Il 29 luglio 2019 arriva un’email alla redazione di Repubblica.
L’email dice che il sottoscritto avrebbe copiato un articolo.
Anzi, dice tre cose:
A) il mio articolo pare tradotto da un articolo in spagnolo;
B) il contenuto proverrebbe dalla velina di una nota società.
C) il fatto starebbe destando scalpore nella comunità informatica.
Il caporedattore di Repubblica, trent’anni di esperienza, fa una verifica veloce e risponde all’email dicendogli che la cosa appare improbabile, visto che il pezzo a lui era stato consegnato 15 giorni prima della pubblicazione del pezzo in lingua spagnola, che l’autore era appena stato nei luoghi dell’articolo e che aveva molte foto con gli intervistati.
Ma chiede al segnalatore le evidenze di quello che dice: non arriveranno mai.
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La Repubblica: Iran vs Usa, la cyberguerra è solo agli inizi
Iran vs Usa, la cyberguerra è solo agli inizi
Attaccate banche iraniane e siti governativi americani. Mentre decelera l’escalation militare, la guerra fredda cibernetica sta diventando calda a colpi di DDoS e defacement. Cosa è accaduto finora e cosa potrebbe accadere
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Gennaio 2019
LA BANCA iraniana Sepah ieri è stata sotto attacco per diverse ore. A causa di un DDoS, un attacco da negazione di serivizio in gergo informatico, un attacco condotto per fare collassare il sito web bersaglio di innumerevoli richieste di accesso da parte di un’orda di computer zombie, una botnet, precedentemente infettati e comandati da remoto. Autore dell’attacco sarebbe il gruppo Prizraky, che dalle verifiche di Repubblica rimanda a un sedicenne brasiliano pro-Trump che in chat ha dichiarato di essere un simpatizzante del presidente Bolsonaro e che con questa sua azione ha voluto dimostrare che “se gli americani devono temere attacchi dall’Iran, anche l’Iran deve temere attacchi cibernetici nei suoi confronti”. Mentre scriviamo il sito web della banca è ancora irraggiungibile dall’Italia. Ma potrebbe semplicemente aver alzato le difese deviando il traffico straniero per proteggersi. In ogni caso siamo dinanzi a un segnale da non sottovalutare affatto. Che succederebbe se sull’onda dell’emozione ogni hacker in erba cominciasse la sua cyberguerriglia personale? Continua a leggere La Repubblica: Iran vs Usa, la cyberguerra è solo agli inizi
La Repubblica: L’Italia a prova di hacker: riuscito il primo test di comunicazione quantistica
L’Italia a prova di hacker: riuscito il primo test di comunicazione quantistica
I ricercatori del Cnr, Inrim e dell’Università Tecnica danese hanno testato una rete in fibra ottica per la comunicazione al sicuro dai cyberattacchi
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 Dicembre 2019
L’Italia avrà una rete nazionale di comunicazione quantistica, capace di garantire la privacy degli utenti e la sicurezza dei dati. Questa rete sarà a prova di cyberattacchi, dicono i ricercatori. Gli scienziati dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr e del Lens di Firenze, dell’Inrim di Torino e dell’Università Tecnica della Danimarca, hanno infatti testato con successo un sistema sicuro di comunicazione quantistica utilizzando come canale di trasmissione una fibra ottica installata nell’area metropolitana di Firenze. Le informazioni hanno viaggiato lungo una porzione di 40 chilometri della dorsale in fibra ottica realizzata dall’Inrim, che si estende per 1.800 chilometri da Torino a Matera.
