La Repubblica: Hackmeeting 2016, un raduno all’insegna della solidarietà

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Hackmeeting 2016, un raduno all’insegna della solidarietà

Dopo l’Internet Day arriva l’appuntamento per hacker, smanettoni e curiosi. Pisa si si propone come il centro della storia digitale del Belpaese

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Giugno 2016

DAL 3 al 5 giugno, hacker, smanettoni e curiosi si incontrano anche loro al Polo Fibonacci dell’Università di Pisa per parlare di Internet, ma non per celebrarla: si incontrano per discutere delle forme di resistenza alla sua commercializzazione e per dire che esiste un’alternativa alla società della sorveglianza e dell’esclusione digitale. È l’Hackmeeting 2016.  Non è un caso che si tenga dentro l’Università. L’hacking non è solo un concetto informatico ma una questione di metodo, di come si fanno le cose, e in questo evento pisano riguarda prima di tutto la riappropriazione dei processi di produzione della conoscenza con una critica forte al copyright, al software proprietario e ai recinti della produzione scientifica. Una lunga serie di talk e presentazioni, dal libro Anime elettriche del collettivo Ippolita alle piattaforme di crowdfunding e ai network wireless per i migranti rifugiati in Italia, insieme ai laboratori di scrittura creativa, sono la spina dorsale di un evento completamente autogestito e autofinanziato, da 19 anni.

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Chefuturo! Che cos’è il copyright 2.0 e perché ci riguarda da vicino

 di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo del 28 Maggio 2016

Postare la versione digitale di un quadro o di un manifesto, scattare una foto al museo, scambiarci del software, remixare una canzone, usarla come sottofondo di un video, sono azioni che non sono permesse dalla legge, almeno in teoria. Eppure lo facciamo.

Illustrare i nostri pensieri e comunicare i nostri stati d’animo con opere altrui è parte del nostro essere sociali e definisce la nostra identità nella società digitale.

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Chefuturo! Adesso vogliono tassare pure i link sui contenuti online

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo del 20 Maggio 2016

Adesso vogliono tassare pure i link. Chi? La Commissione europea.
A Bruxelles hanno perfino avviato una consultazione per avallare una decisione già presa, col ptobabile risultato di impedirci di linkare notizie e informazioni rilevanti, danneggiando le piccole e medie imprese, l’innovazione tecnologica e la libertà d’espressione di tutti i cittadini.

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Chefuturo! Una bella giornata per la legalità: ecco il decreto ufficiale su trasparenza e accesso civico agli atti della PA

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 19 Maggio 2016

Dopo tante peripezie, la proposta sulla trasparenza degli atti amministrativi nota come FOIA sarà legge dello stato.

Il Freedom of Information Act introduce un sistema generale di pubblicità degli atti pubblici per cui ciascuno potrà richiedere alla pubblica amministrazione dati e documenti, a prescindere da un interesse diretto. I cittadini in questo modo potranno conoscere la modalità di gestione delle risorse pubbliche per capire, giudicare e partecipare in maniera attiva e responsabile alla vita pubblica.

Pensato per combattere la zona grigia che va dall’illecito allo spreco, potrebbe avere come effetto il riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni

Il decreto sul Foia consegna all’Italia una vera e propria legge sulla trasparenza degli atti pubblici, quello che altri paesi hanno da circa 40 anni. La prima lege di questo tipo fu emanata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1966 col nome appunto di Freedom of Information Act.

