La censura ai tempi del Coronavirus

La censura ai tempi del Coronavirus

Hacker’s Dictionary. Dall’Egitto al Sudan passando per il Kenya, gli attivisti del web sono bersaglio di governi autoritari. Lo stesso accade coi giornalisti in Cina, Vietnam e nelle Filippine. La denuncia di Reporter senza frontiere, Global Voices e Articolo 19

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 22 Ottobre 2020

L’emergenza coronavirus sta accelerando il drastico declino della libertà globale di Internet.

Oggi che tutte le attività umane, dal commercio all’istruzione alla sanità, si stanno spostando online, attori statali e non statali usano la pandemia per modellare le narrazioni globali, censurare le voci dissidenti e costruire nuovi sistemi di controllo sociale basati sulla rete.

In Egitto, ad esempio, il governo di Al Sisi – dove è ancora imprigionato Patrick Zaki a causa di alcuni post su Facebook – ha imposto una serie di restrizioni ai social media in risposta alle proteste pubbliche che si sono svolte al Cairo e in altre città egiziane nel mese di settembre.

Rai Scuola: Fake news, Privacy, Cybersecurity, risponde Arturo Di Corinto

Dal 15 Ottobre 2020, sui canali Rai, e in particolare su Rai Scuola, andranno in onda le “Risposte snack” che abbiamo realizzato per il Progetto Inclusione Digitale di Rai Radio Televisione Italiana. Con queste brevi clip di circa 1 minuto abbiamo provato a rispondere alle domande che i più giovani si fanno sulla tecnologia e i suoi effetti.

Le risposte snack riguardano le Fake News, la disinformazione, la privacy e la cybersecurity, e presentano i consigli più immediati da seguire per migliorare le proprie password e non farsi rubare l’identità online.

L’obiettivo di questa iniziativa è fare divulgazione. Mi scuso in anticipo con gli esperti che vorrebbero sentire risposte più complesse. Quelle le scrivo da venticinque anni su IlManifesto e La Repubblica

Ovviamente tutte le clip saranno sempre visibili su #Raiplay

RISPOSTE SNACK: ARTURO DI CORINTO

Come si riconosce una notizia vera da una notizia falsa?

I nemici della Rete

Oggi sono esattamente 10 anni che io e Alessandro Gilioli abbiamo pubblicato “I nemici della Rete” con la prefazione dell’indimenticabile Stefano Rodotà.

All’epoca denunciavamo gli errori della politica e gli interessi dietro i ritardi dell’Italia. Le cose non mi sembrano molto migliorate.

La rete è la moderna frontiera della libertà e della democrazia. Luogo che apre canali di condivisione e scambio, internet è un diritto irrinunciabile, e la sua tutela l’unità di misura di un Paese civile. Nella corsa al digitale, però, l’Italia è il fanalino di coda dell’Occidente e il ritardo accumulato rischia di condannare i nostri figli a crescere in un Paese del terzo mondo. Ma qual è il freno che ci tiene inchiodati al passato? A chi giova l’ostinazione all’arretratezza che risulta evidente nei rapporti tra potere e web? In un’inchiesta accurata e coraggiosa Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli svelano il lato oscuro di una catena di ottusità e interessi: leggi che sono al limite della censura, una burocrazia che è un pachiderma mangiasoldi, un’opposizione politica maldestra che nasconde la difesa di lobby intoccabili, fondi destinati all’innovazione che restano congelati nelle casse dello Stato, l’astio di una certa casta di giornalisti che vede tremare una tradizione di privilegi. Ma in un’Italia in affanno, gli autori raccontano anche le storie dei pochi illuminati che hanno visto nel web una risorsa, non soltanto per le proprie tasche, indicando così la strada perché il futuro non resti per noi soltanto un’ipotesi.

La guerra a internet è una guerra contro i nostri figli.
Lawrence Lessig 16 marzo 2010

Prima di cliccare, pensaci, ottobre mese europeo della cybersecurity

Prima di cliccare, pensaci, ottobre mese europeo della cybersecurity

Hacker’s Dictionary. Voluto dall’Enisa, l’agenzia europea per la sicurezza dell’informazione, lo European Cyber Security Month punta a creare consapevolezza delle minacce informatiche e dei rischi associati a una cattiva gestione delle proprie risorse online

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del Ottobre 2020

Ottobre è il mese europeo della «cybersecurity». Organizzato da Enisa, l’agenzia europea per la sicurezza delle informazioni, dal 2012 è l’occasione per promuovere comportamenti responsabili nel «cyberspace». E il motto di quest’anno è proprio «Prima di cliccare, pensaci!», una sola frase per ricordarci che quasi ogni attacco informatico comincia attaccando una persona, e non solo bucando una password troppo facile o sfruttando un errore di programmazione.

