Cybersecurity, buone notizie al femminile

Cybersecurity, buone notizie al femminile

Hacker’s Dictionary. Gli attacchi informatici aumentano, lo conferma il nuovo rapporto Clusit presentato in streaming. Ma c’è una buona notizia, scendono in campo le cyberladies esperte di digitale e sicurezza informatica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 12 Novembre 2020

Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, ha presentato in streaming la nuova edizione del suo Rapporto annuale con i dati relativi al cybercrime a livello globale nei primi sei mesi dell’anno.

I numeri sono allineati a quelli di altri think tank e ribadiscono trend di crescita già noti come l’aumento degli attacchi rispetto allo stesso periodo del 2019: il 14% è stato a tema Covid. I relatori del rapporto hanno anche osservato come siano aumentati dell’85% gli attacchi alle infrastrutture critiche e del 63% al settore della ricerca. Malware, phishing e social engineering le tecniche più utilizzate.

Cyberfrodi: non è sempre colpa dell’utente

Cyberfrodi: non è sempre colpa dell’utente

Hacker’s dictionary. I comportamenti individuali possono fare la differenza sia col Covid che di fronte a un attacco informatico. Ma il ruolo di chi eroga un servizio nel contrastare frodi e furti digitali non va minimizzato

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 5 Novembre 2020

In conseguenza del «lockdown» gli italiani comprano di più online. Fin qui tutto bene. Gli acquisti elettronici spingono la digitalizzazione delle imprese e l’alfabetizzazione dei cittadini.

Però. Secondo un sondaggio di Kruk, azienda europea di gestione del credito, la propensione agli acquisti digitali riguarda solo il 53,6% degli italiani.

Tra gli intervistati il 46,4% predilige l’uso della carta di credito e sistemi digitali di pagamento come Google Pay, PayPal, Satispay (38%), il 36% preferisce la carte prepagate e il 19,6% le carte di debito, insomma, le carte bancomat.

Gli italiani navigano senza protezione

Gli italiani navigano senza protezione

Hacker’s Dictionary. Secondo una ricerca Avira il 61% dei datori di lavoro non bada alla protezione informatica nello smartworking. La metà degli italiani è preoccupata da furti e frodi informatiche ma solo il 24% comprerebbe un software per la sicurezza digitale

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 29 Ottobre 2020

Dall’inizio della pandemia oltre la metà degli italiani (53%) ha acquistato un nuovo computer o un nuovo dispositivo tecnologico, ma meno di un terzo (31%) ci ha installato sopra un software di sicurezza. Lo dice l’ultima ricerca condotta da Opinion Matter per l’azienda di cybersecurity Avira.

La ricerca, che ha coinvolto 2.000 persone dai 18 anni in su residenti in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti, illustra i cambiamenti comportamentali intervenuti durante la pandemia a cominciare dall’introduzione massiccia del così detto smartworking.

La censura ai tempi del Coronavirus

La censura ai tempi del Coronavirus

Hacker’s Dictionary. Dall’Egitto al Sudan passando per il Kenya, gli attivisti del web sono bersaglio di governi autoritari. Lo stesso accade coi giornalisti in Cina, Vietnam e nelle Filippine. La denuncia di Reporter senza frontiere, Global Voices e Articolo 19

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 22 Ottobre 2020

L’emergenza coronavirus sta accelerando il drastico declino della libertà globale di Internet.

Oggi che tutte le attività umane, dal commercio all’istruzione alla sanità, si stanno spostando online, attori statali e non statali usano la pandemia per modellare le narrazioni globali, censurare le voci dissidenti e costruire nuovi sistemi di controllo sociale basati sulla rete.

In Egitto, ad esempio, il governo di Al Sisi – dove è ancora imprigionato Patrick Zaki a causa di alcuni post su Facebook – ha imposto una serie di restrizioni ai social media in risposta alle proteste pubbliche che si sono svolte al Cairo e in altre città egiziane nel mese di settembre.

Le mille sfumature di grigio del cyberspazio

Le mille sfumature di grigio del cyberspazio

L’intervista. Mikko Hypponen, hacker molto noto e capo ricercatore della finlandese F-Secure, racconta i nuovi rischi della Rete. Dai ransomware alle app anti-Covid, ecco come cambiano le minacce

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 18 Ottobre 2020

È noto per la legge che porta il suo nome, la cosiddetta «legge di Hypponen» sulla sicurezza della Internet of Things (IoT). Secondo questa legge «quando un dispositivo è descritto come ‘intelligente’ significa che è vulnerabile». Finlandese, cinquantenne, giovanile e con una coda di cavallo, il direttore della ricerca di F-Secure, Mikko Hypponen, è un esperto di sicurezza informatica di fama mondiale. L’abbiamo intervistato per fargli qualche domanda sull’attualità dei rischi informatici oggi che molte attività stanno migrando nel cyberspazio. Fatta amicizia, ci diamo subito del tu.

