Hackerare il presente, progettare il futuro

Hackerare il presente, progettare il futuro

Hacker’s Dictionary. Il mese europeo della cybersecurity in Italia quest’anno comincia prima con RomHack e la Privacy Week. In attesa del Security Summit e di HackInBo, tra gli eventi da segnalare anche il Cyber Act Forum di Viterbo e la ConfSec in Puglia. Buone notizie dopo la presentazione del Cyber Resilience Act da parte della Commissione Ue

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 22 Settembre 2022

Di fronte alla minaccia di software fallati e peggio implementati, il 15 settembre scorso la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento sulla sicurezza informatica, il Cyber Resiliency Act, che, se approvata, introdurrà requisiti di cybersecurity più stringenti per tutti i prodotti digitali durante il loro ciclo di vita, aumentando la responsabilità dei produttori. Un bel passo in avanti per la sicurezza globale dopo la NIS 2, ma solo se sarà accompagnato da un’efficace spesa dei fondi del PNRR previsti per la cybersecurity europea, da investimenti adeguati nel capitale umano e dalla moltiplicazione di iniziative di sensibilizzazione per cittadini e imprese.

La compromissione della sicurezza di Uber, hackerata pochi giorni fa, dimostra infatti come anche le aziende tecnologiche che hanno accesso a talenti e strumenti di qualità sono vulnerabili agli attacchi informatici. E dimostra quanto importanti sono le iniziative di alfabetizzazione dei cittadini e il valore della formazione, anche verso la comunità degli esperti.

Per fortuna quest’anno il mese della sicurezza informatica comincia prima, a Roma, dove il 23, 24 e 25 settembre si terrà il RomHack Camp, un campeggio hacker organizzato dall’associazione Cyber Saiyan. Immersi nella natura del parco di Veio, i partecipanti avranno l’opportunità di incontrarsi e scambiare idee e conoscenze in una tre giorni di studio, divertimento e condivisione, attraverso talk, workshop e laboratori. La conferenza RomHack, giunta al 5° anniversario è parte dell’evento. Tra gli organizzatori, Giovanni Mellini e Davide Pala.

Dal 26 al 30 settembre, mettendo insieme privacy, cybersecurity e i nuovi diritti della cittadinanza digitale, la Privacy Week di Milano dal titolo “Hack the Present to Shape the Future” in presenza e online, dimostra come la cultura della protezione dei dati, del software e gli apparati normativi possano e debbano viaggiare di pari passo. Ad aprire le danze, Andrea Baldrati e Diego Dimalta di Privacy Network. 

Il 4 ottobre a Verona il Security Summit organizzato dall’Associazione Italiana Esperti di Sicurezza Informatica, Clusit, sarà dedicato alle aziende venete e ripropone esplicitamente gli obbiettivi dell’European Cybersecurity Month. Con Gabriele Faggioli e Alessio Pennasilico.

Il 6 ottobre a Bari, la cybersecurity al Sud prenderà forma con l’evento Confsec, sette speech e una tavola rotonda dal titolo “Evoluzione del cyber risk tra cyber warfare e pandemia: cosa abbiamo appreso su evoluzione di perimetri e strategie di difesa”, partecipano esperti internazionali come Luigi Rebuffi di Ecso.

Il Cyber Act Forum, a Viterbo, il 7 Ottobre, è anch’esso concepito come un momento di dibattito e confronto, arricchito da una tavola rotonda, e dedicato proprio a tutti: aziende, addetti ai lavori, studenti e cittadini. Molti gli ospiti di rilievo, da Corrado Giustozzi a Marco Ramilli, da Guido Scorza a Andrea Chittaro con la partecipazione di aziende come Yarix, Deep Cyber e Trend Micro. É organizzato dall’associazione Cyber Actors, presidente Gianluca Boccacci, col pallino di portare la cybersecurity nel mondo delle professioni.

Da segnalare però anche eventi più lontani a venire, e in particolare l’edizione autunnale del Security Summit Streaming Edition 2022, in programma il 9 e il 10 novembre, nel corso della quale sarà presentata la nuova edizione del Rapporto Clusit. Sabato 3 dicembre, invece, a Bologna, HackInBo si metterà in mostra nella sua 19esima edizione, e ospiterà un’area recruiting dove gli sponsor potranno dialogare con i potenziali candidati.

I Nation state hacker attaccano energia e telco

I Nation state hacker attaccano energia e telco

Hacker’s Dictionary. Una ricerca di VMware afferma che per il 65% degli addetti alla sicurezza informatica i cyberattacchi sono aumentati dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Nozomi, Check Point Research, Sababa Security e Crowdstrike ne danno i numeri

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 17 Settembre 2022

E va bene, c’è chi dice che gli attacchi alle infrastrutture energetiche e di telecomunicazione europee rientrano nel normale computo statistico degli attacchi informatici e che la guerra russo-ucraina non c’entra. Però.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio scorso, i ricercatori di Nozomi Networks Labs hanno riscontrato un aumento dell’attività di attori di minacce di diverse tipologie, tra cui hacktivisti, hacker statali e criminali informatici.

Hanno osservato un esteso utilizzo di malware wiper e l’emergere di una variante di Industroyer sviluppata per colpire gli ambienti industriali, un software creato da hacker vicini al Cremlino.