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La Repubblica: Tutti i Panama Papers in un motore di ricerca

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Tutti i Panama Papers in un motore di ricerca

Lanciato oggi sui documenti di uno dei più grandi leaking della storia. Si può cercare tra gli undici milioni di file delle società e degli individui che hanno cercato di evadere il fisco attraverso schemi di investimento offshore aiutati dall’agenzia Mossack Fonseca

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Maggio 2016

TEMPI DURI per chi pensava di farla franca. Da oggi alle 2 del pomeriggio un potente motore di ricerca rende più facile trovare nomi e indirizzi di tutti i soggetti coinvolti nello scandalo dei Panama Papers. Il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi che è venuto in possesso dei leaks ha reso noto che il motore di ricerca è in grado di cercare all’interno degli undici milioni di file delle società e degli individui che hanno cercato di evadere il fisco attraverso schemi di investimento offshore aiutati dall’agenzia Mossack Fonseca, oggetto poche settimane fa di uno dei più grandi leaking della storia. Una vicenda raccontata in esclusva per l’Italia dall’Espresso.

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La Repubblica: Roma: giornalisti e attivisti protestano davanti alle ambasciate di Iran, Egitto e Turchia

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Roma: giornalisti e attivisti protestano davanti alle ambasciate di Iran, Egitto e Turchia

Le associazioni dei giornalisti, per i diritti umani e per la libertà dell’informazione hanno manifestato oggi a Roma – alla vigilia della Giornata mondiale per la libertà di stampa – davanti alle ambasciate di Iran, Egitto e Turchia. Chiedono il rispetto per la libertà d’informazione e i diritti fondamentali nei rispettivi paesi, invocano verità per Giulio Regeni, solidarizzano con tutti gli operatori dell’informazione, blogger, netizen e attivisti. I presidi sono stati indetti dalla Federazione Nazionale della Stampa, Ordine dei Giornalisti, Pressing-Nobavaglio, Articolo 21, Reporters senza frontiere, Usigrai, Amnesty International.
a cura di ARTURO DI CORINTO

02 maggio 2016

La Repubblica: Onu, un giorno per la stampa libera in tutto il mondo

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Onu, un giorno per la stampa libera in tutto il mondo

Domani 3 maggio si celebra in molte capitali il World Press Freedom Day. Mentre gli arresti degli operatori dell’informazione si susseguono nei paesi a rischio. E ovunque le pressioni aumentano. Anche sul web

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Maggio 2013

DUE GIORNALISTI arrestati al Cairo con l’accusa di “aver partecipato a una manifestazione”. Le manette ai loro polsi sono scattate la sera del 1 maggio nella sede del sindacato dei giornalisti della capitale egiziana. E’ un paese, l’Egitto, dove appare impossibile tenere il conto di giornalisti, blogger e operatori dell’informazione nelle mani della polizia e delle forze di sicurezza. La notizia dei nuovi arresti giunge proprio alla vigilia della Giornata Mondiale per la libertà di Stampa. Una ricorrenza voluta dalle Nazioni Unite nel 1993 per affermare il diritto all’informazione e ribadire l’importanza dell’articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani e quest’anno verrà celebrata ad Helsinki con una conferenza dall’Unesco. Incentrata sulle libertà fondamentali, l’accesso all’informazione, la protezione dei dati, la censura online, si concluderà con l’adozione di una Dichiarazione per la difesa dei diritti fondamentali. Ma l’iniziativa ha un respiro mondiale e il 3 maggio il World Press Freedom Day verrà celebrato in decine di capitali con cortei e sit-in.

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La Repubblica: L’FBI potrà entrare anche nel tuo computer. Per legge

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L’FBI potrà entrare anche nel tuo computer. Per legge

Le associazioni per la privacy e la crittografia in allarme: la polizia federale americana ha ora il permesso della Corte Suprema per hackerare il computer di chiunque, dovunque si trovi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Aprile 2016

CON una decisione inaspettata, ieri la Corte suprema americana ha sancito nuove regole per le investigazioni digitali dell’FBI che a breve potrà hackerare più facilmente i computer di chiunque, ovunque si trovi, sia indiziato di un qualsiasi reato. Il cambiamento sarà effettivo dal primo dicembre a meno che il Congresso americano decida in senso opposto nei prossimi mesi: Per questo motivo le associazioni a difesa della privacy si sono mobilitate in massa.

