La Repubblica: Iran vs Usa, la cyberguerra è solo agli inizi

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Iran vs Usa, la cyberguerra è solo agli inizi

Attaccate banche iraniane e siti governativi americani. Mentre decelera l’escalation militare, la guerra fredda cibernetica sta diventando calda a colpi di DDoS e defacement. Cosa è accaduto finora e cosa potrebbe accadere

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Gennaio 2019

LA BANCA iraniana Sepah ieri è stata sotto attacco per diverse ore. A causa di un DDoS, un attacco da negazione di serivizio in gergo informatico, un attacco condotto per fare collassare il sito web bersaglio di innumerevoli richieste di accesso da parte di un’orda di computer zombie, una botnet, precedentemente infettati e comandati da remoto. Autore dell’attacco sarebbe il gruppo Prizraky, che dalle verifiche di Repubblica rimanda a un sedicenne brasiliano pro-Trump che in chat ha dichiarato di essere un simpatizzante del presidente Bolsonaro e che con questa sua azione ha voluto dimostrare che “se gli americani devono temere attacchi dall’Iran, anche l’Iran deve temere attacchi cibernetici nei suoi confronti”. Mentre scriviamo il sito web della banca è ancora irraggiungibile dall’Italia. Ma potrebbe semplicemente aver alzato le difese deviando il traffico straniero per proteggersi. In ogni caso siamo dinanzi a un segnale da non sottovalutare affatto. Che succederebbe se sull’onda dell’emozione ogni hacker in erba cominciasse la sua cyberguerriglia personale? Continua a leggere La Repubblica: Iran vs Usa, la cyberguerra è solo agli inizi

Il Manifesto: Benedetto aveva i piedi nella strada e la testa nella tecnologia

Benedetto aveva i piedi nella strada e la testa nella tecnologia

Ciao Benedetto. Dalle periferie cyberpunk alle tiranniche tecnologie di sorveglianza del capitalismo immateriale, il manifesto ha raccontato negli anni le evoluzioni enormi delle tecnologie

di ARTURO DI CORINTO  per Il Manifesto del 9 Gennaio 2019

Il giorno in cui bussai al manifesto chiedendo di scrivere per il giornale, fu Benedetto Vecchi ad aprirmi la porta. Avevo 27 anni, studiavo psicologia cognitiva e frequentavo il Forte Prenestino.

Con fare reverenziale verso il «caporedattore della Cultura» del giornale che leggevo ogni mattina, mi rivolsi a Benedetto dicendogli che non mi convinceva il modo in cui il manifesto trattava la tecnologia: «C’è poco Movimento», gli dissi. Intendevo dire che il giornale non si occupava abbastanza di quello che accadeva nelle periferie del cyberspace.

All’epoca con i compagni del collettivo gestivamo un Bulletin Board System (BBS, una bacheca informativa elettronica) e avevamo allestito un laboratorio hacker proprio nel centro sociale occupato di Centocelle.

Quando Internet e il web non erano ancora arrivati alle masse, era il 1994, già discutevamo nei forum online di droghe, Aids, copyright, brevetti e diritti digitali. Discutevamo del futuro di Internet e insegnavamo a tutti a mandare email, scrivere in Html e farsi un sito web. Continua a leggere Il Manifesto: Benedetto aveva i piedi nella strada e la testa nella tecnologia

AGI: Gli Usa sono in allarme rosso per i cyberattacchi iraniani.

Gli Usa sono in allarme rosso per i cyberattacchi iraniani.

La Cisa, agenzia per la sicurezza delle reti, chiede a chiunque, nel settore pubblico e privato, di aumentare l’attenzione verso qualsiasi azione possa indicare un minaccia iraniana nel cyberspazio

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 7 Gennaio 2019

L’agenzia americana per la sicurezza delle reti e delle infrastrutture, Cisa, ha diramato l’allarme rosso. A seguito delle tensioni con l’Iran di Khamenei causate dall’uccisione del generale Qassem Soleimani su ordine di Trump, adesso si temono attacchi cibernetici da parte della repubblica islamica.