Mikko, tu lavori per un’azienda di cybersecurity e sei un hacker famoso. Ti va bene essere considerato un hacker?

Certo, ma sono stato sempre dalla parte dei buoni, e non ho commesso nessun crimine (ride, nda). Ho sperimentato molto però, e mi diverto ancora a dissezionare codici.

Chi comanda dentro Internet?

Chi comanda dentro Internet?

Hacker’s Dictionary. Dal 7 al 9 ottobre si celebra il forum italiano della governane di Internet, in Calabria. Perché non sia solo una passerella, i relatori dovranno parlare degli squilibri prodotti nella costruzione della più grande agorà pubblica della storia

Arturo Di Corinto per Il Manifesto del 8 Ottobre 2020

Internet è un sistema complesso: funziona solo grazie alla collaborazione di aziende, governi e associazioni professionali. Ma senza gli utenti non avrebbe nessun fascino.

È una risorsa scarsa, non tutti ce l’hanno, e ce ne accorgiamo, ad esempio, solo quando non possiamo fare lezioni a distanza.
Internet non è il Web con cui viene spesso confuso: Internet è la piattaforma, il Web è uno solo dei servizi che su essa emergono, anche se il più popolare tra gli utenti comuni.

La Bielorussia ha messo il bavaglio al web

Hacker’s Dictionary. Per ammutolire le opposizioni il regime di Lukashenko usa armi digitali sofisticate comprate anche da paesi democratici. Tra i fornitori l’azienda Sandvine che le vende anche all’Egitto di Al Sisi

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 24 Settembre 2020

Lo YouTuber bielorusso Sergei Tikhanovsky, attivista pro-democrazia, aveva annunciato la sua intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali 2020 del suo paese a maggio scorso, ma è stato arrestato due giorni dopo. La moglie, Svetlana Tikhanovskaya, ha deciso allora di correre lei stessa contro Alexander Lukashenko. Minacciata di vendette sui figli se non si fosse dimessa dalla corsa presidenziale, li ha mandati all’estero ed è emersa come il principale avversario di Lukashenko. Però, a dispetto delle mobilitazioni, delle accuse di brogli e delle violenze contro i dimostranti pro-democrazia, il ras della Bielorussia, da 26 anni al potere, ha annunciato lo stesso l’ennesima vittoria “bulgara” con l’80% dei voti ieri si è insediato di nascosto.

Gli hacker sono innovatori, parola della ministra Pisano

Hacker’s Dictionary. Durante il Cybertech, conferenza annuale sulla cybersecurity, si è parlato di competenze, resilienza informatica e cybercrime. Margaritis Schinas della Commissione Europea ha ricordato: “Il Cybercrime vale 5.5 trilioni di euro all’anno”

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 18 Settembre 2020

Gli hacker possono favorire la trasformazione digitale e i governi dovrebbero aiutarli a farlo. Questo passaggio della relazione della ministra Paola Pisano durante la conferenza CybertechLive Europe riassume abbastanza bene la filosofia della cybersecurity moderna.

C’è la consapevolezza che il «rischio zero» non esiste, che nessuno si salva da solo, che la sicurezza è un lavoro di squadra e che il pensiero laterale, l’autonomia e la cooperazione competitiva tipiche della «cultura hacker» sono necessarie alla società come l’acqua per le piante.

La ministra dell’Innovazione ha anche parlato del capitale umano come fattore abilitante di un approccio strategico al digitale e dell’importanza di affrontare lo «skill shortage», la carenza di competenze, per realizzare la trasformazione digitale mettendo al centro sicurezza e privacy. Perciò ha chiamato in causa gli hacker.