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La Repubblica: La vera storia di Arpanet. Attenzione: non nacque come progetto militare

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La vera storia di Arpanet. Attenzione: non nacque come progetto militare

Dall’idea di Eisenhower per rilanciare la corsa scientifica Usa contro i russi che avevano lanciato lo Sputnik nasce la rete che si è evoluta nell’Internet di oggi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Aprile 2016

Internet non è nata come progetto militare. Levatevelo dalla testa. Internet è nata per battere i sovietici nella corsa allo spazio. Come? Collegando fra di loro i migliori scienziati americani e facilitando lo scambio dei dati fra i centri di supercalcolo sparsi negli Stati Uniti. Continua a leggere La Repubblica: La vera storia di Arpanet. Attenzione: non nacque come progetto militare

Wired: La vera storia di Internet

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La vera storia di Internet

Il 30 aprile 1986 l’Italia si collegava a Internet per la prima volta, un evento epocale di cui nemmeno i giornali si accorsero

di ARTURO DI CORINTO per Wired del 29 Aprile 2016

L’Italia sì è collegata per la prima volta ad Internet il 30 aprile 1986. Questo vuol dire che sabato cade il trentennale di un evento che ci ha cambiato tutti, anche se non ce ne rendiamo conto perché a Internet ci viviamo dentro. Per ricordare i visionari che fecero l’impresa, a Pisa si terrà una grande festa organizzata dal CNR con il digital champion Riccardo Luna, mentre in tutta Italia si svolgono incontri e celebrazioni, sopratutto nelle scuole. Continua a leggere Wired: La vera storia di Internet

Chefuturo! Internet non è il web. Tutto quello che devi sapere sulla Rete in 10 parole (e un’infografica)

Il 30 aprile ricorre l’anniversario del primo collegamento Internet in Italia. Più precisamente tra Pisa e Roaring Creek in Pennsylvania grazie ai satelliti di Telespazio in Abruzzo.
È l’occasione giusta per imparare quali sono le parole che contano quando ci avviciniamo alla rete, per non fare brutta figura quando parliamo di un fatto che ci deve rendere orgogliosi. L’Italia è stato il quarto paese europeo a collegarsi alla rete delle reti.

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Repubblica: Il Foia cambierà, ecco come. Parola di Marianna Madia

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Il Foia cambierà, ecco come. Parola di Marianna Madia

Le commissioni di Camera e Senato sono orientate a sostenere le modifiche alla legge sulla trasparenza proposte dalle associazioni e fatte proprie dal ministro per la Pubblica Amministrazione

di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 19 Aprile 2016

IL GOVERNO corre ai ripari e annuncia importanti modifiche nel decreto sulla trasparenza noto come FOIA (Freedom of Informazione Act). Lo fa nella persona di Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione che, con un tweet prima, e con un post su Facebook dopo, prende l’impegno di modificare pesantemente la legge. Da quanto si apprende, le novità riguardano innanzitutto il meccanismo del silenzio-diniego e della soluzione stragiudiziale dei contenziosi: il primo tema riguarda il meccanismo per cui nella prima stesura della legge le pubbliche amministrazioni non sono tenute a motivare l’assenza di risposta verso i cittadini che chiedono di accedere agli atti, ai dati e ai documenti della PA; la seconda invece, dovrebbe rimuovere l’onere per i cittadini di pagare di tasca propria un avvocato e di appellarsi ai Tribunali Amministrativi Regionali nel caso in cui le loro richieste non vengano soddisfatte secondo la legge. Continua a leggere Repubblica: Il Foia cambierà, ecco come. Parola di Marianna Madia

Chefuturo! Lasciate stare gli hacker. Antenati di maker e startupper, sono loro i veri eroi della rivoluzione digitale

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Lasciate stare gli hacker. Antenati di maker e startupper, sono loro i veri eroi della rivoluzione digitale

Ecco come la cultura hands on dell’hacking e l’etica calvinista della cooperazione ci hanno dato la quarta rivoluzione industriale

Oggi si parla tanto di startup, makers e Internet e ci si scorda il contributo che a questi fenomeni hanno dato gli hacker di tutto il mondo. Un contributo di idee e di strumenti, tanto che possiamo dire che la stessa cultura di Internet è coeva alla cultura dell’hacking, come pure che i makers sono solo un altro nome che diamo agli hacker perché fa più fico.

