Server presi a calci e cyberattacchi, così il sito della Cgil è andato giù

Server presi a calci e cyberattacchi, così il sito della Cgil è andato giù

Una serie di attacchi DDoS ha colpito la sezione online del sindacato in contemporanea con l’attacco alla sede di Roma. Ecco cos’è successo e le testimonianze

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 12 Ottobre 2021

Un attacco informatico con picchi di 130mila tentativi di accesso contemporanei, per lo più provenienti dalla Germania, ha colpito i server della Cgil proprio mentre i manifestanti capeggiati da Forza Nuova sfondavano le porte a vetri della sede del sindacato a Roma.

Un attacco DDoS, cioè Distributed Denial of Service, che ha messo fuori uso sito, comunicazione e testata giornalistica della Cgil nel sabato delle proteste dei No Vax e che è proseguito per 3 giorni, oscurando la presenza online del sindacato fino a lunedì mattina, quando il sito è tornato visibile, ma solo perché la società californiana incaricata di proteggerlo, CloudFlare, ha inibito gli accessi provenienti da fuori Italia. “Per ora non ci sono minacce estorsive, è un attacco a sfondo ideologico e non sappiamo chi siano né da dove vengono” ci hanno detto.

Truffe e ransomware: quando il crimine non paga

Truffe e ransomware: quando il crimine non paga

Hacker’s dictionary. Fbi, Europol e le polizie europee si coordinano per fermare i cybercriminali. Joe Biden ospiterà un summit contro le cybergang alla Casa Bianca

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 7 Ottobre 2021

La polizia federale americana ha annunciato l’arresto di 33 persone in Texas a causa del loro presunto coinvolgimento negli attacchi informatici di Black Axe, responsabili della compromissione di e-mail aziendali (BEC), frodi assicurative e altri crimini. Il gruppo sarebbe attivo anche nel settore delle cosiddette truffe romantiche, i romance scam, usando account fasulli su siti di incontri.

Le crypto salgono, le truffe aumentano

Le crypto salgono, le truffe aumentano

Hacker’s Dictionary. La capitalizzazione mondiale delle cryptovalute è arrivata a un valore complessivo di quasi 2.000 miliardi di dollari. Tra le dieci app più installate, otto riguardano le monete digitali, e gli utenti poco esperti diventano bersaglio degli imbroglioni

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 30 Settembre 2021

Il mondo delle cryptovalute continua la sua corsa, diventando sempre più popolare. Dal 2016 a oggi gli utilizzatori di «crypto asset», cioè di valori e beni crittografati e su blockchain, sono cresciuti a livello globale del 587%.

E, secondo i dati pubblicati da Crunchbase, nei primi sei mesi del 2021 le società di venture capital hanno investito oltre un miliardo di dollari in startup che si occupano di sicurezza informatica legata al mondo delle cryptovalute, un numero dieci volte superiore a quello registrato in tutto il 2020.

Nel 2020 questo particolare settore dell’Internet economy chiamato «cryptosecurity» ha visto investimenti complessivi per 100 milioni di dollari. Ma l’esplosione delle cryptovalute nell’anno in corso ha persuaso gli investitori che le imprese innovative che lavorano a software per la protezione dei portafogli digitali in bitcoin, ethereum e cardano cresceranno ancora.

Spazio, l’ultima frontiera (della cybersicurezza)

Spazio, l’ultima frontiera (della cybersicurezza)

Nel 2020 la spesa per proteggere le infrastrutture spaziali ha sfiorato i 14 milioni di dollari. Ma continuano gli attacchi informatici ai satelliti di comunicazione e alle agenzie spaziali

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 27 Settembre 2021

Nella prima settimana di settembre, un collettivo di sedicenti hacker ha compromesso la South African Space Agency (Sansa) e ha fatto trapelare circa 18 Gb dei loro dati sul Dark Web e su siti pubblici. I dati contenevano documenti di ricerca, registrazioni e alcune informazioni private e personali. È il cyberattacco più recente ai danni delle agenzie spaziali.

Ce ne saranno altri? Probabile, soprattutto adesso che il settore dei viaggi spaziali sta letteralmente decollando e il futuro si annuncia florido per i viaggi interstellari di turisti spaziali, con alberghi su satelliti terrestri, robot astronauti, miniere su Marte o chissà dove.