La resilienza informatica non è un accessorio del Recovery Plan

La resilienza informatica non è un accessorio del Recovery Plan

Hacker’s Dictionary. L’informatica e il digitale saranno fattori abilitanti per la ripartenza dell’Italia, per questo reti, infrastrutture, dati e informazioni vanno gestiti in sicurezza e protetti dagli attacchi dei pirati informatici

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 10 settembre 2020

Nelle «Linee guida per il Piano nazionale di ripresa e resilienza» che identifica gli obiettivi da raggiungere usando i 209 miliardi del Recovery Fund, i «settori» di intervento previsti dal governo sono:

  1. digitalizzazione e innovazione;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per la mobilità;
  4. istruzione e formazione;
  5. equità, inclusione sociale e territoriale;
  6. salute.

Scelte tutto sommato condivisibili, soprattutto per quanto riguarda la prima linea di azione incentrata su digitale e innovazione che è trasversale e propedeutica a tutte le altre.

Il Partito democratico sotto attacco cibernetico

Il Partito democratico sotto attacco cibernetico

Hacker’s Dictionary. A un mese di distanza, il Pd è stato di nuovo attaccato da cyber-criminali. Nello stesso giorno anche di Maio è finito nel mirino degli hacker. Partiti, parlamenti e ministri sono sempre più spesso il target di attacchi informatici

Arturo Di Corinto per Il Manifesto del 3 Settembre 2020

«Pd sotto attacco: chi cerca altre strade lo dica». Hanno scritto così i giornali per sintetizzare lo sfogo di Nicola Zingaretti verso le insofferenze degli alleati di governo del Partito Democratico.

Da qualche giorno però l’attacco è diventato cibernetico e nessuno sa chi o che cosa ci sia dietro.

La notizia l’ha data con una nota il responsabile comunicazione della segreteria Pd Marco Furfaro che ha denunciato ripetuti attacchi hacker al sito web del Partito Democratico dopo quelli che hanno interessato le aree tesseramento e donazione del sito avvenute intorno alla metà di luglio.

Dice Furfaro: «In questi giorni gli attacchi sono nuovamente ripresi. Solo dalla mezzanotte di oggi, stiamo resistendo a un attacco che finora ha generato 31 milioni di richieste da 21mila IP diversi. Grazie al lavoro dei nostri tecnici non sono riusciti a bucare i nostri sistemi».

Si tratta probabilmente di un attacco DDoS, un Distributed Denial of Service attack che, come dice il nome, mira a rendere inutilizzabili alcuni servizi web inondandoli di richieste fasulle.

Il Dragone attacca con le fake news, sicuri di riconoscerle?

Il Dragone attacca con le fake news, sicuri di riconoscerle?

Hacker’s Dictionary. La propaganda computazionale produce disinformazione. Il rapporto di Graphika svela una rete di account fasulli per interferire nelle elezioni americane. Ma è tutto già scritto nel libro di due ricercatori italiani

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 20 Agosto 2020

Secondo un rapporto appena pubblicato dalla società di ricerche Graphika una rete di account fasulli ha criticato Trump su più piattaforme e trasmesso immagini positive del candidato presidenziale democratico Joe Biden solo per attaccare la Casa Bianca.

La rete di account, che Graphika ha chiamato “Spamouflage Dragon” per l’apparente vicinanza al governo cinese, ha diffuso video critici sul governo americano relativi sia all’ordine esecutivo che impone alla cinese Bytedance di vendere TikTok, che alla cattiva gestione della pandemia da parte di Trump, e alla brutalità della polizia americana. Usando YouTube, Facebook e Twitter, il burattinaio dietro l’operazione ha utilizzato gruppi di account falsi per condividere e commentare i video, dando l’impressione di un consenso genuino intorno a quei post. E, per renderli credibili ha anche usato account con immagini di profilo generate da strumenti di intelligenza artificiale.

Zoombombing: il video porno interrompe il processo all’hacker

Zoombombing: il video porno interrompe il processo all’hacker

Hacker’s Dictionary. L’ennesima incursione di guastatori sconosciuti impedisce l’udienza per la cauzione del diciassettenne che ha bucato Twitter. Cosa potrà accadere con la diffusione di Zoom nelle scuole?

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 13 Agosto 2020

I zoombomber colpiscono ancora. Questa volta si sono fatti avanti durante l’udienza per decidere la cauzione del diciassettenne considerato la mente dell’hacking di Twitter. E hanno obbligato il giudice a interrompere la video-udienza su Zoom dopo averla inondata di parolacce e immagini porno. Non conoscete la storia?