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Chefuturo! Come funziona il nuovo 730 precompilato (in vigore da oggi)

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Come funziona il nuovo 730 precompilato (in vigore da oggi)

Con la dichiarazione precompilata dei redditi arriva la rivoluzione del fisco digitale e si può usare lo Spid

Da oggi, venerdì 15 aprile, sul sito dell’Agenzia delle Entrate saranno disponibili online i modelli precompilati per la dichiarazione fiscale. 30 milioni di contribuenti troveranno il modello 730 e quello Unico già pronti, e così arriva la rivoluzione digitale promessa anche nella dichiarazione dei redditi.

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Chefuturo! È morto Casaleggio, viva Casaleggio. Aveva sognato la democrazia elettronica per tutti i cittadini

Il guru digitale dei Cinquestelle è morto forse per un ictus. Le sue avanzatissime idee sulla comunicazione sono attuali più che mai

Gianroberto Casaleggio, ispiratore e leader dei Cinquestelle, è morto per un ictus nella notte del 12 aprile. L’inventore del movimento dei Cinque stelle era da tempo malato e i problemi cardiologici e vascolari negli ultimi tempi si erano acuiti.
A darne notizia il sodale Beppe Grillo e i parlamentari del Movimento, prima di tutti Roberto Fico. Padre di Davide, autore del libro Tu sei rete, è stato uno dei massimi teorici della comunicazione digitale che ha applicato con maestria alla costruzione di un movimento d’opinione che ha trovato nella rete il suo ambiente naturale di evoluzione. E proprio questo movimento d’opinione si è poi tradotto in un movimento politico che alle ultime elezioni ha conteso al PD il ruolo di primo partito del paese.

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Chefuturo! WhatsApp ha adottato la crittografia end to end, ma a che serve?

WhatsApp oggi ha adottato la crittografia end to end. Tutti i dispositivi su cui è installato il suo software quindi potranno godere di un livello di protezione aggiuntivo in grado di impedire la decodifica delle conversazioni da parte di occhi e orecchie indiscreti.

Adesso appena si manda un messaggio con WhatsApp appena sotto compare questa scritta “I messaggi che invii in questa chat e le chiamate sono ora protetti con la crittografia end-to-end“.

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Chefuturo! Cosa ci dice della nostra privacy l’FBI che cracca l’iPhone senza l’aiuto di Apple

“Il governo è riuscito ad accedere con successo ai dati dell’iPhone di Farook e per questo non ha più bisogno dell’assistenza di Apple”. Lo ha fatto sapere il dipartimento di Giustizia americano ritirando la richiesta rivolta ad Apple di realizzare una backdoor per accedere ai dati dell’iPhone in seguito a un mandato giudiziario.

Sappiamo quindi che l’FBI da oggi è in grado di violare i lucchetti dell’iPhone senza l’aiuto dell’azienda di Cupertino ma “con il contributo di un terzo soggetto” finora sconosciuto. E questo non vale solo per i contenuti dell’iPhone di Syed Farook, l’attentatore che a San Bernardino (CA) aveva fatto strage in una clinica, ma per tutti i 205 iPhone utili alle indagini criminali su cui sta lavorando il procuratore di Manhattan, Cyrus Vance, come lui stesso ha dichiarato in un’audizione al Congresso qualche giorno fa. E forse varrà anche per superare l’opposizione di Apple in altri 14 casi legali in discussione a cavallo tra California, Illinois, Massachusetts e New York.