Allarme che acquista particolare significato dopo l’inondazione di Twitter con messaggi anti Trump, la compromissione di centinaia di siti web americani e la violazione della Libreria Federale attraverso cui il governo diffonde gratis le proprie pubblicazioni. Il suo magazzino digitale era stato defacciato sabato scorso e l’homepage sostituita con l’immagine del presidente Trump preso a pugni mentre versa sangue dalla bocca, rivendicato da un presunto gruppo di hacker iraniani. Continua a leggere AGI: Gli Usa sono in allarme rosso per i cyberattacchi iraniani.

Affari Italiani: Usa, timori di una rappresaglia cibernetica iraniana

Usa, timori di una rappresaglia cibernetica iraniana

Perché il cybercommand USA invita tutti a essere pronti

di ARTURO DI CORINTO per Affari Italiani del 7 Gennaio 2019

L’immagine manipolata del presidente Usa Donald Trump preso a pugni in faccia e che sanguina dalla bocca, insieme a un messaggio che vanta la forza cibernetica dell’Iran, è apparsa brevemente sul sito web della Biblioteca federale americana nella giornata di sabato. La firma? “Hacked by Iran Cyber Security Group Hackers. Questa è solo un esempio delle abilità informatiche dell’Iran! Siamo sempre pronti”.

Sono però centinaia i siti americani defacciati per rappresaglia dopo l’uccisione del generale e uomo politico Qassem Soleimani da un drone americano. Si tratta di siti minori, gestiti da privati, turistici, commerciali o relativi a servizi ed eventi legati a salute e medicina (https://www.e-cwellness.com/, https://discerningreader.com/, etc). Continua a leggere Affari Italiani: Usa, timori di una rappresaglia cibernetica iraniana

AGI: La rappresaglia cibernetica iraniana dopo il raid Usa

I timori di una rappresaglia cibernetica dopo l’uccisione del generale Soleimani da parte di un drone americano cominciano a concretizzarsi. Sono almeno 150 i siti americani finora defacciati dai sostenitori del regime degli Ayatollah. Così da stamattina il conflitto tra Usa e Iran suscita un timore in più, quello di un’escalation militare nel cyberspace.

Per alcuni l’allarme sarebbe concreto proprio a causa del modus operandi degli hacker di stato islamici che avrebbero già infiltrato le infrastrutture critiche dell’avversario e di potenziali altri bersagli alleati degli Stati Uniti. Questi hacker, noti come Minacce avanzate persistenti (APT, Advanced Persistent Group), proprio per la tecnica che usano di infiltrare i sistemi e stare quieti fino al momento giusto per un attacco, sono quelli che preoccupano di più gli analisti. Continua a leggere AGI: La rappresaglia cibernetica iraniana dopo il raid Usa

Rainews24: Intervista ad Arturo Di Corinto su guerra cibernetica

Rainews24: Intervista ad Arturo Di Corinto su guerra cibernetica

13 Gennaio 2020

Crescono i timori di un attacco cibernetico verso gli Usa come rappreseglia per l’omicidio mirato del generale iraniano Qassem Soleimani a Baghdad.

Rainews24 intervista il professore Arturo Di Corinto sugli indizi di una guerra cibernetica.

“Non ci saranno rappresaglie militari  immediate, sappiamo che alcuni cani sciolti hanno defacciato 150 siti americani.” e continua “Gli iraniani non hanno le stesse capacità di guerra elettronica degli Stati Uniti, ma nel passato hanno prodotto molti danni e sappiamo che si sono infiltrati in dogane, aeroporti e univeristà dei paesi vicini.”

 

Il Manifesto: La dataveglianza può essere sconfitta

La dataveglianza può essere sconfitta

Hacker’s Dictionary. App, social e servizi web succhiano i nostri dati senza che ne accorgiamo e li trasformano in valore sorvegliando i comportamenti quotidiani

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 2 Gennaio 2020

La dataveglianza può essere sconfitta, almeno in parte. Le piattaforme digitali che ci offrono tutti quei servizi online in cambio dei nostri dati non sono i mostri imbattibili che i lobbysti ci hanno fatto credere.

