Il Manifesto: Porti chiusi, siti aperti e ministeri colabrodo

Porti chiusi, siti aperti e ministeri colabrodo

Hacker’s dictionary. Negli ultimi mesi il crimine informatico ha destato grande allarme e causato danni notevoli alla Pubblica Amministrazione, alle aziende e ai cittadini. Salvini dovrebbe occuparsi di più della nostra sicurezza informatica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 31 Gennaio 2019

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si vanta di difendere “i confini esterni del paese” ma non riesce a difendere quelli interni. No, non parliamo di lotta alle mafie e alla corruzione che divorano il paese, ma della lotta ai cybercriminali che hanno invaso il mondo digitale che tutti abitiamo.

Negli ultimi mesi le incursioni dei malfattori digitali hanno fatto registrare una paurosa impennata e solo quelle più gravi sono state trattate dai giornali.

È stato da pochi giorni reso noto che a ottobre scorso criminali ancora sconosciuti sono entrati in possesso di nomi, cognomi, codici fiscali e codici identificativi di 731.519 clienti della banca Unicredit individuando le password di 6.859 utenze, alle quali la banca ha bloccato l’accesso una volta scoperta l’intrusione. Continua a leggere Il Manifesto: Porti chiusi, siti aperti e ministeri colabrodo

Il Manifesto: Quando la viralità fa male

Quando la viralità fa male

Hacker’s Dictionary. WhatsApp e Youtube hanno deciso di limitare l’inoltro dei messaggi e dei video virali per contrastare false notizie e disinformazione e per ridurre i danni prodotti dall’imitazione di giochi pericolosi

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 24 Gennaio 2019

WhatsApp, il terrore di tutti i papà che non vogliono finire nelle chat scolastiche, potrebbe adesso fare meno paura.

Victoria Grand, vicepresidente di WhatsApp, durante una conferenza stampa in Indonesia ha dichiarato: «Abbiamo introdotto un limite di cinque inoltri valido in tutto il mondo a partire da oggi». La decisione, attesa da mesi, dopo un annuncio dell’autunno scorso, dovrebbe contribuire ad arginare la diffusione di «fake news» attraverso la popolare applicazione di messaggistica, considerata responsabile sia di linciaggi e uccisioni in India sia di interferenze nelle elezioni che hanno portato Jair Bolsonaro alla presidenza del Brasile.

Continua a leggere Il Manifesto: Quando la viralità fa male

Convegno: LOTTA AL CRIMINE INFORMATICO, PROTEZIONE DEI DATI E RISVOLTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

LOTTA AL CRIMINE INFORMATICO, PROTEZIONE DEI DATI E RISVOLTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

MERCOLEDÌ 22 GENNAIO 2019, ore 15.30
Università degli Studi Link Campus University
Aula 3 – Via del Casale di San Pio V, 44 – Roma

– INTERVENGONO –
Luigi Montuori
Dirigente del Servizio Relazioni Internazionali e con
l’UE, Autorità Garante per la protezione dei dati personali
Eugenio Albamonte
Pubblico Ministero Tribunale di Roma
Francesco Corona
Direttore master Cyber Security, Link Campus University
Arturo Di Corinto
Giornalista e docente Link Campus University
Giuseppe Mastromattei
Presidente del Laboratorio per la Sicurezza Continua a leggere Convegno: LOTTA AL CRIMINE INFORMATICO, PROTEZIONE DEI DATI E RISVOLTI NELLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

AGI: I cinque archivi di email rubate sono tuttora scaricabili a pagamento

Con il passare delle ore le ipotesi sono diventate certezze: Collection #1 non è l’unico archivio di email rubate in circolazione e finite in parte nel database di Have I Been Pwned, il sito che le raccoglie dal 2013.

I ricercatori si sono messi al lavoro e hanno trovato altrettanti archivi numerati e con lo stesso nome: Collection #2, Collection #3 Collection #4, Collection #5. Che fossero più di uno se ne erano già accorti anche i ricercatori di D3LabIT. E oggi ce lo hanno confermato altri due ricercatori che li stanno analizzando, Dario Buonocore e Marco Ramilli.

A una prima parziale analisi del nuovo materiale, dal peso di 1 terabyte, le mailbox più colpite sono quelle di Yahoo, Gmail, Hotmail, Aol e mail.ru, mentre le password più usate sono sempre le stesse: 123456, password, qwerty, abc123, iloveyou1. Nel frattempo il sito che all’inizio ospitava #Collection #1 è stato chiuso e un altro, fasullo, è stato usato da un presunto hacker ucraino per truffare chi faceva richiesta di quel materiale dietro compenso.