PyTorch, Mark Zuckerberg apre al mondo del software libero

PyTorch, Mark Zuckerberg apre al mondo del software libero

Meta lancia una fondazione per accelerare i progressi nella ricerca nell’Intelligenza artificiale e provare a competere con Google

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 15 Settembre 2022

L’intelligenza artificiale è tra di noi per restarci. Dopo una cavalcata lunga 70 anni, la disciplina nata dagli studi di Marvin Minsky, Claude Shannon e John McCarthy – che le diede il nome nel 1956 -, si è ora tradotta in ricerca applicata, prodotti e mercato. L’ultimo esempio di questa lunga cavalcata viene dal lancio della PyTorch Foundation da parte di Zuckerberg “per accelerare i progressi nella ricerca nell’Intelligenza artificiale (AI)”. La fondazione, voluta dal board di Meta-Facebook però avrà un consiglio direttivo allargato ai rappresentanti sia di Meta che di AMD, di Amazon Web Services, come di Google Cloud, Microsoft Azure e Nvidia. Il progetto farà parte della Linux Foundation, organizzazione no-profit che sostiene lo sviluppo del software libero.

Cybersecurity: quando gli esperti sbagliano

Cybersecurity: quando gli esperti sbagliano

Hacker’s Dictionary. Attaccate Eni, GSE, Canarbino e altre infrastrutture critiche. Abbiamo passato mesi a negare la cyberguerra e adesso è arrivata alle nostre porte. Forse è ora di smetterla di intervistare i commentatori di professione e basarsi sui fatti

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 8 Settembre 2022

Ops, si erano sbagliati. Analisti e commentatori di professione, un circo di cento persone che facendo zapping troviamo in televisione o sui giornali a parlare di tutto un po’, si sono sbagliati sui risvolti della guerra cyber.

Come loro, anche i così detti esperti che deridevano gli allarmi lanciati dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, in questi giorni hanno dovuto ricredersi davanti agli attacchi a ripetizione contro il settore energetico, gli ospedali, le industrie militari.
Da poche ore sappiamo che anche la Canarbino di Sarzana, settore gas, è stata attaccata, e questo dopo le incursioni subite dai giganti Eni e Gse, il gestore italiano dei servizi energetici, per cui sono stati chiesti un riscatto rispettivamente di sette e otto milioni di dollari per la restituzione dell’accesso a dati, contratti, informazioni personali dei dipendenti.

È una guerra carsica ma visibile, con pochi attori, agguerriti, che stanno riconfigurando le loro alleanze e fanno campagna acquisti dei migliori criminali per penetrare le difese dei bersagli.

Eppure non era difficile prevederlo. Ad aprile i Five Eyes, l’alleanza spionistica tra Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, avevano dichiarato senza mezzi termini che gli attori cibernetici sponsorizzati dallo stato russo hanno la capacità di compromettere le reti informatiche, rimanere silenti nelle infrastrutture critiche, rubare dati strategici, sabotare i sistemi di controllo industriale con malware specializzato e distruggere i macchinari che comandano.

«È probabile che gli attacchi che abbiamo osservato siano solo una frazione dell’attività cibernetica contro l’Ucraina». Così il vicepresidente di Microsoft Tom Burton in un report dell’azienda sulla guerra ibrida ci metteva in guardia da attacchi che possono avere un impatto diretto sulle nostre vite e sull’accesso a servizi critici come acqua, luce, gas, distribuzione del cibo, trasporti e ospedali, e colpire anche altri paesi membri della Nato.

E no, per gli esperti non si poteva parlare di cyberguerra, «bisogna stare calmi» e aspettare gli eventi. Ecco gli eventi ci sono piombati addosso, senza che Pubblica Amministrazione e aziende impiegassero quelle informazioni preziose per migliorare le difese. «No, ma la cyberguerra è un’altra cosa», ripetevano.

Ma quando qualcuno attacca le infrastrutture critiche che erogano servizi essenziali e bloccano la produzione e il trasporto di energia, quello di merci e di persone, impedendo alle industrie di funzionare, alle gente di riscaldarsi o di potersi curare perché pronti soccorso e ospedali finiscono nel mirino, che cos’è se non la guerra? Quando viene messa a rischio la vita dei cittadini, cos’è se non è guerra?

La guerra ibrida teorizzata dagli esperti militari implica il ricorso anche a mezzi non militari per raggiungere obbiettivi che invece sono militari. Non solo spionaggio, ma anche sabotaggio informatico e disinformazione.
Tre elementi ricorrenti nella guerra cibernetica.

E allora non è un caso se a giugno è stato modificato il Codice dell’Ordinamento Militare per permettere ai soldati italiani di rispondere con le stesse armi agli attacchi hacker di nazioni ostili e che nel decreto Aiuti bis la stessa facoltà sia stata attribuita alla nostra intelligence.

In aggiunta i Lloyd’s di Londra hanno annunciato che vogliono ricorrere alla cyberwar exlusion cause per non pagare i premi assicurativi di danni derivanti da cyberattacchi di matrice statale.

Se tre indizi fanno una prova, ecco la prova che la cyberguerra è arrivata. Benvenuti commentatori da operetta.

