tutta la vicenda. Come che sia, l’attacco di Anonymous all’infrastruttura di comunicazione dello Stato Islamico continua. Dal 7 febbraio le crew di Anons continuano a falcidiare i siti jihadisti per indebolire il network terrorista e denunciare i reclutatori dell’Is che sui social network che fanno proseliti per la guerra in Medio oriente. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous ora va a caccia dell’hacker n.1 dell’Is

La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo violato la rete jihadista”

la-repubblica-it-logo Anonymous: “Abbiamo violato la rete jihadista”

Seconda fase dell’Operazione Isis. La rete mondiale di hacker traccia, occupa, blocca e sospende gli account dei reclutatori dello Stato Islamico. Migliaia gli account Twitter sospesi, centinaia i profili Facebook scoperti, decine le reti private (Vpn) e i siti violati. Pubblicate anche le email personali dei presunti appartenenti al circuito jihadista

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 8 Febbraio 2015

MIGLIAIA di account Twitter sospesi e cancellati. Centinaia di profili Facebook svelati. Decine e decine di indirizzi della propaganda jihadista elencati e pronti per essere attaccati. È la seconda fase dell’#OpIsis, l’operazione di Anonymous per denunciare gli appartenenti alla galassia dell’integralismo islamico che si ritrova sotto le bandiere del Cybercaliffato.

Con una novità: per la prima volta gli “Anon” rivendicano l’azione come insieme di persone di ogni razza, credo e religione, poveri e ricchi, studenti e lavoratori, hacker, cracker, spie e agenti governativi. Tutti uniti nella sforzo di togliere il terreno sotto ai piedi degli agenti della propaganda jihadista. Nel video di tre minuti postato anche su Youtube gli Anon confermano che non daranno tregua ai seguaci del califfato. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo violato la rete jihadista”

Repubblica [EN]: Anonymous mocks networked recruiters Islamic Jihad ISIS

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Second phase of Isis. Anonymous track, occupy, block and interrupt the account of ISIS recruiters. Thousands twitter profiles stopped and reported to belong to the jihadist network

di ARTURO DI CORINTO e Flavia Marzano per La Repubblica del 8 Febbraio 2015

Thousands of Twitter accounts stopped and canceled. Hundreds of facebook profiles unveiled. Dozens and dozens of addresses of the jihadist propaganda listed and ready to be attacked. This is the second phase of #OpISIs, the Anonymous intervention to expose members of the galaxy of Islamic fundamentalism which is acting under the Cybercaliphate flags. Continua a leggere Repubblica [EN]: Anonymous mocks networked recruiters Islamic Jihad ISIS