Adesso però tutte le collection sono condivisibili e scaricabili sotto forma di file ‘.torrent’ da un forum di hacker, a pagamento. Continua a leggere AGI: I cinque archivi di email rubate sono tuttora scaricabili a pagamento

AGI: Cambiate le password, Collection #1 è il più grande furto di email della storia

Cambiate le password, Collection #1 è il più grande furto di email della storia

Un esperto ha scoperto 773 milioni di email in giro nel cyberspace e 140 milioni non erano mai state raccolte prima. Potrebbero essere usate per operazioni di phishing e furto di identità. Il consiglio è di rafforzare subito le proprie difese

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 17 Gennaio 2019

I numeri sono da capogiro: nel bottino di email e password appena scoperto stavolta ci sono 773 milioni di indirizzi web e 22 milioni di password uniche. È stato chiamato Collection #1 e già il nome lascia intendere che ne esistono versioni successive col nome di Collection #2, Collection #3 eccetera.

A darne la notizia per primo su Twitter è stato Odisseus, un esperto italiano di cybersecurity, ma a scoprire l’archivio è stato Troy Hunt, il ricercatore  informatico autore del sito Have I been pwned (“sono stato bucato”) che da anni conserva il risultato di successivi furti di dati ai danni di Yahoo!, Facebook, Twitter, Adobe, YouPorn e via dicendo. Secondo Hunt, Collection #1 è “il più grande databreach mai caricato sul sito.”

Antipublic, un data leak da 17 Giga e 450 milioni di indirizzi mail da tutto il mondo, scoperto nel maggio 2017, ne contiene poco più della metà.

Una prima analisi delle email messe a disposizione dal ricercatore suggerisce che l’enorme archivio sia il frutto di successivi databreach ai danni di singoli privati, siti e organizzazioni commerciali. Continua a leggere AGI: Cambiate le password, Collection #1 è il più grande furto di email della storia

Il Manifesto: Il Grande Fratello del Copyright ha già perso

Hacker’s Dictionary. La riforma europea del copyright è in dirittura d’arrivo. Ma non servirà a salvare l’industria culturale tradizionale che per sopravvivere deve imparare dalla creatività di un pubblico diventato autore

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 17 Gennaio 2018

Il Grande Fratello del Copyright si è mosso. Il 21 gennaio Parlamento e Consiglio Europeo dovrebbero finalizzare il testo che cambierà il nostro modo di usare il Web 2.0. Gli sherpa hanno infatti raggiunto un accordo in base al quale le piattaforme Internet come Youtube e simili saranno considerate responsabili per la violazione del copyright commessa dai propri utenti. Si tratta della parte centrale della riforma europea del copyright nota come Articolo 13.

Il voto finale è atteso tra marzo ed aprile. L’Italia ha promesso di votare contro.

Continua a leggere Il Manifesto: Il Grande Fratello del Copyright ha già perso

AGI: Professione cyberdefender: la Cyberchallenge italiana è l’occasione di mettersi alla prova

Professione cyberdefender: la Cyberchallenge italiana è l’occasione di mettersi alla prova

Il Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI seleziona i migliori talenti informatici italiani fino al 20 gennaio in 18 università

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 14 Gennaio 2018

Smontare e rimontare le cose. Metterci le mani dentro. Trasformarle secondo i propri desideri.

Questo è l’hacking, un modo irriverente e giocoso di misurarsi con la complessità delle macchine informatiche. Oggi, finalmente, maneggiare hardware e algoritmi, scoprire difetti nel codice e risolvere problemi matematici per proteggere le reti, bloccare un attacco informatico, ottimizzare un software con un hack, si può fare alla luce del sole.

Dopo molti anni in cui pessime narrazioni e troppi pregiudizi hanno portato tanti giovani hacker a coltivare il proprio talento da soli, incompresi, di nascosto, CyberchallengeIT, consente ai più giovani di uscire dal bozzolo e trasformarsi in hacker impegnati a proteggere quello che conta veramente: la pace, la democrazia, il benessere di tutti. Possibile? Forse sì, se scegliamo la strada giusta.

Questo almeno è l’obbiettivo che si prefigge il Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI con la Cyberchallenge, un progetto accademico di addestramento gratuito dei giovani talenti informatici italiani fra i 16 e i 23 anni. Le iscrizioni per partecipare, fino al 20 gennaio, serviranno a selezionare i più meritevoli in un percorso che culminerà nella gara finale e nelle premiazioni del 28 giugno 2019. Il progetto punta a sviluppare nei partecipanti le competenze necessarie ad affrontare le sfide che un cyberspace sempre più affollato impone per garantire la sicurezza di tutti. Continua a leggere AGI: Professione cyberdefender: la Cyberchallenge italiana è l’occasione di mettersi alla prova

La Repubblica: Morti sul lavoro, la protesta di Anonymous: hackerati i siti delle agenzie per il lavoro

la-repubblica-it-logo

Morti sul lavoro, la protesta di Anonymous: hackerati i siti delle agenzie per il lavoro

Un attacco informatico dimostrativo da parte degli attivisti che si riconoscono nel collettivo di hacker più famoso: “Siamo lavoratori come voi”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 Gennaio 2018

CONTRO LA PIAGA delle morti sul lavoro e lo sfruttamento dei lavoratori Anonymous stavolta se la prende con i centri per l’impiego, le agenzie interinali e quelle regionali del lavoro, avvocati, periti, e associazioni industriali.