Niente cybersecurity nei programmi elettorali

Niente cybersecurity nei programmi elettorali

Nonostante l’ondata di attacchi informatici che ha colpito l’Italia, compresi i gestori energetici e le infrastrutture critiche, i partiti politici non trattano l’argomento nella loro campagna elettorale. Eppure senza cybersecurity non ci sono né sicurezza né innovazione

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 6 Settembre 2022

L’attacco all’Eni, l’attacco al Gestore dei servizi energetici, l’attacco al Ministero della transizione ecologica: se tre indizi fanno una prova, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che l’Italia è sotto attacco. O, meglio, è bersaglio di una serie di attacchi informatici che da mesi colpiscono il cuore delle sue infrastrutture critiche. Ricordate l’attacco alle Ferrovie dello Stato? E quelli agli ospedali, alle Usl, alle agenzie regionali come l’Arpac?

Però i partiti non se ne occupano. A leggere i programmi depositati dalle forze politiche la parola sicurezza compare molte e molte volte, raramente insieme alla parola computer. Eppure, in un mondo digitale e iperconnesso è proprio ai computer che affidiamo la certezza dell’erogazione di servizi essenziali come gas, luce, sanità e trasporti. La sicurezza di quei computer dovrebbe essere una priorità della politica.

L’insicurezza digitale dei partiti

L’insicurezza digitale dei partiti

Hacker’s Dictionary. Nella retorica elettorale la parola cybersecurity scompare. Nei programmi si parla di digitale e infrastrutture con rari accenni alla sicurezza informatica senza la quale ogni innovazione, tecnologica o sociale, è a rischio

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 25 Agosto 2022

Il digitale è tutto intorno a te. Grazie a connessioni veloci, reti mobili, wi-fi pubblici, hotspot da viaggio, ti accorgi di quanto è importante solo quando non c’è la connettività per accedere alla banca digitale, al concorso sul web, alle notizie online. Te ne accorgi quando non funziona il modem comprato due giorni prima nel negozio Tim, quando ricevi 10 telefonate da Vodafone per confermare la disdetta della rete fissa dopo regolare Pec, o quando Dazn collassa mentre guardi la partita.

Internet, trincea della cyberguerra

Internet, trincea della cyberguerra

Hacker’s dictionary. Il coinvolgimento di attori non statali nei conflitti cibernetici, la censura dei media e la crescente importanza militare delle telecomunicazioni sta portando a un’accelerazione della balcanizzazione di Internet e alla fine dell’utopia di un mondo pacifico perché iperconnesso e interdipendente grazie alla Rete

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 18 Agosto 2022

Ci sono notizie che faticano a diventare notizie ma ci aiutano a capire il contesto in cui viviamo. Una è la scoperta da parte della società di cybersecurity Mandiant di un circuito mediatico usato dai cinesi per le information operations, nello specifico una campagna di delegittimazione degli avversari geopolitici denominata HaiEnergy; una seconda è l’uso del sistema Nimbus che consente a Israele di innalzare la repressione nei confronti dei palestinesi grazie all’integrazione del cloud di Google e Amazon con sistemi di intelligenza artificiale per il riconoscimento facciale; un’altra è l’espressa previsione per l’Italia di poter contrattaccare a un attacco informatico senza limiti territoriali e di sovranità (art37 dl Aiuti bis).

Cacciatori di virus sotto l’ombrellone

Cacciatori di virus sotto l’ombrellone

Tre saggi che raccontanto la storia degli ultimi venti anni di attacchi informatici, tra cybercriminali, spie di stato e hacktivisti

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 11 Agosto 2022

Quasi tutte le violazioni informatiche cominciano hackerando gli umani. É questa la tesi del giornalista investigativo inglese Geoff White che nel libro Crime dot com racconta come bande di cybercriminali, hacker di stato e spioni digitali abbiano trasformato in un’inferno l’Eldorado annunciato dalla rivoluzione informatica nei campus americani alla fine degli anni ‘50.

Pubblicato da Odoya Edizioni quest’anno, il testo spiega attraverso storie esemplari come l’hacking abbia influenzato le nostre vite partendo dal virus I Love You degli anni 2000 fino agli ultimi tentativi di manipolazione elettorale. E lo fa raccontando la storia di LulzSec, gli Anonymous vendicatori che hanno denunciato il complotto di un contractor americano per far fuori Julian Assange e il tradimento di Sabu. Non manca l’analisi del ruolo dei servizi segreti russi nella sconfitta di Hillary Clinton nella corsa presidenziale del 2016.

Cybersicurezza, quando la miglior difesa è l’attacco

Cybersicurezza, quando la miglior difesa è l’attacco

L’italiana Innovery con il suo Red Team di hacker etici “buca” le difese di banche, industrie e assicurazioni, per difenderle da delinquenti informatici e rapinatori in carne ed ossa. Ecco come operano

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 2 Agosto 2022

Hanno tenuto d’occhio gli ingressi della banca per settimane, annotato gli orari, filmato i dipendenti, studiato la facciata, preparato una planimetria dei locali. Poi hanno visto un post su Facebook sulle telecamere di sorveglianza in uso e ne hanno studiato il modello. Scaricando i manuali da Internet hanno scoperto che la videocamera inviava un allarme alla vigilanza tramite Sms su rete 2G, e perciò hanno creato una finta cella telefonica per agganciarsi al sistema e dirottare i messaggi ai loro telefoni: a quel punto sono entrati.

Questa storia dell’intrusione all’interno di una banca lombarda tramite la manomissione di videocamere è cominciata così. Per fortuna si trattava di difensori, non di ladri. O meglio, di esperti che si comportano da ladri ma che in realtà sono gli 007 della sicurezza.