“Tante mani, tanti occhi”: Huawei presenta il suo centro per la Cybersecurity e la trasparenza a Roma

“Tante mani, tanti occhi”: Huawei presenta il suo centro per la Cybersecurity e la trasparenza a Roma

I responsabili del colosso cinese: “Abbiamo sempre investito in sicurezza e mettiamo la collaborazione al primo posto. Adesso potrete vivisezionarci studiando il nostro software”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 settembre 2020

Huawei oggi ha annunciato la nascita di un Cybersecurity e Transparency Center a Roma. Il centro, voluto dall’azienda cinese presente da venti anni in Italia, avrà lo scopo di consentire alle istituzioni, ai partner e ai vendor dell’azienda, di verificare la sicurezza dei prodotti e del software di Huawei, il maggior fornitore di tecnologie 5G al mondo. Per farlo Huawei ha immaginato un percorso mai tentato prima: la possibilità di ispezionare il codice sorgente dei suoi prodotti software e perfino di sperimentarne la robustezza con dei “test di penetrazione”, una procedura che gli hacker etici usano per valutare la sicurezza del software.

Compravendita di droghe e armi nel dark web: 179 arresti tra Europa e Usa

Sequestrati 500 chili di mdma, cocaina e fentanil, insieme a 6 milioni e mezzo di dollari in contanti e cryptomonete. E Anonymous Italia divulga 33.581 credenziali dei partecipanti al concorso della Polizia di Stato del 2017

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 23 Settembre 2009

“L’età d’oro del mercato del dark web è finita”. Con queste parole un comunicato diffuso da Europol ha annunciato 179 arresti di venditori operanti nel web oscuro. La collaborazione tra le polizie americane ed europee, guidate rispettivamente da FBI e dalla polizia federale tedesca, ha permesso infatti di identificare i sospetti dietro una serie di account utilizzati per attività illegali come la vendita di droga ed armi. Il risultato finale è il sequestro di 500 kg di farmaci e droghe, 64 armi da fuoco e, appunto, quasi 200 arresti tra venditori e acquirenti di fentanil, metanfetamina, eroina, cocaina, ecstasy, mdma. L’operazione, denominata DisrupTor, ha anche permesso il sequestro di 6,5 milioni di dollari sia in contanti che in valute virtuali, mentre gli arresti sono stati effettuati in gran parte negli Stati Uniti (121), in Germania (42), nei Paesi Bassi (8), nel Regno Unito (4), in Austria (3) e in Svezia (1).

Neanche le aziende di cybersecurity proteggono i propri dati

Neanche le aziende di cybersecurity proteggono i propri dati

Una ricerca di Immuniweb dice che il 97% delle aziende non protegge adeguatamente i dati dei propri clienti. Un’altra, di Accenture, dice che i capi azienda investono su tecnologie avanzate senza preoccuparsi della loro sicurezza

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 18 Settembre 2020

“Giornata di pesanti disservizi per i clienti di tutta Italia: impossibile accedere alle funzioni di home banking. Impossibile prelevare il contante agli sportelli e dai bancomat”.

“Una pioggia di segnalazioni ha inondato gli account Twitter di una nota società che vende sistemi di tracciamento per gli sportivi: impossibile registrare gli acquisti e accedere alle mappe”.

“Gli studenti non hanno potuto registrare gli esami svolti a distanza a causa di un malfunzionamento della rete universitaria”.

La resilienza informatica non è un accessorio del Recovery Plan

La resilienza informatica non è un accessorio del Recovery Plan

Hacker’s Dictionary. L’informatica e il digitale saranno fattori abilitanti per la ripartenza dell’Italia, per questo reti, infrastrutture, dati e informazioni vanno gestiti in sicurezza e protetti dagli attacchi dei pirati informatici

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 10 settembre 2020

Nelle «Linee guida per il Piano nazionale di ripresa e resilienza» che identifica gli obiettivi da raggiungere usando i 209 miliardi del Recovery Fund, i «settori» di intervento previsti dal governo sono:

  1. digitalizzazione e innovazione;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per la mobilità;
  4. istruzione e formazione;
  5. equità, inclusione sociale e territoriale;
  6. salute.

Scelte tutto sommato condivisibili, soprattutto per quanto riguarda la prima linea di azione incentrata su digitale e innovazione che è trasversale e propedeutica a tutte le altre.