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La Repubblica: Facebook: cento sviluppatori hanno avuto accesso ai dati personali degli utenti dai Gruppi
La Repubblica: È il 5 novembre, Anonymous va all’attacco della politica
È il 5 novembre, Anonymous va all’attacco della politica
Nella ricorrenza della congiura delle polveri, hanno bucato la rete della Camera dei deputati, quella della prefettura di Napoli, l’ordine degli avvocati di Arezzo, Grosseto e Perugia, l’agenzia per l’Ambiente in Abruzzo e Puglia e molti altri siti. “Con le nostre azioni non cerchiamo di cambiare il mondo, ma dare una voce a quelle persone che non vengono mai ascoltate”
di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica del 5 Novembre 2019
HANNO bucato la prefettura di Napoli, l’ordine degli avvocati di Arezzo, Grosseto e Perugia, l’agenzia per l’Ambiente in Abruzzo e Puglia e molti altri siti. Gli anonymous italiani per celebrare la ricorrenza del 5 novembre – la data della Congiura delle polveri che ha prodotto la maschera di Guy Fawkes divenuta celebre col film V per Vendetta – hanno reso pubblici i dati relativi a enti e istituzioni dei quali hanno violato centinaia di database. Con una novità, la distribuzione dei filmati di alcuni apparati di sorveglianza privati che immortalano diversi momenti di vita dentro e fuori i palazzi del centro di Roma, tra questi il Pantheon. Gli hacker hanno anche rivendicato un attacco informatico alla Camera dei deputati ma i responsabili del sito istituzionale negano che sia avvenuta un’intrusione nel loro sistemi. Continua a leggere La Repubblica: È il 5 novembre, Anonymous va all’attacco della politica
La Repubblica: L’Internet governance forum delle polemiche. Giovani e politici assenti
L’Internet governance forum delle polemiche. Giovani e politici assenti
Si è concluso l’incontro degli utenti della rete Internet al Politecnico di Torino. Molti i relatori, poco il pubblico, scarsa l’interazione. Ma i contenuti c’erano, dicono i partecipanti. Allora, perché?
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 1 Novembre 2019
LA POLITICA se ne disinteressa, i partecipanti sono pochi e, nonostante lo sforzo organizzativo, l’Internet Governance Forum Italia fa davvero fatica a decollare. Così a dispetto dell’importanza di governare la rete in senso orizzontale e partecipativo, gli ultimi due incontri per discuterne, alla Luiss di Roma e al Politecnico di Torino (finito ieri), hanno visto più relatori sul palco che pubblico in platea. Perché? Forse perché ci accorgiamo della sua importanza solo quando il wi-fi non funziona, ma anche per la difficoltà molto italiana di fare fronte comune nell’elaborare una strategia di lungo periodo nella governance della rete a causa di maggioranze ballerine e degli interessi di una politica impreparata ad affrontare fenomeni come fake news, hate speech e antisemitismo. È un po’ come il cambiamento climatico: si pensa all’immediato, quando va bene, piuttosto che al futuro delle giovani generazioni. Continua a leggere La Repubblica: L’Internet governance forum delle polemiche. Giovani e politici assenti
La Repubblica: Le insidie di quei giocattoli in rete comandati con la voce
Le insidie di quei giocattoli in rete comandati con la voce
Dall’Internet of Things (IoT) all’Internet of Toys: non si scherza coi dispositivi connessi in rete. Proteggere reti, computer, smart object è un obiettivo strategico dell’Unione Europea
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 17 Ottobre 2019
BRATISLAVA – La porta del garage non si apre. Le luci del cortile non si accendono. Le telecamere di sorveglianza non registrano e durante la riunione si muore di caldo. Semplici inconvenienti? Anche, ma potrebbero essere l’inizio di guai più grossi. Obbligati a lasciare l’auto nuova di zecca per strada, questa potrebbe essere rubata più facilmente. Se le luci non si accendono un aggressore potrebbe aspettarci nel buio per rapinarci o peggio; senza telecamere un furto potrebbe non essere scoperto e, obbligati ad aprire la finestra, un minidrone potrebbe entrare e spiare la riunione del consiglio d’amministrazione. Fantascienza? Proprio no. Sono tutti i rischi potenziali dell’Internet of things (Iot). Eventi che possono accadere quando gli oggetti intelligenti come luci, porte, telecamere e termostati connessi in rete via Internet nella casa domotica, automatizzata, non funzionano come dovrebbero. Continua a leggere La Repubblica: Le insidie di quei giocattoli in rete comandati con la voce
La Repubblica: Falla in WhatsApp, aggiornate l’app se potete
Falla in WhatsApp, aggiornate l’app se potete
Resa nota una vulnerabilità nella gestione immagini dell’app di messaggistica che permette agli hacker di entrare negli smartphone
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 4 Ottobre 2019
GUARDA Salvini nudo a Cortina! Il messaggio WhatsApp è intrigante, diventerà virale, difficile resistergli. Viene da un nostro amico e non ci sembrerà troppo strano dopo le performance del capo leghista al Papeete, ma una volta aperto si rivela per quello che è: una gif “armata”, malevola, in grado di attaccare il nostro dispositivo metterlo nelle mani di un delinquente. L’attacco informatico che usa le immagini che ci scambiamo a sfinimento su WhatsApp sfrutta una vulnerabilità, una falla della galleria immagini dei dispositivi Android che hanno installato la popolare app di messaggistica, per prendere possesso del dispositivo di chiunque e ottenere tutti i suoi dati personali, carte d’imbarco, resoconti di lavoro, codici e password scambiati in famiglia.