Se non gli dai da mangiare, «il mostro» muore. Certo, ci vuole consapevolezza. Ma d’altra parte sarebbe ridicolo tuonare contro il capitalismo delle piattaforme, la sorveglianza dei consumi e il furto di dati e non fare neppure uno sforzo per smarcarsi dal controllo dei big player della rete.
Secondo uno studio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’accumulo di dati per realizzare pubblicità personalizzate vale 21 euro l’anno per Facebook, 11 per Instagram, 37 per Google, 10 per Youtube. A persona. Ed è solo una media. Continua a leggere Il Manifesto: La dataveglianza può essere sconfitta

Il Fatto Quotidiano: Digitale, presentato il piano di innovazione. Bello, ma senza soldi sarà difficile realizzarlo

Digitale, presentato il piano di innovazione. Bello, ma senza soldi sarà difficile realizzarlo

di ARTURO DI CORINTO per Il Fatto Quotidiano del 21 Dicembre 2019

2025. Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese: sembrava il solito annuncio, invece il piano quinquennale di Paola Pisano, ministro dell’Innovazione, è molto bello, almeno a parole. E recupera, senza dirlo, l’idea dell’innovazione semplice, su cui sono stati sviluppati i progetti precedenti della Presidenza del Consiglio, dei digital champions, del team per la trasformazione digitale e del consigliere per l’innovazione di Renzi, Paolo Barberis.

La visione, come dice il piano, abbraccia tre sfide: digitalizzazione, innovazione e sviluppo etico e sostenibile, descritte attraverso nove obiettivi che prendono forma con le prime venti azioni “pratiche e fattibili per accompagnare la Pubblica Amministrazione, le aziende, il nostro Paese e noi cittadini nel futuro che abbiamo immaginato.” Nel piano il ministro si impegna ad aggiornare questa vision ogni 4 mesi per verificare lo stato di sviluppo delle azioni, l’inserimento di quelle nuove e il loro status rendendole pubbliche, affinché chiunque possa dare il suo contributo in collaborazione con gli enti coordinati da una cabina di regia con i Comuni, le Regioni, le agenzie centrali e locali e i soggetti privati. Continua a leggere Il Fatto Quotidiano: Digitale, presentato il piano di innovazione. Bello, ma senza soldi sarà difficile realizzarlo

Il Manifesto: La sorveglianza commerciale sul web usa il fingerprinting

La sorveglianza commerciale sul web usa il fingerprinting

Hacker’s Dictionary. Quando navighiamo in rete la pubblicità ci insegue grazie a una serie di tecniche che permettono di conoscere molte informazioni su di noi

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 19 Dicembre 2019

Cosa direste se qualcuno vi seguisse di negozio in negozio durante lo shopping natalizio? E se poi guardasse dentro le buste della spesa e nel portafoglio, fino a sbirciare patente e carta di identità? Probabilmente vi arrabbiereste. Eppure è quello che succede con il fingerprinting, una tecnica di tracciamento dei comportamenti online basata sull’analisi dei dati che ci lasciamo dietro quando usiamo web e app. Una volta ci preoccupavamo dei cookies, usati per memorizzare le abitudini degli utenti durante la navigazione, ma questo è peggio. In fondo la presenza dei cookies è regolata per legge e possiamo distruggerli alla fine di ogni sessione web. Il fingerprint, l’impronta digitale, invece è una scatola nera. Continua a leggere Il Manifesto: La sorveglianza commerciale sul web usa il fingerprinting

Il Manifesto: Le fake news sono più resistenti dei virus

Le fake news sono più resistenti dei virus

Hacker’s dictionary. Un nuovo software dimostra che le persone utilizzano le fake news per affermare il proprio punto di vista, imitare gli amici e ottenere un vantaggio nel gruppo di appartenenza

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 12 Dicembre 2019

Che si tratti di disinformazione o propaganda, la manipolazione delle informazioni è destinata a continuare per tutto il 2020, sopratutto in concomitanza delle elezioni. Ne è convinta l’azienda europea di cybersecurity Eset che annovera tra i pericoli maggiori del prossimo anno l’ascesa di fake news e deep fake per danneggiare la reputazione di personaggi popolari e influenzare l’opinione pubblica. Il rischio dei deep fake sarebbe anche maggiore. La tecnica consente di usare l’intelligenza artificiale per sovrapporre in un video un volto diverso dal viso reale di una persona creando così uno scambio di identità o mettergli in bocca falsità e danneggiare la reputazione di vip e aziende, interferire nelle politiche nazionali e internazionali e fornire un nuovo strumento di propagazione delle fake news. Continua a leggere Il Manifesto: Le fake news sono più resistenti dei virus

Convegno: La comunicazione politica nell’ecosistema dei media digitali

La comunicazione politica nell’ecosistema dei media digitali

Convegno dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica (AssoComPol)

Milano | Università degli studi di Milano | 12-14 Dicembre

Sabato 14 Dicembre
(Sala Lauree – Via Conservatorio, 7)

09.30 – 10.30: 20 anni della rivista ComPol – Consegna Premi ComPol 2019

10.30 – 12.00: Dibattito Troll, meme e bot. Una sfida algoritmica alla politica?”