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La Repubblica: Anonymous dichiara “guerra totale” a Trump

la-repubblica-it-logo15 marzo 2016

Anonymous dichiara “guerra totale” a Trump

Con un nuovo videocomunicato Anonymous ha dichiarato guerra totale a Donald Trump. L’operazione #OpTrump convoca tutti gli attivisti del web a posizionarsi dietro la tastiera e attaccare i siti del magnate immobiliare per il giorno 1 aprile. “Questa è una chiamata alle armi di tutti i combattenti per la libertà, agli esclusi, ai senza voce” e rivolto a Trump: “Dici solo quello che i tuoi ascoltatori vogliono sentire, ma tu non stai dalla parte di nessuno e ti interessa solo il tuo potere personale”. Appena dopo la pubblicazione del video, che ripercorre alcune delle gaffe del magnate, hanno diffuso una registrazione che dimostrerebbe di averne violato la segreteria telefonica, al cui interno sarebbero stati trovati tre messaggi di elogio da parte di famosi giornalisti televisivi

(a cura di Arturo Di Corinto)

 

Chefuturo! Ecco perché gli Anonymous hanno deciso di attaccare Donald Trump

chefuturo_logoEcco perché gli Anonymous hanno deciso di attaccare Donald Trump

Razzismo, sessismo, fascismo, in un nuovo video gli hacker attivisti annunciano vendetta contro il candidato alla Casa Bianca

Chi semina vento raccoglie tempesta. E stavolta sono gli Anonymous a promettere di scatenarla contro Donald Trump.

In un videocomunicato il collettivo di hacker e attivisti informatici ha dichiarato guerra totale al candidato repubblicano accusato di sessismo e di razzismo dai media di mezzo mondo.

Donald Trump, immobiliarista miliardario di New York che aveva prima aderito al partito democratico e poi a quello repubblicano è oggi il candidato favorito per il Grand Old Party nella corsa presidenziale. Divenuto celebre per i suoi modi diretti e populisti, si era guadagnato la fama come produttore e conduttore di The Apprentice, che aveva esordito anche nella tv pubblica italiana.

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Chefuturo! Internet non è nata come progetto militare, mettetevelo in testa

Chi di voi non ha mai sentito dire che Internet è nata da un progetto militare? L’avrete di sicuro sentito in un convegno, o in tv. Anche famosi giornalisti sono caduti nell’errore. E perseverano.

Però non è vero. Internet, la rete delle reti, è nata come un progetto di condivisione delle risorse scientifiche, accademiche e finanziarie della ricerca di base americana, finanziata da un’agenzia della Difesa ma senza l’obiettivo di essere usata a scopi militari.

In realtà Internet è il più grande progetto della storia basato sulla collaborazione di militari, accademici, hacker e industriali.

Ripercorriamone la storia. Era il 1957 quando il presidente Dwight David Eisenhower, l’uomo che da generale aveva guidato lo sbarco alleato in Normandia, preoccupato che l’America perdesse la supremazia tecnologica, e quindi economica, militare e politica dopo il lancio nello spazio del satellite russo Sputnik, decise di avviare un grande progetto di ricerca per contrastare la messa in campo di un milione di scienziati russi e ridare all’America il posto che le spettava. Continua a leggere Chefuturo! Internet non è nata come progetto militare, mettetevelo in testa

La Repubblica: Abbiamo un Foia, o forse no. “Ecco come possiamo migliorarlo”

la-repubblica-it-logoAbbiamo un Foia, o forse no. “Ecco come possiamo migliorarlo”

Le iniziative di decine di associazioni che si battono contro la curruzione, per la trasparenza e il diritto alle informazioni. Un decalogo, un video satirico e news