È morto l’hacker Salvatore Iaconesi

È morto l’hacker Salvatore Iaconesi

Hacker’s dictionary. Non tutti i virtuosi del computer meritano l’appellativo di hacker. Gli hacker creano, non distruggono. Salvatore “Nuke” Iaconesi era un creatore di mondi gioiosi

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 28 Luglio 2022

Gordon French era un hacker. Wau Holland era un hacker. Jude Milhon era un hacker. Lee Felsenstein, Eric Corley, Richard Stallman, lo sono ancora. Ma la parola hacker, una delle parole più controverse della storia recente, non è un vestito che si adatta a tutti.

Alcuni di questi hacker si sono fatti le ossa dentro l’Homebrew Computer Club, nato per iniziativa di Gordon French e Fred Moore, che si conobbero al Community Computer Center a Menlo Park, California, per creare un gruppo di persone che si incontrasse regolarmente e realizzare un computer alla portata di chiunque. Tra i suoi membri c’era anche Steve Jobs che chiese a Stephen Wozniak, un altro membro del gruppo, di progettare l’Apple I e venderlo nelle riunioni del club.

E’ morto Salvatore Iaconesi, la meraviglia del digitale

E’ morto Salvatore Iaconesi, la meraviglia del digitale

Hacker, artista, filosofo, è scomparso all’età di 49 anni. È stato teorico delle identità non umane e della connessione tra piante robot, umani e intelligenze artificiali, ma anche autore di software, performance e libri

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica La Repubblica del 26 Luglio 2022

I dati da soli non esistono, hanno senso solo in relazione ad altri dati. C’è sempre qualcuno che li produce e li governa, ma siamo noi che riempiamo il vuoto tra i dati, “Come lo facciamo è una questione di sensibilità e di nobiltà, mettiamoci insieme e capiamo come farlo”. L’umanesimo digitale di Salvatore “Meraviglia” Iaconesi è la fede incrollabile nella cooperazione tra gli esseri umani favorita dalle tecnologie di connessione: la parola, la scrittura, la programmazione, Internet e l’arte.

Hacker, artista, esteta, filosofo, intellettuale digitale, Salvatore Iaconesi è morto il 18 luglio a Reggio Calabria ma solo adesso la famiglia ne ha dato notizia. E chi lo sapeva è stato in silenzio per rispettare il desiderio della sua compagna nell’arte e nella vita, Oriana Persico, in arte Penelope Pixel.

La cybersicurezza è un ingranaggio collettivo

La cybersicurezza è un ingranaggio collettivo

Hacker’s Dictionary. Aumentano i dispositivi connessi e l’uso di Internet, così aumentano anche gli attacchi alle macchine e alle persone. L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale aiuterà a fermarli ma non ce la farà da sola

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 21 Luglio 2022

Il rischio informatico cresce all’aumentare dei dispositivi connessi. É una questione statistica: quando sulle strade aumenta il traffico automobilistico, aumentano gli incidenti.

Quando il colloquio online lo fanno i deepfake

Quando il colloquio online lo fanno i deepfake

Hacker’s Dictionary. Video e audio fasulli sono uno strumento di disinformazione, e vengono usati anche per furti e frodi. L’allarme di Fbi ed Europol

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 14 Luglio 2022

Nel 2020 un dirigente di banca di Hong Kong ha ricevuto una telefonata da un uomo di cui conosceva la voce: il direttore di una società con cui aveva già parlato. La sua azienda stava per effettuare un’acquisizione e aveva bisogno che la banca autorizzasse alcuni bonifici per un importo di 35 milioni di dollari.

Un avvocato di nome Martin Zelner era stato assunto per coordinare le procedure e il direttore della banca poteva vedere nella sua casella di posta le e-mail del direttore e di Zelner confermare le richieste. Il direttore della banca, ritenendo tutto legittimo, ha iniziato a fare i bonifici.

Quello che non sapeva era di essere stato ingannato da un’elaborata truffa in cui i truffatori avevano usato la tecnologia del «deep fake audio» per clonare la voce del suo interlocutore.

L’umanesimo digitale del Garante della Privacy: attenti alla Social War

L’umanesimo digitale del Garante della Privacy: attenti alla Social War

Presentata stamattina al Senato della Repubblica la relazione annuale del collegio dell’Autorità garante della protezione dei dati dati personali. Nel 2021 l’Autorità ha riscosso 13 milioni di euro di sanzioni e risposto a 19 mila quesiti dei cittadini per rendere effettivo il diritto alla riservatezza

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 7 Luglio 2022

Stefano Rodotà, l’architetto dell’edificio della privacy italiana, oggi avrebbe applaudito alla presentazione della relazione annuale del suo ultimo successore alla guida del Garante per la protezione dei dati personali, il professore Pasquale Stanzione.

Nelle 40 pagine della relazione emerge chiaramente il prezioso lavoro di bilanciamento dei diritti individuali che l’Autorità ha esercitato dal 1997 seguendo il binario liberale e garantista che negli anni del suo mandato il giurista scomparso il 23 giugno di cinque anni fa gli aveva impresso.

Un codice europeo contro la disinformazione

Un codice europeo contro la disinformazione

Hacker’s Dictionary. False notizie e propaganda sono spesso organizzate a livello centrale e burocratico e possono danneggiare i diritti di cui godiamo in una società aperta. Per questo la Ue ha avviato un percorso per demonetizzare la diffusione della disinformazione online

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 7 Luglio 2022

Pausania, l’eroico condottiero greco della battaglia di Platea, fu vittima di una fake news. Accusato di essere in combutta col nemico, il re persiano Serse, sulla base di un falso carteggio fu costretto a fuggire e, murato vivo nel tempio di Atena, vi morì di fame e di sete.