A scoprirlo un hacker di Singapore, detto “Il risvegliato”, ma lo pseudonimo esatto è “Awakened” che contattato da Repubblica ci ha confermato di aver individuato e comunicato a WhatsApp in agosto questa vulnerabilità “double-free” che consente ai malintenzionati di entrarci nel telefonino, e tutto per colpa di una semplicissima GIF, uno dei contenuti più condivisi in assoluto nelle chat. WhatsApp l’ha pagato e ringraziato per questo. Continua a leggere La Repubblica: Falla in WhatsApp, aggiornate l’app se potete
La Repubblica: Cybertech Europe, ecco come gestire le relazioni pericolose del mondo digitale
Cybertech Europe, ecco come gestire le relazioni pericolose del mondo digitale
La fiera internazionale della cybersecurity per la terza volta a Roma. Presente il gotha mondiale della sicurezza informatica, dagli strateghi di Accenture e Check Point Software alle piccole startup di settore, e un presidente applauditissimo, l’armeno Sarkissian
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 24 Settembre 2019
ROMA – “Viviamo immersi a metà tra il mondo fisico e quello digitale. Però quello digitale funge da moltiplicatore di ogni relazione, anche di quelle pericolose”. Per questo “la sicurezza cibernetica appare sempre di più come un orizzonte da tenere in mente a tutti i livelli: organizzativo, operativo e legale”. Lo ha detto detto al Cybertech Europe 2019 Roberto Baldoni, il cyberzar italiano, a pochi giorni dal decreto sul Perimetro di difesa cibernetica dell’Italia, un insieme di azioni e iniziative che – come ha ribadito il sottosegretario Angelo Tofalo – il governo italiano ha deciso di avviare per rendere il nostro paese più sicuro ed efficiente, al passo con la trasformazione digitale che sta cambiando il volto di tutte le attività professionali, sociali e industriali.