Ecco il “bossware”, il software che ti sorveglia al lavoro

Ecco il Bossware, il software che ti sorveglia al lavoro

Hacker’s Dictionary. Non ci sono solo i software che spiano mogli e mariti, diplomatici e giornalisti. La Electronic Frontier Foundation ha individuato e analizzato decine di software di sorveglianza che non rispettano la privacy e la dignità dei lavoratori

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 27 Agosto 2020

Ci eravamo appena abituati a fare i conti con malware, spyware e stalkerware, ed ecco pronta la nuova ondata di software specializzati nella sorveglianza di chi lavora da casa, i bossware.

In realtà sono tutti «software spia» che fanno più o meno le stesse cose ma con finalità e target diversi. Se vengono usati per lo spionaggio politico-giudiziario, li chiamiamo spyware; applicati al monitoraggio di bambini, mogli e mariti, gli diamo nome stalkerware; quando modificano il funzionamento di altri software trasformandoli in piccoli spioni da portare in tasca, li chiamiamo genericamente malware, per sottolinearne l’intento malevolo.

Possono monitorare di nascosto ciò che digitiamo, leggere i nostri messaggi, fotografare lo schermo, controllare dove siamo, ascoltare il microfono e guardarci attraverso la videocamera.

Il Bossware però tutte queste cose le fa per conto del tuo datore di lavoro e senza che tu lo sappia, mettendo a rischio la privacy tua e della tua famiglia.

Da Windows ad Alexa, l’agosto caldo della cybersecurity. Come difendersi da malware e spioni

Da Windows ad Alexa, l’agosto caldo della cybersecurity. Come difendersi da malware e spioni

Gli ultimi allarmi per Microsoft, Amazon e alcune app di Android. Il rimedio? Aggiornare software e sistemi, stando attenti a non finire nelle grinfie dei cybercriminali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 AGOSTO 2020

Così come è acclarato che serve lavarsi le mani, indossare la mascherina e mantenere la distanza per non prendersi il coronavirus, bisogna tenere il proprio pc pulito e al sicuro da virus informatici e spioni digitali. Ora più che mai, perché in tempi di pandemia anche la sicurezza informatica vede crescere le minacce reali. Solo nella settimana di Ferragosto, per fare qualche esempio recente, aziende ed esperti hanno denunciato non solo una recrudescenza della diffusione dei virus informatici, ma hanno allertato gli utenti digitali del potenziale successo di questi virus a causa di errori del software che tra una gita in montagna e i tamponi in aeroporto potremmo aver dimenticato di aggiornare.

Zoombombing: il video porno interrompe il processo all’hacker

Zoombombing: il video porno interrompe il processo all’hacker

Hacker’s Dictionary. L’ennesima incursione di guastatori sconosciuti impedisce l’udienza per la cauzione del diciassettenne che ha bucato Twitter. Cosa potrà accadere con la diffusione di Zoom nelle scuole?

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 13 Agosto 2020

I zoombomber colpiscono ancora. Questa volta si sono fatti avanti durante l’udienza per decidere la cauzione del diciassettenne considerato la mente dell’hacking di Twitter. E hanno obbligato il giudice a interrompere la video-udienza su Zoom dopo averla inondata di parolacce e immagini porno. Non conoscete la storia?

ProtonMail protegge la privacy dei cittadini di Hong Kong

ProtonMail protegge la privacy dei cittadini di Hong Kong

Hacker’s Dictionary. La popolare app per la posta elettronica cifrata finanzia due organizzazioni democratiche per garantire la riservatezza dei cittadini dell’ex protettorato britannico dopo l’approvazione della legge cinese sulla Sicurezza Nazionale

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 6 Agosto

L’aria a Hong Kong si è fatta irrespirabile. E non solo per i lacrimogeni. Da quando la Cina ha voluto e ottenuto la nuova Legge sulla sicurezza nazionale, l’ex protettorato inglese rischia di trasformarsi in uno stato di polizia. Un’insieme di misure progettate per eliminare la privacy, ampliare la censura e limitare la libertà di parola hanno distrutto l’idea di quella Hong Kong autonoma e democratica che avevamo conosciuto attraverso le oceaniche manifestazioni degli studenti. Perfino le prossime elezioni che dovevano tenersi a Settembre saranno rimandate con la scusa della pandemia, tanto che il movimento democratico grida all’imbroglio. Nel frattempo quelli che resistono si organizzano usando forme innovative, e segrete, di comunicazione: tatzebao in codice, simbologie ricavate dai giochi di ruolo e, ovviamente, comunicazioni crittografate.