Ottaviano Augusto fece diffondere delle menzogne su Marco Antonio per privarlo di alcune prerogative e indebolirlo. Sconfitto nella battaglia di Azio e riparato ad Alessandria, si suicidò.

Fu il primo romano a essere vittima d’un provvedimento di damnatio memoriae, la condanna all’oblio riservata ai traditori.
La donazione di Costantino è un documento apocrifo in cui l’allora imperatore faceva concessioni alla Chiesa cattolica. Un falso, ma usato per legittimare la nascita del potere temporale dei pontefici.

Bugie, disinformazione e propaganda non sono una novità nella storia.

Una famosa opera di disinformazione fu organizzata dalla Ceka sovietica negli anni 20 del ‘900 per far credere ai russi bianchi, seguaci dei monarchi zaristi, che la Russia bolscevica fosse tanto debole da essere attaccata e vinta: era l’operazione Trust.
Il documento Tanaka, un falso storico di origine russa, fu presentato come il Mein Kampf giapponese perché il presunto autore teorizzava l’appropriazione della Manciuria e l’intenzione del Giappone di distruggere gli Usa e dominare il mondo.

Il presidente americano Truman nel 1947 creò la Cia che per un ventennio si distinse a Berlino nella political warfare contro l’Unione Sovietica, finanziando finti quotidiani con notizie vere per destabilizzare il nemico. Viceversa i sovietici crearono documenti e lettere fasulle per screditare gli anticomunisti in America.

Si potrebbe continuare a lungo con questi riferimenti storici. Che però hanno un elemento in comune: disinformazione e propaganda sono sempre un tentativo di manipolare le coscienze con informazioni false, disoneste e ingannevoli. Anche oggi ciò che le distingue è l’intenzionalità di fuorviare chi le riceve. E il loro contrasto è fondamentale, essendo un’arma di conflitto e di terrorismo.

È per questo motivo che il 16 giugno 2022 i regolatori UE hanno avviato un percorso per rafforzare il codice di condotta elaborato contro la disinformazione online nel 2018 per demonetizzarne la diffusione, garantire la trasparenza della pubblicità politica e rafforzare la cooperazione con i fact checker. In astratto l’idea di contrasto su cui si basa è quella di evitare un public harm, un danno pubblico.

Nella definizione di public harm la falsità è meno centrale dell’intenzione di ingannare visto che in una democrazia è necessario proteggere anche la libera espressione di falsità, che può però essere censurata quando danneggia altri diritti.
O almeno questo è quello che pensa il legislatore europeo, visto che negli Usa tutto ciò che viaggia attraverso Internet gode della stessa protezione della stampa, una protezione totale, tranne, purtroppo, come nel caso Assange, della divulgazione di notizie di carattere riservato ma non segrete.

Ma perché i regolatori europei sono arrivati a pensare di limitare la libertà di espressione sui social? Perché può causare un danno pubblico che le grandi piattaforme non riescono a contenere.

E non ci riescono perché il loro modello di business è basato sull’attenzione – una risorsa scarsa gestita dagli algoritmi a favore degli inserzionisti – che si attiva di fronte a conflitti, fatti inconsueti e dissonanti, le bufale, perno della propaganda social e della manipolazione delle percezioni organizzata dalle centrali della disinformazione di massa.

* Se ne parlerà a un convegno di Stampa Romana il giorno 8 Luglio dalle 15:30. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sui canali Facebook e YouTube di Stampa Romana

Codice contro la disinformazione

Baldoni, Agenzia Cyber: “Draghi ci ha chiesto rigore e rapidità per rendere l’Italia sicura”

Baldoni, Agenzia Cyber: “Draghi ci ha chiesto rigore e rapidità per rendere l’Italia sicura”

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 6 Luglio 2022

Il primo luglio si è conclusa un’altra tappa del potenziamento dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale: è pronto il Centro di valutazione di beni e servizi dei soggetti inclusi nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Intervista al direttore, Roberto Baldoni

Roma, 1 luglio 2022, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn) comunica: è operativo un altro pilastro della strategia nazionale di sicurezza cibernetica, il Cvcn, Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale. Prima rientrante nell’ambito delle competenze del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), oggi trasferito all’Acn, “avrà il compito di valutare la sicurezza di beni, sistemi e servizi Ict destinati a essere impiegati nel contesto del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”. Ne abbiamo parlato con il direttore dell’Acn, Roberto Baldoni, ed è l’occasione per fare il punto su tutte le attività chiave dell’Agenzia.

Direttore, il Cvcn si occuperà della ricerca delle vulnerabilità del software che possono essere sfruttate dai criminali informatici?

In vacanza, e non solo, attenti ai Qr code

In vacanza, e non solo, attenti ai Qr code

Hacker’s Dictionary. Oggi si festeggia il «Social media day» ed è importante ricordare che molte truffe iniziano rovistando tra le informazioni personali che divulghiamo attraverso i social. Il phishing ad esempio rimane […]

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 30 Giugno 2022

Oggi si festeggia il «Social media day» ed è importante ricordare che molte truffe iniziano rovistando tra le informazioni personali che divulghiamo attraverso i social. Il phishing ad esempio rimane ancora lo strumento preferito dei criminali per entrare nelle nostre vite.