Mike Pompeo inaugura la Grande Muraglia Digitale contro la Cina

Mike Pompeo inaugura la Grande Muraglia Digitale contro la Cina

Guerra Fredda 2.0. Il sottosegretario di Stato americano lancia l’iniziativa Clean Network per sottrarre, dice, gli americani dall’influenza degli operatori cinesi nel campo di Internet, software, e telefonia mobile

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 Agosto 2020

È guerra dichiarata ormai tra l’amministrazione Trump e il governo cinese. Dopo tutte le iniziative volte a contrastare l’avanzamento tecnologico del dragone, Mike Pompeo lancia l’iniziativa “Reti Pulite” per garantire che operatori mobili, app store, software, servizi cloud e cavi siano sottratti all’influenza di aziende cinesi come Huawei, Alibaba, WeChat e China Mobile che gestiscono nei loro server quantità enormi di dati dei cittadini statunitensi.

Le dichiarazioni di Mike Pompeo, Segretario di Stato dell’amministrazione Trump, che hanno accompagnato il lancio dell’iniziativa vanno nelle direzione della creazione di una “Grande Muraglia Americana” che, come il Great Firewall cinese dovrebbe impedire alla potenza orientale di influenzare la democrazia e il commercio del “mondo libero”. E, insieme all’ordine esecutivo del presidente circa il blocco di TikTok e WeChat, inasprisce la competizione tra le due superpotenze.

ProtonMail protegge la privacy dei cittadini di Hong Kong

ProtonMail protegge la privacy dei cittadini di Hong Kong

Hacker’s Dictionary. La popolare app per la posta elettronica cifrata finanzia due organizzazioni democratiche per garantire la riservatezza dei cittadini dell’ex protettorato britannico dopo l’approvazione della legge cinese sulla Sicurezza Nazionale

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 6 Agosto

L’aria a Hong Kong si è fatta irrespirabile. E non solo per i lacrimogeni. Da quando la Cina ha voluto e ottenuto la nuova Legge sulla sicurezza nazionale, l’ex protettorato inglese rischia di trasformarsi in uno stato di polizia. Un’insieme di misure progettate per eliminare la privacy, ampliare la censura e limitare la libertà di parola hanno distrutto l’idea di quella Hong Kong autonoma e democratica che avevamo conosciuto attraverso le oceaniche manifestazioni degli studenti. Perfino le prossime elezioni che dovevano tenersi a Settembre saranno rimandate con la scusa della pandemia, tanto che il movimento democratico grida all’imbroglio. Nel frattempo quelli che resistono si organizzano usando forme innovative, e segrete, di comunicazione: tatzebao in codice, simbologie ricavate dai giochi di ruolo e, ovviamente, comunicazioni crittografate.

Il politico razzista che non sa usare la crittografia

Il politico razzista che non sa usare la crittografia

Hacker’s Dictionary. L’arte e la scienza delle scritture segrete risale agli albori della storia ed oggi è il presupposto delle comunicazioni sicure online. Soprattutto se si dialoga con attivisti e dissidenti politici

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 30 Luglio 2020

La storia della sicurezza e dei mezzi per ottenerla è antica quanto l’uomo ma, se parliamo di sicurezza delle informazioni e dei dati, questa storia è più recente.

Per proteggere la segretezza delle comunicazioni scritte le varie culture hanno escogitato diversi sistemi e la crittografia è uno di questi.

Branca della Crittologia, l’arte e la scienza delle scritture segrete, la Crittografia serve a trasformare un messaggio in chiaro in un messaggio cifrato, incomprensibile per chi non deve leggerlo, grazie a un codice condiviso con l’interlocutore e una chiave di cifratura.

La cyberwar si sta globalizzando

La cyberwar si sta globalizzando

Hacker’s Dictionary. Si moltiplicano gli attacchi informatici ai danni di aziende e governi. Israele, Usa, Inghilterra sono tra i bersagli favoriti. Coinvolti gruppi paramilitari cinesi, coreani e iraniani addestrati alla guerra cibernetica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 23 Luglio 2020

Spie, segreti e codici cifrati non bastano più. Gli stati si combattono apertamente nel cyberspazio anche se attribuire la paternità della guerra cibernetica è sempre più difficile.

Chiamati per un incendio, i pompieri di Houston, Texas, non sono potuti intervenire per domare il fuoco dentro il consolato cinese della città. All’origine un falò di carte e documenti nei cassonetti nel cortile dell’edificio da parte di due persone filmate ma non identificate.