Coordina: Lorenzo Mosca (Università degli Studi di Milano)

partecipano:

  • Giovanni Boccia Artieri (Università degli Studi di Urbino)
  • Arturo di Corinto (giornalista de La Repubblica)
  • Alberto Marinelli (Università di Roma-Sapienza)

La Repubblica: L’Italia a prova di hacker: riuscito il primo test di comunicazione quantistica

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L’Italia a prova di hacker: riuscito il primo test di comunicazione quantistica

I ricercatori del Cnr, Inrim e dell’Università Tecnica danese hanno testato una rete in fibra ottica per la comunicazione al sicuro dai cyberattacchi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 Dicembre 2019

L’Italia avrà una rete nazionale di comunicazione quantistica, capace di garantire la privacy degli utenti e la sicurezza dei dati. Questa rete sarà a prova di cyberattacchi, dicono i ricercatori. Gli scienziati dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr e del Lens di Firenze, dell’Inrim di Torino e dell’Università Tecnica della Danimarca, hanno infatti testato con successo un sistema sicuro di comunicazione quantistica utilizzando come canale di trasmissione una fibra ottica installata nell’area metropolitana di Firenze. Le informazioni hanno viaggiato lungo una porzione di 40 chilometri della dorsale in fibra ottica realizzata dall’Inrim, che si estende per 1.800 chilometri da Torino a Matera.
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Il Manifesto: L’intelligenza artificiale contro attacchi e cybertruffe

L’intelligenza artificiale contro attacchi e cybertruffe

Hacker’s dictionary. Le cybertruffe ai manager vedono l’Italia al secondo posto dopo gli Usa per numero di attacchi. L’intelligenza artificiale però può aiutarci a riconoscerli in tempo

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 5 Dicembre 2019

L’Italia è il secondo Paese al mondo più colpito dalla “Truffa del Ceo”, il Chief executive officer che dirige le aziende. Secondo l’ultimo rapporto di Trend Micro Research al primo posto ci sono gli Stati Uniti con il 26% di attacchi e subito dopo l’Italia con il 21,8%, quindi l’Australia (12,4%), il Regno Unito (8,8%), e la Nuova Zelanda (4,1%).

La truffa del Ceo, conosciuta anche come Bec o Business Email Compromise, è un attacco nel quale il cybercriminale impersonifica via email un manager aziendale per fargli trasferire ingenti somme di denaro a un destinatario illegittimo. È successo a un dirigente di Confindustria indotto a spostare 500mila euro su un conto sbagliato a causa di una email rubata. Per contrastare questo tipo di truffe Trend Micro ha creato una soluzione basata sull’Intelligenza Artificiale (IA) in grado di catalogare lo stile di scrittura di un utente, utilizzando più di 7.000 parametri, per attestarne la veridicità. Continua a leggere Il Manifesto: L’intelligenza artificiale contro attacchi e cybertruffe

Il Manifesto: Stalkerware e violenza domestica, diciamo basta

Stalkerware e violenza domestica, diciamo basta

Hacker’s dictionary. Il 25 novembre viene inaugurato il sito stopstalkerware.org. L’idea nasce da una coalizione di che si prefigge di tutelare la privacy di tutti ma in particolare quella di donne e adolescenti

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 21 Novembre 2019

Germania, Italia e Gran Bretagna sono i tre paesi che guidano la classifica europea della diffusione degli stalkerware. In parole semplici, si tratta di software che consentono di spiare altre persone, ad esempio monitorando i loro messaggi, le chiamate, e la posizione Gps, nella più completa segretezza.

Uno stalkerware può venire sfruttato per abusare della privacy del proprio partner, vendicarsi di una relazione finita male o molestare i colleghi, installando un’applicazione sullo smartphone o il tablet della vittima designata. A quel punto, lo stalker avrà accesso a una serie di dati personali senza la necessità di trovarsi in prossimità della vittima. Continua a leggere Il Manifesto: Stalkerware e violenza domestica, diciamo basta

Legal Tech Forum 2019

Legal Tech Forum: tra nuove tecnologie e novità normative

Bologna, 15 novembre 2019
Opificio Golinelli

Kopjra ha ideato e organizza Legal Tech Forum, conferenza su tematiche connesse alle tecnologie legali, che riunisce i principali attori del panorama italiano.