Il rapporto: ogni dato personale rubato in Italia costa in media 125 euro

Il rapporto: ogni dato personale rubato in Italia costa in media 125 euro

IBM e Ponemon Institute tracciano un quadro impietoso dei costi derivanti dagli attacchi informatici spesso causati dagli errori di impiegati e programmatori. Ma – sorpresa – l’Italia fa mediamente meglio di altri paesi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Agosto 202


E tuttavia non facciamo peggio di altri paesi, anzi, da noi il tempo medio per identificare una violazione di dati (non l’attacco) è passato da 213 a 203 giorni, contro la media globale di 207 giorni. Inoltre, il costo medio complessivo delle violazioni dei dati, pari a 2,90 milioni di euro, è in diminuzione del 4,9% rispetto al 2019 mentre, secondo il report, ogni violazione impatta a livello globale per 3,86 milioni di dollari.

Tra i settori più colpiti nel nostro paese al primo posto c’è quello finanziario, poi vengono quello farmaceutico, e il settore terziario, dei servizi. Le cause principali sono sempre le stesse: attacchi malevoli nel 52% dei casi, errori umani nel 29% e falle nei sistemi per il 19% degli incidenti.

Garante per la Privacy, Stanzione è il nuovo presidente

Garante per la Privacy, Stanzione è il nuovo presidente

Eletto all’unanimità, dovrà vigilare su Gpdr, 5G, smart working e dati di aziende e consumatori. Ginevra Cerrina Feroni vicepresidente

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Luglio 2020

E’ Pasquale Stanzione il nuovo presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Stanzione è stato eletto all’unanimità  dopo lo scrutinio che il 14 luglio lo ha eletto membro della nuova commissione del collegio per la privacy.

“Il Garante per la privacy rappresenta per il nostro Paese un’istituzione fondamentale, che ha visto crescere negli anni il suo ruolo cruciale a difesa dell’identità e della dignità dell’individuo. I miei predecessori, a partire da Stefano Rodotà, hanno sempre messo la persona al centro dello sviluppo tecnologico e hanno concepito la privacy come diritto di libertà, ancor più rilevante nella dimensione digitale nella quale viviamo. Oggi ci aspettano nuove e impegnative sfide e nuove vulnerabilità da cui tutelare i singoli e la società. Le affronteremo avendo come faro la visione di una tecnologia governata dall’uomo e non il suo contrario”, spiega a Repubblica.

Nato a Solopaca in provincia di Benevento, professore emerito di Istituzioni di Diritto Privato presso la facoltà di Giurisprudenza dell’università di Salerno, Stanzione è apprezzato per il suo valore scientifico e per i suoi modi pacati. Dopo aver formato generazioni di giuristi è approdato alla Link Campus University di Roma per continuare a dare il suo contributo accademico, per poi rientrare tra i candidati al posto una volta occupato da Stefano Rodotà. E proprio la sua passione per i temi dei diritti della persona lo collocano nel solco del giurista che aveva dedicato gran parte della sua riflessione giuridica proprio all’evoluzione di questi diritti nelle società moderne offrendo un grande contributo al tema della “persona digitale”.

Garmin, attacco ransomware all’azienda dei runner: server fuori uso da 24 ore

Garmin, attacco ransomware all’azienda dei runner: server fuori uso da 24 ore

Sui social le proteste dei clienti per l’interruzione del servizio: impossibile accedere ai sistemi di monitoraggio e condivisione di allenamenti, percorsi e attività sportiva

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 24 Luglio 2020

L’allarme è partito dagli utenti che lo usano per organizzare la loro attività sportiva: “Garmin è down!” Da ieri mattina il popolare sito non funziona ed è impossibile per migliaia di sportivi usarne l’app per sincronizzare le attività di corsa, ciclismo, nuoto. La causa, ancora in via di accertamento, secondo le prime ricostruzioni sarebbe riconducibile a un attacco ransomware che ha colpito i server principali di uno dei leader mondiale nella tecnologia gps per l’automotive, la nautica, l’aviazione, lo sport, il fitness e l’outdoor. Garmin ha dovuto interrompere il servizio Garmin Connect, il sistema su cui si basa il monitoraggio e la condivisione delle prestazioni sportive.

We are currently experiencing an outage that affects Garmin Connect, and as a result, the Garmin Connect website and mobile app are down at this time. (1/2)— Garmin (@Garmin) July 23, 2020

Twitter contro QAnon, il social elimina gli account dei complottisti

Twitter contro QAnon, il social elimina gli account dei complottisti

Sostengono Trump e usano tattiche militari per aggredire gli avversari e affermare le proprie teorie cospirazioniste. Ora il social dell’uccellino corre ai ripari per evitare che l’hate speech diventi hate crime

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 22 Luglio 2020

Continua la battaglia di Twitter contro la disinformazione. Questa volta nel mirino della piattaforma sono finiti i QAnon, un nutrito gruppo di cospirazinisti sostenitori di Trump. Con una decisione senza precedenti il social ha deciso di cancellare 7000 profili e limitare la diffusione di 150.000 account associati ai QAnon riducendo la visibilità dei contenuti che producono e dei link che postano. Il motivo è lo stesso che ha portato Twitter a bannare gli hacktivisti italiani di Anonymous e Lulzec, la violazione delle regole comunitarie del social che nel caso di Qanon si è tradotta in frequenti aggressioni verbali e minacce esplicite di morte a personaggi dell’arte e dello spettacolo, molti dei quali vicini ai Dem.