Per fortuna stiamo imparando a non cascarci più. Quando vediamo un’email sospetta, inattesa, proveniente da indirizzi sconosciuti siamo pronti a buttarla nel cestino vincendo la curiosità di aprirla e ritrovarci il computer infetto.
Abbiamo anche imparato a non navigare siti di dubbia natura, a non cliccare sui banner pubblicitari con offerte da urlo e sappiamo ormai come difenderci da Sms e messaggi in chat non richiesti: cancellandoli. Però secondo Ermes, tra aprile e maggio la rilevazione dei siti di phishing è aumentata di oltre il 20% e la parte riguardante il settore Viaggi potrebbe raggiungere presto il picco del 50%.

Per Google un’azienda italiana distribuisce software spia su dispositivi iOS e Android

Per Google un’azienda italiana distribuisce software spia su dispositivi iOS e Android

In un dettagliato report appena pubblicato i ricercatori di Alphabet e l’azienda di cybersecurity Lookout indicano in un triangolo tra Milano, Roma e Torino, l’origine della creazione e diffusione di uno spyware che arriva via SMS o attraverso download non autorizzati. Si chiama Rcs Lab

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 24 Giugno 2022

L’industria della sorveglianza sta crescendo a ritmi forsennati e questa tendenza dovrebbe preoccupare tutti gli utenti di Internet. Lo dicono a chiare lettere Benoit Sevens e Clement Lecigne in un dettagliato report dove i due ricercatori di Google denunciano l’uso di un software italiano per spiare gli utenti Apple e Android.

Nel rapporto, pubblicato giovedì, viene esplicitamente nominata l’italiana RCS Lab i cui strumenti sarebbero stati utilizzati per spiare smartphone di utenti in Italia e Kazakistan. La denuncia è rilanciata da una seconda ricerca pubblicata dall’azienda di cybersecurity Lookout secondo cui “Sulla base della nostre analisi, lo spyware che abbiamo chiamato ‘Hermit’ è presumibilmente sviluppato dall’italiana RCS Lab e da Tykelab Srl, azienda che offre soluzioni di telecomunicazione e che sospettiamo operare come “front company”. Secondo Lookout il software di sorveglianza è stato usato dal governo kazako.

Il dark web per pochi ma non per tutti

Il dark web per pochi ma non per tutti

Hacker’s dictionary. Il web di superficie e il Dark Web permettono l’accesso a materiali legali e illegali, dati privati e dati rubati, accederli e usarli non è però una cosa che possono fare tutti. Giornalisti, poliziotti e cyberdefender li analizzano ogni giorno per “servire e proteggere”

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 23 Giugno 2022

Esistono molti strumenti per tenere traccia dell’attività criminale online e gli esperti del settore li conoscono tutti. Quelli dei RedTeam, dei reparti offensive, li usano, quelli dei blu team, li usano, i poliziotti li usano, i giornalisti li usano. Fanno parte dell’armamentario per capire, far conoscere e contrastare il crimine. Molti di questi strumenti sono gratuiti, pubblici, e si trovano nel clear web, il web di superficie.

Per vedere quali sono i gruppi ransomware attivi ad esempio, si può usare Darkfeed, che riporta le attività dei maggiori gruppi criminali e l’elenco dei loro attacchi, compresa la quantità di soldi che ci guadagnerebbero. Poi ci sono strumenti come Ransom Db che permette di fare una ricerca per parole chiave delle aziende attaccate e aggiorna costantemente la sezione interna coi nomi di quelle attaccate minuto per minuto.

La Regione Sardegna conferma il databreach di 170 mila file

La Regione Sardegna conferma il databreach di 170 mila file

I materiali, che chiunque può scaricare, comprendono documenti d’identità, residenza, numeri di telefono ed email, insieme a mansionari, spettanze, cambi di ruolo e stato di salute dei dipendenti. Ci sono anche i GreenPass

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 21 Giugno 2022

Sono migliaia i file dei dipendenti della regione Sardegna pubblicati online dal gruppo ransomware Quantum Locker all’interno del proprio blog (data leak site o Dls) nel dark web. Da una prima conta sono 170 mila i file rubati ma potrebbero essere solo una parte di quelli di cui i delinquenti sono in possesso. I materiali, che chiunque può scaricare, comprendono documenti d’identità, residenza, numeri di telefono ed email, insieme a mansionari, spettanze, cambi di ruolo e stato di salute. Ci sono anche i GreenPass.

Il databreach, la violazione che coinvolge questi dati sensibili sembra risalire a un attacco informatico effettuato dalla famigerata gang nel febbraio scorso e documentato dalla testata indipendente Indip.it, con un’inchiesta del giornalista sardo Raffaele Angius, ma che ora è tornato alla ribalta per la pubblicazione dei dati rubati.

Nei 155 Gb pubblicati nella rete Tor dalla gang criminale ci sono documenti protocollari di varia natura come i verbali di verifiche e sopralluoghi relativi agli abusi edilizi in Sardegna, con migliaia di foto allegate. E poi ci sono cartelle esattoriali, i contratti della Regione, le informazioni sul demanio marittimo, la situazione del pagamento delle locazioni, eccetera, eccetera. Insomma, tutto quello che di digitale può passare per le carte bollate di un’amministrazione regionale.