Presente il gotha mondiale della sicurezza informatica, la fiera itinerante della cybersecurity dedicata alle imprese si è distinta nelle presentazioni di questa terza edizione italiana per un’impostazione quasi filosofica, più orientata alla comsapevolezza del rischio cibernetico che all’esigenza di parlare di soluzioni e tecnologie anti-crime. Così, se per il Ceo di Leonardo il focus rispetto all’anno scorso è la cooperazione europea, il tema trasversale, citato esplicitamente da Gene Reznik di Accenture è “ripensare il futuro della sicurezza” e minimizzare il rischio che da un “incendio informatico si sviluppi un mega-incendio informatico” nella metafora di Rohit Ghai di RSA software. Continua a leggere La Repubblica: Cybertech Europe, ecco come gestire le relazioni pericolose del mondo digitale
La Repubblica: Simjacker, la falla dei telefonini regina della sorveglianza silenziosa
Simjacker, la falla dei telefonini regina della sorveglianza silenziosa
Rivelato un buco di sicurezza nelle sim card che trasforma ogni tipo di smartphone in uno spione viaggiante. Pochi addetti ai lavori lo conoscevano dal 2011. Utilizzato da un’azienda privata in favore di alcuni governi. Potrebbe essere servito per campagne di disinformazione, frodi finanziarie, spionaggio e sabotaggio
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 SEttembre 2019
“RITENIAMO che questa vulnerabilità sia stata sfruttata per almeno due anni da sofisticati criminali in più paesi, principalmente ai fini della sorveglianza”. La raggelante dichiarazione degli esperti di AdaptiveMobile Security riguarda la scoperta di un metodo di attacco basato su sms per rintracciare e spiare chiunque con qualsiasi telefono. L’attacco, che sfrutta una funzione delle sim card dei telefoni cellulari, è stato subito ribattezzato simjacker perché in grado di “prendere in ostaggio” e dirottare (hijacking) il nostro stesso telefonino. È attivo in questo momento e sarebbe in grado di colpire in molti paesi, dalle Americhe all’Africa, all’Europa. Nonostante non si tratti di un nuovo tipo di attacco la notizia, secondo gli esperti di Adaptive, è che sarebbe stato concepito e utilizzato da due anni da un’azienda privata – di cui non hanno finora rivelato il nome – in favore di alcuni governi, inzialmente per rintracciare criminali o terroristi e successivamente per sorvegliare dissidenti, giornalisti e oppositori politici in Europa e Medio Oriente. Continua a leggere La Repubblica: Simjacker, la falla dei telefonini regina della sorveglianza silenziosa
La Repubblica: I cinque mesi da incubo dell’hacker che difende i diritti umani
La Repubblica: Perché gli umani attaccano i sistemi basati sull’intelligenza artificiale
Perché gli umani attaccano i sistemi basati sull’intelligenza artificiale
Un nuovo rapporto del progetto europeo Sherpa realizzato con F-Secure illustra le tecniche di attacco usate per inquinare i dati e confondere gli algoritmi alla base dei sistemi intelligenti
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Luglio 2019
GLI UOMINI stanno attaccando i sistemi di Intelligenza Artificiale e non viceversa, come ci saremmo aspettati dai film di fantascienza. Ma per fare che cosa? Per manipolare i risultati dei motori di ricerca, modificare gli algoritmi dei social media, il ranking e la reputazione dei siti web, disturbare il volo dei droni o ingannare una macchina a guida autonoma. E così, al contrario di quello che speravamo, l’uso malevole degli strumenti di intelligenza artificiale non si è fermato alla creazione di sofisticate campagne di disinformazione.
L’allarme viene da un rapporto del progetto europeo Sherpa, dedicato a diritti umani e intelligenza artificiale, e che ha evidenziato come singoli criminali e hacker organizzati abbiano trovato un nuovo obbiettivo nell’attaccare i sistemi ‘intelligenti’ che suggeriscono gli acquisti di Amazon o sull’Apple Store, che definiscono il ranking dei ristoranti su TripAdvisor o che predicono la probabilità di eventi criminosi e i consumi energetici delle smart city. Continua a leggere La Repubblica: Perché gli umani attaccano i sistemi basati sull’intelligenza artificiale
Las Repubblica: AAA hacker in erba affittano botnet su Instagram
La Repubblica: Tutti gli uomini (e le donne) di Tim Berners Lee
Tutti gli uomini (e le donne) di Tim Berners Lee
La leggenda della nascita del web parla solo di lui, ma quel genio conosceva bene il valore della collaborazione e del lavoro di gruppo. Alla scoperta del team che ci ha dato Internet
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Marzo 2019
“LA FORTUNA di Tim Berners Lee è stata quella di avere avuto un capo che capiva l’importanza di quello che stava facendo mentre scriveva il progetto per il World Wide Web”. Il capo era Mike Sendall, il commento è invece dell’uomo che insieme a lui costruì il web, l’ingegnere belga Robert Cailliau. Misconosciuto, Cailliau racconta la storia degli inizi del WWW nel libro Com’è nato il web insieme al redattore scientifico del Cern, James Gillies. La storia di uno sparuto gruppetto di visionari, stagisti e programmatori che al centro di ricerche nucleari di Ginevra, il Cern, si erano intestarditi a realizzare il sogno della biblioteca universale per facilitare l’accesso dei ricercatori ai risultati scientifici dei colleghi e mettere il loro sapere a disposizione del mondo. E così è stato.