Mezzo miliardo per la cybersecurity delle banche

Mezzo miliardo per la cybersecurity delle banche

Hacker’s Dictionary. Aumentano truffe digitali e frodi bancarie, ma nel 87% dei casi le transazioni fraudolente vengono bloccate dalle banche che investiranno nella sicurezza digitale il 10% del budget per la spesa informatica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 17 Luglio 2020

Le banche italiane investiranno mezzo miliardo di euro nella sicurezza informatica per il prossimo anno. Si evince dall’ultimo rapporto sulle frodi bancarie del CERTfin.

Realizzato annualmente da questo organismo specializzato nella prevenzione del crimine informatico nei settori bancario e assicurativo, il Report Frodi 2020 del CERTfin indica anche le azioni-guida stabilite per fronteggiare le minacce informatiche: formazione dei dipendenti, collaborazione con le autorità di polizia, rafforzamento della collaborazione interbancaria. In aggiunta il rapporto segnala che la maggior parte delle transazioni fraudolente nel 2019 è stata bloccata o recuperata nell’87% dei casi. E questa è veramente una buona notizia.

Quella brutta è che le minacce sono sempre le stesse, ma più difficili da individuare.

Privacy e comunicazioni, la politica ha scelto. Ecco le nomine

Privacy e comunicazioni, la politica ha scelto. Ecco le nomine

Il Parlamento ha scelto. Proclamati i nuovi membri delle Autorità per la Privacy e di quella delle comunicazioni. Pasquale Stanzione sarà il sostituto di Antonello Soro. Giacomo Lasorella in dirittura per l’Agcom

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Luglio 2020

HABEMUS papam. Il Parlamento italiano ha proclamato oggi i componenti dei collegi di due autorità indipendenti: Privacy e Comunicazioni. La votazione parlamentare che li ha scelti è cominciata al Senato dalle 10 di mattina, quella alla Camera invece, alle 16, è continuata fino alla proclamazione. Entrambe con voto segreto. Dopo oltre un anno di attesa per ritardi e rinvii, i partiti alla fine hanno scelto Pasquale Stanzione con 121 voti e Agostino Ghiglia con 123, votandoli al Senato, e Ginevra Cerrina Feroni e Guido Scorza alla Camera per guidare l’Autorità Garante della protezione dei dati personali. All’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni al Senato hanno scelto Laura Aria portata da Forza Italia, Elisa Giomi sostenuta dai Cinquestelle, alla Camera hanno votato Antonello Giacomelli, candidato del PD, ed Enrico Mandelli.

Già domani il collegio dei componenti del Garante privacy, potrebbero riunirsi nella prestigiosa sede di Piazza Venezia a Roma per scegliere tra di loro chi avrà il ruolo di presidente. Con ogni probabilità sarà Pasquale Stanzione, essendo il membro più anziano del nuovo collegio. Candidato dal PD è arrivato in pole position anche grazie all’intervento di disturbo creato dalla candidatura di Ignazio La Russa per Fratelli d’Italia. L’effervescente Ignazio poteva diventare presidente proprio in virtù della sua anzianità. Un regolamento altrettanto vecchio vuole infatti che laddove i quattro non esprimono una maggioranza, è il più anziano che diventa presidente. Pericolo scampato, Stanzione è più anziano di La Russa che nel frattempo è stato scaricato da Fratelli d’Italia per Agostino Ghiglia.

La Repubblica: Twitter blocca gli hacker italiani, LulzSec e Anonymous: “Censura senza spiegazioni”

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Twitter blocca gli hacker italiani, LulzSec e Anonymous: “Censura senza spiegazioni”

Le ipotesi sullo stop alla presenza degli ‘anons’ italiani sul social, tra minacce e cyber incursioni

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 luglio 2020

E così alla fine li hanno bloccati. Twitter ha chiuso i profili italiani di LulzSec e di Anonymous, gli hacker attivisti responsabili degli attacchi informatici contro il San Raffaele, la Camera di Commercio di Roma, l’Agid, il consorzio pubblico Asmenet e una serie di università, tutte in Italia. Ma non hanno ‘cacciato’ solo loro. Quasi contemporaneamente Twitter ha bloccato il profilo di un altro gruppo di hacker attivisti, @DDoSecrets, che si candida a raccogliere il testimone di Wikileaks ora che la sua cyber-star, Julian Assange, incarcerato a Londra, sembra non interessare neanche più i giornali. Avevano appena divulgato 269 giga di materiale informatico relativo a oltre 200 organizzazioni di polizia, una delle maggiori operazioni di vigilantismo informatico degli ultimi anni.