Gli hacktivisti di Anonymous che per tutto il 2018 hanno messo a nudo nomi e organizzazioni scolastiche, sanitarie e militari, per denunciare la mancanza di privacy e sicurezza dei dati, hanno pubblicato in rete gli archivi del Collegio periti industriali di Rieti, della Federazione nazionale commercianti cementi, laterizi e materiali da costruzione, delle Camere di commercio di Vicenza e Bari, e dell’Unione avvocati d’Italia, in segno di protesta contro le morti sul lavoro. Con l’ormai solito corredo di nomi, cognomi, email, password e numeri di telefono. Continua a leggere La Repubblica: Morti sul lavoro, la protesta di Anonymous: hackerati i siti delle agenzie per il lavoro

La Repubblica: Internet Governance Forum, i cittadini possono disegnare il futuro della rete

la-repubblica-it-logo

Internet Governance Forum, i cittadini possono disegnare il futuro della rete

È online la call per partecipare alla definizione dei temi e delle proposte da portare a Berlino all’Internet Governance Forum, il “parlamento” che ogni anno discute a livello mondiale la direzione dello sviluppo della rete. E l’Italia prova a organizzarsi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Dicembre 2019

ROMA –  “Limitare gli usi negativi di Internet e incrementare le opportunità che offre senza lasciare indietro nessuno”. In un momento in cui ci sentiamo travolti da notizie false, furti di dati, software spia e troll che impazzano sui social, suona strano, ma si può fare. E si può fare con il contributo di tutti, nonostante lo strapotere di Big Tech, il terrorismo che ritorna online e le accuse di Trump a Internet, che considera responsabile dell’immigrazione illegale negli Usa? Ma come? Ad esempio attraverso la partecipazione alle consultazioni online sul futuro di Internet. Continua a leggere La Repubblica: Internet Governance Forum, i cittadini possono disegnare il futuro della rete

Il Manifesto: C’è una taglia sulla tua privacy

C’è una taglia sulla tua privacy

Hacker’s Dictionary. Il Darth Vader della cybersecurity è pronto a pagare chi buca i sistemi di messaggistica come WhatsApp, Messenger e Signal

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 gennaio 2019

La sicurezza totale non esiste. Soprattutto se parliamo di reti e dispositivi elettronici. Eppure in campo informatico è possibile adottare una serie di accorgimenti che rendono la vita difficile a spioni, ladri e truffatori che attaccano il nostro mondo digitale.

Abbiamo già parlato di come proteggere gli acquisti online ed evitare le aggressioni sui social, perciò è ora di pensare alla sicurezza dei sistemi di messaggistica a cui dedichiamo tante ore della nostra giornata.

Si tratti di WhatsApp, Messenger, iMessage e Telegram, oppure di Signal e Confide, tutti questi sistemi proteggono le nostre comunicazioni da intercettazioni private, sorveglianza non autorizzata e furto di dati grazie alla crittografia end-to-end, che nasconde il contenuto in chiaro del messaggio nel suo viaggio dal mittente fino al destinatario. Continua a leggere Il Manifesto: C’è una taglia sulla tua privacy

Il Manifesto: Insieme diciamo basta alle molestie online

Insieme diciamo basta alle molestie online

Hacker’s Dictionary. Le donne sono il bersaglio preferito di ricatti e aggressioni verbali. Amnesty lancia il Troll Patrol Project. Dalla Internet Society dieci semplici suggerimenti per rendere il web un posto migliore per tutti e tutte

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 3 Gennaio 2019

Le molestie e il bullismo online sono reali. E alcuni gruppi, come le donne, sono presi di mira più di altri. Purtroppo, la nostra identità influisce sul modo in cui sei trattato dagli altri anche online.