Ma non ci sono solo le imprese di Elon Musk e di Jeff Bezos: grandi e medie potenze statali puntano a esplorare e colonizzare lo Spazio. Veramente pensiamo che non ci sarà bisogno di proteggere le comunicazioni e i sistemi intelligenti che ci guideranno nell’impresa? Di certo non la pensa così Kaspersky, l’azienda russa di cybersecurity che sta rivolgendo, e non da ora, i suoi sforzi alla cybersicurezza nello Spazio profondo.

La cybersecurity non è un processo ma un ecosistema

Si terrà il 27 settembre a Roma il workshop dal titolo ‘La cybersecurity non è un processo ma un ecosistema’, organizzato da ATLANTICA DIGITAL SPA e sponsorizzato da IBM.

Tema dell’evento sarà la cybersecurity intesa come cultura diffusa di approccio e gestione del rischio di attacchi, con particolare attenzione al ruolo delle aziende e dei fornitori nel “fare filiera”.

Un argomento di grande attualità, in un contesto di crescente consapevolezza dei rischi legati al mondo cyber da parte delle aziende.

Il workshop, che sarà in modalità ibrida (relatori in presenza, pubblico in streaming), si terrà dalle ore 11:00 alle 13:00. Il link per lo streaming sarà diffuso nei prossimi giorni.

AGENDA

Corradino Corradi, Head of ICT Security, Privacy & Fraud Management, Vodafone
Vincenzo Di Nicola, Head of Technological Innovation and Digital Transformation, INPS
Massimo Ravenna, Head of Cyber Security, Acea
Luigi Maracino, General Manager, Atlantica Cyber Security
Giulia Caliari, Security Architect, IBM

Modera: Arturo Di Corinto

Dieci conferenze da tenere d’occhio per il Mese europeo della Cybersecurity

Dieci conferenze da tenere d’occhio per il Mese europeo della Cybersecurity

Sul sito del Clusit, tutti gli appuntamenti di ottobre e le notizie necessarie per diventare più bravi e consapevoli e fare comunità

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 24 Settembre 2021

Ottobre è il Mese europeo della Cybersecurity. L’iniziativa, voluta dalla Commissione europea, anche quest’anno è ricca di appuntamenti, con una novità: per alcuni di loro si torna in presenza.

Come al solito è Clusit, l’Associazione italiana degli Esperti di sicurezza informatica, che ne tiene traccia sul suo sito. Così abbiamo pensato di approfittarne per segnalarne alcune, insieme a quelle che si tengono prima e dopo il Cybersecurity Month.

Apparentemente non sono molto diverse tra loro. Tutte sono orientate a offrire informazioni e creare consapevolezza per avvicinare cittadini e professionisti alle tematiche della difesa digitale da cybercriminali e gang informatiche. Ransomware, Iot, State Actors, voto elettronico, affidabilità delle Vpn, Quantum Internet sono solo alcuni dei temi. In certi casi il taglio è tecnico, che vuol dire avere un solido background informatico per poterle seguire, in altri sono adatte anche ai newbies, termine gergale per indicare i neofiti, gli ultimi arrivati. Ma in fondo, come recita un vecchio slogan, “nella cybersecurity sei sempre un pivello”, perciò non c’è da scoraggiarsi.

Il commercio illegale di dati come la droga

Il commercio illegale di dati come la droga

Hacker’s Dictionary. I cybercriminali fanno incetta di dati personali e aziendali. Il Mese europeo della sicurezza informatica può servire a diventarne consapevoli e a difendersi meglio dagli attacchi. Tutti gli eventi italiani sul sito di Clusit

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 23 Settembre 2021

Ci sono persone di alto livello che non distinguono un phon da un computer ed è ora che imparino a farlo. Non siamo noi a dirlo ma Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’intelligence. Durante un incontro col sindacato di polizia Coisp, Gabrielli ha detto infatti che «il governo sta facendo cose importanti sulla cybersecurity, come l’Agenzia nazionale, ma continuiamo a scontare un’arretratezza tecnologica spaventosa e anche una certa arretratezza culturale, con persone anche di alto livello che non distinguono un phon da un device».