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Il Manifesto: Non scherzate col Garante per la Privacy

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Non scherzate col Garante per la Privacy

Hacker’s Dictionary. La protezione dei dati personali non è una fisima. Lo dimostra la multa di 600 mila euro a Unicredit. Il 14 luglio verrà scelto il nuovo collegio dell’Autorità garante di piazza Venezia. Pasquale Stanzione in pole position per sostituire Antonello Soro

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 2 Luglio 2020

Un famoso virologo ha detto su Twitter che la privacy è una fisima. Un manager, altrettanto famoso, che non deve preoccuparsi chi non ha niente da nascondere, e un altro che i discorsi del Garante sulla privacy sono aria fritta.

Ma hanno torto.

Perché la privacy è la precondizione per esercitare altri diritti, come quello alla libertà d’espressione, di associazione, di movimento, alla proprietà.

Una dimostrazione ci viene da un rapporto commissionato da Kaspersky che racconta come il 6% degli italiani abbia avuto difficoltà a ottenere un mutuo a causa di una valutazione finanziaria negativa fatta da sistemi automatizzati che raccolgono le informazioni condivise sui social media. Continua a leggere Il Manifesto: Non scherzate col Garante per la Privacy

Furti di identità e Frodi online: consapevolezza e strumenti di difesa per le aziende

Banche e Sicurezza 2020Furti di identità e Frodi online: consapevolezza e strumenti di difesa per le aziende

Il Progetto #ABIEventiDigital dedicato alla #Security prende il via e lo fa nel migliore dei modi: con una ricchissima prima puntata di Banche e Sicurezza Digital, organizzata in Partnership con IBM e dedicata alla conoscenza e alla prevenzione delle frodi on line, con particolare riferimento all’ambito #corporate, tema quanto mai rilevante nell’attuale contesto emergenziale.
Ne parleranno Giuliano Merlo di IBM, Pierluigi Paganini Consulente Ministry of Economy and Finance (MEF) ITALY, Michela Proietti di IBM e Romano Stasi del CERTFin – CERT Finanziario Italiano. A moderare il panel sarà Arturo Di Corinto, Giornalista esperto di sicurezza de La Repubblica.
Vi aspettiamo martedì 23 giugno alle ore 11!

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Potete iscrivervi subito gratuitamente su:
https://lnkd.in/d-_9iTD

Radio Vaticana: intervista Arturo Di Corinto

La beffa di Tulsa, come sono stati sconfitti i ‘guru’ digitali al servizio dei potenti

Radio Vaticana/Vatican News

22 giugno 2020

Si chiama Tik Tok ed è diventato l’ultimo incubo di chi gestisce la comunicazione social dei potenti di mezzo mondo. Il social network preferito dai giovani, utilizzato solitamente come vetrina dai singoli utenti che postano brevi video in cui cantano, ballano o esprimono i propri stati d’animo, si è trasformato improvvisamente in un micidiale strumento di controinformazione e disobbedienza digitale. Lo hanno sperimentato a proprie spese gli organizzatori della conferenza del presidente USA Donald Trump che si aspettavano un tutto esaurito, per il milione di richieste di partecipazione arrivate via web, e che si sono ritrovati di fronte solo poche migliaia di persone. Ma come è stato possibile ingannare così facilmente i più famosi guru della comunicazione digitale? Cosa significa il boicottaggio di un evento politico organizzato da una comunità di giovani e giovanissimi? Ci troviamo di fronte a un cambiamento delle strategie comunicative? Abbiamo girato le domande ai nostri ospiti.

Ospiti del programma:

Luigi Rancilio, responsabile dei social del quotidiano Avvenire

Arturo di Corinto, giornalista e scrittore esperto di sicurezza informatica

Nicola Zamperini, giornalista esperto di comunicazione digitale e autore del blog Disobbedienze
 

Conduce: Stefano Leszczynski

Il Manifesto: L’Italia digitale è un colabrodo informatico

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L’Italia digitale è un colabrodo informatico

Hacker’s Dictionary. Aumentano in maniera esponenziali gli attacchi informatici: in Italia colpite Enel, Honda, Geox, Riscotel e la Zecca dello Stato. Ci vogliono più formazione e un impegno preciso delle aziende nella sicurezza informatica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 18 Giugno 2020