Ad esempio, il costo della presenza tu Twitter per una donna può essere molto alto. Soprattutto se si tratta di figure pubbliche. Nonostante i ripetuti appelli ai fondatori della piattaforma di microblogging le cose per le donne peggiorano ogni giorno. Per questo Amnesty International ha deciso di realizzare il Troll Patrol Project, un’indagine mirata sui tweet molesti. Lo studio, realizzato con la partecipazione di 778 donne che lavorano nel giornalismo e nella politica negli Usa e nel Regno Unito ha scoperto che il 7% dei tweet a loro inviati erano molesti e problematici e che arrivavano sia da destra che da sinistra al numero di uno ogni 30 secondi per un totale di un miliardo di tweet in un anno. Le donne di colore sono le più bersagliate. Continua a leggere Il Manifesto: Insieme diciamo basta alle molestie online

Il Manifesto: Webeti, cyberbulli e politici arroganti, l’Italia in rete

Webeti, cyberbulli e politici arroganti, l’Italia in rete

Hacker’s Dictionary. Aggressioni verbali e minacce nei social, quando si scambia la libertà d’espressione con la libertà d’insulto

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 27 Dicembre 2018

Dopo Jamal Khashoggi un altro giornalista saudita, Turki Bin Abdul Aziz Al-Jasser, è morto. Rintracciato dal suo account anonimo su Twitter, era stato torturato per aver denunciato le violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita.

Nei paesi autoritari si muore per potersi esprimere, in quelli democratici si abusa della libertà d’espressione.

In Italia aumenta ogni giorno il numero di chi si rende colpevole di fenomeni di cyberbullismo, cyberstalking, hate speech, revenge porn. Solo nel 2017 i casi conclamati di cyberbullismo sono stati 354. Pochi giorni fa i reati degli aguzzini di Carolina Picchio, quattordicenne suicidatasi per le offese ricevute sui social dopo la diffusione di un video imbarazzante, sono stati dichiarati estinti.

La legge del 2017 sul cyberbullismo, gli interventi del Garante per la privacy, le campagne di comunicazione non sembrano bastare. I social network continuano a calamitare la rabbia e l’aggressività repressa di chi si sente defraudato di qualcosa da qualcuno. I bersagli preferiti rimangono i politici, i professori, i giornalisti, chiunque incarni l’autorità o una presunta élite. Continua a leggere Il Manifesto: Webeti, cyberbulli e politici arroganti, l’Italia in rete

Eta Beta, RadioUno, intervista Arturo Di Corinto: 2018 e Internet perse l’innocenza

22/12/2018
Il 2018, con lo scandalo di Cambridge Analytica e il saccheggio dei nostri dati personali, è stato l’anno che ha mostrato definitivamente al mondo il lato oscuro di internet e dei social network. Al lato oscuro della rete, e al risveglio della politica sui titani del web, è dedicata questa puntata di Eta Beta

Da santuari della libertà d’espressioni a luoghi inaffidabili, ambigui, carichi di minacce per la nostra sicurezza e per i valori stessi della democrazia. Il 2018, con lo scandalo di Cambridge Analytica e il saccheggio dei nostri dati personali,  è stato l’anno che ha mostrato definitivamente al mondo il lato oscuro di internet e dei social network. Al lato oscuro della rete, e al risveglio della politica sui titani del web, è dedicata questa  puntata di Eta Beta.

Al microfono di Massimo Cerofolini: Umberto Rapetto, esperto di sicurezza informatica; Arturo Di Corinto, autore del libro Un dizionario hacker;
Luigi Naldini, direttore dell’istituto Telethon e docente di terapia genica all’Università San Raffaele di Milano.

Il Manifesto: Una bugia detta mille volte diventa una verità

Una bugia detta mille volte diventa una verità

Hacker’s Dictionary: Dopo le rivelazioni del Washington Post la comunità afro-americana e le associazioni per i diritti civili chiedono di boicottare Facebook per avere favorito la disinformazione russa.

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 20 Dicembre 2019

Cyber-spionaggio, attacchi alle infrastrutture critiche, disinformazione e propaganda sono gli strumenti di una guerra asimmetrica che ha modificato mezzi e strategie degli Stati-nazione. E per la propaganda che fa perno sulle fake news oggi si parla di «hybression», aggressioni ibride, sponsorizzate dai governi attraverso gli Apt, gruppi di hacker militari o da questi finanziati.

Il Washington Post ha pubblicato lunedì la bozza di un rapporto sul ruolo di Facebook nella campagna di disinformazione condotta dai russi attraverso i social network disseminando foto, video e notizie per favorire l’elezione di Donald Trump. Continua a leggere Il Manifesto: Una bugia detta mille volte diventa una verità

Il Manifesto: Tecnologie futuristiche e assistenti virtuali

 Tecnologie futuristiche e assistenti virtuali

Hacker’s Dictionary. Gli smart speaker, gli assistenti virtuali di Amazon, Google, Apple, possono essere il punto d’accesso di attacchi devastanti alla propria privacy o al web creando eserciti di computer zombie

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 12 Dicembre 2018

«Le tecnologie del futuro ci conosceranno meglio di quanto noi conosciamo loro.” Lo ha detto Michael Björn, capo progetto di Ericsson, commentando una ricerca su 34 milioni di persone svolta dal ConsumerLab della sua azienda.