E ha aggiunto: «Fra i compiti che ci aspettano figurano “la costruzione di una forza lavoro dedicata non povera come l’attuale”, “il raggiungimento di una autonomia tecnologica” e “l’incremento della consapevolezza culturale dell’importanza del tema, della sua centralità e dei rischi che comporta».

Perché l’attacco a SolarWinds è stato così devastante?

Perché l’attacco a SolarWinds è stato così devastante?

Il presidente di Microsoft e il suo direttore generale ricostruiscono in un libro l’attacco cibernetico più devastante degli ultimi anni. Con cui i russi arriveranno alle porte delle agenzie nucleari degli Usa

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Settembre 2021

“Mentre i team di sicurezza studiavano l’infezione, hanno scoperto che il malware nel software Orion inizialmente aveva creato una backdoor nella rete di un’azienda, ma per il resto era rimasto inattivo per due settimane, in modo da passare inosservato. Aveva immagazzinato le informazioni ottenute dall’infezione su un server di comando e controllo ospitato negli Stati Uniti. Gli aggressori avevano trasformato il codice in un’arma distribuita a livello globale su Internet tramite l’aggiornamento SolarWinds”: l’attacco è colpa dei servizi segreti russi e a dirlo è il presidente di Microsoft, Brad Smith, insieme ad Anne Carole Browne in un libro del New York Times intitolato Tools & Weapons: The Promise and Peril of the Digital Age.

Nella Cyber errare è umano, perseverare diabolico

Nella Cyber errare è umano, perseverare diabolico

Hacker’s Dictionary. Kaspersky, TrendMicro, Sham e l’Università di Torino ci avevano avvisati che sarebbero aumentati gli attacchi alla Sanità. Il nuovo attacco ransomware ha colpito l’ospedale San Giovanni Addolorata. I precedenti cyber-attacchi non ci hanno insegnato niente

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 16 Settembre 2021

Sono stati 300 i server e 1.500 i Pc bloccati da un attacco ransomware all’ospedale San Giovanni Addolorata pochi giorni fa. I pazienti con visite e interventi non urgenti sono stati rimandati a casa e il sistema di accessi al Pronto soccorso temporaneamente interrotto, obbligando i sanitari a tornare a carta e penna. Non è noto se ci sia stata già una richiesta di riscatto e se ci siano analogie con quanto accaduto alla Regione Lazio tra luglio e agosto.

Fermare i ransomware, virus e worm informatici che interferiscono col funzionamento dei computer cifrandone i dati che contengono o bloccandone l’uso, è oggettivamente difficile. Il virus viene in genere iniettato a seguito di un click sbagliato da parte di un utente autorizzato e poi si diffonde sulla rete con movimenti laterali, sfruttando spesso il mancato aggiornamento di software e sistemi. Il caso più eclatante era stato quello di Wannacry nel 2017 che aveva bloccato per due giorni tutta la sanità inglese prima di diffondersi su 300mila computer in 150 paesi, Italia compresa.

Richmond Cyber Resilience Forum

Richmond Cyber Resilience Forum

GUBBIO Park hotel ai Cappuccini 5 – 7 SETTEMBRE 2021

È uno dei temi di maggiore attualità, che coinvolge singoli individui e aziende. Perciò abbiamo dedicato alla Cyber security un forum, con nuovi strumenti di formazione e business.

È un momento di incontro tra la domanda e l’offerta di prodotti, servizi, soluzioni e progetti che coinvolgono i responsabili delle scelte informatiche e tecnologiche delle aziende italiane.

Cyber Resilience forum è un evento a porte chiuse, con una selezione rigorosa dei partecipanti che ne garantisce la qualità.

L’agosto nero della cybersecurity

L’agosto nero della cybersecurity

Hacker’s Dictionary. Decine di cyberattacchi non permettono più di dare la colpa a singoli lavoratori e aziende. Le polemiche sui giornali, le opinioni scomposte, confondo il quadro, ma la strada da seguire è condividere errori e soluzioni

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 2 Settembre 2021

Chi si occupa di cybersecurity non si è riposato nel mese di agosto. Prima l’attacco informatico alla Regione Lazio di cui non si conosce la portata, poi quello contro Accenture, e infine la notizia della vulnerabilità di Microsoft, per non parlare di eventi minori che hanno fatto saltare sulla sedia clienti e «board» di amministrazione.