Il 12 marzo 1989, trent’anni fa, Tim Berners Lee, inglese, impiegato al Cern, presenta al suo capo un progetto intitolato “Gestione delle informazioni: una proposta”.
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La Repubblica: Internet Governance Forum, i cittadini possono disegnare il futuro della rete
Internet Governance Forum, i cittadini possono disegnare il futuro della rete
È online la call per partecipare alla definizione dei temi e delle proposte da portare a Berlino all’Internet Governance Forum, il “parlamento” che ogni anno discute a livello mondiale la direzione dello sviluppo della rete. E l’Italia prova a organizzarsi
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Dicembre 2019
ROMA – “Limitare gli usi negativi di Internet e incrementare le opportunità che offre senza lasciare indietro nessuno”. In un momento in cui ci sentiamo travolti da notizie false, furti di dati, software spia e troll che impazzano sui social, suona strano, ma si può fare. E si può fare con il contributo di tutti, nonostante lo strapotere di Big Tech, il terrorismo che ritorna online e le accuse di Trump a Internet, che considera responsabile dell’immigrazione illegale negli Usa? Ma come? Ad esempio attraverso la partecipazione alle consultazioni online sul futuro di Internet. Continua a leggere La Repubblica: Internet Governance Forum, i cittadini possono disegnare il futuro della rete
La Repubblica: Nuovo attacco di Anonymous Italia: diffusi i dati di ministeri e polizia
Nuovo attacco di Anonymous Italia: diffusi i dati di ministeri e polizia
A chiusura della “Settimana Nera”, con attacchi a siti e database online, molti dei quali di istituzioni dello Stato, gli Anonymous italiani diffondo migliaia di email e telefoni del Mise e del Cnr. Poi anche i tesserati della Lega Nord e di Fratelli d’Italia. E chiamano tutti a partecipare alla Million Mask March. Il garante per la Privacy, Soro: “La negligenza rispetto alla sicurezza informatica non è tollerabile”
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Novembre
LA FURIA iconoclasta degli Anonymous italiani non si arresta. Come annunciato, i tre gruppi che coordinano l’operazione “Settimana Nera” hanno diffuso anche oggi nuovi dati provenienti dalle loro incursioni in siti e database online. Nei materiali divulgati oggi ci sono nomi, cognomi, numeri di telefono email e password di impiegati e funzionari di diversi istituti del Cnr, i database di Equitalia e del Ministero dello Sviluppo Economico. Sono stati diffusi i dati, questi sì, sensibili, dei tesserati della Lega Nord del Trentino, di Fratelli d’Italia, del PD di Siena. E poi ci sono nomi e cognomi degli appartenenti ad Assopolizia da Roma a Belluno e quelli dell’Istituto Centrale per gli Archivi. Ironicamente si tratta dell’Istituto che ha il compito di elaborare standard e linee guida nazionali per la realizzazione di sistemi informativi archivistici e di banche dati digitali, evidentemente senza troppa attenzione alla sicurezza. Tra le informazioni trapelate anche i nomi degli utenti di un portale sul tema delle ferrovie e del modellismo, forse confuso con quello delle Ferrovie dello Stato. Continua a leggere La Repubblica: Nuovo attacco di Anonymous Italia: diffusi i dati di ministeri e polizia
La Repubblica: Anonymous torna all’attacco contro lavoro e sindacati
Anonymous torna all’attacco contro lavoro e sindacati
Nel secondo giorno di attacchi informatici divulgati dati e password di comuni, organizzazioni imprenditoriali, camere del lavoro e associazioni di insegnanti. Il collettivo aveva annunciato qualche giorno fa la “settimana nera”, fino al 5 novembre. “L’obiettivo è risvegliare le coscienze”
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 Ottobre 2018
PER il secondo giorno consecutivo Anonymous ha divulgato dati personali provenienti dalle loro incursioni in siti web poco aggiornati e peggio protetti. Ieri era solo un ”assaggio”: il collettivo di hacker aveva divulgato dati sensibili rubati al mondo universitario, mettendo in piazza pure le matricole studentesche. Oggi è la volta di quelli relativi al mondo del lavoro e del sindacato, compresi email e password di comuni, organizzazioni imprenditoriali, camere del lavoro e associazioni di insegnanti. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous torna all’attacco contro lavoro e sindacati