Secondo questa ricerca, incentrata su Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale, 5G e automazione, tra le 10 tendenze più significative del 2019 previste dagli utenti avanzati di Internet ci sono gli assistenti virtuali, come Amazon Echo e Google Home, che saranno presto in grado di comprendere i nostri stati d’animo. Per gli intervistati gli “smart speaker” che integrano gli assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale tra poco potranno discutere con noi come fanno i membri di una famiglia e saranno usati per automatizzare il pagamento di bollette e abbonamenti, cosi come la consegna di spesa e regali. Continua a leggere Il Manifesto: Tecnologie futuristiche e assistenti virtuali

Il Manifesto: Se cerchi la libertà la cyber-sorveglianza ti riguarda

Se cerchi la libertà la cyber-sorveglianza ti riguarda

Hacker’s Dictionary. Da Assange a Khashoggi passando per le donne saudite ecco come i governi violano i diritti umani di chi fa informazione online

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 6 Dicembre

Secondo Turchia e Stati Uniti il giornalista arabo saudita Jamal Khashoggi è stato trucidato all’interno del suo consolato ad Istanbul per ordine della monarchia di Riyad. Il giornalista voleva lanciare un movimento online per denunciare gli abusi del principe ereditario Mohammed bin Salman ma fu scoperto grazie a un software spia dell’azienda israeliana Nso group.

O almeno questo è quello che sostiene il suo collega e amico Omar Abdulaziz. E la stessa tesi è stata sostenuta anche da Snowden in un convegno del mese scorso. La notizia, riportata dal Corriere della Sera, è stata smentita dalla stessa azienda sul Times of Israel che ha più volte denunciato lo strapotere delle imprese israeliane di cybersecurity sotto controllo governativo. Continua a leggere Il Manifesto: Se cerchi la libertà la cyber-sorveglianza ti riguarda

Il Manifesto: Gli errori nel software ci rendono vulnerabili come rimediare?

Gli errori nel software ci rendono vulnerabili come rimediare?

Hacker’s Dictionary. La rubrica settimanale a cura di Arturo Di Corinto

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 29 Novembre 2018

Alcune settimane fa il raid di Anonplus sul sito della Siae ha fruttato agli attaccanti 4 gigabyte di dati personali dei creativi italiani; decine di incursioni di varie sigle della galassia Anonymous italiana hanno messo a nudo i database di ministeri, sindacati, università e militari in congedo; l’attacco alla Pec di Telecom Italia ha lasciato senza difese 500mila caselle di posta elettronica certificata obbligando lo stop di tutte le attività correlate al processo civile telematico, perfino la chiusura dei tribunali.

Quasi tutti gli attacchi sono stati possibili a causa di falle e vulnerabilità di software e sistemi in uso. Ma adesso che siamo tutti cittadini digitali non possiamo più accettare che le vulnerabilità di hardware e software mettano in pericolo la democrazia e l’economia.

Per capirci, una vulnerabilità è un difetto nella progettazione tecnica o nell’implementazione di prodotti e sistemi informatici che può essere utilizzata per sfruttare, penetrare o manipolare un prodotto o un sistema, sia esso hardware o software. I danni prodotti da sistemi vulnerabili li abbiamo conosciuti con gli attacchi Mirai e Wannacry: nel primo caso bloccando l’accesso per mezza giornata a Twitter, Netflix, New York Times, nel secondo bloccando il sistema sanitario inglese, navi cargo danesi e treni russi. Continua a leggere Il Manifesto: Gli errori nel software ci rendono vulnerabili come rimediare?

Il Manifesto: Black Friday e Cyber Monday, cinque mosse per acquisti sicuri online

Black Friday e Cyber Monday, cinque mosse per acquisti sicuri online

Hacker’s Dictionary. Attenti ai siti clone, non aprite file sconosciuti, buttate le email con le offerte improbabili, staccatevi dal wi-fi gratuito e fate girare un buon antivirus

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 22 Novembre

Domani si festeggia anche in Italia il Black Friday. Nato negli Stati Uniti, dà inizio ormai in tutto il mondo alla stagione degli acquisti natalizi a prezzi di realizzo. Al Black Friday fa seguito il Cyber Monday del 26 novembre che è invece caratterizzato da grandi sconti sui gadget elettronici, soprattutto se acquistati su internet. Però i truffatori sono in agguato e bisogna fare attenzione a non farsi buggerare dagli sconti online. E bisogna ricordare che più cose elettroniche ci mettiamo in casa più diventiamo vulnerabili agli attacchi informatici che possono mettere a nudo le nostre vite, esporci a ricatti e prosciugarci il conto in banca. Continua a leggere Il Manifesto: Black Friday e Cyber Monday, cinque mosse per acquisti sicuri online