L’incertezza dell’esito di questi eventi – non si conosce l’ammontare dei danni, se è stato pagato un riscatto, come e quanto; la scarsa comunicazione al pubblico delle aziende interessate; l’assenza di rapporti di risposta agli incidenti, hanno reso lo scenario più difficile da interpretare creando tensioni e malumori nella comunità professionale. Qui usiamo il termine comunità in senso generico, visto che una comunità è unita da vincoli di reciprocità, fiducia e appartenenza che non riscontriamo oggi tra quelli che dicono di farne parte.

Storie di Giornalismo #1

Ho scritto un articolo su un giovane hacker, ingegnere, che aveva creato una startup e mi aveva affascinato per i modi gentili e la competenza che mi trasmetteva.
Non lo conoscevo bene, ma credevo che avesse fatto una cosa interessantissima: si era messo alla caccia di un gruppo di hacker criminali usando modalità che in maniera forse non troppo precisa sono definite di hacking back.

Subito dopo su Facebook è partita una campagna di odio dai soliti noti. Il capo branco nei commenti mi dà del “marchettaro”.

Storie di Giornalismo

I giornalisti sbagliano. Come i medici, gli avvocati, i poliziotti, i magistrati, i manager, i bancari, i programmatori. Se non sbagliassero, i giornalisti non avrebbero di cosa scrivere.

La differenza è che l’errore dei giornalisti è visibile, quello di altri professionisti spesso non lo è, oppure è noto solo alla ristretta cerchia degli interessati.

Storie di giornalismo #2: l’accusa di plagiarismo

Il 29 luglio 2019 arriva un’email alla redazione di Repubblica.
L’email dice che il sottoscritto avrebbe copiato un articolo.
Anzi, dice tre cose:
A) il mio articolo pare tradotto da un articolo in spagnolo;
B) il contenuto proverrebbe dalla velina di una nota società.
C) il fatto starebbe destando scalpore nella comunità informatica.

Il caporedattore di Repubblica, trent’anni di esperienza, fa una verifica veloce e risponde all’email dicendogli che la cosa appare improbabile, visto che il pezzo a lui era stato consegnato 15 giorni prima della pubblicazione del pezzo in lingua spagnola, che l’autore era appena stato nei luoghi dell’articolo e che aveva molte foto con gli intervistati.
Ma chiede al segnalatore le evidenze di quello che dice: non arriveranno mai.

Il cloud di Microsoft non è sicuro: la denuncia di un ex dipendente

Il cloud di Microsoft non è sicuro: la denuncia di un ex dipendente

Ami Luttwak dice che quella di Azure “è la peggiore falla che si possa trovare”, ma l’azienda di Redmond minimizza: “Abbiamo avvisato tutti gli interessati, il problema è già stato risolto”

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 27 Agosto 2021

Microsoft ha allertato migliaia di clienti di una possibile violazione dei suoi sistemi cloud perché eventuali malintenzionati potrebbero leggere, modificare e perfino cancellare i loro principali database.

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, a fare la scoperta sarebbe stato un ricercatore di sicurezza, in passato a capo del settore Cloud di Microsoft, Ami Luttwak. Il report di Sophos

La vulnerabilità riguarderebbe un prodotto di punta dell’azienda di Redmond, il database Cosmo della piattaforma Azure. Luttwak, che oggi è Cto dell’azienda di cybersecurity Wiz, avrebbe scoperto di poter accedere ai database di migliaia di clienti di Microsoft, inclusi quelli in testa alla classifica Fortune 500, cioè aziende come Coca Cola ed Exxon Mobil.

Riposa in pace, ma non troppo: così le gang del ransomware prendono in giro le loro vittime

Riposa in pace, ma non troppo: così le gang del ransomware prendono in giro le loro vittime

Doppia, tripla, quadrupla estorsione, con minacce, ricatti e sberleffi: i cybercriminali creano sempre nuovi modi per monetizzare le loro incursioni, ora usano anche i domini .rip

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/Repubblica del 27 Agosto 2021

In principio c’era l’estorsione semplice. I cybercriminali trovavano un buco nelle difese informatiche delle vittime, ne cifravano i dati e poi chiedevano un riscatto.