Negli ultimi giorni un attacco cibernetico ha colpito Enel e Honda, bloccandone la rete informatica interna. L’azienda di scarpe Geox ha dovuto fermare produzione e logistica e lasciare a casa i lavoratori per colpa di un ransomware diffuso all’interno dei suoi sistemi. Anche la Camera di commercio di Roma è stata oggetto di un’incursione del gruppo Anonymous che è riuscito perfino a pubblicare una finta notizia sul suo sito web. Gli hacker sono anche penetrati nel sito dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Anche l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici è finita preda degli hacktivisti al pari del Cicap, l’associazione per il contrasto alle pseudoscienze e così pure Riscotel, il portale per il calcolo dei tributi degli enti locali. Il 15 giugno invece centinaia di dati personali degli utenti iscritti alla community del Comune di Napoli sono stati diffusi senza autorizzazione. Continua a leggere Il Manifesto: L’Italia digitale è un colabrodo informatico

Intervista Bancaforte: Agli hacker piace lo smart working

Intervista Bancaforte

Agli hacker piace lo smart working

di Flavio Padovan – 17 Giugno 2020
 
L’improvvisa diffusione del lavoro da remoto e degli strumenti digitali di collaborazione legata al lockdown ha ampliato il perimetro di azione della cybercriminalità, aumentando vertiginosamente gli attacchi informatici, i tentativi di frode e le minacce alla privacy. Alle banche, ma non solo a loro, serve una nuova strategia per affrontare questo scenario di rischio, reso ancora più complesso dal decollo dell’open banking, con piattaforme interconnesse e con servizi sempre più multi-accesso. Ne parla Arturo Di Corinto, coordinatore scientifico di Banche e Sicurezza, presentando il nuovo percorso 2020 che quest’anno prevede anche Puntate live trasmesse in streaming. Come sempre, in primo piano tutti i temi più importanti per conoscere ed esplorare le frontiere della sicurezza fisica e digitale nel settore finanziario, bancario e assicurativo. Il via il 23 giugno con l’appuntamento live su “Furti d’identità e frodi online: consapevolezza e strumenti per la difesa delle aziende”

Continua a leggere Intervista Bancaforte: Agli hacker piace lo smart working

La Repubblica: Anonymous attacca di nuovo e mette in mezzo la Lega

“Si comunica che in data odierna la Camera di Commercio stanzierà mille mila milioni di euro per i contribuenti afflitti dalla crisi. Un ringraziamento particolare va alla Lega che ha contribuito a creare tale fondo benefico trovando sotto il materasso la cifra di 49 milioni di euro”. Avete letto bene, anche se si tratta di una burla: la notizia, scritta nero su bianco, fino a ieri campeggiava sul sito della Camera di Commercio di Roma. Autori di questa intrusione informatica gli Anonymous italiani che, grazie alla falla di un content management system (sistema di gestione dei contenuti web) per i servizi delle Pubbliche Amministrazioni, sono penetrati in centinaia di siti dedicati alla trasparenza e ai servizi per il cittadino.

La Repubblica: Dark Basin e i suoi fratelli, i segreti degli hacker mercenari

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Dark Basin e i suoi fratelli, i segreti degli hacker mercenari

Il gruppo Dark Basin ha attaccato ambientalisti, giornalisti e realtà finanziare. Ma non sono gli unici che fanno hacking a pagamento. E’ un mercato molto affollato

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Giugno 2020

Il gruppo hacker Dark Basin ha colpito giornalisti e ambientalisti. I guastatori informatici iraniani hanno preso di mira il sistema idrico israeliano e i trojan bancari continuano a bersagliare aziende e piccoli risparmiatori anche in Italia. Ma chi si cela dietro questi attacchi? Chi sono questi hacker mercenari? Chi li paga? È un universo ancora tutto da scoprire.
 
È notizia di questi giorni che il Citizen Lab di Toronto ha scoperto una vasta operazione di hackeraggio ai danni di giornalisti, attivisti e istituzioni finanziarie. Non si tratta di hacker qualsiasi, ma di “hacker in affitto” e, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero collegati a un’azienda indiana di sicurezza, la BellTroX. Il loro nome è Dark Basin (Bacino Oscuro). L’azienda di cybersecurity NortonLifeLock (ex Symantec), che ha condotto una investigazione parallela sul caso, li ha chiamati “Mercenary.Amanda” e gli ha attribuito circa 1800 attacchi verso 200 target distinti negli ultimi tre anni, tutti elencati su Github. Continua a leggere La Repubblica: Dark Basin e i suoi fratelli, i segreti degli hacker mercenari

La Repubblica: Diritto di accesso alla rete e diritto di “uscita”, tra privacy e sicurezza. Un libro sulla legge che non c’è

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La Repubblica: Diritto di accesso alla rete e diritto di “uscita”, tra privacy e sicurezza. Un libro sulla legge che non c’è