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 marzo 2016

IL FREEDOM of information Act-Foia è in dirittura d’arrivo, ma sono in 60 mila quelli che chiedono di migliorarlo attraverso una petizione online e una campagna video che è già diventata virale su Internet. Certo, dalla promessa fatta da Matteo Renzi al suo insediamento di dotare il nostro paese di una legge sulla trasparenza e contro la corruzione, uguale a quella dei paesi avanzati di tempo ne è passato, e non ce n’é più tanto. Il 20 gennaio 2016 Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto sull’accesso ai dati e ai documenti delle pubbliche amministrazioni che dovrebbe incarnare il Foia, all’interno della Legge Madia di Riforma della Pubblica Amministrazione (dlgs 124/2015) e che dovrebbe appunto favorire il controllo diffuso e dal basso dell’operato di politici, amministratori e imprenditori di Stato. Il 12 febbraio è stato finalmente reso pubblico il decreto approvato in via preliminare, ma ha lasciato più delusi che soddisfatti nonostante le rassicurazioni date dallo stesso Ministro Marianna Madia a Repubblica.

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La Repubblica: Dall’Icann alla comunità mondiale, la supervisione della rete sarà globale

la-repubblica-it-logoDall’Icann alla comunità mondiale, la supervisione della rete sarà globale

L’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ha consegnato nelle mani del governo americano il progetto che decentralizza alcune funzioni cruciali per il funzionamento della rete

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 marzo 2016

“OGGI abbiamo concretizzato l’opportunità di fare dell’Icann un’autorità indipendente e internazionale, per governare direttamente le nostre risorse”. Con queste parole del presidente uscente di Icann, Fadi Chehade, pronunciate in conferenza stampa, si è chiuso il 55esimo meeting di Icann in Marocco, un vertice che ha avviato la fine della supervisione Usa sul funzionamento di Internet come avevamo preannunciato ieri. Oggi è stata infatti consegnata nella sua formulazione finale la proposta di trasferimento alla comunità Internet mondiale delle funzioni Icann controllate dalla National Communication Administration americana. Un passaggio di consegne noto come “Transizione Iana” proprio perché si riferisce alla cessione del controllo delle funzioni relative alla gestione delle risorse in rete e al loro corretto indirizzamento. L’ha fatto uno dei padri fondatori di Internet, il presidente del board di Icann Stephen D. Crocker, consegnando il progetto nelle mani del governo americano. Entra quindi nella fase cruciale un processo cominciato nel 1998. La proposta, quando verrà approvata diventerà, diventerà operativa dal 30 settembre 2016, sancendo di fatto la fine della supervisione Usa sul funzionamento di Internet.

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La Repubblica: Dagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

la-repubblica-it-logoDagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

A Marrakech, in Marocco, l’ente incaricato di supervisionare la “rubrica” di internet sta per annunciare il passaggio di mano dagli Usa alla comunità globale. Al termine di un percorso tutt’altro che facile

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Marzo 2016

UN PERCORSO lungo e tormentato, durato quasi 10 anni. Ma domani, dal 55esimo meeting di Icann in Marocco, arriverà a meno di sorprese la più grande novità della gestione della rete Internet dalla sua nascita: gli Stati Uniti sono pronti a cedere il controllo della gestione dei domini Internet che detiene con l‘Icann. In tutto con effetti ancora imprevedibili. Di questo passaggio di consegne si parla dall’epoca del World Summit di Tunisi del 2005, ma è solo da due anni che la comunità mondiale ha cominciato a elaborare una proposta per assicurare la transizione, allo scopo di affidare la gestione degli indirizzi Internet alla comunità internet globale e non più a un ente no profit sotto la supervisione degli Stati Uniti come è accaduto finora con l’Icann. Continua a leggere La Repubblica: Dagli Usa al mondo, l’Icann pronta a cedere la gestione degli indirizzi web

La Repubblica: Con gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

la-repubblica-it-logoCon gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

Si può approfondire Dante o analizzare la Costituzione, sapere qual è la farmacia più vicina oppure a che punto si trova il cantiere di una grande opera pubblica. Perciò oggi si festeggia anche in Italia l’Open Data Day