In seguito, se la vittima non riconosceva il danno e si rifiutava di pagare, puntuale arrivava la minaccia di pubblicare i dati raccolti nell’intrusione per arrecargli un danno d’immagine: era nata la doppia estorsione. Ma se la vittima continuava a rifiutare di trattare il pagamento di un riscatto, la gang colpiva il sito web del bersaglio con un attacco DDoS, cioè Distributed Denial of Service attack, puntando a saturare gli accessi ai servizi web facendoli collassare per le troppe richieste simultanee: era la cosiddetta tripla estorsione.

Infine i criminali hanno ideato un quarto livello di aggressione cominciando a inviare mail a tutti i contatti delle aziende colpite, annunciando l’imminente pubblicazione dei loro dati online in seguito al rifiuto della vittima di collaborare, invitandoli a contattarli per comprare i dati ed evitarne la diffusione.

Soldi, patria e famiglia: la psicologia del ransomware

Soldi, patria e famiglia: la psicologia del ransomware

Hacker’s Dictionary. Le gang criminali che stanno bloccando aziende e istituzioni sono organizzate come imprese legittime: cercano consulenti, talpe e mediatori per gli affari criminali

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 26 Agosto 2021

Credono nella patria, amano la famiglia e si guadagnano da vivere «per i nostri figli». Mentre a distanza di diverse settimane non sappiamo ancora come è finita con la violazione dei sistemi della Regione Lazio come di quelli di Accenture, Zegna e altre aziende, emergono lentamente le motivazioni degli autori degli attacchi «ransomware» che stanno funestando l’estate italiana e di altri paesi ricchi.

In una serie di interviste realizzate da Recorded Future i cybercriminali si erano espressi così: «Faccio una vita normale: amo la cucina, la musica, la storia, e dedico il mio tempo libero alla famiglia e agli hobby». Oppure: «Da bambino frugavo tra i cumuli di spazzatura e fumavo mozziconi di sigaretta. In gioventù, in un appartamento comune, non ho mangiato per due o anche tre giorni. Ora sono milionario».

Benvenuti nell’era dell’invidia

Benvenuti nell’era dell’invidia

Hacker’s Dictionary. Dai troll agli haters: la possibilità di dialogare alla pari con tutti ha prodotto una deriva per cui a troppi appare lecito insultare chiunque e pretendere, come dice il filosofo Maurizio Ferraris, di “avere sempre ragione”

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 19 Agosto 2021

Internet ed il Web sono due tra le più grandi invenzioni del secolo scorso. Hanno cambiato il modo di fare informazione, ricerca e impresa. Ci offrono intrattenimento e ci permettono di coltivare relazioni.

Internet (1969) e il Web (1989) sono l’incarnazione del sogno della Biblioteca Universale, e ci permettono di accedere a una sconfinata quantità di conoscenze e di occasioni per arricchire il nostro spirito. Basta connettersi con un computer o uno smartphone e possiamo stare comodamente seduti e guardare le conferenze TED online o accedere al “juke box celestiale” grazie a un abbonamento musicale a costo fisso, e viceversa diffondere pensieri, parole, opere letterarie e scientifiche riducendo tempi e costi di pubblicazione.

Grazie a queste tecnologie stiamo sopportando gli effetti di una grave pandemia. Grande merito ce l’hanno avuto i social network che ci permettono di fare e rinnovare amicizie, progettare nuovi business e condurre campagne sociali o prendere posizione a favore dei diritti umani, delle comunità emarginate, dei più fragili.

Accenture sotto scacco del ransomware che devasta l’Italia

Accenture sotto scacco del ransomware che devasta l’Italia

Nelle scorse settimane, bersaglio di Lockbit 2.0 sono state altre realtà produttive e industriali del nostro Paese, come Erg, Acquazzurra Firenze, GiCinque Srl e molte altre. Alla multinazionale della sicurezza potrebbe essere stata esfiltrata una notevole quantità di dati

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 12 Agosto 2021

Perfino Accenture è finita nelle mani delle gang del ransomware: la grande multinazionale di consulenza è stata colpita nella notte di San Lorenzo da un attacco informatico. Gli autori lo hanno rivendicato con un post sul loro sito nel Dark Web.