Sono 74 i gruppi hacker in guerra

Sono 74 i gruppi hacker in guerra

Hacker’s Dictionary. La guerra cibernetica recluta esperti e attivisti nel conflitto russo-ucraino, la disinformazione monta e gli Usa attaccano con le loro cyberarmi

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 16 Giugno 2022

Nel 2007 i cyber soldati russi attaccarono l’Estonia mettendo offline 58 siti web pubblici e privati. Nel 2014 un’ondata di devastanti attacchi riuscì a colpire aziende americane di servizi, strutture Nato e reti elettriche dell’Europa dell’Est.

Fino al 2017, quando un malware noto come NotPetya fu scatenato annichilendo la capacità operativa dei maggiori operatori mondiali di logistica, sistemi sanitari e multinazionali farmaceutiche.

Nell’epicentro degli attacchi, l’Ucraina, i bancomat divennero scatolette inservibili, ferrovie, ospedali e sistema postale andarono giù per ore, poi per giorni, ripetutamente: dieci miliardi di dollari di danni causati da Sandworm, un gruppo di hacker governativi al servizio dell’intelligence russa.

Lo racconta, con piglio da giallista, Andy Greenberg nel libro omonimo Sandworm (Doubleday, 2019). È però dal 24 febbraio del 2022 che abbiamo assistito a un’escalation nell’uso di mezzi non militari per sostenere e accompagnare un conflitto armato, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Almeno 8 tipi di malware diversi sono stati lanciati fino ad oggi contro il paese guidato da Zelensky, di cui 4 di tipo wiper, che cancellano i dati dei computer, e poi attacchi DDoS a banche, ministeri e compagnie ucraine. Ma abbiamo assistito anche al blocco di 600 turbine eoliche in Germania, all’oscuramento dei satelliti Viasat in Francia, al blocco dei siti della Difesa, dei Carabinieri, e della Polizia in Italia.

Nominati i nove saggi dell’Agenzia per la cybersicurezza Nazionale

Nominati i nove saggi dell’Agenzia per la cybersicurezza Nazionale

Gli esperti del comitato tecnico scientifico dell’ACN scelti dal sottosegretario Gabrielli rappresentano il mondo dell’industria (Leonardo, Accenture, Intesa, Elettronica), della ricerca (IBM, Polimi, Cnr, Luiss) e dell’associazionismo (Aipsa), sono sei uomini e tre donne

di Arturo Di Corinto per ItalianTech/ La Repubblica del 15 giugno 2022

Il Sottosegretario Franco Gabrielli in qualità di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, ha firmato il decreto di nomina dei 9 membri del Comitato tecnico scientifico dell’Agenzia. Nove esperti nel campo delle tecnologie emergenti e che si sono distinti nella diffusione e cultura della cybersicurezza la cui scelta è stata condivisa con il comitato di vertice dell’ACN

L’ultima volta che Gabrielli aveva affrontato l’argomento – durante la presentazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza – ci aveva scherzato sopra, ricordando le richieste e le telefonate che arrivavano da ogni dove per entrare in questo comitato che adesso avrà un bel da fare a recuperare il terreno già percorso dalle omologhe agenzie europee, meglio finanziate e con una forza lavoro 10 volte superiore come nel caso di Francia e Germania.

Talento e creatività non bastano: contro il crimine arriva la cybersecurity automation

Talento e creatività non bastano: contro il crimine arriva la cibersecurity automation

Skill shortage, digital first e aumento dei dispositivi connessi obbligano ad automatizzare la sicurezza di dati e applicazioni. Secondo Reply, intelligenza artificiale e machine learning faranno la differenza in un mercato da 300 miliardi di euro nel 2026

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 14 Giugno 2022

Quattro milioni di esperti di sicurezza non bastano. Ce ne vorrebbero subito altrettanti per proteggere un mondo sempre più digitale. Il tempo necessario a preparare questi esperti sarà però sempre troppo lungo rispetto alle necessità di un mercato in crescita esponenziale e per questo si stanno esplorando nuove strategie di cybersecurity automation da aggiungere a quelle esistenti. Hacker

Il Mondo Nuovo digitale è infatti più fragile di quanto pensiamo: non è stato pensato per essere abitato in sicurezza. Attacchi informatici, databreach e malware mettono ogni giorno a rischio banche e telecomunicazioni, l’affidabilità della casa connessa, dell’auto che si guida da sola, perfino la buona riuscita di un intervento chirurgico. Gli hacker criminali si moltiplicano e si organizzano in sindacati professionali, pronti a colpire dovunque ci sia un profitto da fare.

Chi paga il riscatto paga due volte

Chi paga il riscatto paga due volte

Hacker’s dictionary. Una ricerca di Cybereason denuncia: oltre la metà delle aziende italiane attaccate col ransomware è stata attaccata una seconda volta e nel 36% dei casi ha pagato un nuovo riscatto. Ma il 42% è stato costretto a chiudere la propria attività e nel 38% dei casi ha dovuto licenziare il personale

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del Giugno 2022

Secondo Microsoft i danni del cybercrime arriveranno a 10.5 trilioni di dollari annui entro il 2025. Nel 2021 hanno raggiunto i $6 trilioni. Uno studio di Trend Micro sull’Industria 4.0 afferma che l’89% delle aziende è colpito da attacchi cyber e subisce milioni di perdite; per il 75% dei Chief Security Officer ci sono troppe vulnerabilità nelle applicazioni nonostante un approccio di sicurezza a più livelli, dice Dynatrace; e nell’ultimo anno l’89% delle organizzazioni nei settori elettrico, oil&gas e manifatturiero ha subito un attacco cyber che ha danneggiato la produzione e la fornitura di energia in base a uno studio di Trend Micro, “The State of Industrial Cybersecurity”.