Mezzo miliardo per la cybersecurity delle banche

Mezzo miliardo per la cybersecurity delle banche

Hacker’s Dictionary. Aumentano truffe digitali e frodi bancarie, ma nel 87% dei casi le transazioni fraudolente vengono bloccate dalle banche che investiranno nella sicurezza digitale il 10% del budget per la spesa informatica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 17 Luglio 2020

Le banche italiane investiranno mezzo miliardo di euro nella sicurezza informatica per il prossimo anno. Si evince dall’ultimo rapporto sulle frodi bancarie del CERTfin.

Realizzato annualmente da questo organismo specializzato nella prevenzione del crimine informatico nei settori bancario e assicurativo, il Report Frodi 2020 del CERTfin indica anche le azioni-guida stabilite per fronteggiare le minacce informatiche: formazione dei dipendenti, collaborazione con le autorità di polizia, rafforzamento della collaborazione interbancaria. In aggiunta il rapporto segnala che la maggior parte delle transazioni fraudolente nel 2019 è stata bloccata o recuperata nell’87% dei casi. E questa è veramente una buona notizia.

Quella brutta è che le minacce sono sempre le stesse, ma più difficili da individuare.

Il Manifesto: Riecco gli spalloni, sono i «money mule» digitali

Il Manifesto: Riecco gli spalloni, sono i «money mule» digitali

Hacker’s Dictionary. Complice la crisi economica e il desiderio di soldi facili, le persone comuni diventano manovalanza di gang cybercriminali per far sparire i proventi delle frodi informatiche: li chiamano «money mule»

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 Luglio 2020

Il bersaglio preferito sono i disoccupati. A seguire giovani in cerca di lavoro, commercianti in difficoltà e studenti. Li reclutano sui social, con email accattivanti o via Telegram.

L’esca preferita sono però gli annunci online, offerte di lavoro apparentemente normali che li indirizzano verso siti clone di società famose per realizzare la truffa. L’offerta di lavoro comincia quasi sempre con la richiesta di indicare il conto corrente dell’aspirante lavoratore per effettuare i pagamenti.

Ma per fare che cosa? Per trasformarli in corrieri, money mule, in gergo, cioè «muli» adibiti al trasporto del denaro, un po’ come i nostri spalloni di un tempo, quelli che attraversavano le montagne a piedi per portare soldi sporchi oltralpe.

Il Manifesto: Non scherzate col Garante per la Privacy

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Non scherzate col Garante per la Privacy

Hacker’s Dictionary. La protezione dei dati personali non è una fisima. Lo dimostra la multa di 600 mila euro a Unicredit. Il 14 luglio verrà scelto il nuovo collegio dell’Autorità garante di piazza Venezia. Pasquale Stanzione in pole position per sostituire Antonello Soro

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 2 Luglio 2020

Un famoso virologo ha detto su Twitter che la privacy è una fisima. Un manager, altrettanto famoso, che non deve preoccuparsi chi non ha niente da nascondere, e un altro che i discorsi del Garante sulla privacy sono aria fritta.

Ma hanno torto.

Perché la privacy è la precondizione per esercitare altri diritti, come quello alla libertà d’espressione, di associazione, di movimento, alla proprietà.

Una dimostrazione ci viene da un rapporto commissionato da Kaspersky che racconta come il 6% degli italiani abbia avuto difficoltà a ottenere un mutuo a causa di una valutazione finanziaria negativa fatta da sistemi automatizzati che raccolgono le informazioni condivise sui social media. Continua a leggere Il Manifesto: Non scherzate col Garante per la Privacy

Il Manifesto: Basta col software chiuso: lettera alla ministra Azzolina

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Basta col software chiuso: lettera alla ministra Azzolina

Hacker’s Dictionary. Con una lettera appello del professor Angelo Raffaele Meo le associazioni del software libero chiedono al governo di sostenere l’industria informatica italiana nel rispetto delle leggi esistenti. Una questione di privacy e libertà, ma anche di sovranità tecnologica e sicurezza nazionale

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 25 Giugno 2020

Le grandi aziende tecnologiche d’oltreoceano hanno costruito strumenti che permettono a tutti di comunicare a distanza in cambio dei nostri dati personali.

Per questo ogni servizio gratuito non lo è per davvero: lo paghiamo con la profilazione dei gusti e delle preferenze che ci qualificano come persone. La conoscenza di quei dati, è noto, permette a governi e Big Tech di orientare desideri e comportamenti, come dimostrato da numerosi scandali, dal Datagate a Cambridge Analytica.