Non è l’unica delle big four della consulenza a essere stata attaccata dai criminali cibernetici di Lockbit 2.0, un software malevolo in grado di installarsi nei sistemi della vittima impedendogli di accedere a file e risorse fino al pagamento di un riscatto.

Un’epidemia di ransomware ha colpito l’Italia

Un’epidemia di ransomware ha colpito l’Italia

Hacker’s Dictionary. È ora di alzare le difese

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 12 Agosto 2021

Ce lo aspettavamo ed è successo: l’Italia è il terreno di una nuova pandemia, informatica stavolta. E a niente sono servite le precedenti avvisaglie quando due attacchi cibernetici, che hanno coinvolto i fornitori di tecnologie SolarWinds e Kaseya, hanno portato scompiglio nel nostro paese.

É di ieri la notizia che anche Accenture è sotto scacco delle gang del ransomware Lockbit 2.0, un software malevolo in grado di installarsi nei sistemi della vittima impedendogli di accedere a file e risorse fino al pagamento di un riscatto.

Hacker, il pirata buono oggi è un manager: “Boom di virus in franchising”

Hacker, il pirata buono oggi è un manager: “Boom di virus in franchising”

Stefano Fratepietro esperto di cybersicurezza: «Sempre più facile affittare software malevoli. In tante aziende processi di digitalizzazione improvvisati senza comprendere a fondo i rischi»

di ARTURO DI CORINTO per La Stampa del 5 Agosto 2021

«La riservatezza in questo mestiere è un valore molto importante, pertanto posso confermare che sto lavorando insieme ai miei colleghi alla risoluzione di alcuni attacchi informatici avvenuti in concomitanza con quello della Regione Lazio, ma non in quello. Però tra di noi ci aiutiamo». L’etica hacker è tutta racchiusa in quel “noi” usato da Stefano Fratepietro, esperto di cybersecurity e a capo di Tesla Consulting….

L’attacco alla sanità laziale: il vero, il falso e l’incerto

L’attacco alla sanità laziale: il vero, il falso e l’incerto

di ARTURO DI CORINTO per Articolo 21 del 5 Agosto 2021

Dell’attacco alla Regione Lazio sappiamo tutto tranne la verità. Sappiamo quello che ci hanno detto gli interessati e che non sempre coincide; sappiamo quello che ci dicono le fonti interne e che non si può dire; sappiamo quello che pubblicamente dichiarano i presunti responsabili e che non sempre si può verificare. Ma sappiamo tutto. Il fatto è che una grande istituzione politica come la Regione Lazio ha subito un attacco informatico tremendo che ha messo un lucchetto sui dati della sanità regionale, della campagna vaccinale e su molti altri dati per la gestione della burocrazia quotidiana: bolli, permessi, richieste, dati personali.

Gli hacker, il ransomware e il paese che non c’è

Gli hacker, il ransomware e il paese che non c’è

Hacker’s dictionary. L’attacco informatico alla Sanità laziale non è il primo e non sarà l’ultimo che ci aspetta. Occorre un grande “investimento paese” per scongiurarne gli effetti più catastrofici

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 5 Agosto 2021

L’attacco informatico alla Regione Lazio non sarà l’ultimo di questa gravità per l’Italia. Mentre scriviamo sono in corso attacchi informatici verso la PA, l’industria delle costruzioni, della moda e dell’energia, e non si fermeranno.
Molti di noi avevano capito subito che l’attacco ransomware che ha cifrato i dati sanitari laziali non era stato portato da gruppi legati ai no-vax e neppure da quello che rimane della galassia Anonymous, gli hacker attivisti, però, prima o poi, chi ha messo in giro queste voci, provenienti dal sottobosco statale e da qualche giornalista interessato, dovrà renderne conto all’opinione pubblica.

Attacco hacker Regione Lazio, arriva anche Fbi. In riattivazione sistema prenotazione vaccini

Intervista Tg2000 ARTURO DI CORINTO del 5 Agosto 2021

L’attacco hacker al portale della Regione Lazio. Indaga anche l’FBI. In riattivazione solo il sistema prenotazione vaccini mentre il Cup tornerà operativo la prossima settimana. Il servizio di Luigi Ferraiuolo.