La Repubblica: Anonymous Italia contro il governo: le università nel mirino degli hacker
Anonymous Italia contro il governo: le università nel mirino degli hacker
Diffusi nomi, email e password di amministratori e utenti di diverse istituzioni universitarie. L’operazione annunciata con un video su YouTube
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Ottobre 2018
ANONYMOUS, il noto collettivo di hacker ha diffuso oggi nomi, email e password di amministratori e utenti di diverse istituzioni universitarie, tra cui la facoltà di Fisica a Roma, dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, dell’Università di Catanzaro e molte altre. L’operazione, annunciata qualche giorno fa con gli hashtag #FifthOfNovember e #OpBlackWeeklanciata, vede per la prima volta tre gruppi (o crew) in azione: quelle di Anonymous Italia, Lulz Security ITA e AntiSecurity ITA.
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La Repubblica: Attacco a Facebook, il giorno dopo: “Per precauzione cambiate subito la password”
ROMA – Il giorno dopo l’ennesimo attacco ai danni di Facebook – che ha messo a rischio i dati di 90 milioni di utenti (50 i milioni di account direttamente interessati da un furto di dati personali con altri 40 che lo sarebbero stati indirettamente) parlano i vertici della difesa informatica del social e, soprattutto, parlano gli esperti. Che analizzano la falla (“era sotto gli occhi di tutti”) e cercano di capire, per quanto possibile al momento, che impatto reale potrà avere questo attacco alla privacy degli iscritti.
Guy Rosen, vice presidente della gestione prodotto di Facebook, ha detto che la vulnerabilità del codice sfruttata per portare a termine l’attacco è già stata risolta e che la cosa è stata presa molto seriamente ma che “non è necessario cambiare la propria password” (anche se molti esperti la pensano diversamente), aggiungendo che “le persone che hanno problemi ad accedere di nuovo a Facebook, ad esempio perché l’hanno dimenticata, dovrebbero tuttavia visitare il nostro Centro assistenza”. Continua a leggere La Repubblica: Attacco a Facebook, il giorno dopo: “Per precauzione cambiate subito la password”
La Repubblica: Anonymous torna a colpire: dopo i sindacati hackerati ora i dati di militari in congedo
Anonymous torna a colpire: dopo i sindacati hackerati ora i dati di militari in congedo
Il collettivo LulzSec Italia ha annunciato di aver trafugato e messo online decine e decine di indirizzi email di militari, probabilmente frutto di un attacco al sito dell’Unione nazionale degli ufficiali in congedo
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Settembre 2018
PRIMA il mondo dell’istruzione, poi quello sindacale e adesso quello militare: gli Anonymous tornano a colpire nel nostro Paese. Il collettivo LulzSec Italia ha annunciato di aver trafugato e messo online decine e decine di indirizzi email di militari, probabilmente frutto di un attacco al sito dell’Unuci, l’Unione nazionale degli ufficiali in congedo. Insieme agli indirizzi email di tenenti, colonnelli e generali l’area goliardica di Anonymous (Lulz sta per “divertimento”, Sec per “Security”) ha divulgato anche gli indirizzi delle singole abitazioni e il numero di tessera dei soci Unuci.
La diffusione della notizia è stata affidata a un tweet con uno slogan a effetto: “Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli. #Anonymous e #LulzSecITA sono qui per Voi”.
Continua a leggere La Repubblica: Anonymous torna a colpire: dopo i sindacati hackerati ora i dati di militari in congedo
In un blog post il direttore dei programmi per gli sviluppatori del social blu ha ammesso la possibilità che terze parti “abbiano avuto accesso alle informazioni più a lungo di quanto l’azienda intendesse”
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 Novembre 2019