L’edizione di quest’anno vedrà il coinvolgimento di alcuni tra i relatori più influenti del settore e sarà focalizzata sui seguenti argomenti: Artificial Intelligence, Big Data, Blockchain, Digital Forensics, Internet of Everything, Legal Design e Regulatory Technology.

MODERATORE: Dott. Arturo Di Corinto

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Il Manifesto: Il partito laburista sotto attacco informatico

Il partito laburista sotto attacco informatico

Hacker’s Dictionary. Due intrusioni prendono di mira il Labour. Secondo gli analisti non sarà l’ultimo. Allarme per le elezioni in Europa

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 14 Novembre 2019

Per il Partito Laburista inglese è stato un brutto inizio di settimana. Lunedì è stato attaccato il sito attraverso il quale i simpatizzanti contribuiscono alla campagna elettorale e il giorno dopo un DDoS, un attacco da negazione di servizio, ha colpito il suo sito principale con lo scopo di metterlo offline. «Labor Connects», uno strumento per gli attivisti per la progettazione e la stampa di materiali, è stato «chiuso per manutenzione» martedì mattina, giorno degli attacchi DdoS.
Jeremy Corbin, il capo del partito, ha definito «molto sospetti» e «pericolosi» questi attacchi sotto elezioni.

Il 12 dicembre infatti i laburisti cercheranno di vincerle contro i conservatori di Boris Johnson aprendo eventualmente un altro scenario intorno alla Brexit, forse con la proposta di un nuovo referendum per scongiurarla. La notizia degli attacchi è stata confermata dal Cyber Security Centre inglese e una fonte laburista ha affermato che gli attacchi provenivano da computer in Russia e Brasile. Tuttavia di fronte alle accuse sollevate dal Times di una fuga di dati sensibili dei donatori del partito, Nial Sookoo, responsabile delle campagne elettorali, in un lettera agli iscritti ha dichiarato che «Ognuno di questi tentativi è fallito grazie ai nostri solidi sistemi di sicurezza. È stata difesa l’integrità di dati e piattaforme». Continua a leggere Il Manifesto: Il partito laburista sotto attacco informatico

Convegno: I 50 anni di Arpanet: dal conflitto nucleare alla rete pervasiva

Tavola rotonda: “I 50 anni di Arpanet: dal conflitto nucleare alla rete pervasiva”
domenica, 10 Novembre 2019 – ore 14:00
Sede Centrale del Politecnico di Torino – Aula 2
Sono passati 50 anni dal 1969 in cui è nata Arpanet il precursore di Internet e in 50 anni la Rete delle Reti ha cambiato il mondo. Arpanet è stato un progetto ideato in pieno periodo di Guerra Fredda, che si è poi trasformato in un importante strumento di crescita pacifica per il mondo civile. In Europa Internet è arrivata in una seconda fase. In Italia è stato creato il GARR con l’obiettivo di creare una rete delle reti universitarie.

Con Claudio Allocchio (GARR)

Elia Bellussi (Mupin)

Vittorio Bertola (Open-Xchange)

Andrea Casalegno (Top-IX)

Convegno: La rete degli apocalittici e degli integrati, tra ribellione, anarchia, controllo e paura

MicroEditoria 8-9-10 Novembre 2019

UNA GRANDE FLESSIBILITÀ NEL GENERARE CASINI

SABATO 9 NOVEMBRE

LA RETE DEGLI APOCALITTICI E DEGLI INTEGRATI, TRA RIBELLIONE, ANARCHIA, CONTROLLO E PAURA

Con ARTURO DI CORINTO psicologo cognitivo, esperto di Internet, nuove tecnologie e comportamenti sociali, docente universitario, ha collaborato con Rai, con la Presidenza del Consiglio, con la Regione Lazio, con l’Università La Sapienza di Roma, ha avuto incarichi come ricercatore per le Nazioni Unite. Collabora con testate come La Repubblica, Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano e AGI. Ha scritto numerosi testi, tra cui un testo sugli hacker, e ha girato un film sull’Open Source e il Free Software.