Paura?

L’Atlante mondiale delle minacce cibernetiche

L’Atlante mondiale delle minacce cibernetiche

Presentato a Parigi il Cyber threat handbook della francese Thales: sul web la sua versione dinamica permette di vedere in tempo reale la guerra cibernetica minuto per minuto

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 4 Giugno 2022

Le mappe di Google sono andate in tilt, il tuo percorso di allenamento mattutino è scomparso e il telefono rimane muto. Cos’è successo? Potrebbe esserci stato un attacco ai satelliti che gestiscono le infrastrutture da cui dipendiamo per la vita di ogni giorno. Molte attività umane svolte sulla Terra si basano infatti su sistemi spaziali per la comunicazione, la navigazione, le previsioni del tempo, il monitoraggio climatico, fino alla gestione della pesca e della produzione agricola. E che smettano di funzionare all’improvviso per un attacco informatico è già successo.

In un’affollata conferenza alla presenza di giornalisti da tutto il mondo, i Thales Media Days, il colosso francese della sicurezza ThalesGroup ha mostrato come tutto questo possa accadere e non solo per un errore umano, ma per la capacità che hanno criminali e attori ostili di interferire con le operazioni quotidiane che toccano la vita di milioni di cittadini, come la gestione dell’identità digitale, la mobilità, il sistema sanitario, i trasporti, la difesa e il lavoro a distanza.

Imparare la sicurezza informatica, giocando. 150 ragazzi al laboratorio cyber del Cini

Imparare la sicurezza informatica, giocando. 150 ragazzi al laboratorio cyber del Cini

Concluse domenica le Olimpiadi italiane di cybersicurezza, ma le vere protagoniste sono state le studentesse partecipanti alle Cybertrials, programma scolastico di formazione all’hacking etico e all’autodifesa digitale

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/ La Repubblica del 30 Maggio 2022

Un vecchio adagio dice: “Vuoi imparare la sicurezza informatica? Allora comincia a giocare”. E così, mentre un pezzo d’Italia stava col fiato sospeso per i minacciati attacchi russi, gli aspiranti hacker italiani si preparavano a difendere il paese, ma per gioco. Sicurezza informatica

Dal 27 al 29 maggio, oltre centocinquanta studenti e studentesse convocati dal Laboratorio Nazionale per la Cybersecurity del Cini si sono ritrovati a Torino al Campus torinese dell’Organizzazione mondiale del lavoro per una tre giorni di eventi e iniziative incentrate sulla cybersicurezza, tutti all’insegna di gare di abilità e giochi a squadre.

Il metaverso deve essere open source

Il metaverso deve essere open source

Hacker’s Dictionary. Due idee contrapposte alla base dell’evoluzione di Internet e del Web, quella consumistica e quella proprietaria dei giganti della tecnologia, l’altra comunitaria, autorganizzata dal basso e fondata su interoperabilità e decentralizzazione

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 26 Maggio 2022

Immaginato dallo scrittore cyberpunk Neal Stephenson nel 1992 come un mondo creato al computer, con la tecnologia odierna il Metaverso può essere due cose: un ambiente grafico, tridimensionale, immersivo, basato sulla realtà virtuale e aumentata dove produrre e consumare, oppure un differente modo di collaborare usando Internet.
La prima opzione, quella su cui le grandi compagnie hanno investito $40 miliardi, somiglia a un gioco di ruolo in cui un nostro doppione digitale interagisce con altri soggetti rappresentati graficamente nello scenario virtuale.

L’Italia ha una strategia nazionale per la sicurezza cibernetica

L’Italia ha una strategia nazionale per la sicurezza cibernetica

Presentata oggi a Palazzo Chigi, i cinque pilastri e le 82 misure previste dal documento elaborato dall’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza prevedono finanziamenti, incentivi e sgravi fiscali, il rafforzamento della collaborazione pubblico-privato, un ruolo rilevante della ricerca universitaria. Al centro innovazione, startup, crittografia, formazione e un polo tecnologico nazionale

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 25 Maggio 2022

Nessuno si salva da solo. La parola d’ordine è cooperazione. È questo il senso ultimo della strategia nazionale della cybersicurezza 2022-2026 presentata oggi a Palazzo Chigi dal sottosegretario Franco Gabrielli e dal professor Baldoni direttore dell’Acn (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale). L’evento

La strategia ha infatti proprio la collaborazione tra le istituzioni dello stato, le imprese, la pubblica amministrazione e l’Università il suo focus principale. La strategia, di 27 pagine glossario incluso, e le 82 misure necessarie alla sua implementazione rendono finalmente pubblica, nero su bianco, quella che sarà la postura cibernetica dell’Italia nei prossimi anni, nel rispetto delle competenze di ciascuno, ma sollecitando tutta la società a fare la sua parte.

D’altronde la pandemia degli attacchi ransomware contro le aziende negli ultimi due anni, le campagne quotidiane di phishing verso la pubblica amministrazione, gli attacchi DDoS a banche e ministeri di questi giorni, e lo spionaggio cibernetico straniero di lunga data, giustificano ampiamente la necessità di una strategia e, per una volta, con finanziamenti certi all’interno di un quadro regolamentare chiaro. Cybersicurezza