Perciò, vista la diffusione dell’uso di sistemi di videoconferenza proprietari nel periodo di lockdown, le associazioni del software libero hanno deciso di scrivere alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. In realtà la lettera è stata scritta da uno dei decani dell’informatica italiana, il professore Angelo Raffaele Meo, che le chiede di preferire e valorizzare il software con il codice sorgente aperto, e di farsi promotrice di una serie di iniziative legislative in favore della privacy, della sicurezza dei dati e dell’industria italiana del software. Continua a leggere Il Manifesto: Basta col software chiuso: lettera alla ministra Azzolina

Il Manifesto: L’Italia digitale è un colabrodo informatico

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L’Italia digitale è un colabrodo informatico

Hacker’s Dictionary. Aumentano in maniera esponenziali gli attacchi informatici: in Italia colpite Enel, Honda, Geox, Riscotel e la Zecca dello Stato. Ci vogliono più formazione e un impegno preciso delle aziende nella sicurezza informatica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 18 Giugno 2020

Negli ultimi giorni un attacco cibernetico ha colpito Enel e Honda, bloccandone la rete informatica interna. L’azienda di scarpe Geox ha dovuto fermare produzione e logistica e lasciare a casa i lavoratori per colpa di un ransomware diffuso all’interno dei suoi sistemi. Anche la Camera di commercio di Roma è stata oggetto di un’incursione del gruppo Anonymous che è riuscito perfino a pubblicare una finta notizia sul suo sito web. Gli hacker sono anche penetrati nel sito dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Anche l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici è finita preda degli hacktivisti al pari del Cicap, l’associazione per il contrasto alle pseudoscienze e così pure Riscotel, il portale per il calcolo dei tributi degli enti locali. Il 15 giugno invece centinaia di dati personali degli utenti iscritti alla community del Comune di Napoli sono stati diffusi senza autorizzazione. Continua a leggere Il Manifesto: L’Italia digitale è un colabrodo informatico

Il Manifesto: Che succede quando la tecnologia è razzista?

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Che succede quando la tecnologia è razzista?

Hacker’s Dictionary. Joy Buolamwini: “La tecnologia di riconoscimento facciale utilizzata dalla polizia è stata utilizzata per minare i diritti umani e per danneggiare specificamente i neri, così come gli indigeni e gli altri popoli di colore”

del 11 Giugno 2020

Un ricercatore del MIT, Joy Buolamwini, di recente ha scoperto che quando le foto di donne di colore come Oprah Winfrey e Michelle Obama vengono scansionate dalla tecnologia di riconoscimento facciale di Amazon, vengono scambiate per uomini.

Il dato emerge da uno studio del MIT Media Lab sugli errori di identificazione dei volti dalla pelle scura.

“La tecnologia di riconoscimento facciale, in particolare utilizzata dalla polizia, è stata usata per minare i diritti umani e per danneggiare specificamente i neri, così come gli indigeni e gli altri popoli di colore”, ha affermato Buolamwini, che è anche il fondatore della Algorithmic Justice League.

Ma la storia di questi errori è molto più lunga. Continua a leggere Il Manifesto: Che succede quando la tecnologia è razzista?

Il Manifesto: “Anonymous ha bucato la polizia di Minneapolis”, ma non è vero

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“Anonymous ha bucato la polizia di Minneapolis”, ma non è vero

Hacker’s Dictionary. Secondo lo specialista Troy Hunt il movimento di hacker attivisti ha divulgato solo vecchie credenziali di poliziotti. In Italia Anonymous rivela la cattiva gestione della privacy nei servizi pubblici e sanitari

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 4 Giugno 2020

Dopo la morte di George Floyd in seguito a un fermo di polizia, a Minneapolis e nel resto degli Stati Uniti si sono accese le proteste antirazziste dilagate nelle rivolte di piazza che tutti abbiamo visto in tv.

Anche Anonymous, il movimento di hacker attivisti che usa la maschera digitale di Guy Fawkes per denunciare autoritarismo e corruzione, ha voluto unirsi alle proteste.

In una serie di tweet affidati ai profili social che portano il nome degli hacktivisti è stata annunciata la violazione dei server della Polizia di Minneapolis con tanto di link a email e password del personale in servizio.