RICCARDO MEGGIATO ex programmatore d’intelligenza artificiale, esperto di sicurezza informatica, consulente in digital forensics di fama internazionale, fotografo, giornalista e scrittore, collabora per le più prestigiose riviste (Wired, Rolling Stone, GQ, Panorama e Corriere della Sera), ha all’attivo oltre venticinque best-seller ed è una presenza costante nei principali talk-show e programmi televisivi e radiofonici, dove parla del mondo digitale e dei suoi pericoli. Intervista a cura di Anna Giunchi.
(Durata 50‘)

Il Manifesto: Caro hacker, ma quanto mi costi?

Il Manifesto: Caro hacker, ma quanto mi costi?

Hackers’ Dictionary. HackerOne, azienda di cybersecurity ha calcolato che i danni causati dalle vulnerabilità di software e sistemi potrebbero costare un decimo se individuati in tempo con un programma di Bug bounty

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 7 Novembre 2019

A causa dell’attacco informatico NotPetya (variante di Wannacry), il gigante farmaceutico Merck l’anno scorso ha dovuto iscrivere nei libri contabili la perdita di 1 miliardo di dollari. Questo è uno dei motivi per cui le aziende temono i cyberattacchi, ma quando ne sono colpite lottano per non farlo sapere.
In Italia la banca Unicredit ha denunciato pochi giorni fa la violazione dei dati di 3 milioni di suoi clienti avvenuta pare nel 2015.

Che significa? Significa che un cyberattacco costa molto denaro e non può essere nascosto per sempre. Le violazioni dei dati possono costare alle aziende milioni di danni e multe ogni anno, oltre a avere un impatto devastante sulla fiducia, la reputazione e le finanze dei clienti. Continua a leggere Il Manifesto: Caro hacker, ma quanto mi costi?

Salone dei Pagamenti: Open Banking, open risk?

Salone dei Pagamenti

Giovedì 07 novembre 2019
14:00 – 15:00 Sala Blu
Privacy & Sicurezza

Sessione – Open Banking, open risk?
Moderatore
Arturo Di Corinto. Giornalista La Repubblica

L’Open Banking è ufficialmente diventato realtà il 14 settembre 2019, portando con sè un mondo di aspettative sulle nuove opportunità che si apriranno ma al contempo molte incertezze sui possibili nuovi rischi. L’entrata in gioco di nuovi soggetti che si innesteranno nel rapporto storicamente biunivoco tra banca e cliente, così come l’utilizzo sempre più diffuso di piattaforme tecnologiche innovative, lancia una serie di nuove sfide a chi si occupa di cyber security con l’obiettivo di tutelare innanzitutto il cliente, ma anche gli asset delle aziende. L’obiettivo della sessione sarà far emergere i principali punti di attenzione e le strategie più efficaci volte ad evitare che i nuovi flussi e le nuove piattaforme non siano “open” anche per chi ha intenti criminali.

Relatori:

Marc Bertogliati, Sales Director, Issuers (EMEA) Ethoca
Matteo Galimberti, Senior Manager KPMG
Alessandro Menna, Cybersecurity Lead Capgemini

La Repubblica: Facebook: cento sviluppatori hanno avuto accesso ai dati personali degli utenti dai Gruppi

Cambridge Analytica sembra non aver insegnato niente a Facebook. All’indomani dell’annuncio del nuovo logo colorato per identificare l’intera azienda e i suoi prodotti come WhatsApp, Instagram e Messenger, il social ha dovuto ammettere un nuovo grave incidente di sicurezza. In un blog post sul sito del gruppo Konstantinos Papamiltiadis, direttore del programma per gli sviluppatori di Facebook ha ammesso che circa cento sviluppatori di app potrebbero “aver erroneamente avuto accesso ai dati dei propri utenti in determinati gruppi di Facebook, inclusi i loro nomi e le foto del profilo”. Gli sviluppatori coinvolti si occuperebbero di programmare le app di gestione per social media e streaming video che consentono agli amministratori di gestire i propri gruppi in modo più efficace e aiutare i membri a condividerne i video stessi. Continua a leggere La Repubblica: Facebook: cento sviluppatori hanno avuto accesso ai dati personali degli utenti dai Gruppi

La Repubblica: È il 5 novembre, Anonymous va all’attacco della politica

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È il 5 novembre, Anonymous va all’attacco della politica