AGI: Cosa dobbiamo aspettarci ancora dal mese nero della cybersecurity

Cosa dobbiamo aspettarci ancora dal mese nero della cybersecurity

Pec attack, Anonplus e Anonymous, APT 28 e 29, cybercrimine organizzato: il cyberspace italiano è affollato di minacce. Vedremo se il governo le saprà contrastare. Preoccupazione per il Cyber Monday​

di ARTURO DI CORINTO per Agi del 21 Novembre 2018

È stato l’attacco informatico più grave di tutto il 2018. L’attacco, riuscito, al servizio di posta certificata di Telecom Italia, che ha messo a rischio 500 mila caselle Pec di account pubblici e privati, è stato uno smacco per la sicurezza del paese.

In quei 500 mila indirizzi un quinto degli account, esattamente 98.000, sono di funzionari e dirigenti ministeriali della Difesa, della Giustizia, dell’Interno e degli Esteri, anche dei due ministeri economici, Finanze e Sviluppo Economico. In mezzo ci sono finite le caselle Pec della stessa Presidenza del Consiglio. Tra quelli privati ci sarebbero anche quelli di Leonardo e altre imprese importanti.

Come hanno agito i servizi segreti

A confermare l’esito dell’attacco, inizialmente raccontato in un articolo seminascosto sul web pubblicato dal Corriere della Sera nelle pagine di Milano per spiegare il ‘tilt’ dei tribunali, ci ha pensato Roberto Baldoni, a capo della cybersecurity italiana da 7 mesi. Il numero due del Dis, Dipartimento Informazioni per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha avuto la forza e il coraggio di metterci la faccia di dirlo davanti a una platea di giornalisti. Un fatto che, a parere di chi scrive, ci accosta alle pratiche dei Paesi più civili e dice che ai vertici della struttura che sovrintende i nostri servizi segreti c’è stato un vero cambiamento in questi anni. Probabilmente anche per merito del lavoro seminato dal prefetto Alessandro Pansa, il direttore capo del Dis.

L’attacco, notificato e contenuto già nelle prime ore successive alla sua scoperta il 12 novembre ha richiesto l’attivazione di un gabinetto di crisi istituzionale che ha partorito un’indagine che durerà a lungo, affidata dal Cnaipic della dottoressa Nunzia Ciardi. Continua a leggere AGI: Cosa dobbiamo aspettarci ancora dal mese nero della cybersecurity

La Repubblica: Lo Stato dopo l’attacco hacker ai tribunali: “Cambiate la password della vostra Pec”

la-repubblica-it-logo

Lo Stato dopo l’attacco hacker ai tribunali: “Cambiate la password della vostra Pec”

Il numero 1 della sicurezza cibernetica italiano, Roberto Baldoni, invita tutti i possessori di un indirizzo di posta certificata a monitorare i propri account dopo l’attacco dei giorni scorsi. Nel quale sono state esposte 500mila caselle di posta elettrica, tra le quali 98mila mail e password della pubblica amministrazione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Novembre 2018

“CAMBIATE subito la password”. Roberto Baldoni, il responsabile della cybersicurezza italiana presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è categorico. L’invito, rivolto a tutto il paese, è la conseguenza di un gravissimo attacco informatico che ha esposto 500.000 caselle di posta elettronica certificata causata dalla violazione dei server di un noto fornitore del servizio. Secondo le prime e parziali indagini adesso gli hacker hanno in mano gli identificativi Pec di 98.000 utenti tra magistrati, militari e funzionari del Cisr, il Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica che comprende appunto i ministeri della Giustizia, degli Interni, della Difesa, degli Esteri, dell’Economia e dello Sviluppo Economico, la stessa Presidenza del consiglio dei ministri e dell’Autorità delegata. Continua a leggere La Repubblica: Lo Stato dopo l’attacco hacker ai tribunali: “Cambiate la password della vostra Pec”

Il Manifesto: Dove sono gli elenchi dei servizi digitali essenziali?

Dove sono gli elenchi dei servizi digitali essenziali?