Un modo discutibile di protestare, ma che fa da sempre parte dell’arsenale dei guerriglieri del Web. Continua a leggere Il Manifesto: “Anonymous ha bucato la polizia di Minneapolis”, ma non è vero

Il Manifesto: Proteggiamo i civili dalle guerre informatiche

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Hacker’s Dictionary. Infowar, netwar, cyberwar, sono la declinazione delle nuove guerre dell’informazione. I primi a rimetterci, come in ogni guerra, sono sempre i civili e la verità

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 28 Maggio 2020

Mentre scuola, lavoro, burocrazia e sanità si spostano sul web, perché non dovrebbe essere lo stesso per guerre, spionaggio e criminalità organizzata?

D’altra parte più ci affidiamo alle tecnologie digitali per la nostra vita quotidiana più essa diventa fragile. Infrastrutture obsolete, difese inadeguate e ignoranza sono il problema.

E non saranno i giganti del web che sincronizzano i loro sistemi operativi con le app sanitarie a salvarci da una Pearl Harbour digitale. Continua a leggere Il Manifesto: Proteggiamo i civili dalle guerre informatiche

Il Manifesto: Coronavirus: troll, meme e bot, sfida agli umani

logo il manifestoCoronavirus: troll, meme e bot, sfida agli umani

Hacker’s Dictionary. I siti pro-Bolsonaro diffondono narrative antiscientifiche, ma anche l’Italia è un focolaio di teorie complottiste contro il Covid-19. La propaganda computazionale è alla base delle fake news

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 21 Maggio 2020

I post di Facebook sul Covid-19 pubblicati dal sito web pro-Bolsonaro Jornal da Cidade Online sono i più letti in Brasile.

I post politicizzano la crisi sanitaria con articoli che attaccano i sostenitori delle misure di distanziamento sociale, come l’ex ministro della sanità Luiz Henrique Mandetta.

Attaccare coloro che vanno contro Bolsonaro è una strategia tipica dell’architettura di disinformazione a favore del presidente brasiliano, che continua a minimizzare la pandemia e vuole riaprire tutto per ragioni economiche.

Una strategia denunciata da Aos Fatos, associazione di giornalisti e fact checker, che ha mostrato come per sostenere le tesi del presidente dell’ultra destra vengono usati personaggi fittizi come autori.

La sua strategia di monetizzazione è collegata al sito web Verdade Sufocada, che è gestito dalla vedova di Carlos Ustra, torturatore sotto la dittatura militare che governò il Brasile fino al 1985. Il Digital Forensic Laboratory del Consiglio Atlantico lo ha confermato in uno studio recente. Continua a leggere Il Manifesto: Coronavirus: troll, meme e bot, sfida agli umani

Il Manifesto: La geopolitica dell’hacking e i cavi sottomarini

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La geopolitica dell’hacking e i cavi sottomarini

Hacker’s Dictionary. Le grandi potenze si combattono nel cyberspace. Per adesso le incursioni riguardano enti di ricerca, ospedali, porti, e centrali idroelettriche. Nel futuro però bisognerà proteggere anche le infrastrutture di trasporto dei dati

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 14 Maggio 2020

All’inizio di maggio la rivista Der Spiegel ha svelato che gli inquirenti tedeschi hanno identificato il responsabile del cyber-attacco che nel 2015 fa colpì il Bundestag, il parlamento tedesco.

Sarebbe un agente di nome Dimitri Badin, al servizio del Gru, l’intelligence militare russa. L’Fbi già indagava sul conto di Badin e del suo gruppo hacker APT 28, detto anche «Fancy Bear» (l’orsetto elegante), responsabile del MailGate che travolse Hillary Clinton nel 2016.

L’ 8 maggio Fox News ha invece comunicato che un cyberattacco iraniano al sistema idroelettrico israeliano è andato a segno anche se le autorità israeliane non hanno rilasciato dichiarazioni.

Il 9 maggio l’agenzia di stampa Reuters ha riportato che hacker iraniani hanno colpito la casa farmaceutica Gilead Sciences che produce il Remdesivir, l’antivirale che gli Usa vorrebbero impiegare contro il Covid-19. Continua a leggere Il Manifesto: La geopolitica dell’hacking e i cavi sottomarini

Il Manifesto: La giornata mondiale delle password

La giornata mondiale delle password

Hacker’s Dictionary. Visto che ogni anno aumenta il numero di databreach, violazioni massive di dati, password comprese, che generano furti di identità e parecchi mal di testa, forse ha senso celebrarla ricordando come si crea una password sicura

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 7 Maggio 2020

Il World Password Day, la Giornata mondiale della password, si celebra ogni primo giovedì del mese di maggio e quest’anno cade oggi. La ricorrenza, che nasce dall’idea di un ricercatore di cybersecurity, Mark Burnett, ha assunto un carattere mondiale da quando la Intel nel 2013 ha cominciato a sostenerla nell’ambito delle proprie iniziative sulla sicurezza.