Nella ricorrenza della congiura delle polveri, hanno bucato la rete della Camera dei deputati, quella della prefettura di Napoli, l’ordine degli avvocati di Arezzo, Grosseto e Perugia, l’agenzia per l’Ambiente in Abruzzo e Puglia e molti altri siti. “Con le nostre azioni non cerchiamo di cambiare il mondo, ma dare una voce a quelle persone che non vengono mai ascoltate”

di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica del 5 Novembre 2019

HANNO bucato la prefettura di Napoli, l’ordine degli avvocati di Arezzo, Grosseto e Perugia, l’agenzia per l’Ambiente in Abruzzo e Puglia e molti altri siti. Gli anonymous italiani per celebrare la ricorrenza del 5 novembre – la data della Congiura delle polveri che ha prodotto la maschera di Guy Fawkes divenuta celebre col film V per Vendetta –  hanno reso pubblici i dati relativi a enti e istituzioni dei quali hanno violato centinaia di database. Con una novità, la distribuzione dei filmati di alcuni apparati di sorveglianza privati che immortalano diversi momenti di vita dentro e fuori i palazzi del centro di Roma, tra questi il Pantheon. Gli hacker hanno anche rivendicato un attacco informatico alla Camera dei deputati ma i responsabili del sito istituzionale negano che sia avvenuta un’intrusione nel loro sistemi. Continua a leggere La Repubblica: È il 5 novembre, Anonymous va all’attacco della politica

Bancaforte: Open Banking, Open Risk?

Le opportunità e i rischi dell’open banking, i timori del cybersecurity manager, le strategie che le aziende stanno mettendo in atto per evitare che i nuovi flussi e le nuove piattaforme non siano “open” anche per chi ha intenti criminali … saranno al centro della sessione del 7 novembre del Salone dei Pagamenti

di Arturo Di Corinto – 4 Novembre 2019

L’open banking può offrire ai consumatori diversi vantaggi sotto forma di un facile accesso ai dati e ai servizi finanziari e, allo stesso tempo, alle banche la possibilità di razionalizzare i costi. Tuttavia l’open banking può anche comportare rischi per la privacy e la sicurezza dei consumatori. Un tema molto attuale che sarà al centro della sessione di giovedì 7 novembre “Open Banking, Open Risk?” – ore 14 (clicca qui), che ha l’obiettivo di far emergere i principali punti di attenzione e le strategie più efficaci volte ad evitare che i nuovi flussi e le nuove piattaforme non siano “open” anche per chi ha intenti criminali.

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La Repubblica: L’Internet governance forum delle polemiche. Giovani e politici assenti

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L’Internet governance forum delle polemiche. Giovani e politici assenti

Si è concluso l’incontro degli utenti della rete Internet al Politecnico di Torino. Molti i relatori, poco il pubblico, scarsa l’interazione. Ma i contenuti c’erano, dicono i partecipanti. Allora, perché?

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 1 Novembre 2019

LA POLITICA se ne disinteressa, i partecipanti sono pochi e, nonostante lo sforzo organizzativo, l’Internet Governance Forum Italia fa davvero fatica a decollare. Così a dispetto dell’importanza di governare la rete in senso orizzontale e partecipativo, gli ultimi due incontri per discuterne, alla Luiss di Roma e al Politecnico di Torino (finito ieri), hanno visto più relatori sul palco che pubblico in platea. Perché? Forse perché ci accorgiamo della sua importanza solo quando il wi-fi non funziona, ma anche per la difficoltà molto italiana di fare fronte comune nell’elaborare una strategia di lungo periodo nella governance della rete a causa di maggioranze ballerine e degli interessi di una politica impreparata ad affrontare fenomeni come fake news, hate speech e antisemitismo. È un po’ come il cambiamento climatico: si pensa all’immediato, quando va bene, piuttosto che al futuro delle giovani generazioni. Continua a leggere La Repubblica: L’Internet governance forum delle polemiche. Giovani e politici assenti

Il Manifesto: L’anonimato in rete è una risorsa

L’anonimato in rete è una risorsa

Hacker’s Dictionary. Il parlamentare di Italia Viva Luigi Marattin propone di identificare gli utenti web per contrastare i fenomeni d’odio online. Ma è una proposta che non considera il valore dell’anonimato online

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 30 Ottobre 2019

Mentre la Bbc decide di portare i suoi contenuti nel Dark Web per tutelare l’anonimato del proprio pubblico all’interno di paesi illiberali, in Italia di discute di identificare gli utenti del web.