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Marzo 2015

CON gli open data si possono fare tante cose, come imparare la divina commedia o la Costituzione? O trovare la farmacia più vicina o il cantiere di una grande opera pubblica. Basta l’ingegno dei singoli per riuscirci. Come quello di Francesco Piero Paolicelli,  un programmatore italiano, consulente del Comune di Lecce per l’innovazione tecnologica, che ha creato, con la collaborazione di altri esperti, @divinacommediabot, un automa che serve a studiare la Divina Commedia e che può essere interrogato per parola chiave, per esempio “Ugolino” per sapere in che Canto si trova. Continua a leggere La Repubblica: Con gli open data e Telegram si possono studiare la divina commedia e la Costituzione

Chefuturo! Come funziona la ricetta elettronica e perché impedirà (forse) truffe e sprechi sanitari

chefuturo_logoCome funziona la ricetta elettronica e perché impedirà (forse) truffe e sprechi sanitari

Ecco in chiaroscuro i vantaggi della dematerializzazione delle prestazioni mediche e farmaceutiche

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 1 marzo 2016

Dal primo marzo 2016 i medici possono compilare online la loro ricetta. L’hanno chiamata ricetta elettronica e va in parte a sostituire la vecchia ricetta rossa con cui ci scalavano il ticket in farmacia o prenotavamo una visita specialistica. Obiettivo della ricetta elettronica online è di rendere immediate le prescrizioni mediche e l’erogazione dei farmaci eliminando i supporti cartacei con l’obiettivo dichiarato di tenere sotto controllo la spesa farmaceutica del sistema sanitario nazionale. Continua a leggere Chefuturo! Come funziona la ricetta elettronica e perché impedirà (forse) truffe e sprechi sanitari

Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

chefuturo_logoDai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks
Il sito anticorruzione creato da Julian Assange scuote l’Italia rivelando lo spionaggio della NSA ai danni dei nostri politici

di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 24 febbraio 2016

Silvio Berlusconi sarebbe stato intercettato dalla potentissima National Security Agency nei mesi precedenti alle sue dimissioni come Presidente del consiglio, nel novembre del 2011. Questa rivelazione ha convinto il suo partito, Forza Italia, a chiedere con forza una commissione d’inchiesta per appurarne la veridicità. In estrema sintesi le intercettazioni delle telefonate dell’ex premier e del suo staff diplomatico divenute di dominio pubblico da poche ore, proverebbero, secondo l’accusa, l’esistenza di una cospirazione per scalzare Berlusconi e i suoi alleati dal governo del paese con la complicità di banche e governi europei.

Mentre la notiza ha provocato un discreto sconquasso nei media e mella politica italiani, stavolta nessuno, tantomeno i giornali dell’ex premier, denuncia la scorrettezza di chi ha originato tali rivelazioni: Wikileaks. Continua a leggere Chefuturo! Dai crimini di guerra alle rivelazioni su Silvio Berlusconi, perché il mondo ha bisogno di Wikileaks

La Repubblica: Hacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

la-repubblica-it-logoHacking di Stato, i consigli di Amnesty per difendersi

Dall’organizzazione internazionale che si batte per i diritti umani nel mondo gli strumenti per proteggere la propria privacy online (e difendersi contro la sorveglianza di massa)

a cura di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 febbraio 2016

Amnesty International, nell’ambito della campagna di denuncia sull’hacking di stato ai danni di oppositori e dissidenti, ha realizzato questa breve miniguida per le comunicazioni online sicure. Toll e app per telefonare, chattare, spedire email, file e video in sicurezza. I cinque tool indicati da Amnesty sono stati progettati per la comunicazione sicura e sono un’alternativa semplice e gratuita a quelli che si usano regolarmente. Con un’avvertenza importante: “Nessuno strumento di comunicazione è sicuro al 100% ed esiste un’infinità di modi per intercettare o registrate ogni forma di comunicazione da parte di governi ed agenzie spionistiche. Se sei un giornalista o un attivista, dovresti considerare che questi tool sono solo parte di un piano di sicurezza personale e organizzativa più ampio. Inoltre non sono gli unici strumenti è possibile imaprare di più dal Tactical Technology Collective e dal vademecum della Electronic Frontier Foundation.
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La Repubblica: Amnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

la-repubblica-it-logoAmnesty: “Basta con l’hacking di Stato, denunciamolo”

