Il Manifesto: Riecco gli spalloni, sono i «money mule» digitali
Hacker’s Dictionary. Complice la crisi economica e il desiderio di soldi facili, le persone comuni diventano manovalanza di gang cybercriminali per far sparire i proventi delle frodi informatiche: li chiamano «money mule»
di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 Luglio 2020
Il bersaglio preferito sono i disoccupati. A seguire giovani in cerca di lavoro, commercianti in difficoltà e studenti. Li reclutano sui social, con email accattivanti o via Telegram.
L’esca preferita sono però gli annunci online, offerte di lavoro apparentemente normali che li indirizzano verso siti clone di società famose per realizzare la truffa. L’offerta di lavoro comincia quasi sempre con la richiesta di indicare il conto corrente dell’aspirante lavoratore per effettuare i pagamenti.
Ma per fare che cosa? Per trasformarli in corrieri, money mule, in gergo, cioè «muli» adibiti al trasporto del denaro, un po’ come i nostri spalloni di un tempo, quelli che attraversavano le montagne a piedi per portare soldi sporchi oltralpe.
L’incursione avvenuta ai danni del CMS dell’azienda Isweb che si occupa di trasparenza e whistleblowing ha permesso agli hacktivisti di entrare in possesso di migliaia di dati relativi ai servizi web della Pubblica Amministrazione, del Ministero dell’Ambiente e dell’Istituto poligrafico Zecca dello Stato. Anche l’Agid è stata colpita
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Giugno 2020