Hacker’s Dictionary. La Nis, la Network and Information Security Directive, nelle intenzioni dei legislatori è un insieme di dispositivi normativi che dovrebbero assicurare la continuità operativa nella fornitura di servizi essenziali nel campo dell’energia, dei trasporti, in quello bancario e finanziario, ma anche nella fornitura e distribuzione di acqua potabile e delle infrastrutture digitali, dell’e-commerce, dei motori di ricerca e del cloud computing: cioè la continuità dei servizi necessari a un normale funzionamento delle società moderne

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 15 Novembre 2018

Il 9 novembre è passato ma l’elenco degli operatori dei servizi essenziali previsti dalla Nis, la Direttiva europea sulla sicurezza delle reti, non è ancora stato pubblicato. Eppure la loro individuazione è una disposizione obbligatoria di questa direttiva del 2016 recepita in Italia il 26 giugno 2018. A causa del ritardo nel recepimento all’epoca scrivemmo che «si erano dimenticati della Nis». Continua a leggere Il Manifesto: Dove sono gli elenchi dei servizi digitali essenziali?

Il Manifesto: Antisemitismo ed hate speech, un vizio «social»

Antisemitismo ed hate speech, un vizio «social»

Hacker’s Dictionary. Le piattaforme social non hanno ideologia se non quella del mercato. Non conta chi sei o come la pensi, contano i numeri che fai – like, fan, follower – insieme alla capacità di spesa nota dall’incrocio di fattori e informazioni anche esterne alla piattaforma. Per questo motivo le policies dei social mettono meno vincoli possibili al comportamento degli utenti, spesso sotto la bandiera di una presunta libertà d’espressione

di ARTURO DI CORINTO per Il manifesto del 8 Novembre 2018

“The Intercept”, il giornale online fondato da Glenn Greenwald, Laura Poitras e Jeremy Scahill, ha dimostrato che Facebook vendeva pubblicità razziste e antisemite ai suoi utenti. Proprio nei giorni del massacro alla sinagoga di Pittsburgh. L’autore dell’omicidio di 11 persone era convinto dell’esistenza di un complotto per decimare la «razza bianca», noto come «White genocide». Si tratta di una teoria complottista secondo la quale «i negri» cospirerebbero per cacciare i bianchi dalle loro terre. Continua a leggere Il Manifesto: Antisemitismo ed hate speech, un vizio «social»

La Repubblica: Nuovo attacco di Anonymous Italia: diffusi i dati di ministeri e polizia

la-repubblica-it-logo

Nuovo attacco di Anonymous Italia: diffusi i dati di ministeri e polizia

A chiusura della “Settimana Nera”, con attacchi a siti e database online, molti dei quali di istituzioni dello Stato, gli Anonymous italiani diffondo migliaia di email e telefoni del Mise e del Cnr. Poi anche i tesserati della Lega Nord e di Fratelli d’Italia. E chiamano tutti a partecipare alla Million Mask March. Il garante per la Privacy, Soro: “La negligenza rispetto alla sicurezza informatica non è tollerabile”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Novembre

LA FURIA iconoclasta degli Anonymous italiani non si arresta. Come annunciato, i tre gruppi che coordinano l’operazione “Settimana Nera” hanno diffuso anche oggi nuovi dati provenienti dalle loro incursioni in siti e database online. Nei materiali divulgati oggi ci sono nomi, cognomi, numeri di telefono email e password di impiegati e funzionari di diversi istituti del Cnr, i database di Equitalia e del Ministero dello Sviluppo Economico. Sono stati diffusi i dati, questi sì, sensibili, dei tesserati della Lega Nord del Trentino, di Fratelli d’Italia, del PD di Siena. E poi ci sono nomi e cognomi degli appartenenti ad Assopolizia da Roma a Belluno e quelli dell’Istituto Centrale per gli Archivi. Ironicamente si tratta dell’Istituto che ha il compito di elaborare standard e linee guida nazionali per la realizzazione di sistemi informativi archivistici e di banche dati digitali, evidentemente senza troppa attenzione alla sicurezza. Tra le informazioni trapelate anche i nomi degli utenti di un portale sul tema delle ferrovie e del modellismo, forse confuso con quello delle Ferrovie dello Stato. Continua a leggere La Repubblica: Nuovo attacco di Anonymous Italia: diffusi i dati di ministeri e polizia

Formiche: Obiettivi (e simboli) del cyber attacco hacktivista al governo. Parla Di Corinto

Le azioni di gruppi come Anonymous Italia e LulzSec – spiega a Formiche.net Arturo Di Corinto, giornalista esperto di nuove tecnologie – hanno creato un problema serio a molti cittadini colpiti, ovvero i soggetti più deboli, ma il vero obiettivo di queste offensive era danneggiare il governo. Ecco perché
di Rebecca Mieli

La cosiddetta “black week” – una settimana intensa di attacchi cyber organizzata per celebrare il rivoluzionario inglese Guy Fawkes, impiccato per tradimento dopo la fallita Congiura delle Polveri del 5 novembre 1605 e il cui volto è diventato il simbolo della “resistenza” online da parte di gruppi hacktivisti – ha creato “un problema serio a molti cittadini colpiti, ovvero i soggetti più deboli, ma il vero obiettivo di queste offensive era danneggiare il governo”. Continua a leggere Formiche: Obiettivi (e simboli) del cyber attacco hacktivista al governo. Parla Di Corinto