Una nuova campagna per la sicurezza di attivisti e giornalisti che usano smartphone e pc, sempre più spesso obiettivo di mercenari e hacker di regime

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2016

INTRUFOLARSI nei computer degli attivisti per i diritti umani è una pratica comune degli Stati canaglia. A dirlo è uno studio di Amnesty international che dopo aver elencato numerosi casi di hacking di stato, avverte che tenere nascoste queste intrusioni è peggio che subirle. Molte Ong infatti, per evitare il panico tra gli stessi attivisti tengono le intrusioni nascoste e quel che è peggio non si preparano a evitarle per il futuro.

I CONSIGLI DI AMNESTY PER DIFENDERSI

L’hacking di stato colpisce invariabilmente giornalisti, cooperanti, attivisti, avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani. Prove e denunce di intrusioni verso obiettivi civili da parte del governo cinese sono venute da Google, Adobe, Yahoo e Symantec. Molte sono state dirette specificamente verso Ong impegnate in Tibet e così via. Non si contano poi i casi riportati in Russia sopratutto dagli attivisti per i diritti gay e la difficile situazione in Egitto dove molti attivisti sono spariti proprio prima dell’anniversario delle manifestazioni di piazza Tahrir nel 2011, oggi tornata alla ribalta per la scomparsa del nostro connazionale Giulio Regeni.

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La Repubblica: Ecco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

la-repubblica-it-logoEcco il Freedom of information Act: più trasparenza con la PA ma mancano le sanzioni

Ecco il testo del decreto del Freedom of Information Act italiano. Un chiaro tentativo di equilibrare gli interessi delle amministrazioni e dei cittadini, ma le molte eccezioni lo renderanno difficilmente praticabile se rimarrà così com’è

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 febbraio 2016

ABBIAMO un Foia. L’Italia ha finalmente una legge per la trasparenza amministrativa e contro la corruzione. Quello che Matteo Renzi aveva promesso nel giorno del suo insediamento due anni fa, lo ha fatto il ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia nella legge di riforma che riorganizza la pubblicità, la trasparenza e la diffusione di informazioni da patte delle amministrazioni pubbliche. Nel provvedimento infatti è introdotta una nuova forma di accesso civico ai dati e ai documenti pubblici, quella che nei paesi anglosassoni chiamano Freedom of information act o Foia.

Leggi la bozza definitiva del Foia (in Pdf)

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La Repubblica: Tutti gli uomini del digitale di Renzi

la-repubblica-it-logoTutti gli uomini del digitale di Renzi

Con la nomina di Diego Piacentini a commissario di Governo per il digitale e l’innovazione in Italia si va a completare il team del premier. Vediamo su quali elementi può e potrà contare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 febbraio 2016

La notizia è di quelle forti: il braccio destro di Jeff Bezos, l’italiano Diego Piacentini, molla Amazon per assumere il ruolo di Commissario di governo per il digitale e l’innovazione in Italia a partire dall’agosto del 2016. Lavorerà pro bono, ovvero senza compenso, lui che guadagnava, secondo Bloomberg, sei milioni di dollari all’anno. La sua nomina di Piacentini testimonia dell’interesse del premier nel dare la spinta definitiva all’evoluzione digitale dell’amministrazione e dell’economia italiane, considerando le riconosciute competenze di Piacentini che ha vissuto gran parte della sua vita in America e che oggi torna “per restituire al proprio paese quello che gli è stato dato”. Ma ha anche un altro significato: mostra la necessità che Renzi ha di mettere a sistema le diverse inziative del governo su digitale e dintorni. Un ambito di azione che, pur con tante caselle occupate, e iniziative avviate, vede il governo procedere in maniera disomogenea con critiche sia da destra che da sinistra.