Il dibattito, che pensavamo chiuso dopo le mobilitazioni degli anni scorsi contro la censura in rete, è ricominciato per la proposta di un parlamentare di Italia Viva.
Luigi Marattin, economista molto attivo sui social, a suo dire preoccupato per il dilagare dell’odio in rete, ha suggerito, parole sue, di rendere obbligatorio depositare un documento d’identità prima di aprire un profilo social «per impedire che il web rimanga la fogna che è diventato».

Purtroppo questa risposta a problemi reali, l’hate speech, le fake news, il cyberbullismo, è sbagliata.

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La Repubblica: Internet compie cinquant’anni. E non fu pensata per la guerra

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Internet compie cinquant’anni. E non fu pensata per la guerra

Internet è un meraviglioso esempio di collaborazione tra militari, hacker e accademici. Oggi è la piattaforma di comunicazione che connette il mondo. Ma era stata pensata per una biblioteca universale, l’Intergalactic Computer Network

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 Ottobre 2019

INTERNET compie 50 anni tondi tondi martedì 29 ottobre 2019. Il collegamento fra i primi due nodi della rete venne infatti realizzato tra l’università di Los Angeles e quella di Stanford il 29 ottobre del 1969. Era l’inizio di un sogno a lungo sognato dai suoi progettisti all’Arpa, l’Advanced research projects agency, quello di una biblioteca universale consultabile da chiunque a da qualsiasi posto. Ovvero l’Intergalactic Computer Network secondo il progetto di un giovane psicologo, Joseph Robnett Licklider, su come dovessero essere le biblioteche nel futuro.

Lo stesso sogno della biblioteca universale che guidò la mano di Tim Berners Lee quando progettò il Web nel 1989 per consentire ai ricercatori del Cern di Ginevra di accedere a tutte le conoscenze necessarie per far avanzare la cultura scientifica. Un’idea che realizzò creando il linguaggio ipertestuale che oggi ci permette di sfogliare le pagine web come fossero un libro, interattivo e multimediale. Fu però Larry Roberts, a realizzare il sogno di Licklider. Suo successore a capo dell’ufficio incaricato di realizzarne il progetto, sviluppò l’idea dell’Arpa Net, la rete di computer dell’Arpa. Era il 1967. Continua a leggere La Repubblica: Internet compie cinquant’anni. E non fu pensata per la guerra

Conferenze: “La politica Ue nell’ambito della sicurezza informatica e l’Architettura cyber in Italia”

Venerdì,  25 Ottobre 2019 ore 10.00

“La politica Ue nell’ambito della sicurezza informatica e l’Architettura cyber in Italia” 

presso Spazio Europa, Via IV Novembre, 149 – Roma

Saluti di Vittorio Calaprice, analista politico, Rappresentanza della Commissione Europea in Italia
Intervento di
Roberto Baldoni, Vice Direttore Generale del DIS per cybersecurity
Discussants:
Laura Carpini, Coordinatrice attività Cyber Security, DGAP, Ministero Affari Esteri e
Cooperazione Internazionale
Andrea Rigoni, Partner at Deloitte Cyber Risk Services
Morten Lehn, DG Kaspersky Italia
Modera: Arturo Di Corinto, Giornalista La Repubblica

Il Manifesto: Cyber-truffatori e politici, ladri di fiducia

Cyber-truffatori e politici, ladri di fiducia

Hacker’s Dictionary. Assistenti virtuali spioni, riconoscimento facciale nei bar, follower comprati, app che manipolano i dati, sono il rischio più grosso della società

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 24 Ottobre 2019

La fiducia è la moneta sonante di ogni transazione. Ma in questo mondo digitale sempre più complesso di chi o di che cosa possiamo avere fiducia? Pensiamoci un attimo.

Il direttore hardware di Google ha detto in un’intervista alla Bbc che se un ospite gli entra in casa lui lo avverte che c’è Google Home. Lo fa perché il simpatico aggeggino registra ogni conversazione intorno a lui, anche le confidenze più private che quindi si dovranno fare altrove e lontane dagli assistenti virtuali, anche di pc e smartphone.

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