Attacco hacker Regione Lazio, Fbi e Europol collaborano alle indagini

Attacco hacker Regione Lazio, Fbi e Europol collaborano alle indagini

Intervista tg Rainews24 a Arturo Di Corinto del 4 Agosto 2021

Prenotazioni vaccini nel Lazio disponibili entro 72 ore, afferma l’assessore regionale alla Salute D’Amato. La Procura di Roma apre indagine, con cui collaborano il pool antiterrorismo e anche agenti americani ed europei. L’esperto in cybersecurity a Rainews24: “Digitalizzazione ha obbligato a usare strumenti che molti non conoscono” –

Emergenza cybersecurity: sì dell’Italia ad un’Autorità nazionale, ma mancano gli esperti.

Emergenza cybersecurity: sì dell’Italia ad un’Autorità nazionale, ma mancano gli esperti.

Intervista Arturo Di Corinto di Radio Vaticana 4 Agosto 2021

Dopo l’attacco hacker che domenica scorsa ha colpito la Regione Lazio, il Senato italiano ha licenziato una legge per la creazione di un’Autorità nazionale per la cybersicurezza. L’Italia colma in questo modo un ritardo rispetto ad altri paesi europei che già si erano dotati di strumenti analoghi negli scorsi decenni. Il nuovo organismo che è destinato a prendere forma nelle prossime settimane dovrà reclutare almeno un migliaio di esperti nel settore della sicurezza informatica e verrà sostenuto anche con i fondi del PNRR. Un’ impresa tutt’altro che facile quest’ultima per la carenza di figure professionali che già rappresentano merce rara sul mercato. Tre i settori di competenza dell’autorità: resilienza; sicurezza; intelligence.

Ospiti della trasmissione:

Arturo di Corinto – docente di Identità digitale, privacy e Cybersecurity presso l’Università La Sapienza di Roma

Marco Ramilli – CEO di Yoroi

Marco Comastri – ingegnere e CEO di Tinexta Cyber

Conduce: Stefano Leszczynski

L’attacco alla Regione Lazio è partito dal pc di un dipendente in smartworking

L’attacco alla Regione Lazio è partito dal pc di un dipendente in smartworking

L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato a Italian Tech: “Criptato e reso inutilizzabile anche il backup dei dati, ma il sistema delle prenotazioni per i vaccini tornerà a funzionare in tre giorni”. Il ransomware utilizzato potrebbe essere RansomEXX, e non Lockbit 2.0 come si è detto finora

di ARTURO DI CORINTO E BRUNO RUFFILLI per ItalianTech/LaRepubblica del 3 Agosto 2021

L’attacco hacker che ha colpito la Regione Lazio è partito dalla “violazione di un’utenza di un dipendente in smartworking“. Lo ha detto l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, intervistato da Italian Tech. “Hanno colpito in un momento particolare, in un momento di smartworking, quando il livello di attenzione si abbassa. Serve fare un passo in avanti a livello Paese” sui temi della cybersicurezza, ha aggiunto l’assessore. L’altro elemento nuovo emerso oggi è che “è stato criptato anche il backup dei dati, ed è l’elemento più grave. I dati non sono stati violati ma sono stati immobilizzati”, come ha confermato  D’Amato. L’assessore alla Sanità del Lazio non ha nascosto la preoccupazione per quello che sta avvenendo in queste ore: “Siamo in guerra, come sotto un bombardamento. Si contano gli edifici che stanno in piedi e quelli che sono crollati”, ha detto.

Ecco perché l’attacco hacker alla Regione Lazio è solo l’inizio

Ecco perché l’attacco hacker alla Regione Lazio è solo l’inizio

Sarebbe stata colpita una grande realtà informatica italiana che gestisce molte attività legate alla sanità digitale, quindi nelle prossime ore l’entità del danno potrebbe apparire più vasta. Oggi quello dei ransomware è un business, con tanto di contratti e assistenza clienti

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica/LaStampa/IlsecoloXIX del 2 Agosto 2021

L’attacco hacker alla Regione Lazio è stato portato a segno utilizzando un ransomware. Un attacco che mira a bloccare i sistemi informatici, cifrandoli e rendendolo inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto (il ransom, in inglese). Così, mentre proseguono le investigazioni, gli esperti hanno già dato il loro vaticinio. Ma, a parte le notizie trapelate dalla Regione Lazio e non confermate, non si conosce l’entità del riscatto che sarebbe stato richiesto.