I contenuti della Magna Charta delle libertà della rete – che non è ancora diventata legge – nell’analisi appassionata di un gruppo di giovani giuristi nel volume “Il Valore della Carta dei Diritti di Internet” dedicato alla memoria di Stefano Rodotà

di Redazione Repubblica del 12 Giugno 2020

“Ma domani a che ora c’è lezione su Google Classroom?” “Microsoft Teams ti funziona?” “. Vero che Zoom ci ruba le password?” Frammenti di un discorso quotidiano che non faremmo senza Internet. E lo stesso vale per tutto il dibattito sulla privacy delle app di contact tracing, sugli attacchi informatici aumentati del 300%, lo smart working e la necessità di regolarlo, il “rischio pedofilia” su Tik Tok, argomenti entrati ormai nella quotidianità delle relazioni.
 
Adesso che abbiamo sperimentato l’utilità di usare Internet per sopravvivere alla pandemia, l’accesso alla rete ci appare scontato. Come pure la possibilità di studiare a distanza, fare un concerto e ordinare la spesa online. Ma la Rete è un bene scarso e ce ne accorgiamo solo quando non ce l’abbiamo. A dimostrarlo un agile volumetto dell’Editoriale Scientifica intitolato alla memoria di Stefano Rodotà (scomparso appena tre anni fa) e dal titolo “Il valore della Carta dei diritti di Internet”. Il testo, realizzato da un gruppo di giovani giuristi e curato da Laura Abba e Angelo Alù, parte dai 14 punti della Carta dei diritti approvata dal Parlamento italiano nel 2015 per aggiornare una serie di riflessioni sulla natura della Rete che scontate non sono per niente: inclusività e digital divide, diritto all’oblio, hate speech, proprietà intellettuale ed equo utilizzo. Continua a leggere La Repubblica: Diritto di accesso alla rete e diritto di “uscita”, tra privacy e sicurezza. Un libro sulla legge che non c’è

Il Manifesto: Che succede quando la tecnologia è razzista?

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Che succede quando la tecnologia è razzista?

Hacker’s Dictionary. Joy Buolamwini: “La tecnologia di riconoscimento facciale utilizzata dalla polizia è stata utilizzata per minare i diritti umani e per danneggiare specificamente i neri, così come gli indigeni e gli altri popoli di colore”

del 11 Giugno 2020

Un ricercatore del MIT, Joy Buolamwini, di recente ha scoperto che quando le foto di donne di colore come Oprah Winfrey e Michelle Obama vengono scansionate dalla tecnologia di riconoscimento facciale di Amazon, vengono scambiate per uomini.

Il dato emerge da uno studio del MIT Media Lab sugli errori di identificazione dei volti dalla pelle scura.

“La tecnologia di riconoscimento facciale, in particolare utilizzata dalla polizia, è stata usata per minare i diritti umani e per danneggiare specificamente i neri, così come gli indigeni e gli altri popoli di colore”, ha affermato Buolamwini, che è anche il fondatore della Algorithmic Justice League.

Ma la storia di questi errori è molto più lunga. Continua a leggere Il Manifesto: Che succede quando la tecnologia è razzista?

Libro: Il valore della Carta dei diritti di Internet

Il valore della Carta dei diritti di Internet

A cura di Laura Abba e Angelo Alù

Prefazione di Arturo Di Corinto

Editoriale Scientifica, 2020

ISBN 9788893917353

€ 15 – pp 220

Stefano Rodotà e la Magna Charta di Internet

Arturo Di Corinto

Ogni persona ha diritto ad essere posta in condizione di acquisire e di aggiornare le capacità necessarie ad utilizzare Internet in modo consapevole per l’esercizio dei propri diritti e delle proprie libertà fondamentali.”
(Stefano Rodotà, La Repubblica 28 Luglio 2015, intervista di Arturo Di Corinto)

Capelli bianchi da vecchio saggio, occhi chiari e curiosi. Mimica teatrale e gesticolazione garbata. Un fascinoso ottantenne dal piglio giovanile, ben vestito pure in maniche di camicia. Un volto che ricorda le origini magnogreche e manifesta la “nobile semplicità e la quieta grandezza” della statuaria neoclassica. Tanto discreto sulla sua vita privata quanto estroverso in pubblico. Elegante nei modi, riservato anche con gli amici. Tollerante verso tutte le opinioni ma determinato nelle convinzioni. Flessibile nell’ascolto ma rigoroso sulle idee. Attento coi giovani, sfuggente coi seccatori. Amante delle buone conversazioni, ma sempre pronto ad “andare dal dentista” quando parlare diventava inutile. Continua a leggere Libro: Il valore della Carta dei diritti di Internet