AGI: Nel nuovo comunicato Anonymous attacca la Lega

Nel nuovo comunicato Anonymous attacca la Lega

Il collettivo di hacker assume una connotazione più politica e annuncia per il 5 novembre “qualcosa che non dimenticherete”

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 03 novembre 2018,06:42

Con un cambio di programma inatteso gli hacker attivisti di Anonymous hanno deciso di non rilasciare nuovi dati oggi, ma di spiegare con esattezza i motivi delle loro azioni con un comunicato che interloquisce direttamente con gli articoli che Agi sta pubblicando.

Gli hacker, che nei giorni scorsi avevano divulgato una gran messe di dati personali – nome, cognome, email, password – di individui appartenenti a enti e organizzazioni del mondo dell’università, dell’industria, della sanità e del giornalismo, chiariscono nel comunicato che non sono né criminali né terroristi.

Ribadiscono che Anonymous Italia, LulzSecITA e AntiSecIT sono “solamente un gruppo di Umani che si è stancato di ascoltare sempre le stesse identiche frasi dalle persone che cercano di governare un Paese di inestimato valore, che non merita questa fine.” E che il loro interesse è di “ridare i diritti ad un Popolo privato della propria privacy da ormai molto tempo.” Continua a leggere AGI: Nel nuovo comunicato Anonymous attacca la Lega

La Repubblica: Nuovo attacco di Anonplus: bucato il sito della Siae e rubati 4 giga di dati

la-repubblica-it-logo

Nuovo attacco di Anonplus: bucato il sito della Siae e rubati 4 giga di dati

A mezzanotte di venerdì la rivendicazione del gruppo di hacker attivisti noti per avere attaccato i siti del Pd, del Giornale e di Salvini. “Una protesta contro la società per la gestione delle opere dell’ingegno”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 03 Novembre 2018

Mentre alle 20 di venerdì sera Anonymous Italia diffondeva un nuovo comunicato per spiegare i motivi della divulgazione non autorizzata di nomi, email, password e cellulari di sindacalisti, giornalisti e universitari, un altro gruppo cambiava i connotati al sito della Siae, la Società italiana autori ed editori.

Il gruppo, noto come Anonplus, da non confondere con Anonymous Italia, poco prima della mezzanotte di venerdì ha bucato i server della Siae, cambiando pure i connotati del sito Siae.it, dove finora campeggia il loro logo. Sono gli stessi hacker e attivisti riuniti sotto la sigla Anonplus a darne notizia con un tweet in cui dichiarano di essere in possesso di una gran mole di documenti relativi alle attività della società. Continua a leggere La Repubblica: Nuovo attacco di Anonplus: bucato il sito della Siae e rubati 4 giga di dati

AGI: Anonymous ha spiegato perché ha deciso di colpire l’Italia partendo dalle Università

Anonymous ha spiegato perché ha deciso di colpire l’Italia partendo dalle Università

È il primo di una serie di azioni promesse dal gruppo italiano. In attesa di ciò che faranno entro il 5 novembre. Li abbiamo intervistati

di ARTURO DI CORINTO per AGI 01 novembre 2018,07:31

Annunciando l’operazione Black Week, “settimana nera”, Anonymous Italia ha dichiarato in un video su Youtube di volere festeggiare l’anniversario della Congiura delle Polveri di Guy Fawkes  che gli anglosassoni festeggiano il 5 novembre, divulgando una serie di informazioni sottratte a enti e istituzioni per denunciarne l’incapacità. Utilizzando quasi per intero un testo proveniente dalla fiction di V per Vendetta, graphic novel di Alan Moore resa celebre dall’omonimo film, hanno chiesto il coinvolgimento dei cittadini per la loro battaglia contro il potere.

Un obiettivo che nelle loro parole è direttamente politico visto che si dichiarano esplicitamente contro il governo in carica. Altre volte gli Anonymous avevano portato scompiglio e denunciato la parzialità dei media, l’avidità delle multinazionali, le leggi ingiuste, e si erano anche schierati col guru di Wikileaks, Julian Assange: mai avevano attaccato il governo italiano così frontalmente. Pochi mesi fa avevano messo nel mirino l’ex ministro Pd Valeria Fedeli, ma in genere i target erano genericamente simbolici, come la guerra, la corruzione e perfino l’Isis, contro il quale si erano rivelati centrali per la loro eliminazione dal cyberspace. Continua a leggere AGI: Anonymous ha spiegato perché ha deciso di colpire l’Italia partendo dalle Università