Visto che ogni anno aumenta il numero di databreach, violazioni massive di dati, password comprese, che generano furti di identità e parecchi mal di testa, forse ha senso celebrarla ricordando come si crea una password sicura. Continua a leggere Il Manifesto: La giornata mondiale delle password

Il Manifesto: Gara di solidarietà contro gli hacker malevoli

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Gara di solidarietà contro gli hacker malevoli

Hacker’s Dictionary. Cyberoo, Cybertech, Kaspersky e gli altri, in pista per offrire protezione informatica gratuita durante la pandemia. Bankitalia scrive: «Tuteliamo i soggetti più esposti»

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 30 Aprile 2020

Dopo i film, i libri, le videoconferenze, le imprese adesso regalano software anti hacker. L’occasione è data dalla pandemia di Coronavirus che, obbligandoci a vivere online, porta con sé anche un aumentato rischio per virus, trojan e altri attacchi informatici. Per questo è partita la gara di solidarietà. Un’occasione per le aziende di mantenere un buon rapporto coi clienti, rafforzare il branding e farsi benvolere dall’opinione pubblica.

Si chiama Cyberoo Defence for Italy l’iniziativa di Cyberoo, da poco sbarcata in borsa, grazie alla quale vengono messi a disposizione delle aziende italiane che ne faranno richiesta, gratuitamente e per tre mesi, alcuni servizi di cyber security per lo smart working. Un’altra azienda italiana, governata da Roberto Mignemi, Cybertech, della galassia Engineering, ha messo a disposizione delle realtà ospedaliere servizi gratuiti in grado di misurare l’estensione della superficie esposta agli attacchi, pronta a fornire supporto in caso di compromissioni.

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Il Manifesto: In vendita i dati degli impiegati di Unicredit

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In vendita i dati degli impiegati di Unicredit

Hacker’s Dictionary. Mille dollari per tremila profili di bancari. Un hacker di nome c0c0linoz li vende nell’undeground in cambio di cryptovaluta Monero. Intanto partono le prime truffe col pretesto di installare l’app di tracciamento contro la pandemia

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 23 Aprile 2020

Domenica sera un hacker di nome c0c0linoz ha messo in vendita un intero database di dipendenti Unicredit. L’annuncio è stato dato in un forum underground e intercettato dai ricercatori di Telsy, una società di sicurezza del gruppo Tim.

L’offerta è di tremila profili, con tanto di e-mail, telefono, password, cognome e nome, per 1.000 dollari, oppure di 150 mila «righe» di dati per 10mila, ma in moneta elettronica Monero. Continua a leggere Il Manifesto: In vendita i dati degli impiegati di Unicredit

Il Manifesto: «Il 5G causa il Coronavirus», ma è una bufala

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«Il 5G causa il Coronavirus», ma è una bufala

Hacker’s dictionary. Il Poynter Institute ha messo insieme una task force di esperti per combattere le fake news sul Covid-19. Ma è compito di tutti impedirne la diffusione

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 Aprile 2020

«Il 5G causa il Coronavirus». «Bere acqua calda può prevenire l’infezione da COVID-19». «Per tutta l’emergenza il governo registrerà tutti i messaggi di Facebook e WhatsApp».
Create e diffuse sui social queste bufale sono diventate virali sia attraverso la posta elettronica sia con le catene di Sant’Antonio via chat, e per questo il Poynter Institute ha deciso di unire le forze di circa 100 fact checkers provenienti da 45 paesi diversi per smontarle una ad una.

È così che scopriamo che una clip di 20 secondi su Facebook che mostra una donna pakistana in burqa con difficoltà respiratorie proviene dall’India e che non ha il coronavirus. Scopriamo anche non essere vero che «Moglie e figlia del presidente spagnolo sono fuggite a Cuenca per la quarantena». Pure la notizia originata su WhatsApp e diventata virale in Spagna secondo cui «Papa Francesco ha chiesto ai credenti di mettere un fazzoletto bianco sulla porta per scongiurare la peste» è falsa. E poi arriviamo alla bufala più grossa e pericolosa: «Donald Trump annuncia la commercializzazione di un vaccino». Non esiste ancora, ahinoi, un vaccino per il Coronavirus.

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